Gli agricoltori non dovranno più restituire gli interessi dei finanziamenti della legge 44 de 20 giugno 1989 “Provvedimenti a favore delle piccole e medie imprese industriali”, oggi considerati aiuti “de minimis”, con il consenso dell’Unione Europea. La svolta nella vertenza è stata annunciata questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dall’assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi.
Le risorse per l’abbattimento di 7 punti percentuali alle imprese che hanno usufruito degli aiuti ritenuti illegittimi dall’UE diventano aiuti in regime di “de minimis”, previsti dalle norme comunitarie. Si chiude così la vicenda della restituzione degli aiuti, 32,532 milioni di euro, che interessa complessivamente 4.947 imprese.
Se quasi 5.000 imprenditori salutano con soddisfazione e sollievo la notizia, resta il problema di quanti, con sforzi talvolta ai limiti dell’impossibile, hanno già restituito gli interessi richiesti dagli istituti bancari (704), per i quali il presidente Ugo Cappellacci ha annunciato la restituzione e, soprattutto, restano ancora vivi i ricordi dei drammi vissuti da numerosi imprenditori, ai quali sono stati pignorati gli immobili e che in qualche caso sono rimasti privi, oltre che delle loro imprese, anche di un tetto sotto il quale vivere. Queste vicende sono finite sulle pagine dei giornali e sui media regionali. Anche per loro verrà avviata una procedura per recuperare le varie situazioni, una volta chiusa la legge 44.
Le imprese che fino a ieri non avevano ancora restituito alla Regione le quote interessi maturate, per un ammontare complessivo di oltre 26 milioni di euro, sono 4.243. Da oggi non dovranno più preoccuparsi di questi debiti e potranno dimenticare, dopo oltre vent’anni, la legge 44 e tutti i guai che ha loro provocato.«Liberiamo gli agricoltori dalle ingiustizie della legge 44 del 1988». Lo hanno dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l’assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi, illustrando il contenuto della delibera adottata nella seduta di ieri della Giunta regionale.
«Abbiamo intrapreso un percorso, condiviso con le organizzazioni agricole e individuato nel protocollo siglato nel 2011 – ha spiegato il Presidente – per convertire in aiuti de minimis gli interessi ingiustamente accollati alle aziende. Abbiamo così ottenuto il via libera dell’Unione Europea e adottato la delibera. Viene così definitivamente eliminata quella quota di interessi che originariamente non era dovuta e causata dallo ‘stop’ dell’Unione Europea. Coloro i quali non l’avevano pagata, preavvisati dalla Regione circa due anni fa, non dovranno pagarla. Coloro i quali hanno già pagato potranno ottenere la restituzione di quanto non dovuto.»
«Stiamo altresì intervenendo – hanno aggiunto assessore e presidente – presso le banche affinché questa decisione possa sortire effetti anche sulle aste in corso. La drammatica vicenda della legge 44 – hanno concluso Cappellacci e Cherchi – finisce qui.»
«Per due anni i nostri uffici hanno studiato nei minimi particolari il problema della 44 – ha detto Cherchi – e appena è stato possibile abbiamo sospeso, nel 2011, i pagamenti. La 44 resterà solo un brutto ricordo nella storia dell’agricoltura sarda. Oltretutto, e non è di minore importanza, le imprese che sono uscite dal contenzioso avranno nuovamente la possibilità, al pari delle altre, di presentare istanza di accesso ad eventuali nuovi aiuti comunitari dai quali sarebbero stati esclusi a termini di regolamento in quanto giudicati inadempienti.»
Concordi con il Presidente della Regione e con l’assessore dell’Agricoltura anche Luca Saba di Coldiretti e Martino Scanu della Cia, presenti alla conferenza stampa, che assieme a Confagricoltura firmarono nel 2011 un protocollo d’intesa in difesa dei diritti degli agricoltori vessati dalla “44”: «Un giorno importante per l’agricoltura sarda». «Da qui – hanno detto – si può ripartire.»
Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha presentato stamane il nuovo sistema di continuità territoriale che dovrebbe decollare a breve.
«La nuova legge garantisce un diritto alla mobilità vera – ha spiegato il Governatore della Sardegna – non quella che abbiamo avuto fino ad oggi che io definisco a misura di riserva indiana; non la mobilità riservata ai soli cittadini residenti che tagliava fuori gli emigrati e quelle persone che sono la linfa vitale della nostra economia se è vero che il turismo dà un contributo già importante al Pil della Sardegna che noi vogliamo far crescere. La continuità per essere efficace, deve essere capace di dare risposte a tutte queste esigenze ed è quella che viene varata in questi giorni: ieri abbiamo avuto l’apertura delle offerte ed oggi c’è un primo risultato, da cui si andrà alle verifiche finali ed all’assegnazione definitiva, e si partirà.»
«Siamo di fronte ad una situazione che è di totale rottura con il passato – aggiunge Ugo Cappellacci -. Il problema è quello dell’impostazione di base: un accordo tra Governo e Regione prevedeva che i costi della continuità aerea sarebbero dovuti gravare sui sardi. Questo è inaccettabile e incoerente con il principio riconosciuto dalla Costituzione. La prossima settimana il presidente e l’assessore ai trasporti, porteranno in Giunta un disegno di legge che seguirà l’iter parlamentare nazionale per la modifica della normativa e per il trasferimento in capo allo Stato degli oneri per la continuità territoriale. Contemporaneamente, presenterò il disegno di legge a tutti i parlamentari sardi e chiederò loro di farsi parte attiva e dirigente per fare analogo percorso attraverso il loro canale. Questa è la seconda battaglia, dobbiamo appropriarci di un sistema di continuità territoriale fatto sulla base delle nostre esigenze ma il costo non può essere fatto gravare sui sardi ma deve gravare sull’intera comunità italiana, perché la Sardegna è terra d’Italia e la possibilità di accesso deve essere pari a quella assicurata ai cittadini degli altri territori.»
Il presidente della Regione ha poi spiegato che c’era una serie di obiettivi da raggiungere: garantire il diritto alla mobilità dei sardi ed aumentare il numero dei visitatori nella nostra isola, per dare nuovo slancio alle imprese ed in particolare al settore turistico, attraverso l’applicazione di una tariffa unica anche per i non residenti.
Le vecchie tariffe erano queste. Tariffe residenti: per Roma 49 euro + 6 euro (crisi surcharge, tassa inserita dopo l’11 settembre 2001) + tasse = 70 euro (al netto degli oneri di acquisto); per Milano 59 euro + 6 euro (crisi surcharge) + tasse = 80 euro (al netto degli oneri di acquisto). Tariffe non residenti – Con le tariffe attuali un non residente può arrivare a pagare dai 200 euro a oltre 400 euro a tratta per raggiungere Roma o Milano.
Le nuove tariffe sono le seguenti: 45 euro + tasse per Roma cioè 59 euro, 55 euro + tasse cioè 69 euro per Milano. Per i residenti il costo diminuisce di 11 euro.
«Solo per i voli per la Sardegna non si applicherà la crisi surcharge – ha sottolineato ancora il Governatore -. Questa continuità territoriale si adatta alle nostre esigenze. La precedente continuità territoriale prevedeva un certo numero di voli e poi un incremento sulla base del coefficiente di riempimento. Oggi abbiamo modificato quella previsione ed il coefficiente è la prenotazione, Nel momento in cui le prenotazioni superano l’80% della capienza massima, la compagnia deve mettere a disposizione aerei più grandi o più voli.»
Con la nuova continuità, la compagnia pagherà 3.000 euro di sanzione per ogni volo cancellato e 2.000 euro di sanzione per ogni ritardo superiore ai 20 minuti. Ogni biglietto che verrà emesso senza il rispetto della tariffa di continuità territoriale, vedrà l’applicazione di una sanzione a biglietto di 2.500 euro; ogni biglietto che verrà emesso con un aumento di costi di varia natura, prevederà una sanzione per la compagnia di 1.000 euro. Questo garantirà i passeggeri. Il bando prevede anche degli standard di qualità.
«Questa continuità territoriale rappresenta una rivoluzione – conclude Ugo Cappellacci – dà uno choc al sistema e cambia totalmente lo stato dell’arte. E’ una scommessa con il futuro, vogliamo giocare una sfida, poi saranno i dati a dire se avevamo ragione o no. Io credo che se non sia ha il coraggio del cambiamento, non si va da nessuna parte e qualcosa mi fa pensare che siamo sulla strada giusta, perché i veleni, le mistificazioni che sono cominciate a partire già da ieri pomeriggio e sono sicuro proseguiranno, mi fanno pensare che fosse la mossa vincente.»
«La nuova continuità territoriale – ha commentato Pietro Pittalis, presidente del gruppo del gruppo Il Popolo della Libertà in Consiglio regionale – collegherà la Sardegna e i sardi con la Penisola e lascerà a terra soltanto i gufi».
«La continuità varata dalla Giunta regionale – ha aggiunto Pittalis – garantisce i biglietti scontati ai sardi, estende tale possibilità ai non residenti, con notevoli benefici per la nostra economia, prevede sanzioni severe per ogni comportamento scorretto delle compagnie ed un meccanismo di aumento dei voli immediato all’aumentare della domanda».
«Prima apprendisti stregoni e presunti quanto improvvisati esperti – ha concluso Pittalis – confondendo il desiderio con la realtà, pronosticavano che nessuno avrebbe partecipato al bando. Ora, dopo che vi sono state le manifestazioni di interesse per le rotte e la valutazione delle offerte, mistificano la realtà, tentando di attribuire alla continuità, che deve ancora entrare in vigore, le inefficienze della vecchia e attualmente vigente. Presto tutte queste profezie di sventura saranno spazzate via dai fatti concreti.»
Il centrosinistra è alle prese con la sfida a cinque delle primarie per la scelta del candidato governatore (tra Francesca Barracciu, Gianfranco Ganau, Roberto Deriu, Andrea Murgia e Simone Atzeni), con operazioni di voto fissate per il 29 settembre; nel centrodestra c’è un’unica certezza, l’autoricandidatura del presidente uscente Ugo Cappellacci, e tante divisioni, per superare le quali molto probabilmente ancora una volta verrà chiesto “aiuto” al leader Silvio Berlusconi; il Movimento 5 Stelle farà ancora corsa solitaria e sceglierà il suo candidato Governatore attraverso le primarie on line; gli indipendentisti stanno cercando di creare un fronte unico, il più largo possibile, con una candidata Governatore già in campo, la scrittrice Michela Murgia.
A circa sette mesi dal voto, il panorama politico che precede le Regionali 2014 è molto complicato per le divisioni tra i partiti e tra le varie componenti interne agli stessi, condizionato fortemente dal nuovo sistema elettorale scaturito dall’approvazione della legge statutaria regionale del 25 giugno 2013, tornata in Aula dopo l’impugnazione del Governo e riapprovata il 28 agosto con l’“Abrogazione del comma 3 dell’articolo 22 della legge statutaria elettorale approvata il 25 giugno 2013 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)”.
Il prossimo presidente della Regione sarà il candidato che otterrà il maggior numero di voti validi (art. 1 comma 4 e art. 11 comma 2). Questo significa che, in presenza di una profonda frammentazione del voto, con tre grandi schieramenti ed un forte fronte indipendentista, è concreta la possibilità che per vincere le elezioni possa essere sufficiente superare la soglia del 30% dei voti. E’ evidente che saranno decisive le alleanze ed anche le forze minoritarie, in seno ad un’alleanza, potrebbero decidere la partita.
La legge statutaria all’art. 1, comma 7, prevede due soglie di sbarramento, con l’esclusione dall’attribuzione dei seggi:
a) i gruppi di liste che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 10 per cento del totale dei voti validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;
b) i gruppi di liste non coalizzati che ottengono meno del 5 per cento del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale.
Lo sbarramento al 5 per cento per i gruppi di liste non coalizzati, è evidente, costituiscono un fortissimo freno alle ambizioni di chi starebbe pensando di fare corsa solitaria e quindi un’altrettanto forte spinta a stringere alleanze in seno alle coalizioni maggiori.
L’art. 13 fissa la ripartizione dei seggi ed il premio di maggioranza:
a) il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti superiore al 40 per cento;
b) il 55 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti compresa tra il 25 ed il 40 per cento.