22 November, 2024
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La notte del 16 gennaio 1970, la nave Fusina, partita da Portovesme con un carico di blenda destinato a Fusina (Porto Marghera, in Veneto), a seguito di uno spostamento del carico e del forte maltempo, naufragò a nord dell’isola di San Pietro, con un bilancio drammatico. Dei 19 membri dell’equipaggio, la maggior parte di origine veneta, 18 persero la vita, compreso il minorenne Angelo Barbieri, il cui corpo non fu mai trovato. Ci fu un solo superstite, il cameriere di bordo Ugo Freguja, considerato un “miracolato” per il modo in cui riuscì a salvarsi. E’ mancato il 3 aprile 2021, all’età di 80 anni.

La tragedia del Fusina è uno degli episodi più rilevanti della storia carlofortina del secolo scorso, nonché il più grave disastro navale della Marina Mercantile Italiana nel dopoguerra.

Si è spento oggi, all’età di 80 anni, Ugo Freguja, unico superstite della tragedia del Fusina, il mercantile affondato al largo di Cala Vinagra, il 16 gennaio 1970. Morirono in 18. Ugo Freguja, il cameriere di bordo, nuotando per ore tra le onde altissime, riuscì a raggiungere sfinito la spiaggia deserta e venne ritrovato dopo due giorni da un anziano pastore che portava il suo gregge al pascolo, Antioco Grosso.

La storia dell’affondamento del Fusina è stata ricostruita 11 anni fa da Salvatore Borghero, Luigi Pellerano, Giambattista Repetto e Simone Repetto, nel libro “La tragedia del Fusina” che ho avuto il piacere di curare e pubblicare da editore, presentato anche a Chioggia il 6 marzo 2010. In quell’occasione, come anche nella prima presentazione, tenutasi a Carloforte davanti a 400 persone, Ugo Freguja, inevitabilmente, da unico testimone della tragedia, è stato al centro dell’attenzione di tutti, dei parenti delle vittime e di coloro che hanno vissuto con straordinaria partecipazione, soprattutto a Carloforte, le lunghe fasi delle ricerche di eventuali superstiti, purtroppo rimaste senza successo.

Da qualche anno Ugo Freguja era sofferente al cuore e recentemente aveva subito anche un intervento chirurgico. In un’intervista telefonica rilasciata a Simone Repetto lo scorso anno, in occasione del 50° della tragedia, spiegò di vivere comunque serenamente, tenendo sotto controllo i problemi cardiaci e di continuare a coltivare, con la moglie, la sua grande passione, il mare. Una passione che ha resistito anche all’esperienza drammatica che il 16 gennaio 1970, quando aveva 29 anni, gli fece perdere 18 compagni di viaggio.

Ciao Ugo

Giampaolo Cirronis

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Sabato 18 e domenica 19 gennaio, Carloforte ha ricordato uno degli episodi più rilevanti della storia carlofortina del secolo scorso, nonché il più grave disastro navale della Marina Mercantile Italiana nel dopoguerra, verificatosi esattamente 50 anni fa: la tragedia del Fusina.

La notte del 16 gennaio 1970, la nave Fusina, partita da Portovesme con un carico di blenda destinato a Fusina (Porto Marghera, in Veneto), a seguito di uno spostamento del carico e del forte maltempo, naufragò a nord dell’isola di San Pietro, con un bilancio drammatico. Dei 19 membri dell’equipaggio, la maggior parte di origine veneta, 18 persero la vita, compreso il minorenne Angelo Barbieri, il cui corpo, insieme a quelli di altri quattro marinai, non fu mai trovato. Ci fu un solo superstite, il cameriere di bordo Ugo Freguja, considerato un “miracolato” per il modo in cui riuscì a salvarsi.

A distanza di mezzo secolo dal drammatico evento, col patrocinio del comune di Carloforte, la Pro Loco ha organizzato una serata commemorativa sabato 18 gennaio, presso la sala Exme di via XX Settembre (presenti il sindaco Salvatore Puggioni ed alcuni amministratori. il comandante della Guardia Costiera ed il vice comandante della stazione dei carabinieri di Carloforte). Nel corso della serata, sono stati presentati documenti, filmati (le prime interviste a Ugo Freguja trasmesse dalla RAI), letture e testimonianze inedite (un’intervista telefonica realizzata dal giornalista Simone Repetto con Ugo Freguja sabato mattina), che hanno ripercorso le vicende della sciagura ed il suo ricordo nel tempo, a cui è stato dedicato il libro “La tragedia del Fusina”, pubblicato nel 2010 da Giampaolo Cirronis Editore, presentato anche a Chioggia, il 6 marzo 2010.

A fine serata, abbiamo intervistato il presidente della Pro Loco di Carloforte, Gianni Repetto.

                                      

 

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Nel fine settimana, la Pro Loco di Carloforte ricorderà uno degli episodi più rilevanti della storia carlofortina del secolo scorso, nonché il più grave disastro navale della Marina Mercantile Italiana nel dopoguerra: la tragedia del Fusina.

La notte del 16 gennaio 1970, la nave Fusina, partita da Portovesme con un carico di blenda destinato a Fusina (Porto Marghera, in Veneto), a seguito di uno spostamento del carico e del forte maltempo, naufragò a nord dell’isola di San Pietro, con un bilancio drammatico. Dei 19 membri dell’equipaggio, la maggior parte di origine veneta, 18 persero la vita, compreso il minorenne Angelo Barbieri, il cui corpo non fu mai trovato. Ci fu un solo superstite, il cameriere di bordo Ugo Freguja, considerato un “miracolato” per il modo in cui riuscì a salvarsi.

A distanza di mezzo secolo dal drammatico evento, col patrocinio del comune di Carloforte, la Pro Loco ha organizzato una serata commemorativa sabato 18 gennaio, dalle 18.00 presso la sala Exme di via XX Settembre, con la presentazione di documenti, filmati, letture e testimonianze inedite, che ripercorrono le vicende della sciagura ed il suo ricordo nel tempo, a cui è stato dedicato il libro “La tragedia del Fusina”, pubblicato nel 2010 da Giampaolo Cirronis Editore.

Domenica mattina, presso la chiesa di San Carlo Borromeo (in cui si tennero i funerali delle vittime), alle 10.30, verrà celebrata una messa in suffragio, al termine della quale ci sarà una processione verso il monumento alla Stella Maris, sulla banchina Mamma Mahon, dove figurano i nomi dei deceduti nel naufragio e la targa di costruzione della nave, posizionata a cura della Pro Loco nel 2012.

Alla presenza delle autorità civili e militari e delle associazioni cittadine, verrà deposto un omaggio floreale agli sfortunati marittimi del Fusina.

Ugo Freguja. Foto di Giancarlo Canavera.

La nave mercantile Fusina in porto.

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Il 16 gennaio ricorre il cinquantesimo anniversario della tragedia del Fusina, il naufragio della motonave carica di 4.000 tonnellate di blenda, a due miglia e mezzo da “Punta delle Oche”, a 39° 12’ 12” latitudine Nord – 8° 14’ longitudine Est, nel quale persero la vita diciotto dei diciannove componenti dell’equipaggio (solo tredici corpi vennero recuperati ed identificati). L’unico che riuscì a raggiungere miracolosamente terra e a mettersi in salvo, fu il cameriere Ugo Freguja.

Le vittime furono: il comandante Mario Catena; il 1° ufficiale di coperta Giacinto Gimma; il 2° ufficiale di coperta Giordano Voltolina; il direttore di macchine Giorgio Renier; il 1° ufficiale di macchine Erminio Doria; il 2° ufficiale di macchine Giacomo Canova; l’ufficiale radiotelegrafista Giovanni Nordio; il nostromo Duilio Padoan; i marinai Domenico Bonaldo, Giuseppe Ballarin, Giuseppe De Gennaro e Felice Spanio; il mozzo Angelo Menotti Barbieri; il fuochista Sergio Doria; l’operaio meccanico Francesco Ravalico; gli ingrassatori Nicola Farinola e Giuliano Scienzo; il cuoco Giovanni Lenzovich.

Sabato 18 e domenica 19 gennaio, Carloforte ricorderà le vittime del Fusina, in una cerimonia organizzata dall’associazione Pro Loco con il patrocinio del comune di Carloforte.

Il programma verrà aperto sabato 18 gennaio, alle 18.00, nella sala Ex-Me di via XX Settembre, con una serata commemorativa con documenti, filmati, letture e testimonianze che ripercorrono le vicende della tragedia e del suo ricordo nel tempo; domenica 19 gennaio, alle 10.30, nella chiesa di San Carlo Borromeo, alla presenza delle autorità civili, militari e delle associazioni, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio delle vittime del naufragio. Al termine, si svolgerà una processione verso il monumento della Stella Maris, presso la banchina Mamma Mahon, con la deposizione di un omaggio floreale.

 

 

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A distanza di quasi mezzo secolo dalla tragedia del Fusina, il mercantile naufragato il 16 gennaio 1970 al largo di Punta delle Oche, nell’Isola di San Pietro, costato la vita a 18 marittimi (se ne salvò uno solo, Ugo Freguja), ieri sera si è rischiata un’altra tragedia del mare a Capo Sperone, nell’Isola di Sant’Antioco. A causa delle cattive condizioni meteo-marine, una nave mercantile, la CDRY BLUE, battente bandiera italiana, partita dal porto di Cagliari, dove aveva scaricato un carico di caffè, era ripartita alla volta della Spagna ma il mare molto mosso ed il forte vento hanno consigliato il comandante di fare rientro in porto, operazione nel corso della quale ha urtato gli scogli e si è incagliata. La Capitaneria di porto di Sant’Antioco, guidata dal tenente di vascello Francesco S.M. d’Istria, ed i volontari della Protezione civile sono intervenuti immediatamente, dopo aver ricevuto l’SOS ed hanno rapidamente messo in salvo i 12 membri dell’equipaggio, avvalendosi di due mezzi navali della Guardia costiera ed un elicottero. Hanno collaborato ai soccorsi anche i sommozzatori, un equipaggio dei vigili del fuoco di Cagliari ed un’ambulanza del 118. Non dovrebbero esserci feriti.

Nella foto allegata, scattata da Fabio Murru, le operazioni di salvataggio dei componenti dell’equipaggio. Nei due brevi filmati, la nave incagliata.

 

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Armando Berti

 

Armando Berti - ottobre 1970.

Armando Berti – ottobre 1970.

La nave Altair.

La nave Altair.

Osvaldo Franzo.

Osvaldo Franzo.

Ugo Freguja, l'unico superstite del Fusina.

Ugo Freguja, l’unico superstite del Fusina.

Copertina libro La Tragedia del Fusina

Si è spento ieri, all’età di 66 anni, Armando Berti, uno degli ex marinai della fregata Altair che nel gennaio del 1970, militare di leva, partecipò alle ricerche dei naufraghi del Fusina, affondato al largo di Cala Vinagra (ci furono 18 vittime e un solo superstite, Ugo Freguja).

Armando Berti da allora è rimasto molto legato, con il collega Osvaldo Franzo, diventato poi amico fraterno, alla comunità di Carloforte, tornando spesso nell’Isola di San Pietro per ricordare quell’assurda tragedia del 17 gennaio 1970.

Ricordiamo Armando Berti con la pubblicazione integrale della pagina del libro “La tragedia del Fusina”, scritto da Salvatore Borghero, Luigi Pellerano, Giambattista Repetto e Simone Repetto, Giampaolo Cirronis Editore, a lui dedicata.

Armando Berti “Elettromeccanico Scelto”, poi “Sottocapo Elettromeccanico” e, infine, “Sergente Elettromeccanico” stava svolgendo il servizio di leva nella Marina Militare Italiana, a bordo della Fregata “Altair”, sigla: “F 591”, di base a Cagliari. «Erano già passati otto mesi di “naja” sui 24 previsti, e quel gennaio 1970 è stato sicuramente il mese di maggior attività in mare e di esperienze vissute. Un mese indimenticabile! Dopo aver fatto il “C.A.R.” ed il corso di Elettromeccanico (EM, addetto alle apparecchiature di acquisizione del bersaglio e teleguida dei pezzi) a Taranto, ho avuto il primo imbarco sull’incrociatore lanciamissili “Impavido” – “D 570” che aveva base sempre a Taranto. Causa grandi lavori della nave, a fine 1969, gran parte dell’equipaggio venne sbarcato e per me ci fu il movimento per “Nave Altair”. Salii a bordo dell’Altair, ancorato alla banchina “Ichnusa” nel porto di Cagliari, la mattina di martedì 30 dicembre 1969. Nave Altair, una fregata di costruzione americana, lunga circa 93 metri e larga 11, al comando del Capitano di Fregata Maurizio Barbieri, faceva parte della sesta Squadriglia Fregate, assieme alle gemelle “Andromeda” ed “Aldebaran”. L’ufficiale in seconda, comunemente chiamato “il Secondo” era il Tenente di Vascello Claudio Delise. A bordo eravamo circa 100-110 persone fra equipaggio ed Ufficiali. L’attività principale di queste navi era la vigilanza pesca (Vi-Pe), cioè compiti di pattugliamento e di vigilanza a pescherecci italiani, nel Canale di Sardegna e Canale di Sicilia, fino a tutto il Golfo di Hammamet, costa orientale della Tunisi.»

La nave Altair Copertina-libro-La-Tragedia-del-Fusina

La Pro Loco di Carloforte e l’equipaggio della nave della Marina Militare Italiana Altair, con il patrocinio del Comune di Carloforte, organizzano il 3° raduno nazionale degli ex marinai della nave Altair, che si svolgerà dall’8 al 10 novembre 2013.

Qualche anno fa alcuni ex marinai che negli anni ‘50 e ‘60 furono imbarcati sulla nave “Altair” della Marina Militare, decisero di creare un gruppo per consentire di incontrarsi nuovamente a distanza di decenni. L’iniziativa riscosse un successo non soltanto in termini di numero di iscritti (parecchie centinaia), ma perché diede vita a dei raduni annuali. 

Il primo nel 2011 si svolse a Roma, il secondo nel 2012 a La Spezia, quest’anno la richiesta di tutti gli ex marinai, proveniente da tutte le regioni italiane, è stata di incontrarsi a Carloforte, con le loro famiglie, per partecipare al terzo raduno nazionale.

Per questo, l’organizzazione ha deciso di contattare la Pro Loco di Carloforte per incontrarsi sull’isola, a ricordo della tragedia del naufragio della nave mercantile “Fusina” avvenuta il 15 gennaio del 1970 con un solo superstite, Ugo Freguja. La fregata ”Altair” assieme ad altre unità della Marina Militare parteciparono alla ricerca dei naufraghi recuperandone alcuni. Il ricordo di tale tragedia è tuttora vivo fra la gente di Carloforte e tra i marinai della fregata che vissero quei tristi momenti. Al raduno parteciperanno tutti i marinai (di qualsiasi grado) dell’Altair del periodo d’imbarco tra il 1951 e il 1971.

L’incontro consentirà alla delegazione di nave “Altair”, di visitare oltre Carloforte anche Cagliari e Barumini.

Questo il programma completo:

Venerdì 8 novembre

Pomeriggio: arrivo della delegazione, visita dell’isola e della città

Sabato 9 novembre

Ore 10.30: messa solenne presso la chiesa parrocchiale San Carlo Borromeo in ricordo dei marittimi del Fusina

Ore 11.30: processione dalla chiesa parrocchiale San Carlo Borromeo alla Stella Maris presso la calata Mamma Mahon dove verrà deposta una corona di fiori a ricordo di tutti i caduti del mare

Ore 19.00: presso l’Ex Me di via XX settembre incontro con la delegazione a ricordo dei soccorsi e delle ricerche prestate ai naufraghi del Fusina

Domenica 10 novembre.

Presentazione del libro a Chioggia.

Presentazione del libro sulla tragedia del Fusina a Chioggia.

Ugo Freguja con alcuni familiari delle vittime.

Ugo Freguja con alcuni familiari delle vittime.

Ugo Freguja alla presentazione del libro a Chioggia.

Ugo Freguja alla presentazione del libro a Chioggia.

Gianni Repetto e Ugo Freguja.

Mattina: partenza della delegazione

 

 

La nave Altair Copertina-libro-La-Tragedia-del-Fusina

Arriveranno all’inizio di novembre in Sardegna, per partecipare al terzo raduno nazionale, gli ex marinai della nave militare Altair che prestarono servizio sulla fregata sin dagli anni ‘50 e che da poco si sono ritrovati grazie a facebook. Visiteranno Cagliari, Carloforte e Barumini con le loro famiglie.

Qualche anno fa alcuni ex marinai che negli anni ‘50 e ‘60 furono imbarcati su una delle navi della Marina Militare, decisero di creare un gruppo facebook per consentire di incontrarsi nuovamente a distanza di decenni. L’iniziativa riscosse un successo non soltanto in termini di numero di iscritti (parecchie centinaia), ma perché ha diede vita a dei raduni annuali. Il primo nel 2011 a Roma, il secondo nel 2012 a La Spezia.

Quest’anno la richiesta di tutti gli ex marinai (proveniente da tutte le regioni italiane) è stata di incontrarsi in Sardegna.

Per questo, l’organizzazione ha deciso di incontrarsi nell’isola. L’incontro durerà tre giorni (8, 9 e 10 novembre) consentendo la visita di Cagliari, Carloforte e Barumini.

Il clou dell’edizione 2013 del raduno consiste in una cerimonia di commemorazione civile e religiosa, che si terrà a Carloforte la mattina di sabato 9 novembre, a ricordo della tragedia del naufragio della nave mercantile Fusina avvenuta il 15 gennaio del 1970 con un solo superstite, Ugo Freguja. L’Altair assieme ad altre unità della Marina parteciparono alla ricerca dei naufraghi recuperandone alcuni. Il ricordo di tale tragedia è tuttora presente fra la gente di Carloforte e tra i marinai che hanno vissuto quei tristi momenti. Al raduno potranno partecipare tutti i marinai (di qualsiasi grado) dell’Altair di qualsiasi periodo d’imbarco (dal 1951 al 1971).

Considerato che Nave Altair imbarcava numerosi marinai sardi, il gruppo organizzatore si augura che ci sia una partecipazione anche degli ex marinai non aderenti al gruppo facebook “quelli imbarcati su nave Altair F591”.

Informazioni sono reperibili presso il FB “Quelli imbarcati su nave Altair F591”.

Ugo Freguja.

Ugo Freguja, unico superstite della tragedia del Fusina.

 

Presentazione del libro a Chioggia.

Presentazione del libro a Chioggia.

Presentazione del libro a Chioggia.

Presentazione del libro a Chioggia.

Ugo Freguja con alcuni familiari delle vittime.

Ugo Freguja con alcuni familiari delle vittime.

Ugo Freguja alla presentazione del libro a Chioggia.

Ugo Freguja alla presentazione del libro a Chioggia.

Gianni Repetto e Ugo Freguja.

Gianni Repetto e Ugo Freguja.

 

Il referente per la Sardegna è Decenzio Mameli, anche lui ex marinaio, che si può contattare alla mail decenzio.mameli@gmail.com.