15 November, 2024
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Le “lollas” – casette storiche – di un villaggio disabitato attorno a un nuraghe si trasformeranno per un weekend di fine agosto in padiglioni, palchi musicali, musei, sedi di laboratori interattivi e convegni. È l'”Expo della musica sarda”, ovvero “Is sonus de is perdas fittas” che animerà il micro centro attorno alla chiesa di San Simone a dieci chilometri da Escolca – nel sud Sardegna – dal pomeriggio di sabato 31 agosto alla sera di domenica primo settembre (l’ingresso giornaliero ha un costo di 5 euro). L’evento – organizzato dall’associazione culturale Iscandula, in collaborazione con la Pro loco di Escolca – è dedicato alla memoria di Antonello Trudu (cultore di musica sarda del paese). Un evento pionieristico nel suo genere che punta al dialogo tra realtà istituzionali come il Conservatorio e le tante scuole di launeddas attive da decenni. Un luogo di confronto tra poeti, suonatori itineranti (organetto, launeddas, benas, fisarmonica) ed il pubblico. Un percorso che si snoda tra mostre fotografiche, dibattiti di archeoastronomia, prove pratiche con gli strumenti tradizionali della musica sarda affiancati dai Maestri, concerti e infine – ogni sera – Bell’Arrosa, un ballo sardo collettivo sotto le stelle di fine estate nella prima e unica discoteca dedicata alle danze isolane. Il tutto arricchito dalla presenza del noto fotoreporter nazionale Uliano Lucas, da concerti e performance improvvisati nonché dai servizi del punto ristoro.
Il programma. In apertura, alle 17.00, di sabato 31 agosto i saluti del sindaco di Escolca, Eugenio Lai e del presidente della Pro loco, Aldo Piras. Il padrone di casa Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula e direttore artistico, presenterà brevemente il programma e l’idea di partenza: la prima fiera della musica sarda, un luogo di scambio e di crescita per addetti ai lavori ma anche per i profani. Alle 17.30, il primo degli incontri del sabato che saranno coordinati dal giornalista Pier Sandro Pillonca, il tema è archeologia e archeoastronomia: interverrà Arnold Lebeuf (ex docente di Storia delle Religioni a Cracovia) con un contributo su Il pozzo di Santa Cristina, un osservatorio lunare; a seguire Mauro Peppino Zedda – archeoastronomo di Isili, autore di diverse pubblicazioni sulla civiltà nuragica – con Il significato astronomico dei nuraghi e L’allineamento del nuraghe del villaggio di Nuraxi al solstizio estivo. Alle 18.00, si discute di sviluppo con gli imprenditori locali, per una sessione di interventi dal titolo Idee e pratiche per lo sviluppo del territorio. Parleranno Viviana Sirigu, responsabile del panificio Kentos, Artemio Olianas, responsabile delle cantine Olianas di Gergei, Paolo Cortis, responsabile di Zafferano Cortis di Villanovafranca; in chiusura ancora Dante Olianas dialogherà su Le potenzialità turistico-culturali del villaggio di Nuraxi.
Domenica pomeriggio primo settembre si continua con gli appuntamenti moderati da Enzo Vacca noto Liboriu (artista e socio fondatore di Iscandula). Il via alle 17.00, con il convegno “La musica sarda nella scuola italiana”, interverranno Giorgio Sanna e Gianluca Floris, rispettivamente direttore e presidente del Conservatorio di Cagliari. Il primo illustrerà “Il ruolo istituzionale dei Conservatori nella valorizzazione della cultura del territorio”, il secondo scenderà nei dettagli con “L’esperienza della classe di Launeddas al Conservatorio di Cagliari”. In chiusura Paolo Zedda – ex consigliere regionale e primo firmatario della legge 22/2018 sulla disciplina della politica linguistica regionale – parlerà de “Una tutela della lingua sarda e delle arti proprie della Sardegna”. Dalla lingua sarda all’antropologia, alle 18.00, con “La Sardegna di Bentzon”, il più importante studioso della musica sarda. L’intervento di Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia dell’Università di Cagliari si concentrerà su: “Bentzon nella ricerca sulla musica sarda”, è quindi la volta di Uliano Lucas che analizzerà – da fotoreporter – “La Sardegna nelle foto di Bentzon dal ’55 al ’65”; a seguire la testimonianza di Christian Ejlers, compagno di viaggio di Andreas Bentzon con: “La Sardegna degli anni ’50 vista da due giovani intellettuali danesi”. Infine, “Un omaggio a Bentzon”, a cura di Paolo Frau, ex assessore della Cultura del comune di Cagliari.

Le attività. In alcune “lollas” del villaggio sarà visitabile la mostra fotografica Nimbus con gigantografie, sagome e i formati 50 x 50. Sono tutte riproduzioni degli scatti dell’antropologo danese Bentzon realizzate tra il 1955 e il 1965. Una lolla in particolare sarà dedicata al rapporto stretto tra il danese con il Maestro di Villaputzu che suonava ad Escolca per il carnevale, Antonio Lara: un viaggio attraverso foto e lettere. Alle 19.30 di sabato e domenica una guida d’eccezione: il fotoreporter di fama internazionale, Uliano Lucas.
In altre lollas ancora musica dal vivo con l’opportunità di interagire insieme ai Maestri-costruttori. Nei laboratori: launeddas (Franco Melis, Luciano Montisci, Peppe Cuga, Giancarlo Seu, Nino Mura ed Ignazio Olianas), sonallas ossia campane (Ignazio Floris, da Tonara), set di campanacci (Pitano Perra), tamborra-tamburo (Gavino Sedda, Gavoi), benas e altri oggetti sonori (Mondo Usai, Seneghe). Chiudono il cerchio con la voce che si fa strumento il gruppo tenore Su cuntrattu di Seneghe che si esibirà il 31 agosto, mentre i cantori Filippo Urru e Rossano Cardia (basciu e contra) accompagneranno i poeti Paolo Zedda e Severino Monni si potranno ascoltare il primo settembre.
Vibrazioni del passato: nella lolla numero 4 (dentro il nuraghe) si potranno osservare da vicino le repliche degli strumenti dei bronzetti nuragici. Non solo una semplice esposizione: si potrà sentire il loro suono, da confrontare con quello di altri strumenti del Mediterraneo. Il laboratorio è a cura di Pitano Perra (esperto costruttore di strumenti musicali di Maracalagonis).
Spazio alla sperimentazione musicale sotto la guida dei Maestri di launeddas arrivati dal Campidano, dal Sinis e dal Sarrabus sulla scia di corsi e scuole già avviate. Le lollas diventano così punti di contatto tra le scuole di musica di Gigi Arisci (Cagliari), Stefano Cara (Sinnai), Andrea Pisu e Giancarlo Seu di Villaputzu, Stefano Pinna (Cabras), Orlando Mascia (Maracalagonis, Capoterra e Villa San Pietro), Franco Melis (Tuili), Bruno Camedda (Musei, Maracalagonis, Santadi, Siliqua, Elmas e Ussana).
Musica e poesia saranno anche itineranti grazie al gruppo di artisti in movimento: il tenore Su cuntrattu de Seneghe, i poeti Severino Monni e Paolo Zedda insieme al cantante Alberto Zucca; alle launeddas Peppe Cuga, Franco Melis, Nino Mura, Paolo Olianas e Giancarlo Seu che suonerà anche la fisarmonica insieme a Marcello Caredda. All’organetto diatonico Luca Schirru.
La locandina dell’evento è stata realizzata da Massimo Congiu Carboni, suonatore di launeddas, architetto e grafico.

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Otto giornate di programmazione per ripercorrere gli ultimi decenni della storia d’Italia, con un focus sugli anni Settanta: dalle battaglie delle donne per i diritti civili agli anni di piombo, dalle radio libere al fumetto. Per arrivare ai nostri giorni, e capire che cosa è cambiato.

Dal 24 novembre al 3 dicembre lo storico quartiere cagliaritano della Marina ospita la quarta edizione del Cagliari film festival, l’occasione per assistere alla proiezione di film fuori dai circuiti ordinari (in prima nazionale sarà proiettato “Dopo la guerra” di Annarita Zambrano, mentre in prima regionale si potrà assistere a “Assalto al cielo” di Francesco Munzi e “Le ultime cose” di Irene Dionisio) ma anche per ascoltare dalla viva voce degli addetti ai lavori le loro esperienze. 

Organizzata dall’associazione culturale Tina Modotti, la manifestazione vedrà tra gli ospiti le registe Wilma Labate, Annarita Zambrano e Irene Dionisio e il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio.

Per la prima volta quest’anno ci sarà anche il Premio del pubblico, che andrà al film più votato dell’intera rassegna.

A dare il via all’edizione 2017 del Festival sarà, venerdì 24 novembre, alle 18.00, nello spazio Artaruga di via San Saturnino/via San Giovanni, l’inaugurazione della mostra fotografica  collettiva “Le lotte civili del Movimento delle donne”:  quaranta foto, recuperate  dagli archivi privati della fotografa Marisa Lallai e del fotografo Daniele Longoni, che raccontano la stagione della contestazione e del movimento femminista a Cagliari, a cui si aggiungono quelle del fotografo Uliano Lucas sulle lotte delle donne in Italia.

Alle 19.00, ci si sposta nel Cineteatro Sant’Eulalia, dove, dopo i saluti della direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, Nevina Satta, si entra nel vivo con la proiezione di “Assalto al cielo” (Italia, 2016, 72’) di Francesco Munzi, documentario sulla parabola di quei ragazzi e ragazze che animarono le lotte politiche extraparlamentari tra il 1967 ed il 1977.

Alle 21.00 sarà presentato per la prima volta in Italia (nelle sale uscirà solo a marzo 2018) il film “Dopo la guerra” (Italia/Francia 2017, 93’), esordio nel lungometraggio di Annarita Zambrano, che racconta la storia di un ex militante rifugiato in Francia grazie alla dottrina Mitterand, che coinvolge dopo trent’anni la sua famiglia nelle conseguenze della sua scelta politica.

A parlare con il pubblico del film, presentato anche al festival di Cannes, sarà la stessa regista, insieme alla direttrice artistica del Festival, Alessandra Piras.

Sabato 25 la giornata si apre alle 19.00 con un omaggio ad Andrea Pazienza: nel documentario di Stefano Mordini “Paz ‘77” (2001, 65’) si ritrae uno dei più grandi autori di narrativa illustrata, capace, con le sue opere, di descrivere un decennio di storia italiana. La serata si chiude con la proiezione, alle 21.00, di “La mia generazione” (Italia, 1996, 95’) di Wilma Labate, icona del cinema d’impegno civile italiano ed europeo. Candidato a cinque David di Donatello e due Nastri d’argento, e vincitore del Grullo d’oro, il film sarà presentato in sala dalla regista insieme a Pia Brancadori, della Circola Alice Guy.

Domenica 26, alle 19.00, si parla del fenomeno delle radio libere con “Alice è in paradiso” (Italia, 2002, 59’) di Guido Chiesa, documentario che ripercorre la storia dell’emittente radiofonica degli anni ‘70 Radio Alice, protagonista indiscussa del Movimento bolognese.

Il primo week end di programmazione si chiude alle 21 con “Verso sera” (Italia, 1990, 99’) di Francesca Archibugi. Ambientato negli anni di piombo, il film ha per protagonisti Marcello Mastroianni e Sandrine Bonnaire.

Martedì 28 novembre, la seconda settimana del Festival si apre con il seminario “Musica per film – I livelli e le funzioni drammaturgiche della musica per film”, a cura del docente di discipline musicologiche, Antonio Trudu. Appuntamento alle 17 nello spazio Artaruga.

Sempre qui, ma giovedì 30 novembre alle 18,30, arriva il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio per parlare del suo ultimo libro “Giorgiana Masi. Indagine su un mistero italiano”, edito da Feltrinelli. Un’indagine sull’omicidio, mai chiarito, di Giorgiana Masi, uccisa quarant’anni fa da un colpo di pistola durante le manifestazioni per festeggiare i tre anni della legge sul divorzio. A dialogare con Concetto Vecchio sarà l’avvocato Maurizio Collu.

Venerdì 1 dicembre si ritorna nel cine-teatro Sant’Eulalia per le proiezioni: si parte alle 19 con il documentario di Alina Marazzi “Vogliamo anche le rose” (Italia, 2007, 85’), che analizza gli sviluppi del movimento femminista. Alle 21.00 è invece la volta della giovane regista Irene Dionisio (è nata nel 1986) con “Le ultime cose”, suo esordio al lungometraggio, che scruta il nostro presente fatto di troppe diseguaglianze, con sicura e ferma analisi neorealista. Irene Dionisio, che è anche direttrice del Torino Gay&Lesbian Film Festival, sarà accompagnata in sala dal regista Andrea Mura.

Sabato 2 dicembre la serata si apre, alle 18.00, con il film di Marco Tullio Giordana sulla strage di piazza Fontana “Romanzo di una strage” (Italia, 2012, 135’). Si prosegue alle 21.00 con “Sole cuore amore” (Italia, 2017, 113’), di Daniele Vicari, con Isabella Ragonese. Il film, candidato ai Nastri d’Argento 2017, racconta la storia di due donne, due esistenze in parallelo suggellate dal sacrificio in nome della sopravvivenza e della dignità. 

La giornata di domenica 3 dicembre prende il via alle 19.00 con un omaggio a Beppe Ferrara: sarà proiettato il film “Il caso Moro” (Italia, 1986, 110’). Presenta lo storico Luciano Marrocu.

Alle 21.00, con “La seconda volta” (Italia, 1995, 80’) di Mimmo Calopresti si chiude il sipario sull’edizione targata 2017 del Cagliari film festival. Vincitore di una Palma d’oro a Cannes,  di due David di Donatello, e di un Nastro d’Argento, il  lavoro è ispirato al romanzo è autobiografico “Colpo alla nuca”, di Sergio Lenci.

Al termine di ciascuna proiezione il pubblico potrà votare il suo film preferito tra quelli in cartellone. Il lavoro che otterrà più voti avrà in premio una preziosa ceramica della collezione “Piastrelle” prodotta da Ariu ceramica. La cerimonia di premiazione si svolgerà nella settimana successiva al festival.