25 November, 2024
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Migliaia d’italiani sono morti nelle cavità carsiche dopo essere stati atrocemente torturati, durante il regime di Tito. Tutti coloro che erano fascisti o che non abbracciavano il regime comunista, sono stati privati della loro dignità persino nella morte, come dimostrano chiaramente le immagini relative alle foibe.

Lo sterminio di massa ha interessato sia il regime nazi-fascista che quello comunista in Jugoslavia.

Ancora una volta si cerca di istruire le nuove generazioni al rispetto dei diritti umani, diritti totalmente inesistenti in ogni forma di totalitarismo.

Le foibe riguardano il periodo della seconda guerra mondiale. Ma se volessimo far riferimento alla nostra contemporaneità, non dobbiamo dimenticare quei giornalisti che, solo per il fatto di voler informare il mondo, sono stati decapitati dai boia dell’ISIS, di fronte agli occhi del mondo intero. Privati anch’essi della loro dignità e costretti a rinnegare la loro cultura d’appartenenza, i loro diritti sono stati calpestati e considerati inesistenti.

Con una ferocia di questo tipo, ripresi anche da registi occidentali che hanno abbracciato la fede di Daesh, tantissime persone come me si rendono conto che lo sterminio di massa, le varie forme di tortura, sia durante la seconda guerra mondiale con le foibe, sia nella nostra contemporaneità con attentati e decapitazioni ad opera dell’ISIS saranno sempre un’aberrante pagina della storia dell’umanità.

Per questo le nuove generazioni vanno istruite e sensibilizzate intorno a questo argomento. Il rispetto dei diritti umani, persino in una guerra inevitabile, come spesso accade.

Valentina Lara Camboni

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I lavoratori Eurallumina in occupazione nella sala riunioni del Palazzo della Regione e in presidio permanente all’esterno in viale Trento, a Cagliari, in attesa della nuova riunione della Conferenza dei servizi fissata per mercoledì 8 febbraio, stanno ricevendo numerosi attestati di solidarietà da parte di rappresentanti di istituzioni, amministrazioni locali, associazioni e cittadini. Tra i tanti, c’è quello di una lettrice del nostro giornale, Valentina Lara Camboni, che pubblichiamo integralmente.

Cara redazione de “La Provincia del Sulcis”,

sono Valentina Lara Camboni da Iglesias e vorrei sottolineare la mia sincera solidarietà nei confronti dei lavoratori dipendenti dell’Eurallumina. In quanto figlia di un altrettanto ex-lavoratore dipendente della stessa azienda (infatti mio padre era un operaio superspecializzato addetto allo stecker) e che è andato in pensione all’età di 50 anni, so che cosa significa vivere nella preoccupazione che vi sia la minaccia di una chiusura. Sì, perché a quell’epoca, quando lavorava mio padre, è vero che i tempi erano migliori, ma talvolta circolavano voci sul fatto che l’Eurallumina avrebbe chiuso e vedevo il volto di mio padre preoccupato. Lui, che ha sacrificato la sua vita in quel maledetto stecker con ore di straordinario in più per mantenere la famiglia in maniera decorosa, non facendoci mai mancare nulla. E sempre grazie ai suoi suoi sacrifici, mi sono laureata in Lettere moderne V.O. con una tesi su Antonio Gramsci, uno a cui i diritti dell’aristocrazia operaia stavano davvero a cuore. Fortunatamente per noi, la preoccupazione di mio padre per una probabile chiusura dell’Eurallumina, non è diventata la cruda realtà con la quale si devono confrontare i dipendenti della suddetta azienda al giorno d’oggi.

La preoccupazione di “ieri” E’ DIVENTATA LA DISPERAZIONE DI OGGI.

La mia famiglia è stata molto fortunata. 

Allora non ci si doveva confrontare con il precariato, il jobs act, statistiche con dati positivi sull’occupazione soltanto a Natale, voucher, ecc.

Sono molto vicina ai lavoratori dipendenti che stanno lottando per il loro posto di lavoro e auguro loro che le trattative con la RUSAL vadano a buon fine.

Cordialissimi saluti

Valentina Lara Camboni