21 November, 2024
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La commissione Urbanistica, presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha iniziato alla presenza dell’assessore Quirico Sanna l’esame della proposta di legge n. 83 (Giagoni e più) che, modificando la legge regionale 45/89, introduce una nuova disciplina nella pianificazione urbanistica dei litorali.

Nella sua introduzione, l’assessore Sanna ha sostenuto in riferimento al terzo comma dell’art. 4 dedicato ai litorali che il testo della ricalca sostanzialmente sia la legislazione regionale vigente (e mai impugnata) che quella nazionale di proroga delle concessioni balneari fino al 31 dicembre del 2020, sia per quanto riguarda i parcheggi al servizio delle strutture turistico ricettive che per cosiddetti “manufatti di facile rimozione”.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, primo firmatario della pl n.83, si è però soffermato sulla necessità di intervenire in modo più dettagliato su alcune situazioni presenti nei siti non “coperti” dalla pianificazione dei litorali prevedendo la possibilità di aperture annuali delle strutture, consentendo ai titolari di effettuare manutenzioni ordinarie e straordinarie e soprattutto evitando lo “smontaggio” di manufatti di servizio.

Successivamente si è sviluppato un lungo dibattito nel corso del quale hanno preso la parola, oltre allo stesso Dario Giagoni, i consiglieri Valter Piscedda e Giuseppe Meloni del Pd, Massimo Zedda e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Angelo Cocciu di Forza Italia, Giovanni Satta del Psd’Az, Michele Ennas della Lega, Michele Cossa dei Riformatori sardi, Francesco Mura di Fdi e Roberto Li Gioi del M5S.

Sul problema il consigliere del Psd’Az Giovanni Satta ha proposto un emendamento aggiuntivo che, in pratica, prevede “il posizionamento delle strutture di facile rimozione al servizio della balneazione per tutto l’anno solare, al fine di favorire la destagionalizzazione del periodo turistico”. Le autorizzazioni relative alle strutture collocate nei 300 metri dalla battigia, inoltre, avranno una durata pari a quelle delle concessioni.

Successivamente, pur non essendo all’ordine del giorno, la commissione si è occupata del problema dei trasporti, sia con riferimento alla continuità territoriale aerea che all’aumento dei costi (del 30% circa) per il trasporto delle merci ed alla crisi della Tirrenia.

Per iniziativa del consigliere sardista Giovanni Satta, condivisa poi da tutti i componenti della commissione, sono stati attivati contatti informali con alcuni capigruppo ed il presidente del Consiglio Michele Pais, che ha assicurato piena disponibilità a sottoporre l’argomento all’attenzione dell’Assemblea. In occasione della prossima seduta del Consiglio, già programmata per martedì prossimo 18 dicembre alle 10.30 la conferenza dei capigruppo deciderà le modalità procedurali della discussione.

Per quanto riguarda la commissione Urbanistica riprenderà l’esame della proposta di legge n.83 la prossima settimana, compatibilmente con i lavori del Consiglio regionale e delle altre commissioni.

L’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la quarta variazione al bilancio 2019-2021.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, il quale ha dichiarato aperta la discussione sull’articolo 1 “Disposizioni in materia di enti locali e politiche territoriali” del disegno di legge n. 74/A “Quarta variazione al bilancio 2019-2021 e disposizioni varie.” e sugli emendamenti.

Dopo che l’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Fasolino, ed il presidente della commissione Bilancio, Valerio De Giorgi (Misto), hanno espresso il parere sugli emendamenti all’articolo 1, ha preso la parola il consigliere regionale Antonello Peru (Udc Cambiamo!). L’esponente della maggioranza ha spiegato di aver presentato l’emendamento 290 in linea con un’idea di Sardegna, propria di questa maggioranza, che vuole tutelare e valorizzare le zone interne, combattere lo spopolamento e allungare la stagione turistica. Il testo ha l’obiettivo di rianimare e valorizzare il patrimonio dei centri storici delle zone interne ai fini turistico-ricettivi. «Un emendamento che destina 5 milioni per riqualificare e convertire strutture non più funzionali – ha affermato Antonello Peru – nell’ottica di un’offerta turistica che crei integrazione tra zone interne e zone costiere.»

Pensiero condiviso anche dal consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, il quale ha annunciato che sta predisponendo un progetto di legge per valorizzare il patrimonio urbanistico delle zone interne ai fini turistici anche per contrastare lo spopolamento. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha proposto ai colleghi di maggioranza e opposizione di ritirare tutti gli emendamenti su cui la Commissione ha espresso parere contrario. Appello accolto dai colleghi Eugenio Lai (Leu), Francesco Agus (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori sardi), Alessandro Solinas (M5S), Cesare Moriconi (Pd).

L’Aula ha quindi approvato l’emendamento  soppressivo parziale n. 264 della Giunta che sopprime il comma 1 dell’articolo 1 (1. L’autorizzazione di spesa di cui al comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019) è integrata di euro 2.000.000 (missione 08 – programma 01 – titolo 2 – capitolo SC08.7740)) e il sostitutivo parziale n. 265 (Nel comma 10 le parole “fino a un periodo massimo di 18 mesi” sono sostituite dalle parole «fino ad un periodo massimo di 36 mesi»).

Il Consiglio ha approvato il testo dell’articolo 1 e poi il presidente Michele Pais ha messo in votazione gli emendamenti aggiuntivi nn. 293, 300, 292, 117, 118, 260, 261, l’emendamento 391 all’emendamento 269, il 269, 290, 303, 304, 307, 308, 309, 311 e 316, tutti approvati.

L’emendamento 293 (Mura) autorizza la spesa di 100mila euro a favore del comune di Samugheo per interventi di messa in sicurezza e ripristino della strada comunale Lacos, il n. 300 (Lai e più) autorizza la spesa di 400mila euro a favore del comune di Gergei, per la manutenzione e messa in sicurezza della viabilità di valenza intercomunale, il n. 292 (Mura) autorizza la spesa di 300mila euro quale contributo a favore del comune di Nughedu Santa Vittoria per interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione del Novenario di San Basilio, il n. 117 (Cera) autorizza una spesa di 100mila euro a favore del comune di Terralba per interventi di ripristino infrastrutture a seguito di calamità naturali, il n. 118 (Cera) autorizza la spesa di 100mila euro a favore del comune di Arborea per interventi di ripristino di infrastrutture a seguito di calamità naturali, il n. 260 (Giagoni e più) autorizza la spesa di 20mila euro a favore del comune di Domusnovas per la sistemazione della strada rurale di collegamento dal paese al sito archeologico S’Ommu e S’Orcu, località Narboni-Piras.

L’Aula ha anche approvato l’emendamento 261 (Giagoni e più)che autorizza la spesa di 40mila euro a favore del comune di Luras per interventi di ripristino delle strade rurali e il n. 269 (Giunta), con il relativo emendamento, che prevede «10bis. L’importo di euro 500 cui alla lettera e) dell’articolo 4, comma 12  della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 è sostituito dall’importo di euro 1.400.000. Conseguentemente il fondo di cui all’articolo 10 della legge regionale 29 maggio 2007 n. 2 (legge finanziaria) e successive modifiche e integrazioni, è rideterminato per il 2019 in euro 533.131,00». Via libera anche all’emendamento 290 (Peru e più)  che autorizza la spesa di 5 milioni di euro per il 2020 «al fine di sviluppare un’offerta turistica identitaria integrata con le produzioni locali e la valorizzazione del territorio a fini turistico ricettivi, la Giunta predispone un programma di finanziamento a favore degli enti locali attraverso l’utilizzo delle risorse europee, nazionali e regionali, per la valorizzazione di alberghi diffusi e forme di ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee».

L’Aula ha approvato anche l’emendamento 303 (Marras e più) che autorizza una spesa di ulteriori 150mila euro per il 2019 per «il completamento degli interventi di messa in sicurezza del Teatro civico del comune di Bosa, inseriti nella tabella D (investimenti di cui al comma 22 dell’articolo 4 della Legge regionale 48 del 2018. Approvato anche il n. 304 (Marras e più) che autorizza la spesa per il 2019 di 350mila euro a favore del comune di Bosa, di cui 200mila per la realizzazione di lavori di adeguamento dei locali del palazzo comunale destinati a “sala operativa” attraverso l’acquisto delle strumentazioni e degli arredi e 150mila euro destinati all’acquisto delle dotazioni di protezione civile di supposto al Centro operativo comunale». Via libera anche all’emendamento 307 (Salaris e più) che autorizza la spesa, per il 2019, di 100mila euro a favore del comune di Sassari per interventi di manutenzione straordinaria e abbattimento delle barriere architettoniche dei marciapiedi intorno alle piscine comunali di Latte Dolce e Fangazzu, ed il n. 308 (Salaris e più), che autorizza per il 2019 la spesa di 200mila euro a favore del comune di Putifigari per la sistemazione della strada intercomunale di collegamento con il comune di Alghero in località Scala Mala. L’emendamento 309 (Salaris e più) autorizza la spesa per il 2019 di 100mila euro a favore del comune di Buddusò per interventi di ristrutturazione del palazzo comunale, il n. 311 (Ignazio Manca e più) autorizza per il 2019 la spesa di 40mila euro a favore del comune di Nulvi per il rifacimento della strada comunale di accesso al depuratore, il n. 316 (Antonio Piu e più), nell’ambito delle iniziative in materia di sicurezza urbana destinate ai comuni della Rete metropolitana del nord Sardegna, autorizza la spesa di 632mila euro a favore del comune di Sassari per «l’implementazione della centrale operativa con tecnologia DMR (171mila euro) e per il potenziamento delle risorse umane del Corpo di polizia locale (461mila euro)».

E’ quindi intervenuto Giovanni Satta (Psd’Az) e ha annunciato il ritiro degli altri due emendamenti all’articolo 2 a sua firma, ma “solo per questa volta” ha sottolineato, e ha dichiarato che apporrà la firma all’emendamento proposto dal consigliere del Pd Giuseppe Meloni a favore della ripulitura delle discariche abusive intorno alla città di Olbia.

Sull’articolo 2  l’on. Diego Loi (Progressisti) ha ricordato la sua proposta di «dare attenzione particolare nella prossima finanziaria alle opere pubbliche stradali per le comunità dell’interno, che sono poi le maggiormente svantaggiate sotto questo profilo».

Approvati invece gli emendamenti  388 (pagina 58 ter), 266. Approvato anche il testo dell’articolo 2. Sì anche al 119.

L’on. Antonello Peru (Udc-Cambiamo) ha illustrato l’emendamento 291, che prevede un primo contributo di 4 milioni di euro per interventi volti a contrastare l’erosione costiera delle spiagge sarde. «Più di 100 chilometri spiagge sarde sono interessate all’erosione e non esistono più ed è come se avessimo perso seicento milioni di euro, perché anche le spiagge hanno un valore a metro quadrato – ha detto il primo firmatario. La Giunta aveva invitato i presentatori al ritiro dell’emendamento ma l’assessore Giuseppe Fasolino ha voluto riprendere la parola -. E’ meritevole ma l’impegno è mettere le risorse in finanziaria, non ora». Anche l’on. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, si è detto favorevole: «Il tema ambientale è importante ed esistono progetti pilota anche dell’Università di Cagliari. Sarebbe bene monitorare le coste per limitare se non fermare il fenomeno».

L’on. Franco Mula (Psd’az) ha invitato l’Udc al ritiro dell’emendamento, «visto che sul punto stiamo lavorando a una proposta di legge».  L’emendamento è stato poi ritirato.

Approvato l’emendamento 296 (metro Settimo San Pietro), 302 (messa in sicurezza del Castello di Burgos), 378 e 383 (personale di Forestas).

L’Aula si è pronunciata  poi sull’articolo 3 e sui relativi emendamenti.

Via libera al  289, 273, 272, 270 (progetto Casa Sardegna). Approvati anche 285, 286, 288, 294 (struttura turistica pubblica a Nughedu San Nicolò), 271 (manifestazioni di grande interesse turistico), 216 (reintegro lavoratori Associazione allevatori), 267 (Finanza innovativa), 268 (finanziamento ai Gal) sempre relativi all’articolo 3.

Il presidente Michele Pais ha sospeso per cinque minuti i lavori per consentire ai capigruppo di riunirsi.

Alla ripresa l’Aula è passata all’esame dell’articolo 4 e dei suoi emendamenti. Approvati 381, 297, 275, 274 (ristrutturazione di strutture sanitarie) e 318, 315, 276, 305, 314, 317 (assistenza agli alunni con disabilità), 322 (progetto RigenerAzione urbana a Sant’Elia), 324 (Fondazione Figlie di Maria, Sassari).

Sull’articolo 5 si è avviato un dibattito in ordine all’emendamento 382 (Oppi, Ennas, Schirru), che tocca il tema del personale della Regione in servizio ai sensi della legge 37.  Il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, ha raccomandato all’Aula prudenza sulla materia della legislazione del personale e il presidente Pais ha ritenuto opportuno disporre una breve sospensione dei lavori. L’on. Michele Ennas alla ripresa ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 5 che è stato approvato.

Successivamente l’aula ha esaminato l’emendamento aggiuntivo n.380 (Giagoni e più) sul personale di Forestas. Il consigliere Eugenio Lai (Leu) ha segnalato che sullo stesso tema ci si era accordati per votare un emendamento della Giunta: «Visto che parliamo di Forestas – ha detto Eugenio Lai – ricordo che la Giunta non ha ancora nominato l’amministratore, situazione che mette a rischio i precari dell’Agenzia. E’ indispensabile procedere al più presto». Il presidente Michele Pais, dopo le verifiche del caso, ha dichiarato decaduto l’emendamento 380 perché in precedenza l’Aula aveva votato un emendamento identico.

Si è quindi passati all’esame dell’art. 6 “Disposizioni in materia di pubblica istruzione, cultura, sport e spettacolo e patrimonio religioso”. Acquisiti i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti presentati, il presidente Pais ha dato la parola al consigliere Gian Franco Satta (Progressisti) che ha chiesto chiarimenti su alcuni emendamenti.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti sui quali la Commissione si è dichiarata contraria. Lo stesso ha fatto il consigliere del Pd Giuseppe Meloni a nome del suo gruppo.

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione l’emendamento n.113 presentato dal consigliere Giuseppe Meloni Pd che chiedeva di eliminare dal comma 32 dell’art 6 la dicitura “Comune di Tempio”. La proposta di correzione ha ottenuto il parere favorevole dell’Aula.

Via libera anche agli emendamenti della Giunta n.278 che sopprime il comma 38 dell’art. 6 e n. 279 che incrementa di 150mila euro il capitolo di spesa a favore delle bande musicali della Sardegna. Disco verde anche per l’emendamento all’emendamento n. 392 (anche questo presentato dalla Giunta) che stanzia un milione di euro per lo scorrimento delle graduatorie sull’impiantistica sportiva.

L’Aula ha quindi approvato  in rapida successione diversi emendamenti presentati da maggioranza e opposizione: il 379 (Talanas e più) che mette a disposizione 20mila euro a favore del comune di Nuoro per la partecipazione agli eventi di “Matera capitale della cultura 2019”; n. 280 della Giunta regionale (1,3 milioni di euro a favore del comune di Paulilatino per l’acquisto del teatro “Grazia Deledda”); n.112 del consigliere Giuseppe Meloni (Pd) che corregge l’errore materiale nella denominazione della parrocchia di Loiri Porto San Paolo alla quale vengono assegnati 50mila euro per la ristrutturazione dell’oratorio; n.123 dei consiglieri del Pd Gianfranco Ganau e Roberto Deriu (200mila euro per le celebrazioni del quattrocentenario dell’Università di Cagliari), n.319 del consigliere dei progressisti Satta (150mila euro per l’acquisto di materiale didattico per le scuole primarie e dell’infanzia); n.320 dello stesso Satta (50mila euro per il ripristino della viabilità della strada provinciale Nulvi-Sassari).

Un milione di euro è stato invece destinato, con l’approvazione dell’emendamento n.217 presentato dal gruppo M5S, ai progetti didattici extracurriculari previsti dal programma “Tutti a Iscol@”.  Approvati anche due emendamenti presentati dal consigliere di Forza Italia Emanuele Cera (n.120 e 121) che destinano 30mila euro per la concessione di contributi alle Onlus che si occupano di programmi di studio all’estero e 100mila euro per il completamento del crossodromo di Terralba.

Soldi anche per la manutenzione straordinarie delle parrocchie di San Giuseppe di Nuoro (75mila euro) e San Pietro Apostolo di Ploaghe (50mila) grazie a due emendamenti presentati dai consiglieri Giuseppe Talanas (Forza Italia) e Gianfilippo Sechi (Udc).

Approvato inoltre l’emendamento n.25 dei consiglieri del Pd Gianfranco Ganau e Valter Piscedda che mette a disposizione 200mila euro per l’Archivio di Stato di Cagliari per progetti di digitalizzazione ed infrastrutturazione informatica.

Voto favorevole anche per gli emendamenti della Giunta n. 283 (che destina 421mila euro quale contributo straordinario a favore del Seminario arcivescovile di Cagliari), n.284 (100mila euro per il Tribunale di Cagliari per la catalogazione degli archivi delle vecchie preture), n. 295 (300mila euro a favore del comune di Ozieri per la ristrutturazione degli impianti sportivi di “Pupuruju”).

A Ozieri vanno anche 39mila euro per la realizzazione di corsi per giovani e adulti da parte dell’Istituto scolastico Fermi (emendamento n. 306 Salaris e più).

100mila euro andranno invece ripartiti in egual misura tra gli istituti professionali di Tortolì. Sorgono, Bosa, Oristano, Alghero, Sassari, Arzachena e la Maddalena per l’assegnazione di posti gratuiti nei convitti (emendamento n. 310 Salaris e più).

Con l’approvazione dell’emendamento n. 313 presentato dal consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Mura, si stanziano 200mila euro per la messa in sicurezza della strada Arbus-Gonnosfanadiga mentre 250mila euro andranno, grazie all’emendamento n. 325 (Piu e più), alle società sportive per la partecipazione a campionati di fascia A previsti dalla legge regionale n. 17/99.

60mila euro, infine, per l’associazione culturale Benjamin Piercy di Bolotana (emendamento n. 116 Talanas). Stessa cifra per gli istituti d’istruzione superiore  “A. Volta” e “Pellegrini” di Sassari e “Duca degli Abruzzi” di Elmas per il completamento delle attrezzature delle aziende agricole e il ripristino di una serra-laboratorio.

Il testo finale dell’articolo 6 è stato approvato per alzata di mano.

In sequenza sono stati poi approvati gli articoli 7, 9, 10 e 11, l’Allegato 1 /A e allegato 1/B. Approvato anche l’emendamento 386 che aumenta le competenze che vanno a coprire la legge 7 di 4 milioni e 700.000 euro. Sull’emendamento 386 sono intervenuti: Franco Mula (Psd’az) che ha detto che si tratta di un atto di giustizia; Gianfranco Ganau (PD) che ha espresso soddisfazione  per questo emendamento sollecitato anche dalla minoranza a favore dei comuni. «Questo è il modo – ha detto – di operare corretto, vogliamo apporre la  firma del Pd all’emendamento». Soddisfazione è stata espressa anche da Eugenio lai (Leu) che ha aggiunto le firme del suo gruppo. A favore anche Massimo Zedda (progressisti) i cui consiglieri sottoscrivono anche loro il testo. «Ringrazio tutti – ha detto Massimo Zedda – per aver trovato le risorse a favore dei comuni». Anche i Riformatori sardi aggiungono le firme a questo emendamento. «E’ un emendamento dovuto – ha detto il capogruppo Michele Cossa – rivolgo un appello alla Giunta, speriamo che in futuro non si  ingeneri una situazione complicata come quella della legge n. 7 del 2019». Firme aggiunte anche dai consiglieri della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, dai consiglieri Alessandro Solinas, Li Gioi e Manca  (5 stelle) e dai consiglieri del gruppo UDC Cambiamo!

E’ stato approvato l’emendamento 287 (Giunta) che introduce variazioni in aumento e in diminuzione nel prospetto della spesa, sono stati approvati con distinte e successive votazioni l’allegato 1parte B (prospetto delle variazioni alle spese per titoli, missioni e programmi); l’allegato 2 (prospetto delle coperture finanziarie); l’allegato 3 (Prospetto delle ulteriori riduzioni di spesa autorizzate con legge o ai sensi del comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale n. 48 del 28 dicembre 2018 – legge di stabilità 2019); l’allegato 4 (Prospetto di riepilogo delle variazioni delle autorizzazioni di spesa finanziate dal margine corrente); l’allegato 5 (prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio); l’allegato 6 (del tesoriere). L’assessore Giuseppe Fasolino ha chiesto una modifica, in sede di coordinamento del testo, all’emendamento n. 305 e il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il testo finale della quarta variazione di bilancio che è stato approvato con 31 favorevoli e 22 contrari.

Il presidente Michele Pais ha, dunque, dichiarato conclusi i lavori ed ha preannunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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Il Consiglio regionale ha esaminato il disegno di legge n° 51/A contenente “Disposizioni in materia di enti locali”. La seduta, stamane, è stata aperta dal presidente Michele Pais. Ha chiesto la parola il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale ha lamentato l’impossibilità di avere informazione sulle delibere approvate dalla Giunta per i ritardi nella pubblicazione sul sito della Regione. Francesco Agus ha, inoltre, riferito di aver presentato, in base all’articolo 105 del Regolamento “Diritto all’informazione”, due richieste di accesso agli atti 15 giorni fa e di non aver ottenuto risposta. Francesco Agus ha chiesto al presidente Michele Pais di informarsi se il presidente della Regione ha opposto il segreto d’ufficio sugli atti. Se così non fosse, Francesco Agus ha annunciato che domani mattina si presenterà negli uffici per ritirare la documentazione richiesta.

E’ poi intervenuto il consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta, che ha chiesto al presidente Michele Pais di sollecitare l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, affinché convochi urgentemente il tavolo tecnico che va a monitorare il percorso terapeutico dei pazienti affetti da sclerosi multipla, una malattia, ha spiegato che «riguarda 356 casi su 100.000 abitanti in Sardegna». Gianfranco Satta ha ricordato di aver presentato un’interrogazione, la numero 131, come ci sono stati anche gli interventi delle colleghe, Desirè Manca (capogruppo del M5S) e dalla consigliera Carla Cuccu (M5S).

Annalisa Mele (Lega) è poi intervenuta per esprime «sentimento di un orrore che ci ha invaso alla notizia che l’attivista curda per i diritti delle donne, Henvir Khalaf, è stata brutalmente trucidata in Siria con altre otto persone». La consigliera della Lega ha poi aggiunto che «tanta barbarie ci disgusta e ci rafforza nelle convinzioni che sovranità dei popoli come quello curdo è un valore inviolabile nella società moderna», criticando l’incapacità dell’Europa di esprimere una minimo di politica estera coerente e ferma sul Medio Oriente. Mele ha concluso affermando che la Lega «propugna la sovranità delle nazioni perché crede nella sovranità della persona, donna, uomo, di ogni colore. Tutti siamo figli di un Dio che ci ha creato uguali».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha chiesto una sospensione di dieci minuti per una conferenza dei capigruppo per definire in che modo andare avanti con i lavori.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, si è detto d’accordo con la richiesta di sospensione, ma ha ricordato ai colleghi la necessità di essere puntuali e presente in Consiglio regionale e nelle Commissione per consentire l’esecuzione dei lavori. Mula ha proposto di modificare il Regolamento.

Il Consiglio è sospeso per dieci minuti ed è stata convocata la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione sul punto all’ordine del giorno, disegno di legge 51/A “Disposizioni in materia di enti locali” e ha dato la parola al relatore di maggioranza, Pierluigi Saiu (Lega), presidente della commissione Autonomia.

«L’esame del disegno di legge n. 51, trasmesso dalla Giunta regionale il 18 settembre e inserito all’ordine del giorno della prima Commissione il 23 dello stesso mese, è iniziato nella seduta immediatamente successiva del 26 a seguito dell’illustrazione del provvedimento da parte dell’Assessore competente in materia di enti locali convocato in audizione. I gruppi di maggioranza condividono le ragioni alla base del provvedimento oggi in discussione in Assemblea. Esse sono essenzialmente fondate – ha affermato Pierluigi Saiu – sulla natura fiduciaria del rapporto tra gli amministratori straordinari e l’organo politico competente oltre che sulla esigenza di proseguire un regime transitorio nelle more della definizione di una legge di riforma del sistema degli enti locali della Sardegna, riforma la cui necessità è avvertita in maniera stringente da tutta la Commissione.»

Il presidente Pierluigi Saiu ha poi proseguito: «Detta riforma dovrà tenere conto della necessità di una disciplina organica, capace, cioè, di ricondurre nella stessa sede quelle materie che oggi non sono normate, oppure la cui disciplina appare incompleta o frammentata». E ha aggiunto che: «Il testo, licenziato a maggioranza nella seduta del 2 ottobre, è il risultato di un accordo raggiunto in Commissione che ha visto il ritiro di oltre 150 emendamenti presentati dai gruppi di minoranza, alcuni dei quali evidentemente inammissibili, e 2 emendamenti presentati invece da un gruppo di maggioranza. Contiene, poi, alcune modifiche rispetto al testo del proponente con riferimento all’articolo 1». Si tratta di modifiche che corrispondono, in larga misura, alle indicazioni contenute nella Relazione di analisi tecnico normativa (ATN).

«In particolare, da un punto di vista formale, sono stati approvati emendamenti finalizzati a migliorare la redazione del testo rendendolo più coerente con il dettato della legge regionale n. 2 del 2016 (riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna), attraverso: il riferimento alle “Province” e non alle “circoscrizioni provinciali”; l’esplicitazione dei richiami normativi per evitare inutili duplicazioni di norme; l’eliminazione del rinvio alla disciplina della legge regionale n. 15 del 2013.»

Il presidente Pierluigi Saiu ha poi sottolineato: «Da un punto di vista sostanziale, i gruppi di maggioranza e di minoranza hanno condiviso l’esigenza di inserire un termine finale relativamente alla durata in carica degli amministratori straordinari al fine di rendere la relativa gestione maggiormente rispondente ai principi costituzionali in materia. Anche in questo caso, infatti, la Commissione ha accolto un’indicazione formulata in sede di analisi tecnico normativa e coerente con la giurisprudenza costituzionale in materia».

Per Pierluigi Saiu è apprezzabile «la scelta della Giunta regionale di inserire le disposizioni di cui sopra in apposito disegno di legge, rinunciando alla tentazione di inserire le stesse norme in provvedimenti di natura diversa, come avvenuto, invece, nella scorsa legislatura con l’articolo 2, comma 13, lettera b), punto 1) della legge regionale n. 5 del 2017. In quella sede il legislatore regionale sostituì il comma 7 dell’articolo 24 della legge regionale n. 2 del 2016, consentendo agli amministratori straordinari di restare in carica fino al 31 dicembre 2017. Quella disposizione, contenuta nella legge n. 5 del 2017, da un lato appare estranea alla materia disciplinata dalla legge di stabilità; dall’altro riduce enormemente gli spazi di critica politica al testo in esame per quelle forze che, maggioranza nella scorsa legislatura, oggi sono all’opposizione. Spazi di critica politica che possono apparire pretestuosi se consideriamo, infatti, che quelle stesse forze politiche nella precedente legislatura hanno approvato altri due distinti testi normativi (legge regionale n. 5 del 2018 e legge regionale n. 39 del 2018), recanti entrambi “disposizioni urgenti in materia di elezione dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali” dirette a introdurre ulteriori rinvii. Gli altri articoli approvati dalla Commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel testo del proponente».

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al relatore di minoranza, Roberto Deriu (Pd). Il consigliere della minoranza ha affermato: «Non rinunciamo a esprimere la nostra contrarietà al provvedimento, che è stato presentato nella Commissione dall’assessore degli Enti locali come l’inizio anticipatore di una grande riforma degli enti locali della quale però noi non troviamo traccia in questo disegno di legge. Questo disegno di legge – ha aggiunto Roberto Deriu – nella sua relazione afferma che ci sono i segni premonitori che annunciano la nascita di questo redentore degli enti locali però poi l’unico provvedimento sostanziale contenuto in questo disegno di legge è la sostituzione di tre amministratori straordinari e dei loro sub commissari. Abbiamo tentato in Commissione di soccorrere la Giunta sotto l’aspetto formale e siamo stati ringraziati» e ha aggiunto: «In aula, nella Conferenza dei capigruppo, abbiamo raggiunto un accordo su un civile confronto che, però, non ci esime dall’esporre le nostre ragioni, rappresentate da una serie di emendamenti politicamente significativi che sono all’attenzione di quest’aula: 51, 54, 18, 24, 30, 36». Deriu ha chiesto all’Aula e al presidente della Commissione Pierluigi Saiu di valutare anche l’ultimo blocco di emendamenti presentati a firma del collega del Pd, Piero Comandini.

Il vice presidente Piero Comandini ha dato la parola a consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta. Il consigliere dell’opposizione ha evidenziato che si tratta di una maggioranza “degli annunci e dei proclami”, che rispetto al ragionamento complessivo di una riforma necessaria e complessa delle autonomia locali, presenta un disegno di legge a cui, secondo Gianfranco Satta, andava almeno cambiato il titolo. «In realtà – ha affermato il consigliere – tratta di disposizione e implementazioni di poltrone in materia di enti locali. E’ chiaro che l’obiettivo della maggioranza è di superare il Referendum del 4 dicembre 2016, a ragione o torto»” e intervenire il ruolo delle province di ente intermedio, con la capacità di avere autorevolezza nel confronto della Regione e di rappresentare anche i piccoli Comuni. Gianfranco Satta ha sottolineato di aver presentato un emendamento, insieme al collega Antonio Piu (Progressisti), per l’istituzione della Città metropolitana di Sassari. «Dispiace che questo emendamento non è stato accolto». Per Gianfranco Satta si prospetta un’approvazione di un Ddisegno di legge che andrà incontro a seri dubbi di legittimità costituzionale. E ha ricordato che nel 2018 la legge regionale della Sicilia, n. 168, che prevedeva l’elezione a suffragio universale per le Province è stata dichiarata illegittima. Secondo Satta bisogna ridate il governo delle province ai sindaci.

Dopo l’on. Gianfranco Satta per il Pd ha preso la parola l’on. Salvatore Corrias, sindaco di Baunei, che ha detto: «Il ddl circoscrive il raggio d’azione a un ambito assai ristretto ed è curioso leggere nella relazione della Giunta di un alto tasso di improvvisazione attribuito al legislatore nazionale. L’improvvisazione è invece qui, perché questa non è una riforma degli enti locali ma una povera dichiarazione di intenti. Quale sarebbe la vostra riforma? Quale sarebbe la vostra visione se non un patriottismo posticcio e romantico? Non si coglie nulla e ci sono voluti 60 giorni per i sindaci del mio territorio per ottenere un’audizione in commissione». L’oratore ha proseguito: «La Corte costituzionale ha già detto con chiarezza che i commissari sono a termine, per loro natura, ed è necessaria una riforma di sistema che pure tutto il sistema degli enti locali ha caldeggiato. Dovete fare una riflessione in prima commissione, sentendo davvero il parere dei territori. Ecco perché voteremo contro.»

Per l’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) «l’unica cosa che interessa alla Giunta sono le nomine dei commissari, non le province. Questo mi sembra evidente e nel dirlo faccio tesoro di tutti gli esempi e di tutte le esperienze. Siamo esasperati per questa spartizione di posti, per la vostra invenzione di questi sub commissari finalizzata a non lasciare nessuno senza sedia. Vedrete che la Consulta avrà da dire su questo. Se non vi basta il buon Cencelli provate con il buon senso: non riuscite da mesi nemmeno a nominare il nuovo presidente della commissione Bilancio, dopo le dimissioni del sindaco Paolo Truzzu. State perseguendo meri istinti di conservazione: noi di Cinque stelle le poltrone le tagliamo e voi le aumentate».

L’on. Maria Laura Orrù (Progressisti) ha esordito affermando che «questo testo non ha nulla a che fare con i problemi dei territori e con una riforma degli enti locali. Invece è proprio dai piccoli paesi che nasce la storia del nostro popolo, i piccoli centri dove tutto, dalla scuola ai trasporti, è più difficile. Sono queste le zone della Sardegna che dobbiamo maggiormente ascoltare nella redazione di una autentica proposta di riforma».

Il sindaco di Escolca, on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola invitando anche «i colleghi della maggioranza a esprimersi, non a fare silenzio. Vorrei che fosse chiaro che questa non è una riforma degli enti locali ma una semplice sostituzione con legge degli attuali commissari con commissari più graditi. Tutto qui, nonostante il Consiglio delle autonomie locali ha già detto no a questa ipotesi di riforma. Ma siamo d’altronde nel periodo in cui l’assessore agli Enti locali non va all’assemblea dell’Anci e scatta selfie in giro per la Sardegna con il suo direttore generale. Siamo in un momento storico in cui vi trincerate nelle stanze del potere e provate a distribuirvi tutti gli incarichi possibili: basta guardare la composizione della Giunta regionale per trarre le giuste conclusioni». L’esponente di Leu ha proseguito: «Con questi comportamenti  è evidente che si allontanano i cittadini, sapete parlare giusto di commissari e sub commissari. Non c’è un’idea di questa terra, destinata a continuare a dividersi: siete in stato confusionale».

Per la Lega l’on. Pierluigi Saiu, presidente della commissione Autonomia, ha detto: «Voi dite che nel testo di legge non c’è una vera riforma e io rispondo che non c’è nessuno in quest’Aula che sia disposto a riconoscere che la vostra passata riforma degli enti locali del 2016 debba essere difesa. Siete voi i primi a dire che quella legge va riformata e che non va bene. Dunque, siamo consapevoli che questo nostro testo di legge serve  soltanto a disciplinare una situazione transitoria per consentire di scrivere la vera riforma e consentire che siano i sardi a scegliere chi deve governare i loro territori. Non ci stiamo inventando poltrone ma il ruolo dei sub commissari è già previsto nella vostra riforma del 2016: a volte basta leggere per non fare brutte figure. I Sardi vi hanno tolto la fiducia proprio perché non avete fatto quel che il popolo si attendeva: non avete davvero il diritto di fare lezioncine, abbiate il buon gusto. Aggiungo: i sindaci facciano i sindaci e abbiamo gli strumenti per farlo bene. Non è giusto che facciano i presidenti della provincia né gli amministratori straordinari».

Per il Movimento Cinque stelle l’on. Roberto Li Gioi ha replicato all’on. Pierluigi  Saiu: «Noi le normative le conosciamo e sappiamo che non fate altro che aggiungere poltrone alle poltrone, in ossequio alla tradizione della peggiore politica, priva del minimo afflato di vicinanza ai cittadini. Il vostro cambiamento è esattamente questo: poltrone e amministratori straordinari per dare sfogo agli appetiti. Poco importa poi se non vi presentate nelle commissioni, se sospendete e poi annullate le sedute del Consiglio».

A seguire per i Progressisti ha preso la parola l’on. Massimo Zedda: «Il testo che ci avete sottoposto era pieno di corbellerie grammaticali e giuridiche, in tutti gli ambiti del diritto escluso il diritto canonico. Perfino il titolo che avete proposto parlava di “collegi provinciali” invece che di province, l’unico organo costituzionale. Abbiamo audito i due docenti di diritto costituzionale di Cagliari e Sassari ed entrambi hanno affermato che si possa andare a elezione diretta del presidente della Provincia: piaccia o meno ma quella scelta è nella disponibilità della legge statale, non della legge regionale. Questo deve essere chiaro e deve essere detto con chiarezza. Suggerirei anche di rileggere il parere del Cal, che non hanno bisogno di interpreti: parlano di vulnus democratico e di demagogia delle vostre norme. Mi sembrano concetti abbastanza chiari. Se è stato un errore non indire le elezioni prima non si capisce perché oggi vogliate reiterare l’errore, con una follia giuridica visto che la prossima primavera saranno rinnovati tantissimi Comuni sardi. Questa vostra riforma non mi convince perché non è una riforma e perché se davvero tenete al funzionamento delle province dovete mettere mano alla riforma della Regione, delegando i poteri ai territori. Mi rendo conto che sia il contrario esatto del vostro neo centralismo».

Sull’ordine dei lavori l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, ha chiesto al presidente Pais di proseguire la seduta a oltranza. L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è detto contrario e ha chiesto la sospensione di un’ora: «L’oltranza si concorda prima, non dopo». Per la Lega l’on. Dario Giagoni si è detto favorevole alla posizione dell’on. Giorgio Oppi così come l’on. Francesco Agus (Progressisti), che ha suggerito «di riunire la commissione alle 15.00per un parere compiuto».

Il presidente ha comunicato che gli iscritti a parlare sono ancora quattro, prima dei capigruppo,  quindi ha proposto una brevissima sospensione al termine degli interventi dei consiglieri consentendo nel frattempo alla commissione di esaminare gli emendamenti senza sospendere i lavori dell’Aula.

Successivamente è proseguita la discussione generale con l’intervento del consigliere Giuseppe Piu, dei Progressisti. Piu ha sottolineato che il tema degli Enti locali tema che ha inciso molto nella campagna elettorale dopo che la riforma approvata nella precedente legislatura aveva oggettivamente determinato molto malessere, ben cavalcato dal centro destra. Ora però, ha proseguito, è passato molto tempo ma dalla maggioranza non è arrivata alcuna proposta ad eccezione di discorsi vaghi sulla Provincia Gallura, la Città metropolitana di Sassari o l’istituzione di un numero imprecisato di nuove Province. Intendiamoci, ha riconosciuto, è legittimo cambiare i commissari ma sarebbe stato meglio soffermarsi su competenze e funzioni degli Enti locali allargando il campo ai rapporti delle autonomie con la Regione, le agenzie regionali e le società in house. Noi, ha concluso, sosterremo un nostro emendamento sulla Città metropolitana di Sassari, anche perché in Sicilia ne sono state fatte tre e la Giunta deve dire cosa pensa.

Sempre per i Progressisti il consigliere Diego Loi ha ricordato il confronto in commissione sul provvedimento, definito l’avvio di un percorso di riforma degli Enti locali della Sardegna ma, ha osservato, se questo è vero allora bisogna essere più concreti parlando di contenuti, di competenze e funzioni degli Enti e di rapporto con la Regione, tutte cose che dalla maggioranza non abbiamo sentito. Molto più onesto, a questo punto, parlare di legittima esigenza della maggioranza di avvicendare i commissari dei vari territori. Sul piano dei principi, ha detto infine, tutti siamo favorevoli all’elezione diretta dei presidenti di Provincia ma un tale principio non c’entra nulla con la sostituzione degli amministratori straordinari e semmai elude ancora una volta il cuore della riforma.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha sostenuto che dopo tante chiacchiere questa sarebbe stata l’occasione giusta per approvare una riforma organica degli Enti locali ed invece, ad otto mesi dall’inizio della legislatura, si riesce a malapena a presentare un testo blindato con dentro alcune nuove poltrone; in altre parole la montagna ha partorito un topolino per giunta molto affamato. Nella legislatura precedente, ha ricordato, si è vissuta una fase attraversata dalla legge Delrio, la costituzione della provincia del Sud che non ho votato, ed il dal referendum costituzionale che ha riportato in piedi le Province. Il mio emendamento sulla provincia del Nord Est, ha aggiunto, non è una provocazione ma è identico alla proposta di legge respinta nella passata legislatura; non ho niente contro lo “spoil system” ma la riforma non c’è e sospetto che il termine del 2020 nasconda con un’ulteriore proroga e l’ennesimo rinvio della riforma.

Il consigliere del Pd Luigi Piano ha dichiarato che è difficile dare una valutazione sulla riforma perché la riforma non c’è ma il tema non può essere eluso perché la Sardegna ne ha davvero molto bisogno, partendo da una riflessione sulla legge 2 del 2016 che deve essere cambiata ma non buttata via, senza dimenticare che è nata in un contesto politico che non comprendeva più le Province. Ora, ha continuato, il nostro compito è mettere in piedi una proposta nuova che valorizzi tutti i territori della Regione a cominciare dai più deboli partendo dal principio cardine del coinvolgimento dei Sindaci, magari dopo una sorta di stati generali, per farla nascere veramente dal basso. Se occorre, ha terminato, possiamo anche prenderci un po’ più di tempo anche perché a fronte nella necessità di dare vita ad organi democratici eletti col suffragio universale bisogna prendere atto che ciò è impossibile nel quadro normativo attuale.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le ore 15.00.

Alla ripresa dei lavori il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo Leu, Daniele Cocco, che ha lamentato il mancato rispetto dell’accordo assunto in conferenza capigruppo per la prosecuzione a oltranza dei lavori dell’Aula («ormai si adottano metodi insopportabili sia in Aula che nelle commissioni») ed ha denunciato le troppe assenze tra i banchi del Consiglio. L’esponente della minoranza ha quindi rivolto apprezzamento per il comportamento dell’ex commissario della Provincia di Sassari per essersi dimessosi in quanto nominato nella precedente legislatura: «Se tutti avessero fatto così, la maggioranza ci avrebbe evitato questo disegno di legge che serve solo a fare nuove nomine».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, dopo aver definito “poco decorosa” l’assenza della maggioranza in Aula, ha invitato il presidente Pais ad una “valutazione”. Il presidente del Consiglio, non ha nascosto l’imbarazzo per le assenze e ha sospeso i lavori per dieci minuti.

Alla ripresa il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è ritornato sul mancato rispetto degli accordi per l’andamento dei lavori («mi passa persino la voglia di difendere questa maggioranza e il gruppo non sarebbe stato in aula se il disegno di legge non fosse proposto da un assessore del Psd’Az»)ed ha replicato con accenti polemici ai consiglieri della minoranza ed in particolare agli onorevoli Lai e Orrù. Nel merito del disegno di legge, l’esponente della maggioranza, ha ammesso la volontà di procedere con le nomine di nuovi commissari ma soprattutto di voler dare il via al riordino degli Enti locali e consentire l’elezione diretta degli amministratori provinciali.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha rinunciato all’intervento, mentre il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha dapprima replicato alle accuse “del voler cercare nuove poltrone” fatte dall’esponente del M5S Li Gioi nel corso del suo intervento in sede di dibattito, e poi ha  ribadito l’opportunità dell’elezione diretta degli organi delle Province e rilanciato sull’istituzione della provincia Gallura.

Dopo una breve sospensione dei lavori, accordata da presidente Pais su richiesta del capogruppo Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, che con toni perentori a invitato la giunta e la maggioranza a presentare la proposta di riordino degli Enti locali che preveda l’istituzione della nuova provincia Gallura, prima della sospensione dei lavori per le vacanze natalizie («non accettiamo più ritardi né di essere presi in giro»).

L’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, ha dunque ribadito la volontà di procedere con la legge di riforma degli Enti Locali e con la previsione dell’elezione diretta di presidenti e dei Consigli provinciali («era una promessa fatta agli elettori e la manterremo»). L’esponente dell’esecutivo regionale ha quindi affermato l’opportunità di procedere con «una riforma che parta dal basso e che sia condivisa” e si è detto «disponibile ad accogliere eventuali indicazioni, proposte e suggerimenti da parte delle forze della minoranza». Quirico Sanna ha dunque rivolto parole di apprezzamento e riconoscenza all’ex commissario dell’amministrazione provinciale di Sassari («le sue dimissione sono state un gesto di buona politica») ed ha riaffermato il ruolo centrale del Consiglio nei processi di riforma («ma non faremo mai una legge di riordino che vada contro le volontà dei territori»). Sull’introduzione del voto per l’elezione degli amministratori delle province, l’assessore si è detto «pronto a sfidare anche il Governo». Quirico Sanna ha quindi concluso il suo intervento auspicando l’approvazione del disegno di legge n. 51.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha chiesto una sospensione dei lavori per una riunione dei consiglieri della maggioranza ed il presidente del Consiglio ha acconsentito.

Alla ripresa dei lavori, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per poter tenere una riunione dei gruppi di minoranza. La richiesta è stata accolta.

Dopo la sospensione, il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha sollecitato la convocazione della commissione per valutare gli emendamenti.

Il presidente ha chiesto al relatore di riferire su un accordo del quale però ha constatato il mancato perfezionamento ed ha quindi chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Per dichiarazione di voto il consigliere di Leu Eugenio Lai ha affermato che lo spettacolo della giornata dà la misura del senso di responsabilità della maggioranza di fronte a riforme di grande portata per la Sardegna. Il consigliere ha poi sollecitato l’esame degli emendamenti da parte della commissione, compito che non può essere svolto dal solo relatore di maggioranza. Eugenio Lai, infine, ha assicurato il contributo del suo gruppo, fermo restando il voto negativo, attraverso una serie di emendamenti.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S, respingendo le critiche della maggioranza,  ha ribadito il voto contrario del gruppo e la sua posizione già espressa nella discussione generale secondo cui la legge ha il solo scopo di aumentare le poltrone.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha chiesto l’applicazione dell’art. 84 del regolamento – 15° comma.

Il presidente ha chiarito che solitamente la norma richiamata è stata sempre interpretata nel senso di evitare il passaggio in commissione, tuttavia se la si vuole interpretare per appesantire i lavori non si può che applicarla formalmente. Michele Pais ha chiesto poi al Consiglio di chiarire l’orientamento prevalente, cioè se procedere col voto sul passaggio agli articoli e poi convocare la commissione per gli emendamenti.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che, a suo avviso, il regolamento va interpretato nel senso che sia le dichiarazioni di voto che lo scrutinio sul passaggio agli articoli sono sospese, per il tempo strettamente necessario alla commissione per l’esame degli emendamenti.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, assumendosi la responsabilità del mancato accordo con l’opposizione, ha annunciato la conferma di tutti gli emendamento della maggioranza e della Giunta.

Il presidente, dopo aver ricordato che per prassi la riunione della commissione si tiene dopo il voto sul passaggio agli articoli, ha sospeso la seduta per 30 minuti, convocando nello stesso tempo la commissione.

Alla ripresa dei lavori l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha ribadito i limiti della scelta dei commissari: «Sono contrari al dettato della legge nazionale e delle pronunce della giurisprudenza. Deve essere chiaro questo».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha chiamato in causa il compagno di partito, on. Roberto Deriu, autore di un fortunato romanzo: «Dopo la <Pantera di Bultei> è necessario che l’onorevole Roberto Deriu scriva <Il topolino di Monti>, perché scorrendo questo testo di legge viene da ricordare a tutti che si vota ogni cinque anni non perché lo diciamo noi ma perché lo dice la Costituzione. Nel testo non c’è traccia di riforma degli enti locali ma soltanto il desiderio di modificare persone di vostra fiducia, come è nelle regole del gioco tra maggioranza e opposizione. Avete seminato aspettative nella gente ma la verità è che nei vostri primi sei mesi avete superato cento nomine».

Per il gruppo Leu l’on. Daniele Cocco ha detto: «Ogni nostro impegno è stato assolto ma tocca a noi l’onere di questa leggina di proroga. Perché altro non è. Mi auguro che le nomine che farete siano di buon livello o almeno che siano nominate persone competenti nei ruoli di commissario o sub commissario».

Dall’opposizione ancora è arrivato l’annuncio  di voto negativo da parte dell’on. Gigi Piano (Pd): “Questa legge non è di riforma”. Stessa opinione da parte dell’on. Laura Caddeo (Progressisti)  mentre  l’on. Diego Loi (Progressisti) ha ribadito: «Ci troviamo davanti a una chiusura sulle nostre proposte. Denunciamo anche il fatto che siamo da un mese alle prese con questa leggina, tra lavori di commissione e di Aula. La Sardegna ha bisogno d’altro».

Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni si è espresso contro il passaggio agli articoli del disegno di legge e rivolto al presidente Michele Pais ha detto: «Vorrei sapere che destino avranno alcuni emendamenti a firma mia e dell’on. Gianfranco Satta».

Voto negativo è stato annunciato anche dall’on. Francesco Agus: «Non ci stupisce che la maggioranza voglia cambiare i commissari, sono favorevole anche io allo spoil system e fa parte del mandato di governo cambiare i rappresentanti. Più che altro, così come è scritta, questa legge ha la certezza di essere impugnata.  Ma mi stupisce il fatto che ancora una volta la maggioranza stia cercando di usurparci il ruolo e renda con i suoi litigi impraticabile quest’aula».

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha ribadito le motivazioni della contrarietà a questo provvedimento: «Non tenete nemmeno la parola e non prendete in considerazione tutti i suggerimenti che vi diamo. Non chiederemo sospensioni ma vi suggeriamo una profonda riflessione per arrivare a una nuova proposta di legge». Sempre per il Pd l’on. Valter Piscedda ha ribadito che «siamo all’inizio della legislatura e già non mantenete la parola. Quanto ci vorrà per tirare fuori un provvedimento organico? Aspetteremo fiduciosi». Contrario anche il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau: «Avete impiegato sei mesi per arrivare a questo e con questo provvedimento andremo ancora una volta a bloccare le elezioni. Abbiamo ritirato gli emendamenti e agevolato il percorso legislativo ma voi siete una maggioranza divisa che cerca di limitare i danni sospendendo i lavori. Questo ci costringe a ripresentare tutti i nostri emendamenti e a discuterli».

Negativo anche il voto annunciato dall’on. Massimo Zedda (Progressisti): «Si promettono cose irrealizzabile nell’assenza di idee. Altro che province: questo è un disegno di legge sul provincialismo. E’ stato così per la zona franca, per le Zes, per il goeoparco. Mai una scelta, per paura di scontentare».

Per l’on. Piu (Progressisti) «questo risultato fa capire che la maggioranza sarà pure ampia e solida come si dice da sola eppure non riesce a far passare un disegno di legge che cambia i commissari con altri commissari. Questo è un modo di lavorare che non porta a niente e peserà davanti a problemi ben più importanti».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato la maggioranza a una riflessione: «Governare – ha detto – significa assumersi le proprie responsabilità».

Giorgio Oppi (UDC) è intervenuto per respingere le accuse della minoranza: « Il centrosinistra ha fatto di peggio in passato. L’accordo prevedeva la presentazione di sei emendamenti e il ritiro di quelli della Giunta. Avete anche chiesto di approvarne uno, poi avete cambiato idea. Non potete fare processi a nessuno. Nella passata legislatura i lavori venivano interrotti continuamente, per ore. Avete concluso la legislatura in modo vergognoso facendo mancare il numero legale nella discussione della legge per l’istituzione della provincia Gallura».

Posto in votazione, il passaggio agli articoli è stato approvato con 30 voti a favore e 22 contrari.

Il presidente Michele Pais, dopo aver ottenuto il parere del relatore di maggioranza (negativo su tutti gli emendamenti presentati compresi quelli della Giunta) ha quindi messo in discussione l’articolo 1 con i relativi emendamenti. Negativo anche il parere della Giunta.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Francesco Agus: «Mi auguro che non si riammettano emendamenti intrusi come quelli sul personale. Ci sono emendamenti che presentano profili seri che meriterebbero da parte della maggioranza una riflessione altrettanto seria».

Il presidente Michele Pais ha rassicurato Agus ricordando che gli emendamenti nn. 56, 57 e 59 presentati dalla Giunta sono stati dichiarati inammissibili.

Ha quindi ripreso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha detto. «Quando ho visto il testo ho avuto la stessa reazione di Paolo villaggio dopo la visione del film “La corazzata Potemkin”. Non viene nemmeno rispettata la forma, si porta un testo che non può essere discusso in aula. La Giunta dispone di consulenti e assistenti legali, non è ammissibile che presenti testi che non stanno in piedi, a partire dal titolo – ha affermato Francesco Agus – il testo si apre con la locuzione “nelle more” frase con la quale abbiamo costruito, nel corso degli anni, una Regione provvisoria».

Secondo Diego Loi (Progressisti) gli accordi presi non sono stati disattesi dalla minoranza. «O il nostro emendamento ha un valore di carattere sostanziale o altrimenti non serve a nulla. Auspico che in tempi molto brevi che la commissione possa avere sul tavolo una proposta di riforma degli enti locali. Non si tratta di giochi tra maggioranza e opposizione ma del destino dei nostri comuni e di tanti sardi. Se si perde tanto tempo a ragionare su una parte minimale stiamo prendendo una direzione non corretta».

Massimo Zedda (Progressisti) ha espresso ancora dubbi sul Dl 51. «La discussione non mi ha convinto perché non mi ha convinto l’argomento principe. E’ giusto parlare di spoil system quando però si parla di qualcuno che deve interpretare gli indirizzi della maggioranza. Ora si discute invece delle province non come organi di pari grado costituzionale, ma come un braccio operativo della Regione. Le province non sono questo, sono istituzioni autonome di rango costituzionale. E’ il principio sbagliato. Così come è sbagliata tutta l’azione della Giunta che è arrivata a proporre un testo giudicato inammissibile».

Per Eugenio Lai (Leu) «chiamare riforma una leggina di questo genere lascia l’amaro in bocca. E’ una banale operazione di spoil system, di sostituzione di nomi. Ci si accusa di non aver consentito di istituire la provincia Gallura. Mi sembra che non ci sia accordo nemmeno nella maggioranza. Tranquilli, vi verremo in soccorso: noi siamo d’accordo sulla provincia Gallura, così come siamo d’accordo per l’istituzione delle province dell’Ogliastra, del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Serve un organo efficiente: basta pensare a cosa sta succedendo con il piano di dimensionamento scolastico. Suggerisco all’assessore di fare un monitoraggio che consenta di intervenire al meglio».

Gianfranco Satta (Progressisti), ha puntato sull’ironia: «Dopo l’accurato intervento dell’assessore Sanna sono stato tentato di dare il mio benestare al passaggio agli articoli. L’attenzione che lui rivolge alle comunità locali mi trova d’accordo. Ma questo Dl non si occupa di enti locali. Quando l’assessore dice che gli elettori sardi debbono avere la possibilità di votare gli organi di governo delle province mi trova d’accordo. In realtà non è così – ha detto Gianfranco Satta – ho presentato l’emendamento per far sostituire la parola “riforma” con “controriforma” perché quando si deroga alla legge n.2 si stravolge l’ordinamento. C’è un disegno chiaro: espropriare i comuni degli strumenti propri del governo degli enti locali».

Il capogruppo della Lega, Pierluigi Saiu, ha quindi chiesto una sospensione e la convocazione della Conferenza dei capigruppo per provare a verificare la possibilità di chiudere un accordo tra maggioranza e opposizione.

Alla richiesta si è opposto il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Meglio parlare del tema che abbiamo in discussione perché l’ultima volta che si è entrati in conferenza di Capigruppo senza la presentazione di un’istruttoria la conferenza è durata ore».

Il vicepresidente Piero Comandini che nel frattempo aveva assunto la presidenza dell’Aula ha replicato all’esponente della minoranza: «Capisco le ragioni dell’on. Francesco Agus, però la prassi dice che la sospensione è concessa quando a richiederlo è un capogruppo».

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha dato la parola al consigliere dei Progressisti Antonio Piu. Il consigliere di opposizione ha affermato che una discussione che va avanti in questa maniera non è dignitosa per quest’aula. Per Antonio Piu essendo quello in discussione un primo atto di riforma degli enti locali, bisogna parlare della governance dei territori, affrontando anche il tema della sanità e dei trasporti. Il consigliere ha ricordato che ha proposto un emendamento per l’istituzione della Città metropolitana di Sassari, non solo per dare dignità al territorio ma anche per fare in modo che i cittadini abbiano dei punti di riferimenti certi per i servizi. Antonio Piu ha proposto di fare un ragionamento armonico che comprenda tutti quei servizi e asset importanti per il territorio. L’esponente dell’opposizione ha infine ritenuto corretto che i commissari siano persone di fiducia della nuova maggioranza, anche se la precarietà del loro incarico non consentirà loro di lavorare come dovrebbero.

Per Maria Laura Orrù (Progressisti) nel titolo e nel testo sono state necessarie delle modifiche perché c’erano delle frasi in contrasto con quanto previsto dalla Costituzione. Probabilmente la fretta, secondo Orrù, ha messo in difficoltà l’assessorato. Per quanto riguarda le elezioni delle Province, Orrù ha ricordato che nelle elezioni di secondo livello i consiglieri comunali e sindaci eleggono i loro rappresentanti, ma gli stessi consiglieri comunali e sindaci sono eletti dai cittadini.

D’accordo con il collega Piu anche Gianluigi Piano (Pd), il quale ha affermato che quella di oggi è comunque un’occasione per parlare di riforme. Secondo Piano bisogna avere un disegno complessivo e «su questo costruire un nuovo sviluppo sostenibile della nostra Isola». Anche per il consigliere del Pd la riforma degli enti locali, che deve andare di pari passo con quella della sanità e dei trasporti. Per Piano la riforma deve essere coraggiosa, innovativa senza creare territori di serie A e serie B e prestando una particolare attenzione ai sindaci, per dare loro sostegno e risposte. Credo quindi – ha detto –  che la riforma sia indispensabile ed urgente.

Salvatore Corrias (Pd) ha affermato di non ritenere corretto parlare di riforma e ha ricordato che, già in commissione,  abbiamo rilevato l’inadeguatezza alcuni termini utilizzati nel testo della legge. Salvatore Corrias, anche come sindaco, ha espresso preoccupazione e ha evidenziato che c’è l’elevato rischio che la legge venga   impugnata.

Il vice presidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha affermato di credere nella necessità di una riforma degli enti locali che superare una stagione che è passata troppo per “la pancia dell’elettorato”. Ha affermato che bisogna garantire che non ci siano territori di serie A e di serie B e ha sottolineato di comprendere le aspettative della Gallura, ma ha anche evidenziati i disagi dei territori del Sud Sardegna. Comandini ha affermato che c’è la volontà delle forze di minoranza di scrivere insieme alla maggioranza una riforma degli enti locali che duri nel tempo, dia risposte ai territori e ai cittadini. «Siamo disposti a fare battaglie comuni per migliorare la vita dei cittadini sardi», ha concluso.

Daniele Cocco (capogruppo Leu) ha affermato che sarebbe meglio procedere all’elezione indiretta, per evitare che le province rimangano commissariate in attesa di una riforma. Daniele Cocco ha chiesto una conferenza dei capigruppo per decidere come procedere e rinviare a martedì, viste le numerose assenze in aula.

Il presidente Michele Pais ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti, tranne che dell’emendamento n. 51 che raccoglie le osservazioni del Cal ed il presidente del Consiglio, Michele Pais, ha quindi dichiarata sospesa la discussione e la votazione sull’articolo 1 ed ha posto ai voti l’articolo 2 (clausola di non onerosità) che senza interventi da parte dei consiglieri è stato approvato con 28 favorevoli, 21 contrari e un astenuto. Posto in votazione, l’articolo 3 (entrata in vigore) è stato approvato con 29 favorevoli, 21 contrari ed un astenuto.

Il presidente del Consiglio ha quindi tolto la seduta ed ha annunciato la convocazione dell’Assemblea per martedì 22 ottobre, alle 12.00.

La commissione urbanistica presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha ascoltato gli operatori del settore balneare sulle problematiche legate agli interventi edilizi sui litorali. Assente l’assessore Quirico Sanna, trattenuto da impegni istituzionali, gli operatori hanno sostanzialmente ribadito i contenuti di una precedente audizione svoltasi prima dell’estate, confermando in primo luogo la necessità di un intervento della Regione, anche a livello di linee-guida rivolte ai Comuni, che assicuri l’interpretazione uniforme della materia su tutto il territorio. Senza questo intervento, hanno lamentato, non si potrà eliminare l’attuale situazione di incertezza che determina forti disparità di trattamento nelle diverse realtà e l’aumento del contenzioso giudiziario amministrativo e penale, rendendo impossibile sia una programmazione di lungo termine che la ripresa degli investimenti nel settore. Secondo le organizzazioni di categoria, inoltre, sono necessarie anche una normativa regionale organica, che modifichi la legge 11/2017 nella parte in cui autorizza la presenza di strutture negli arenili per tutto l’anno solo se collegata alla pratica sportiva, ed una azione incisiva della Regione nei confronti della maggioranza dei Comuni sardi che non hanno ancora approvato i Pul (Piani urbani dei litorali). Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Stefano Schirru del Psd’Az, Michele Cossa dei Riformatori, Giorgio Oppi dell’Udc, Giuseppe Piu e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Valter Piscedda del Pd, Michele Ennas della Lega e Roberto Li Gioi del M5S. Esponenti sia di opposizione che di maggioranza si sono espressi in modo critico nei confronti dell’assessore per i ritardi con cui è stato trattato un argomento complesso ma vitale per lo sviluppo del turismo in Sardegna: Ritardi che devono essere assolutamente recuperati per evitare, questa la sollecitazione comune, che anche la prossima stagione estiva cominci all’insegna dell’incertezza. Infine, i consiglieri hanno auspicato che la commissione svolga un ruolo attivo, formulando al suo interno una o più proposte. Nelle conclusioni, il presidente Talanas ha recepito l’indicazione ad accelerare il lavoro della commissione nel merito assicurando una nuova riunione a breve scadenza.

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È stata presentata stamane in Consiglio regionale, primo firmatario Gianfranco Satta (Progressisti), una proposta di legge riguardante l’istituzione delle “Comunità energetiche”, aggregazioni costituite su base territoriale comunale da cittadini, enti locali e imprese che si associano per la produzione, l’accumulo e il consumo di energia in forma aggregata. L’iniziativa vede come promotore e primo firmatario l’on. Gian Franco Satta dei Progressisti e come sottoscrittori l’intero gruppo dei Progressisti, l’on. Eugenio Lai di Liberi e Uguali Sardigna e gli on.li Valter Piscedda e Salvatore Corrias del Partito Democratico.

«La proposta mira a stimolare anche in Sardegna la produzione da fonti rinnovabili attraverso il coinvolgimento in prima persona dei consumatori finali nel processo di generazione dell’energia – spiega Gian Franco Satta -. Secondo gli orientamenti più recenti, infatti, dovrà essere il consumatore il vero motore della transizione verso un nuovo modello di produzione e consumo di energia maggiormente sostenibile. L’utente, in questa nuova concezione, andrà a contribuire in modo attivo al soddisfacimento dei propri fabbisogni energetici e di quelli del proprio territorio di appartenenza. La massima espressione di questa moderna visione risiede nelle creazione delle Comunità energetiche, raggruppamenti in Italia attualmente normati nelle sole regioni Piemonte e Puglia.»

«In maniera più peculiare, però, data la natura dell’Isola, con la presente proposta si cercherà di sostenere maggiormente le aree territoriali più deboli, fornendo loro uno strumento da utilizzare per combattere crisi e spopolamento. A tal proposito, nel testo è specificatamente previsto che la Regione sosterrà, nell’ambito della programmazione delle politiche regionali ed europee, quelle comunità energetiche di aree interne e svantaggiate con problemi di spopolamento e invecchiamento della popolazione – aggiunge Gian Franco Satta –. Tra gli scopi della proposta vi è quello di favorire l’installazione di impianti stand alone “ad isola” o impianti “off grid” nelle numerose aree regionali non servite dalla rete elettrica nazionale, cosiddette utenze elettriche “isolate”. Questi casi si verificano perlopiù nelle aree rurali più distanti dai grandi poli urbani e costituiscono un grave freno allo sviluppo delle numerose aziende ubicate in agro. L’intento è quello di creare valore aggiunto nei territori attraverso l’abbattimento dei costi energetici e lo stimolo agli investimenti, con l’attesa conseguenza di rafforzare il tessuto imprenditoriale locale e favorire la permanenza o attrarre nuovi residenti nel territorio.»

«In linea generale, con l’applicazione della presente proposta di legge – conclude Gian Franco Satta -, si attendono risultati positivi e diffusi in tutta la regione come l’innalzamento del livello di concorrenza del mercato energetico, il crescere degli investimenti locali, il favorire la cooperazione locale e regionale, il coinvolgimento attivo e responsabile dei cittadini nella lotta ai cambiamenti climatici e il significativo abbattimento dei costi energetici per l’utente finale.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la terza variazione del bilancio 2019/2021.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato, in occasione della giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, la tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 nostri connazionali. Il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.

L’Assemblea ha poi ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 39/A – Giunta regionale (Terza variazione di bilancio 2019-2021).

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che la legge in esame è un testo soggetto alle disposizioni della legge 24 del 2016 che prevede sia una analisi tecnico normativa che verifica sia la compatibilità del testo sia con la legislazione vigente che l’impatto sul sistema produttiva. Sono dati indispensabili, ha concluso, che nonostante la procedura di urgenza di questo provvedimento vanno tenuti nella massima considerazione per il futuro.

Dopo aver aperto la discussione generale, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az). Nel suo intervento Giovanni Satta si è soffermato sui punti principali della legge, dalle entrate tributarie gli accantonamenti, alla rimodulazione prevista dall’art.4 in base alla recente sentenza 6 della Corte Costituzionale che impone la cessazione dei prelievi dello Stato dal 2014 (285 milioni l’anno) in poi per il risanamento della finanza pubblica, specificando che il nuovo contributo per il 2019 dovrà essere stabilito da intesa Stato Regione. Da mettere in evidenza, ha aggiunto Giovanni Satta, anche i 244 milioni a copertura del disavanzo del sistema sanitario, l’inserimento nel bilancio di altri tributi ingiustamente incamerati dallo Stato ma spettanti alla Regione, la copertura dei costi della continuità territoriale aerea per 18 milioni fino ad aprile 2020 al netto del contributo dello Stato.

Il relatore di minoranza Cesare Moriconi (Pd) ha messo l’accento sul fatto che la variazione di bilancio contiene alcune parti amministrative approvate all’unanimità dalla commissione ed altre di chiaro significato politico che hanno suscitato un marcato dissenso fra maggioranza ed opposizione, soprattutto per quanto riguarda i rapporti fra Stato e Regione in materia di entrate ed accantonamenti. Assistiamo da tempo, ha lamentato Moriconi, ad una azione dello Stato contro la Sardegna, e questa poteva e doveva essere l’occasione per mettere in moto una forte azione politica innalzando l’asticella del confronto con lo Stato, invece introduciamo temi di enorme portata introduciamo timidamente in una variazione di bilancio, ignorando l’opportunità di una grande mobilitazione per la Sardegna. Il parlamento, ha poi spiegato il consigliere, discute di una di autonomia differenziata voluta dal nord e temuta sud dal per un evidente problema di risorse, mentre noi discutiamo mozioni ed altre cose di minore importanza tralasciando l’unico grande tema politico. In pratica, ha detto infine, lo stesso art.4 senza la risoluzione su entrate ed accantonamenti si riduce a ben poca cosa, per cui è urgente che la risoluzione torni subito in Aula.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha parlato di un passaggio tecnico che contiene norme urgenti su accantonamenti e continuità ma, giustamente, la commissione non si è limitata ad un dibattito tecnico ma lo ha esteso al campo politico. Negli ultimi 10 anni, ha sostenuto, c’è stato il progressivo arretramento delle posizioni della Sardegna nei confronti dello Stato e questa volta niente fa prevedere una eccezione almeno nel breve periodo. Concretamente, ha proseguito, dopo esserci occupati molto a lungo di vertenza entrate, patto di stabilità ed accantonamenti, ora rischiamo di ripartire daccapo e per giunta con meno risorse, muovendoci su scale mobili che marciano in direzione contraria. Agus ha poi criticato il presidente della Regione Christian Solinas «che per l’ennesima volta ha evitato ascolto del Consiglio», perché problema non sono solo gli accantonamenti ma quanto si sta discutendo in parlamento, non solo sull’autonomia differenziata ma anche sulla cosiddetta flat tax che ridurrà le nostre entrate, e quelle degli enti locali sardi (Comuni e Province) che già oggi sono meno finanziati degli altri del territorio nazionale per circa 200 milioni. Discutiamo di questi grandi temi nella commissione speciale sull’insularità che stiamo per istituire, ha concluso, e lavoriamo anche ad un osservatorio sulle decisioni del governo che riguardano la Sardegna.

Sempre per i Progressisti, anche il consigliere Massimo Zedda ha attaccato il presidente della Regione Solinas che, «dopo 3 mesi di assenza dall’Aula ha fornito numeri già noti che non aiutano la Sardegna, per cui o si cambia passo a cominciare dal presidente e dalla Giunta o andiamo a sbattere dato che i ricorsi dicono che abbiamo ragione ma poi le risorse che ci spettano non arrivano». Dobbiamo invece ragionare, ha proposto Massimo Zedda, sulla nostra capacità di produrre buone norme di attuazione cominciando a potenziare le strutture del Consiglio, replicando la positiva esperienza del Trentino-Alto Adige che ha cominciato da decenni a percorrere questa strada costituendo uffici appositi e formando specialisti. Purtroppo in Sardegna, ha lamentato, non vedo passione ed interesse su questi argomenti, eppure l’insularità ci costa 630 milioni e l’energia 400, per non parlare di accise ed accantonamenti. Dopo aver ricordato la grande manifestazione contro il governo Prodi (dello stesso colore politico della Giunta regionale di allora), Massimo Zedda ha affermato che «oggi siamo in una situazione ben peggiore, perché l’autonomia rivendicata dalla sola Lombardia significa scuola, sanità, ambiente, rifiuti, protezione civile, commercio estero, rapporti con la Ue e molto altro, con quella Regione che potrebbe trattenere tutte le risorse necessarie a svolgere quelle funzioni. Di fronte a tutto questo, ha concluso, «la nostra vertenza è niente ed è niente anche rispetto al disegno di Bossi dell’indipendenza: qui sono in ballo decine di miliardi, per cui o alziamo davvero la voce o saremo sopraffatti». (Af)

Dopo l’on. Massimo Zedda ha preso la parola per la Giunta l’on. Giuseppe Fasolino, assessore al Bilancio, e ha detto: “Questo disegno di legge affronta tematiche tecniche ma anche qualche punto politico come l’impegno che stiamo prendendo sugli accantonamenti. Quella con lo Stato è una vertenza che può rappresentare una soluzione ad alcuni grandi problemi della nostra isola, perché i diritti dei nostri concittadini sino a oggi non sono stati sempre riconosciuti dallo Stato, come affermato anche da chi mi ha preceduto. Alla base dell’articolo 4 del nostro disegno di legge c’è il riordino di tutti gli accantonamenti nel bilancio della Regione a seguito della sentenza 6/2018 della Corte costituzionale.  Le entrate certe 2018, certe perché c’è la declaratoria della Consulta, sono state messe nel bilancio 2019 mentre il resto sarà oggetto di trattativa con il Governo nazionale.

Ancora, con le norme dell’articolo 4 abbiamo consentito ai Comuni sardi di spendere milioni di euro di somme sino a oggi vincolate. Abbiamo anche inserito le somme di copertura per gli oneri derivanti dalla continuità territoriale, 18 milioni di euro. E abbiamo inserito anche 27 milioni di euro per completare il fabbisogno della legge 162 consentendo alle famiglie che hanno una disabilità di avere con certezza il sostegno. Dico questo per smentire che la nostra giunta sia ferma o sia timida: noi facciamo tutto quel che possiamo, con umiltà e concretezza”.

Conclusa la discussione generale l’Aula è passata all’esame dell’articolato di legge e subito l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha chiesto “come mai, nonostante abbiamo preso l’impegno a non presentare emendamenti, sono invece comparsi emendamenti della maggioranza”. L’on. Cesare Moriconi (Pd) è intervenuto come vicepresidente della commissione Bilancio e ha detto: “Abbiamo preso tutti l’impegno in commissione a non presentare emendamenti e spero che quell’impegno sia mantenuto perché altrimenti viene meno il rapporto di leale collaborazione tra noi”. La Giunta ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti e anche l’on. Desirè Manca (Cinque stelle) ha reiterato la richiesta di ritiro degli emendamenti “come da accordi presi. Altrimenti anche noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di presentare emendamenti”.

L’on. Stara (Progressisti) ha chiesto una sospensione dei lavori per valutare ma l’on. Domenico Gallus (Udc) ha comunicato: “Non ritirerò l’emendamento perché non si possono mandare a casa 35 lavoratori e abbiamo voglia a parlare di contrasto allo spopolamento se poi non agiamo in concreto per frenarlo”. Il presidente Michele Pais, dunquem, ha sospeso il Consiglio e ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha aperto la discussione sull’articolo 1 “Aggiornamento fondo di cassa al 1° gennaio 2019”. La norma ridetermina in 379 milioni e 299mila euro la dotazione finanziaria del fondo. Non essendoci iscritti a parlare il testo dell’articolo è stato messo in votazione e approvato con 38 voti a favore e 6 astenuti.

Approvati in rapida successione anche l’articolo 2  “Uffici territoriali di protezione civile. Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 36 del 2013” (44 sì e 5 astenuti) e 3 “Ufficiale rogante. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale n. 8 del 2018” (41 sì e 7 astenuti).

Il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha invitato il presidente Michele Pais ad aprire la discussione degli articoli prima di chiamare la votazione. «In Aula c’è tanta confusione. Prima alcuni colleghi non hanno nemmeno potuto esprimere il voto. Chiedo, anche se si tratta di un testo condiviso, di avere il tempo di capire trattandosi pur sempre di una legge di bilancio».

Sull’art. 4 “Disposizioni in materia di entrate tributarie e accantonamenti a carico della Regione titolo di concorso alla finanza pubblica. Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti): «E’ meglio chiarirci sul contenuto degli articoli altrimenti gli sforzi fatti in commissione saranno inutili. L’art. 3, appena approvato, toglie soldi al fondo unico degli enti locali e quindi, in percentuale, a comuni, province e città metropolitana. Sull’articolo 4 la minoranza deciderà come votare. Occorre chiarire che si tratta di una norma che decide di iscrivere a bilancio il taglio degli accantonamenti sancito dalle sentenze della Corte Costituzionale. Si tratta però di un approccio sbagliato – ha detto Massimo Zedda – a livello nazionale si discute di una riforma molto pericolosa per la Sardegna: la riforma delle autonomie locali caldeggiata dalla Lega». Secondo Massimo Zedda, nel confronto con lo Stato si possono seguire due strade: quella della contrapposizione politica o quella del dialogo tecnico. Si può anche decidere di combinare le cose. Se però mancano questi elementi si rischia di rendere vana ogni battaglia legale. La Corte Costituzione non può ogni volta sostituirsi alla politica. In alcune questioni la Consulta si sta schierando a difesa dello Stato e non delle Regioni perché pensa che molte questioni si possano risolvere attraverso le norme di attuazione. Ho dubbi che la strada seguita dalla Giunta sugli accantonamenti sia quella giusta. Non basta evidenziare i crediti verso lo Stato, bisogna anche saperli recuperare».

Giuseppe Meloni (Pd) ha lamentato la mancata apertura di una discussione sugli accantonamenti: «Ieri in Aula ha parlato solo il presidente Solinas e non c’è stato dibattito. Il tema si sta sottovalutando. L’opinione pubblica è distratta da leggi antidemocratiche e liberticide approvate dal Parlamento, nel frattempo succedono altre cose. Il disegno di riforma dell’autonomia è una secessione delle regioni ricche, quel provvedimento fortemente voluto dalla Lega si sta sottovalutando, invece deve diventare centrale in quest’Aula perché sarà decisivo per le sorti della nostra Regione. Cosa succederà alla Sardegna se quella legge passerà?».

Cesare Moriconi (Pd) ha ribadito, in apertura del suo intervento, perché l’opposizione ha votato a favore dell’articolo 4 in Commissione: «Contiene previsioni che noi stessi nella precedente legislature abbiamo inserito nella legge di bilancio. Voglio richiamare però l’attenzione sul fatto che lo Stato sleale non è un’entità astratta. In Parlamento siedono anche i parlamentari eletti nella nostra Regione che hanno votato la legge di stabilità 2019 all’interno della quale ci sono parametri al di fuori dei principi sanciti dalla Costituzione. Il senso della risoluzione presentata ieri era quello di chiamare a raccolta tutte le forze politiche e sociali in difesa dei diritti dei sardi. Ieri si è persa un’occasione per cercare di accelerare il processo di unione».

Messo in votazione l’articolo 4 è passato con 44 voti a favore e sei astenuti.

Sull’art. 5 “Disposizioni in materia di enti locali e politiche territoriali. Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 48 del 2018” è intervenuto il consigliere Gian Franco Satta (Progressisti): «E’ un articolo che dovrebbe occuparsi di opere territoriali ma in realtà si occupa solo della caserma dei carabinieri di Tempio con uno stanziamento di 400mila euro – ha detto Gian Franco Satta – non ci sono risorse per i comuni che hanno un indice di disoccupazione altissimo, un tessuto produttivo fragile e soffrono, più di altri, il dramma dello spopolamento. Da quei territori provengono i sindaci che in questi anni hanno subito vili attentati. A loro diamo la solidarietà ma solo a parole. I fatti vanno in direzione opposta. Ho chiesto di finanziare i Gruppi di azione locali che oggi vedono dimezzate le risorse. Sarebbe un segnale importante a territori che negli anni hanno dimostrato di sapersi organizzare mettendo insieme lavoratori, imprese ed enti locali a favore della crescita. L’impegno è stato quello di aggiornare la discussione a settembre, mi auguro che diventi una priorità. Solo così si potrà dare una risposta ai territori interessati».

Massimo Zedda (Progressisti) ha criticato il metodo scelto dalla maggioranza: «In Commissione si è auspicato di operare puntando sulla programmazione anziché sugli interventi ad hoc – ha detto Massimo Zedda – se si interviene singolarmente senza tener conto dell’interesse di tutti si dà ad intendere che l’assenza di assessori in rappresentanza di alcuni territori determina la mancata distribuzione di risorse. Su una tematica come questa mi sarei aspettato un’interlocuzione con l’Arma dei carabinieri per capire quali sono le priorità di intervento. Magari avrebbero indicato altre località. Qui si interviene su una singola caserma per una nostra scelta che non mi convince. Così si dà ragione a chi pensa che per ottenere qualcosa occorra rivolgersi al politico di turno. E’ un modo sbagliato di operare».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione l’art.5 che è stato approvato con 44 voti a favore e 6 astenuti.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art. 6 “Disposizioni in materia di ambiente, territorio e trasporti. Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 48 del 2018”.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Eugenio Lai chiedendo il rispetto del Regolamento consiliare: «Si sta verificando che alcuni consiglieri stiano fuori dall’aula durante la discussione e poi rientrino per votare. Questo non si può fare».

Sul testo dell’art.6 è intervenuto ancora Massimo Zedda (Progressisti): «Riguarda il finanziamento del piano regionale dei trasporti . Va bene, ma occorrerebbe sapere che Piano si intende adottare. Occorre capire cosa si vuol fare. Ormai il Piano non si calcola esclusivamente su costi e benefici sul singolo passeggero trasportato ma ci sono altri parametri che riguardano l’impatto ambientale, la mobilità degli studenti e dei pendolari etc. Servono risorse per finanziare gli obiettivi individuati. Occorre pianificare, il piano dei trasporti è strettamente collegato allo spopolamento dei comuni. Le difficoltà di accesso ad alcuni territori è direttamente proporzionale al decremento demografico».

Sulla stessa lunghezza d’onda Gian Franco Satta (Progressisti): «L’ultimo piano dei trasporti è datato 2008. In quel piano si parlava di possibili effetti positivi nel 2021. Se l’approccio è innovativo non deve essere tale da anticipare anche l’anno. I trasporti rappresentano un settore che, insieme alla sanità, agli enti locali e al funzionamento della macchina amministrativa regionale, è una delle voci di spesa più importanti del bilancio regionale. Il Consiglio deve occuparsene per capire quale sarà la rete dei trasporti, come saranno organizzati i servizi che incidono, come ha detto Massimo Zedda, sullo spopolamento. Non capisco quale sia l’atteggiamento dell’assessore su questo tema. O ha le idee talmente chiare o non si capisce perché chieda ulteriori 300mila euro rispetto alle risorse (120mila)  stanziate nella precedente finanziaria».

A Gian Franco Satta ha replicato l’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino: «Non si tratta di risorse aggiuntive ma di una rimodulazione dei fondi già stanziati spostandoli da un esercizio finanziario all’altro perché non si è riusciti a spenderli».

Messo in votazione l’articolo 6 è stato approvato con 43 sì e 6 astenuti.

Il presidente è passato all’esame dell’articolo 6bis “Norme in materia di politiche sociali”. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha voluto fare un ragionamento complessivo e ha affermato che è necessario adottare il Fondo unico dei servizi sociali, in modo da dotare i singoli Comuni di una dote di risorse per le politiche sociali.

Eugenio Lai (Leu) ha affermato che questo articolo va a incidere nella sfera degli enti locali e che avrebbe voluto sentire in Commissione, almeno informalmente, il Cal e l’Anci per capire se questo testo fosse condiviso dalle associazioni degli enti locali. Lai ha sottolineato di aver ricevuto alcuna risposta. Il presidente Pais ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato con 35 voti favorevoli e 14 astenuti.

Il presidente ha aperto la discussione sull’Articolo 7 “Sostituzione di allegati. Modifiche alla legge regionale del n. 49 del 2019”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha preso la parola per evidenziare che sarebbe meglio investire sul trasporto su rotaia, piuttosto che sul continuare a finanziare cantieri come quelli che nei decenni si sono susseguiti sulla Statale 131. Per Zedda si otterrebbero maggiori benefici per il traffico, la sicurezza stradale, i tempi di percorrenza e la lotta allo spopolamento di molte aree della Sardegna se i finanziamenti venissero destinati alla rete ferroviaria dell’Isola.

Ha quindi preso la parola il consigliere della Lega, Ignazio Manca, il quale, essendo anche componente della Giunta per il Regolamento, ha sottolineato “che i reiterati interventi di alcuni colleghi mettono in luce, non solo la preparazione dell’eloquio personale del singolo oratore, ma stanno creando un palese rallentamento dei lavori”. “Per questo motivo – ha aggiunto – anticipo fin d’ora una mia iniziativa in sede di Giunta del Regolamento: occorre regolamentare il numero massimo di interventi consentito su ogni punto all’ordine del giorno per ogni singolo consigliere, così da consentire non solo a ciascun consigliere di esprimersi, ma al Consiglio di procedere con maggior speditezza dei lavori”.  E ha concluso. “Ovviamente con il massimo rispetto verso i colleghi e tutta l’Aula e nulla nei confronti dell’onorevole Zedda, nei cui confronti nutro una sincera stima”.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi). Per dichiarazioni di voto è intervenuto Antonio Piu (Progressisti), il quale ha criticato le affermazioni del consigliere Manca e ha affermato che il principio del processo democratico deve essere tutelato, ancor di più da chi fa parte della Giunta per il regolamento. Piu ha ricordato che in Commissione si era raggiunto l’accordo di ritirare gli emendamenti per consentire di approvare un provvedimento che contiene interventi importanti. “Credo – ha affermato – che quello dell’on. Ignazio Manca sia stato un brutto scivolone da non ripetersi più”.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti), annunciando il voto di astensione, ha affermato che “ci sono molti modi di rallentare i lavori” e ha ricordato che il suo ruolo è quello di legislatore e non solo quello di spingere dei pulsanti. Agus ha ricordato anche che in altre occasioni i consigli e suggerimenti delle opposizioni hanno consentito di migliorare dei provvedimenti legislativi. Rivolgendosi al collega Ignazio Manca l’ha esortato a evitare tali scivoloni e che i regolamenti sono redatti a tutela delle minoranze e delle maggioranze.

Ha concordato con Agus anche Eugenio Lai (Leu), che ha annunciato l’astensione e ha ricordato che il modo migliore per rallentare i lavori è di provocare le opposizioni sui loro diritti essenziali. Ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere della Lega, Ignazio Manca, esortandolo a scusarsi e ricordando anche che la minoranza sta garantendo il numero legale e non sta facendo ostruzionismo sterile.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che se si pongono questioni di forma, di regolamenti, chi soccombe non è l’opposizione e che chi ha fretta di approvare le leggi è la maggioranza. Massimo Zedda ha quindi criticato l’atteggiamento del consigliere Manca, ricordando che la minoranza anche nelle Commissioni, spesso sta garantendo il numero legale e lo svolgimento dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha dichiarato il voto di astensione e ha ricordato al consigliere Ignazio Manca  che il suo non è il modo più corretto di agire, ricordando che mai nella scorsa legislatura la maggioranza si è sognata di avanzare proposte di questo tipo, neanche quando giungevano atteggiamenti di ostruzionismo. In conclusione Giuseppe Meloni ha detto: “Lo prendo come uno scivolone e una svista”.

E’ quindi intervenuto il presidente Michele Pais, il quale ha ricordato all’Aula che la variazione di bilancio in esame è giunta in Consiglio regionale grazie all’accordo tra maggioranza e opposizione “che io ringrazio”. Michele Pais ha affermato che “non c’è alcuna intenzione di censurare interventi di alcuno e sarà data la parola a chi la chiederà”.  Pais ha chiesto all’intero Consiglio di andare avanti con l’accordo tra galantuomini, grazie al quale il provvedimento è arrivato in Aula, perché si tratta di un provvedimento importante.

Giorgio Oppi (Udc) ha evidenziato che la minoranza sta facendo un’opposizione corretta. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che il Regolamento è stato già modificato e che favorisce l’opposizione. Ha esortato tutti a stare attenti a quello che si dice. Oppi ha poi proposto di “evitare lacerazioni e perdite di tempo”, rassicurando l’Aula che si sta arrivando a una conclusione in base a quell’accordo preso questa mattina e ha affermato che “adesso bisogna procedere speditamente”. Giorgio Oppi ha però ricordato all’opposizione che anche nella scorsa legislatura l’allora minoranza ha più volte garantito il numero legale nelle Commissioni.

Valter Piscedda (Pd) ha annunciato il voto di astensione e ha ricordato che gli accordi vanno rispettati. Rivolgendosi al consigliere Ignazio Manca ha affermato che si può anche sbagliare “ma la esorto a chiedere scusa”.

Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) ha annunciato il voto di astensione “ma non posso fare a meno di intervenire sulle dichiarazioni dell’on. Ignazio Manca che evidentemente vuol far saltare la votazione in giornata del provvedimento”. Ganau ha affermato che quello del consigliere Manca è stato un atto grave che mortifica le minoranze. Ganau ha fatto un appello alle minoranze di sospendere gli interventi nel caso di scuse da parte del consigliere Manca, affinché si possa  procedere spediti e approvare un provvedimento importante “grazie alla nostra presenza”.

Il Presidente Pais ha ribadito di farsi garante delle prerogative e dei ditti dei consiglieri. Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato il voto di astensione. Non mi stancherò mai – ha detto – di sostenere la democrazia. In un Consiglio dove per tutto il pomeriggio si è parlato di patto tra galantuomini  – ha concluso – voglio ricordare che  ci sono anche le consigliere che mantengono i patti.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha dichiarato l’astensione e ha espresso apprezzamento per l’intervento del Presidente Pais. L’esponente dei Progressisti ha parlato di “caduta di stile” da parte del consigliere Ignazio Manca. Questa opposizione – ha detto –  ha dimostrato tutta la collaborazione possibile. Ignazio Manca dovrebbe chiedere scusa a questa aula affinché il dibattito possa procedere e continuare con serenità

Il Presidente del Consiglio ha fatto un ulteriore appello all’aula per rispettare l’accordo.

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha affermato che il consigliere Manca dovrebbe chiedere scusa all’aula. I sistemi democratici devono essere sempre difesi. La democrazia sta alla base di ogni discussione. Noi siamo abituati a confrontarci. L’ascolto sta alla base di tutto. Invito tutti a una seria riflessione

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che è necessario riacquisire  le dinamiche dell’aula . Gli accordi tra galantuomini – ha aggiunto – si fanno tra i capigruppo, o in commissione, tra i componenti della commissione. Questo però non toglie a nessun consigliere di rinunciare ai propri diritti. Ognuno di noi rappresenta se  stesso, l’unico abilitato a esprimere la posizione del gruppo è il capogruppo.  Superiamo questa fase e andiamo avanti.

Pierluigi Saiu (Lega) ha richiamato l’appello fatto dal presidente Pais al buonsenso e al senso di responsabilità. Per il presidente della Prima commissione l’intervento del consigliere Manca non deve essere frainteso o strumentalizzato. Sono sicuro che Manca – ha affermato Pierluigi Saiu – non voleva  provocare né mettere un bavaglio a quest’Aula. Riconosco all’opposizione un grande senso di responsabilità – ha concluso – questo  provvedimento è arrivato in aula grazie anche al contributo delle forze di opposizione. Voterò a favore.

Piero Comandini (PD) ha detto che l’opposizione non ha bisogno di atti di riconoscimento. Siamo convinti che bisogna rispettare le regole e soprattutto non possiamo accettare il tono di avvertimento usato da Ignazio Manca nel suo intervento.

L’articolo 7 è stato approvato (presenti 51, votanti 30, 21 astenuti).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 8. Il relatore ha espresso il parere favorevole sull’emendamento Gallus riguardante il teatro di Paulilatino, mentre l’assessore Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta, si è rimesso all’Aula.

Francesco Mura (Fdi), ripercorrendo l’ampia discussione in commissione, ha condiviso nel merito la proposta perché spesso si parla di zone interne senza concretezza e senza individuare la priorità della cultura, come dimostra l’esempio emblematico del teatro di Paulilatino, oggetto di un impegno per la prossima occasione utile, per cui ha chiesto il ritiro dell’emendamento Domenico Gallus.

Massimo Zedda (Progressisti) dopo aver ricordato che le diplomazie delle forze politiche superarono in altre epoche la logica dei poli contrapposti, ha osservato nel merito che, la proposta sul teatro di Paulilatino vale oggi come qualche mese, mentre sarebbe meglio fare un discorso su tutti i teatri del territorio regionale molti dei quali hanno bisogno di investimenti. Massimo Zedda si è espresso infine in modo critico nei confronti del presidente della Regione Solinas, che avrebbe sostenuto alcuni emendamenti “puntuali”.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha preannunciato la sua astensione, criticando la previsione nel testo della voce “disposizioni varie”, che contiene per definizione tutto ed il suo contrario attraverso i cosiddetti emendamenti “spot”, sbagliati sempre ma soprattutto all’inizio della legislatura. Francesco Agus ha infine auspicato, nonostante il ritiro di alcuni emendamenti, che venga affrontato quanto prima il problema delle aziende colpite da calamità naturali.

Alla ripresa dei lavori, dopo la Conferenza dei Capigruppo, il presidente Michele Pais ha comunicato all’Aula che l’opposizione ha chiesto una presa di posizione della maggioranza in ordine alla volontà o meno di  modificare il Regolamento in termini restrittivi. E’ stato ribadito – ha detto il Presidente – che non è nelle intenzioni della maggioranza procedere in questo senso.

Gianfranco Ganau (PD) ha chiarito che l’opposizione ha chiesto alla Lega di dichiarare in Aula quale è sull’argomento la sua posizione.

Ha preso la parola Ignazio Manca (Lega) che ha detto di essere dispiaciuto di  aver scatenato in aula questa bufera. Non era mia intenzione – ha affermato –  offendere le opposizioni o i consiglieri che hanno parlato prima di me. La posizione da me espressa – ha detto Ignazio Manca –  è  mia personale quindi non riferibile al mio partito,  non intendevo limitare i diritti dell’opposizione.

Dopo questa dichiarazione sono stati approvati a voto palese: l’articolo 8, l’emendamento 1, e gli articoli 8bis, 9, 10, 11, 12.

L’emendamento n. 1 presentato all’articolo 8, approvato dall’Aula, autorizza per l’anno 2019 la spesa di 500.000 euro quale contributo straordinario in favore del comune di Sorso per l’acquisto e/o la messa in sicurezza, la riqualificazione e la valorizzazione del fabbricato già sede della storica stazione dell’Arma dei carabinieri di Sorso.

Sull’emendamento 2 (Gallus e più), che prevedeva la spesa di 1.200.000 come contributo per l’acquisto del teatro Deledda di Paulilatino, è intervenuto Domenico Gallus che con grande amarezza ha dichiarato di ritirarlo e ha ribadito di non aver mai cercato un tornaconto personale.

L’emendamento è stato ritirato.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli allegati e le tabelle collegate alla legge.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha illustrato un ordine del giorno con cui si chiede allo Stato il commissariamento delle opere pubbliche di competenza Anas attualmente bloccate per varie ragioni. Mula ha specificato che il documento dovrà essere trasmesso al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro delle Infrastrutture ed ai presidenti delle due Camere.

L’ordine del giorno è stato approvato.

Subito dopo è stato messo in votazione finale il disegno di legge n. 39.

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, riferendosi alla precedente dichiarazione del consigliere Domenico Gallus, ha affermato di essersi occupato a lungo di teatri, subendo anche 4 anni di processi, senza mai cedere alla tentazione di interventi particolari. Quello di Paulilatino, ha aggiunto, è un problema importante ma ce ne sono tanti altri in altri teatri della Sardegna, abbiamo solo chiesto un intervento di sistema. Massimo Zedda, infine, ha annunciato la sua astensione.

La legge è stata infine approvata con 29 voti favorevoli e 20 astenuti.

Successivamente è ripresa la discussione della mozione n. 34 (Giagoni e più) sulla proroga delle concessioni balneari. Il proponente ha annunciato alcune modifiche del documento.

Il presidente Michele Pais ha invitato il consigliere a depositare la proposta.

Sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha eccepito la prassi irrituale di presentare emendamenti alle mozioni.

Il presidente Michele Pais ha ricordato che il regolamento lo consente, perché il dibattito è stato sospeso nella precedente seduta in fase di discussione generale.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che il collega Mula aveva chiesto di superare la mozione con un ordine del giorno, quindi la discussione generale sulla mozione era chiusa.

Il presidente Michele Pais ha ribadito che la discussione era sospesa ma non chiusa.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Michele Pais ha replicato che non si può chiedere nell’attuale fase dei lavori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che in alcune città si stanno danno interpretazioni discutibili della legge finanziaria nazionale 2018 che prevede la proroga delle concessioni e che la stessa legge riguarda anche commercio su aree pubbliche.

A nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna ha ribadito di essere impegnato per una soluzione a questo grave problema, soluzione che va perseguita con serietà, allineandosi alle decisioni del Governo nazionale attese per le prossime ore.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto di non aver capito il parere della Giunta, posto che sull’argomento ci sono forti dubbi di legittimità e sentenze di segno opposto.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha fatto rilevare la necessità di votare l’emendamento con scrutinio elettronico e dopo la mozione.

Il presidente Pais ha precisato che ci si trova in fase di dichiarazioni di voto sull’emendamento.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha osservato che la Giunta non ha espresso formalmente un parere.

L’assessore Quirico Sanna ha precisato che la Giunta intende rimettersi all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta per valutare l’emendamento che riguarda anche il commercio su aree pubbliche.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha annunciato il ritiro dell’emendamento, chiedendo però un impegno all’assessore Sanna perché la mancata certezza del diritto sta causando danni a molti operatori.

Giuseppe Meloni (Pd), a favore, ha detto però che il tema non può essere trattato in modo semplicistico creando illusioni, come emerge anche dalle posizioni differenti della maggioranza.

Giovanni Satta del Psd’az, a favore, ha parlato di argomento delicato e controverso con visioni diverse sulla proroga stabilita dalla finanziaria nazionale, attualmente in contrasto con una direttiva europea. Il governo chiarirà, ha concluso, ma per ora non c’è certezza e per il futuro è auspicabile più coesione nella maggioranza.

Giuseppe Piu (Progressisti) si è detto in imbarazzo anche per le contraddizioni nella posizione dell’assessore e la scarsa chiarezza dello stesso documento, molto simile ad una promessa priva di contenuto.

Valter Piscedda, del Pd, ha ricordato che ci sono state audizioni in commissione cominciando un percorso, ed ora si cambiata strada con scelta piuttosto irrituale ed una mozione molto generica nonostante si sia diffusa nell’opinione pubblica la convinzione che il problema dipenda solo dalla volontà politica del Consiglio ma non è così.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha annunciato che non parteciperà al voto, protestando per una decisione a suo giudizio vergognosa nei confronti degli operatori del settore. E’una follia, ha concluso, invitare la Giunta a fare una delibera mentre poi l’esecutivo si rimette all’Aula.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha dichiarato che quello che è successo stasera non sarà più tollerato, allusioni e messaggi compresi. Spero che nell’Aula prevalga il buon senso e per questo mi appello al presidente. Nel merito, apprezzo la posizione dell’assessore che si è impegnato ad approfondire con rigore il problema in collaborazione col governo.

Angelo Cocciu (Forza Italia) si è detto favorevole perché si chiede alla Giunta di continuare a lavorare per risolvere un problema oggettivamente difficile, tanto è vero che il Comune di Olbia non ha prorogato le concessioni.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, a favore, ha evidenziato il paradosso di una mozione della maggioranza nei confronti della Giunta, frutto di un atteggiamento da campagna elettorale continua, condotta prevalentemente sui social media, senza alcuna concretezza.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda ha parlato di “doppio danno” per chi ha investito e per chi dovrà farlo, come ha riconosciuto anche Mula quando ha cercato di togliere dall’imbarazzo il “suo” assessore. Massimo Zedda ha annunciato che non parteciperà al voto.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha definito la mozione una “marchetta elettorale” che farà danni maggiori dei problemi che vorrebbe risolvere. La posizione espressa dall’assessore dimostra le perplessità enormi che circondano il tema. Mi rifiuto, ha concluso, di associarmi ad un pasticcio che potrebbe causare un disastro.

Infine la mozione è stata approvata con 26 voti a favore e 3 astenuti.

Al termine dello scrutinio il presidente ha dichiarato chiusa la seduta, annunciando la riconvocazione del Consiglio a domicilio.

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Il vicepresidente della IV Commissione Trasporti, Roberto Li Gioi (M5S) ed i consiglieri di minoranza della commissione Trasporti hanno presentato una richiesta – protocollata stamattina – di convocazione straordinaria della Commissione chiedendo l’audizione del presidente della Regione Solinas e dell’Assessore ai Trasporti Giorgio Todde.

«Occorre avviare un tempestivo dibattito sulla vertenza continuità territoriale e sulle conseguenti problematiche dei dipendenti Air Italy». Questo l’oggetto della richiesta promossa da Li Gioi e immediatamente accolta con favore dai consiglieri di minoranza (Roberto Deriu, Valter Piscedda, Antonio Piu, Maria Laura Orrù).

«Apprendiamo in queste ore con profondo rammarico – ha detto Roberto Li Gioi – che le trattative tra Alitalia e Air Italy sono approdate su un binario morto. Peggio, a uno scambio di accuse presagio di un tristissimo epilogo. Inoltre, apprendiamo che Air Italy ha già cancellato tutte le vendite per Roma e Milano, a partire da oggi fino al 26 ottobre. In questo momento è fondamentale non abbandonare i lavoratori e le loro famiglie. Il fatto che Air Italy lasci lo scalo di Olbia rappresenta una vera sciagura per l’intera economia della Sardegna e nello specifico della Gallura, che non potrà non avere ripercussioni sulla stagione turistica ormai alle porte. Chiediamo che il presidente Solinas prenda a cuore con assoluta urgenza la questione perché non possiamo assolutamente accettare che l’annosa vicenda termini in questa maniera.»

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Ieri pomeriggio, dopo il giuramento dei sette neo assessori, il Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha aperto la discussione e dato la parola all’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi), il quale ha affermato che “le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas sono in perfetta sintonia con il pensiero del Gruppo dei Riformatori sardi”. E ha aggiunto: “Recepiscono i punti salienti del nostro programma elettorale verso il cambiamento richiesto”. Giudizio positivo, dunque, anche per la forte attenzione riservata ai temi dell’insularità e delle accise, “necessari per un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna”. L’on. Salaris ha sottolineato la convergenza che si è creata sull’insularità, che non si era mai vista prima, e che risulta centrale nell’azione di governo della Sardegna. Dal riconoscimento del principio di insularità, ha sottolineato il consigliere di maggioranza,  dipende lo sviluppo economico e sociale dell’Isola, ed “è quindi necessario muovere i dovuti passi verso Roma” anche alla luce della richiesta di maggiore autonomia da parte delle altre Regioni. “Da qui la nostra proposta di legge nazionale di modifica delle Norme di attuazione dello Statuto quale via maestra per ottenere ciò che ci spetta”.

Per quanto riguarda le Province, il consigliere ha sottolineato che non cambia l’opinione dei Riformatori (“Troviamo un errore rivitalizzarle”), ma che sono pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza. Sulla sanità ha affermato che è un tema che va affrontato con la massima celerità e attenzione nell’interesse del diritto alla salute dei sardi, senza guardare al passato. L’on. Aldo Salaris ha sottolineato la gravosità del compito che oggi ha l’assessore regionale della Sanità, a cui va dato tutto l’appoggio possibile. Ricordando che la spesa sanitaria impegna più del 50 per cento del bilancio regionale, ha evidenziato che secondo il Crea, Centro di ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, “ha certificato che la performance assistenziale della sanità sarda è la peggiore d’Italia, nonostante la spesa pro capite sia tra le più alte”. L’on. Aldo Salaris ha evidenziato che ci sono delle peculiarità proprie della nostra isola dal punto di vista territoriale che vanno tenute in considerazione, come il fatto che la popolazione invecchia e che le cronicità avanzano. “Bisogna mettere mano immediatamente alla riforma del Sistema sanitario” e ha sottolineato favorevolmente il lavoro già iniziato dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

L’on. Francesco Mura (FdI) è intervenuto sull’ordine dei lavori e ha chiesto al presidente Pais di onorare la memoria dell’ex assessore regionale ed ex sindaco di Oristano, Angela Nonnis, scomparsa prematuramente, facendo osservare all’Aula un minuto di silenzio.

La richiesta è stata accolta dal presidente Michele Pais e l’Aula ha onorato la memoria dell’ex assessore Nonnis.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Roberto Deriu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come le dichiarazioni del presidente Solinas siano “interessanti e ambiziose”. Ha poi evidenziato che l’opposizione avrà il compito di sconsigliarlo, evidenziando limiti e pericoli delle sue scelte. L’on. Roberto Deriu ha sottolineato che si soffermerà, in particolare, sul capitolo intitolato “Identità politica e istituzionale”. “Siamo rimasti smarriti davanti all’affermazione iniziale che la chiave di lettura è la sardità intesa come identità”, non supportata da alcuna analisi storica. L’on. Roberto Deriu ha evidenziato che ci si deve muovere all’interno di un quadro dettato della Costituzione e bisogna fare attenzione alle affermazioni pronunciate.

Il consigliere ha evidenziato che non c’è alcuna preconcetta ostilità. Ci sono alcuni punti condivisibili come quello di pagina 17 delle dichiarazione programmatiche, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere le comunità locali e che si ricollega all’articolo 5 della Carta “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.

Tra le azioni sconsigliate: la revisione dello Statuto della Sardegna, che esporrebbe a rischi lo stesso Statuto, una volta messo al vaglio del Parlamento italiano.

“Sulle province – ha detto – le diamo il benvenuto, visto che noi l’abbiamo sostenuto sin dal lontano 2011”.  L’On. Roberto Deriu ha sconsigliato un approccio superficiale, come ha sconsigliato di procedere alla riforma della Regione. Il consigliere ha affermato che per azione volte al bene del popolo sardo non sarà negato l’appoggio del Pd. L’on. Deriu ha, inoltre, sconsigliato l’istituzione del dipartimento delle identità e di affrontare il tema sulla semplificazione legislativa senza analizzare bene quanto già posto in essere dalla Giunta Francesco Pigliaru e dalla Prima commissione. L’esponente del Pd, augurando buon lavoro al presidente Solinas, ha affermato che “nessuno le augura l’insuccesso”, ma il ruolo della minoranza sarà quello di avere un atteggiamento franco tale dei servitori fedeli della Repubblica e della Costituzione.

Il presidente Pais ha dato la parola all’on. Stefano Schirru (Psd’Az), il quale ha sottolineato l’importanza di una corretta e proficua collaborazione tra Giunta e Consiglio. “Sono infatti convinto che la centralità del Parlamento autonomistico, così fortemente stigmatizzata dalle dichiarazioni rese all’Aula sia davvero il perno su cui far ruotare l’intera azione riformatrice, così ben tratteggiata dal presidente Solinas”, ricordando la separazione netta tra Giunta e Consiglio avvenuta nella scorsa legislatura. L’on. Stefano Schirru ha definito le dichiarazioni programmatiche: “Intelligenti, azzeccate, ricche di spinti ed entusiasmanti per la nuova stagione che siamo chiamati ad affrontare”.

Il consigliere di maggioranza ha posto l’accento sulla nuova visione della Sardegna, ma anche sul ruolo della politica e sulla volontà di cambiare l’impostazione presente fino a oggi. Più celerità nel dare risposte e nel trovare soluzioni ai problemi, nell’ottica anche di trasformare la percezione che i cittadini e le aziende hanno della Regione: da ostacolo a opportunità, sfruttando al massimo gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto sardo. Per l’on. Stefano Schirru la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida, non lasciando alla burocrazia regionale il ruolo politico.

L’on. Stefano Schirru si è detto d’accordo su una rivisitazione degli enti locali, salvaguardando le diverse identità di cui si compone la Sardegna. “L’abolizione delle Province – ha detto – è stato un insuccesso”. Il consigliere del Psd’Az ha auspicato un’Amministrazione regionale capace di stare in un mondo moderno e che richiede professionalità formate e aggiornate alle nuove sfide. E ha aggiunto che il vero autonomismo è “l’affermazione della nostra diversità, il nostro essere popolo e nazione”, e “di saper essere in un mondo moderno”. Per l’on. Schirru la madre di tutte le battaglie è la tutela dell’ambiente e la capacità di disegnare un modello di politiche ambientali che daranno i risultati oggi e nel futuro. Per quanto riguarda la politica urbanistica, l’on. Stefano Schirru ha sottolineato la necessità di recuperare il patrimonio edilizio esistente prima di consentire di costruire altre case. Le città vanno modernizzate, come Cagliari, ha detto, affinché stimolino quello che per la Sardegna è sviluppo: il turismo.  L’on. Stefano Schirru ha auspicato anche un riordino e una riorganizzazione delle competenze degli assessorati e si è detto favorevole a realizzare un dipartimento dedicato ai rapporti con l’Europa, che sia dotato di personale altamente formato. Non è mancato poi un passaggio sui dati della sanità, che ha definito desolanti: “Abbiamo aumentato costi, calato l’efficienza e portato le  persone a non curarsi”. 

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere al presidente Christian Solinas di riferire in aula sulla continuità territoriale, evidenziando la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori di Air Italy.

Il presidente Michele Pais ha poi dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale, come il collega Roberto Deriu, ha ribadito la preoccupazione per il concetto di sardità espresso dal presidente e ricordando che “la Sardegna sta in un’Italia unita, che sta in un’Europa unita, che sta in un mondo globalizzato e c’è il rischio dell’isolamento”. Il consigliere del Pd ha sottolineato che nel processo di riforma bisogna stare attenti al costo del riformismo moderato e a non lasciare indietro neanche un cittadino. Ha espresso, inoltre, perplessità sulla proposta di istituire una Assemblea costituente per modificare lo Statuto. Si è detto, invece, d’accordo sul mettere al centro gli enti locali, come alla volontà di riunire le regioni ad autonomia differenziata per una riforma dello Stato in un’ottica federale. L’on. Valter Piscedda si è detto contrario invece a istituire un dipartimento dell’identità, come alla revisione degli enti regionali, all’istituzione degli osservatori sul turismo e sul mondo del lavoro, come ancora ha trovato irriverenti le parole sulla chimica verde.

Sull’ambiente ha poi aggiunto: “La tutela ambientale non è discutibile e non indietreggeremo di un passo”. L’on. Piscedda ha garantito la collaborazione per tutte le azioni volte al miglioramento della vita dei sardi.

La presidenza è stata assunta dall’on. Giovanni Antonio Satta.

E’ quindi intervenuto, Giuseppe Talanas (FI): “Le sue dichiarazioni programmatiche, forse per la prima volta, richiamano all’identità sarda e all’autonomia speciale. Ed è la scelta che darà carattere alla sua azione”. Per l’on. Giuseppe Talanas è necessaria una forte azione a sostegno dei settori produttivi della nostra Isola, con la richiesta al Governo e all’Europa di interventi straordinari per la nostra Isola. “Sarà una battaglia che non dovrà combattere da solo, ma con una coalizione unita”. La gestione della politica non può essere affidata a un’azione ordinaria – ha continuato –  per far fronte alle tante emergenze. L’on. Giuseppe Talanas si è detto favorevole a puntare sullo Statuto autonomistico della Sardegna: dal Piano di rinascita, alla questione delle entrate, all’istituzione dei punti Franchi, fino all’insularità e alla continuità territoriale.

Il consigliere azzurro ha chiesto una particolare attenzione alle zone interne e al Nuorese e alle aree non rappresentate in Giunta. Va bene riunire in Sardegna i rappresentati delle regioni europee ad autonomie differenziata, ma con nuove risorse riconosciute dallo Stato. “L’Assemblea costituente è una bella idea – ha detto – per integrare e non cancellare lo Statuto”. Per l’on. Giuseppe Talanas bisogna rilanciare l’articolo 13, un Piano di Rinascita che guardi alle zone interne e disagiate, a forte rischio di spopolamento, con piccoli punti franchi con fiscalità di vantaggio nelle aree di  Pratosardo, Nuoro, Siniscola, Ottana, Macomer, Sorgono, Suni, Ozieri, Isili e Arbatax. Per l’esponente di maggioranza va potenziato il turismo, anche con percorsi e offerte alternative a quelle legate alle zone costiere. Un passaggio importante è stato riservato al comparto agricolo e alla forte spinta politica a sostegno del prezzo equo del latte, a partire da un euro a litro e alla ricerca di una trasformazione strutturale del comparto. Serve, inoltre, una task force che si occupi delle richieste del mondo agropastorale, creando anche un collegamento tra ambiente e mondo agricolo. Tutti i programmi devono essere portati avanti senza ritardi.

E’, poi, intervenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, il quale ha evidenziato   che la mancata partecipazione del presidente Solinas alle celebrazioni del 25 aprile l’hanno lasciato sconcertato. “Una data, ha spiegato, che è una pietra miliare della nostra storia”. “Autonomia sì, ma all’interno di una nazione che ha lottato con ardore per la sua libertà e che ha lasciato sul campo tantissime vittime”. L’on. Roberto Li Gioi ha evidenziato i 70 giorni passati prima di vedere completata la Giunta, sul cui operato vigilerà, insieme ai consiglieri del suo gruppo. Per l’esponente del Movimento 5Stelle è fondamentale la riorganizzazione degli enti e agenzie e che si risolvano i problemi dei dipendenti dell’Aras e dell’Aias. Apprezzabile sulla carta, ha detto, il punto sull’identità ambientale e territoriale, ma sarà necessario valutare con attenzione le politiche ambientali e urbanistiche che saranno portate avanti. L’on. Roberto Li Gioi ha, inoltre, evidenziato come il turismo sia imprescindibile per lo sviluppo dell’Isola, ed è fondamentale che la Sardegna abbia un sistema di trasporti efficiente. E’ necessario, ha, proseguito, lavorare su continuità territoriale che metta alla pari i tre aeroporti sardi, così come bisogna intervenire sulla continuità marittima. Il consigliere ha ricordato la proposta presentata dal deputato Nardo Marino (M5S) in Parlamento.  In conclusione, ha affermato che il suo gruppo non farà sconti alla Giunta, ma che sarà pronto ad appoggiare gli interventi a favore del popolo sardo.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha preso la parola e ha detto: “Cari colleghi, sento l’onore di questo ruolo. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare per la nostra terra e per i giovani sardi.

La nostra autonomia ha superato i 70 anni e il suo sostanziale logoramento impone l’avvio di un serio processo di riforma. In questo scenario le regioni a statuto speciale sembrano stancamente inseguire le regioni a statuto ordinario e il loro dinamismo. La classe politica sarda ha poi mostrato difficoltà a elaborare riforme coraggiose ed è urgente ripensare il nuovo statuto, per consentire ai sardi di muoversi liberamente e alle imprese di crescere. ‘La sovranità e l’autonomia o la si esercita o decade’, diceva Mario Melis. Noi dobbiamo riformare lo Statuto in senso federale ed è questa la frontiera della nostra autonomia. Dobbiamo ricominciare a parlare di autonomia conquistata, non concessa. Dobbiamo scrivere un nuovo testo unico degli enti locali sardi, senza ricalcare la disciplina nazionale ma mettendo sempre al primo posto l’interesse dei cittadini sardi e dei piccoli comuni, che dovranno essere messi nelle condizioni di erogare i servizi necessari alla popolazione”.

Per l’on. Pierluigi Saiu “lo spopolamento delle zone interne si combatte investendo denari e realizzando strade”. E pure le Province dovranno avere “organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo aver paura di chi parlerà di poltrone perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono le risorse per farlo. Come nella strada per Siniscola, dove il 10 marzo scorso abbiamo registrato l’ennesimo incidente mortale. Lo dico da presidente della commissione Prima: dobbiamo scrivere un nuovo Statuto, una nuova Statutaria e una legge generale di riforma degli enti locali. I sardi si aspettano questo e si aspettano discontinuità”. L’esponente leghista ha parlato anche dei problemi della sanità e della necessità di una riforma che venga incontro prima di tutti ai problemi dei cittadini”.

Per i Progressisti ha preso la parola l’on. Gianfranco Satta: “Le dichiarazioni del presidente Solinas sono piene di elementi di criticità, che saranno oggetto di analisi nel corso della nostra legislatura. La nostra opposizione sarà leale, chiara e intransigente, a cominciare al tema della riorganizzazione degli enti locali. Voi volete ripristinare le province ed eliminare ogni altro ente intermedio come le unioni dei Comuni ma è molto dubbia la legittimità costituzionale della vostra proposta. E i Comuni rurali hanno bisogno del pieno riconoscimento, sotto il profilo dei contributi e dei finanziamenti, della loro condizione visto che oltre la metà dei sardi abita in aree definite rurali. Per questo noi riteniamo sia necessario investire sullo sviluppo rurale di tipo partecipativo, abbandonando il modello centralista e valorizzando davvero le decisioni delle comunità”. L’oratore ha proseguito dicendo: “Se davvero lei intende dare equa rappresentanza a tutti i territori, perché non ha iniziato a usare questo criterio componendo la giunta? Non c’è un solo rappresentante della provincia di Sassari né di quella di Nuoro: è questo il suo modo di assicurare la equa rappresentanza?”.

E’ intervenuta l’on. Annalisa Mele (Lega), che ha parlato del suo territorio di provenienza, l’Oristanese, e ha detto: “La prospettiva federalista è senza dubbio la più realistica e la più consona ai nostri ideali per la Sardegna. Presidente Solinas, la sua è la via giusta: dobbiamo scegliere la via dell’identità e della collegialità per trasformare la Sardegna. Ogni enunciato dovrà avere la sua realizzazione a cominciare dalla Sanità. Un fatto su questo deve essere chiaro: la riforma della Sanità dovrà poggiare sul fattore umano. Va recuperato il prezioso contributo dei lavoratori della Sanità, che oggi si sentono privati di dignità e dimenticati dalla politica. Dobbiamo rivendicare con il Governo nazionale la libertà in materia di spesa e di formazione, per evitare una riduzione scellerata dei servizi e restituire ai territori la rete dei servizi sanitari. Non sono i pazienti che vengono verso i servizi sanitari ma sono i servizi che dovranno andare da loro, considerando l’aumento dell’età media e la necessità di occuparsi di prevenzione e di aree emergenti di criticità”. L’oratore, che esercita la professione di medico, ha toccato diffusamente i temi della disabilità, della malattia mentale e dell’incremento delle malattie neurodegenerative. “Un capitolo a parte riguarda l’emergenza urgenza territoriale, l’unico servizio che funziona e riscuote il grande apprezzamento della popolazione. Areus è in via di definizione e va rimodellata aumentando i punti di postazione avanzata. E va rivisto anche il servizio di elisoccorso, spesso utilizzato impropriamente e sproporzionato”. L’on. Annalisa Mele ha parlato poi dell’agricoltura sarda e della cultura: “La valorizzazione della storia della Sardegna deve essere la linfa che alimenta ogni azione di governo. Il mio territorio ha partorito una gigante come Eleonora d’Arborea e mi sia consentito rivolere un pensiero alla collega Angela Nonnis, scomparso pochi giorni fa, sindaco di Oristano e assessore di questa nostra Regione”.

Per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) è intervenuto e ha parlato di linee programmatiche “confuse e contradditorie. Abbiamo vissuto sino a oggi una situazione paradossale e una maggioranza che ha in comune soltanto la divisione dei posti di governo. Non bastano le dichiarazioni del neo assessore al Turismo che pensa di risolvere il problema della disoccupazione con i campi da golf. In realtà i dati macroeconomici del governo Pigliaru sono migliori di quelli che la giunta Cappellacci aveva lasciato all’atto della conclusione della sua legislatura. E’ nel concreto che vorremmo conoscere le vostre intenzioni: che volete fare per i dipendenti Aias, senza stipendio da circa dieci mesi?  Che politica è quella che non si occupa di questi problemi? Io mi batto per una politica che possa consentire ancora al figlio dell’operaio di diventare dottore. E qual è la vostra politica energetica? Stiamo ancora aspettando il taglio delle accise sulla benzina promesso dal vostro primo alleato nel primo consiglio dei ministri”.

Per l’oratore “non serve cementificare ancora, se i nostri paesi sono pieni di case abbandonate come tutti sappiamo. Non siamo il partito del no ma del sì: al lavoro nell’ambiente, al mare cristallino, a un’isola senza plastica, a una nuova legge urbanistica. Serve invece una nuova continuità territoriale che permetta ai cittadini di viaggiare a basso costo in Sardegna e in Italia. Non possiamo aspettare lustri per il completamento di opere strategiche per i collegamenti sardi, che non spettano a noi ma allo Stato”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis, leader di Sardegna 20/20, ha detto: “Chi mi ha preceduto si è mosso sul terreno scivoloso della critica senza la prudenza di chi ha a lungo governato. La stessa prudenza che dovrebbe avere chi si avventura a parlare di calcio senza aver mai giocato. Il realtà il centrosinistra sardo ci ha riconsegnato il governo avendo soltanto parlato di Pil e crescita occupazionale. Senza che il popolo percepisse i vantaggi di tale precedente governo.  Per cinque anni non siete intervenuti sulle questioni più cruciali e non avete ostacolato il più volgare assistenzialismo. Abbiamo sentito tutti noi il presidente Francesco Pigliaru dire che neppure Sergio Marchionne era stato capito quando fondava Fca. Noi ci assumiamo il peso di un grande rinnovamento e del rilancio della Regione e lo faremo dai settori strategici e dagli locali. Ci sono rischi nel programma del presidente Solinas ma ci sono ancora più rischi nel procedere come avete proceduto voi. Noi siamo una maggioranza giovane, esuberante ma trainante e lo dimostreremo in quest’Aula”.

Ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti) che ha sollecitato “tempi più rapidi per le decisioni che riguardano la Sardegna e soprattutto soluzioni. Vengo da un territorio grande e vasto come Sassari che non ha rappresentanza in Giunta e non difendo a prescindere le decisioni del passato. Però se nei vostri interventi c’è così tanta voglia di raccontarvi in maniera differente io non ci sto: la vostra Giunta è partita con mesi di ritardo e la Quarta commissione inizierà a lavorare domani, per la prima volta”.

L’oratore ha proseguito: “Un’identità di popolo si ha solo se si lavora sulle persone e mi sarebbe piaciuto leggere questo nelle vostre linee programmatiche. Mi auguro che in questi cinque anni il presidente Solinas mostri le soluzioni a problemi che ha raccontato con tanta leggerezza”.

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha iniziato il suo intervento mettendo in luce, da cittadino, le difficoltà del sistema Regione nella proclamazione degli eletti a causa di una legge fatta apposta per fermare il Movimento 5 stelle, e successivamente i gravi ritardi che hanno accompagnato la composizione dell’esecutivo, dovuti solo alla necessità di trovare il tempo di «soddisfare gli appetiti delle forze politiche di maggioranza». Noi diciamo no, ha aggiunto, «a questi artigiani della quantità e dubitiamo che le grandi  scelte possano essere fatte con le mani libere, perché temiamo che prevarrà la convenienza personale in continuità con il passato». La Sardegna, ha detto, «deve puntare su modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le sue vocazioni, unica strada per risolvere la profonda crisi di lavoro che riguarda i giovani che comunque hanno tanta voglia di fare e vanno sostenuti nei loro sforzi per restare in Sardegna e riportarli a casa, assicurando loro una buona formazione e l’opportunità di essere una nuova generazione di imprenditori anche lavorando ad un grande progetto di autosufficienza alimentare».

Il consigliere Andrea Piras (Lega), dopo aver ricordato che questa legislatura comincia con una eredità pesantissima, rappresentata dal più alto abbandono scolastico d’Italia, da tante opportunità di lavoro negate ai giovani, e da un grave peggioramento della situazione economica che ha determinato il declassamento della Regione da parte dell’Unione europea, ha criticato l’amministrazione precedente «che non ha portato nulla di buono alla Sardegna, lasciando tanti giovani senza una vera speranza per futuro». Il compito che ci attende, ha continuato, «è quello di affrontare con slancio tante emergenze, puntando sulla come fattore di valorizzazione della nostra identità, dal patrimonio archeologico gli antichi mestieri, e soprattutto sulla formazione di qualità, se davvero vogliamo frenare l’emigrazione e riprendere un cammino di crescita». Piras ha poi approfondito la situazione del settore agricolo, a suo giudizio frenato da troppe inefficienze: burocrazia, bassa capacità di spendere le risorse assegnate e di concentrare l’attenzione su settori strategici in grado di incrementare produzioni ad alto valore aggiunto, col risultato di aver deluso per l’ennesima volta le aspettative di quanti volevano tornare a lavorare sulla terra». Quello di una nuova qualità ambientale, ha concluso, «deve essere un grande obiettivo, assieme ad nuova cultura alimentare, alla lotta contro la contraffazione dei nostri prodotti, all’ammodernamento tecnologico del settore e ad una redistribuzione delle risorse all’interno delle varie misure europee».

Elena Fancello, del M5S, ha messo l’accento sul tentativo del presidente di unificare i diversi settori della realtà sarda con il collante con identità, anche se «le esperienze negative del passato pesano nel deterioramento dei rapporti fra politica e cittadini confermato dall’elevata astensione, molto diffusa fra giovani che, peraltro, non hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato nelle dichiarazioni programmatiche». Si avverte, ha proseguito, «una grande di sfiducia nel futuro e tuttavia va raccolta la sfida di proporre ai sardi una idea complessiva della Sardegna del futuro attenta soprattutto ai giovani, attraverso la semplificazione burocratica, gli incentivi per l’accesso al credito, l’attenzione al capitale umano, alla formazione professionale per chi non riesce a laurearsi e sono purtroppo tantissimi,  alla valorizzazione dei saperi antichi». Molti dicono che con la cultura non si mangia, ha ricordato Elena Fancello, «io invece penso che in Sardegna con la cultura ci sia da mangiare per tutti e che, anzi, l’investimento in cultura sia lo strumento migliore per arginare il calo demografico e dare spazio a tanti giovani, come per esempio i medici, che hanno aspettato fin troppo ed hanno diritto di avere risposte».

Laura Caddeo, dei Progressisti, ha lamentato la marginalità che il programma ha riservato a temi di enorme importanza come, istruzione, diritto allo studio e cultura, «che invece sono elementi strategici sui quali far poggiare ogni disegno di sviluppo». Il documento del presidente, ha aggiunto, «parla di scuola solo due volte e lo fa per citare i dati sulla dispersione che in realtà è la conseguenza di una povertà educativa che arriva da lontano: mancanza di asili nido, scuole per l’infanzia e luoghi di aggregazione soprattutto nei piccoli centri, mentre nelle aree urbane non sono accessibili alle fasce più deboli della società». Manca inoltre, ha lamentato la Caddeo, «ogni riferimento alla disabilità, anch’esso fenomeno e trasversale che richiede una programmazione forte per ampliare gli spazi di integrazione, così come manca una politica per le donne e la parità di genere, che comprenda misure organiche su lavoro e compatibilità fra impegno sociale e realizzazione personale e professionale». Infine, «dire prima i sardi è una cosa banale e individualista, oltretutto in contrasto la citazione di Fortza Paris».

Per Nico Mundula (Fdi) il programma appare coerente con la realtà percepita fuori dal palazzo, perché propone una visione complessiva del concetto di sardità insieme ad una idea di autonomia finalmente compiuta, da protagonisti e non comprimari. E’un compito impegnativo, ha osservato, «perché ereditiamo una Sardegna in ginocchio che però vuole e deve ripartire, a cominciare dalla sanità che richiede la profonda correzione di una riforma che ha scontentato tutti ed ha peggiorato il servizio regionale, mentre invece occorre al più presto rimettere al centro cittadini e costruire un nuovo sistema attorno a loro». Va dato poi impulso, ha auspicato Nico Mundula, «a comparti trainanti dell’economia della Sardegna finora trascurati, come l’agro pastorale, l’agroalimentare, l’artigianato ed il turismo, favorendo l’accesso al credito anche delle micro imprese, tagliando la burocrazia, tutelando i prodotti sardi nei mercati, incentivando il turismo nelle zone interne, rivolgendosi in particolare ai giovani che vogliono restare in Sardegna».

Secondo Diego Loi (Progressisti), in linea generale il programma presenta diversi passaggi condivisibili a cominciare da quelli sull’identità, sui quali ci si potrà confrontare nel quadro del rilancio della nostra autonomia nel quadro nazionale ed internazionale. Ci sono anche suggestioni interessanti su un progetto di rinnovamento istituzionale coerente con le tante identità della nostra Regione, ha continuato, «ma ho qualche riserva sulle modalità indicate perché sarebbe meglio approfondire alcuni passaggi, con particolare riferimento a quelli relativi alle forme aggregative fra Comuni che dovrebbero fare spazio alle Province; vedo in altre parole una dicotomia fra questo e la valorizzazione delle comunità locali; nelle esperienze condotte fin qui c’è a mio avviso molto da salvare, perché combattere la frammentazione va bene ma senza dimenticare che molte cose funzionato e hanno fatto crescere tante piccola realtà che hanno mostrato di superare i localismi».

Carla Cuccu, del M5S, ha auspicato che questa legislatura riesca a trasmettere al popolo sardo l’attenzione delle istituzioni ai loro problemi, anche se da questo punto di vista il programma appare troppo teorico per essere concreto. Noi, ha annunciato, «faremo opposizione sui contenuti vigilando sul recupero di una idea che rappresenti davvero un quadro di istituzioni al servizio dei sardi nel nome dell’identità e richiamata ci saremo quando si parlerà di cose concrete sulle quali faremo le nostre proposte». Da donna, ha affermato, «vedo una carenza sulle politiche della famiglia che poi è il nucleo dal quale si sviluppa qualunque società e bisogna secondo noi valutarla come centro di interessi e di diritti che può fare molto per la Sardegna». Mancano inoltre, ha lamentato, «sia un messaggio di speranza e di liberazione dalla cattiva politica che una attenzione ai problemi della parità di genere che liberi la donna da una scelta obbligata fra diversi ruoli». Per quanto riguarda la sanità, ha concluso, «diciamo no a soluzioni tampone, perché si deve ripartire dalla prevenzione e dalle prestazioni di qualità».

Emanuele Cera, di Forza Italia ha detto di aver particolarmente apprezzato un programma che mette al centro il cittadino, e propone un buon metodo per valorizzare responsabilità amministrativa di chi si impegna in politica sottoponendosi al giudizio dei cittadini. Apprezzamento, inoltre, «per il nuovo ruolo assegnato agli Enti locali nel rapporto con la Regione, che può essere un ottimo strumento per riconquistare la fiducia dei sardi con uno spirito nuovo, facendoli sentire partecipi di un progetto, valorizzando competenze, risorse umane e meritocrazia». Siamo consapevoli del momento difficile che attraversiamo, ha sostenuto Emanuele Cera, «e sappiamo che saranno necessarie scelte coraggiose, nel rispetto del principio di sussidiarietà che presuppone il superamento di un certo centralismo regionale, garantisce una risposta migliore alle esigenze delle imprese ed accompagna positivamente i processi di crescita economica con proposte concrete nei diversi settori». Col rilancio delle vertenze aperte con lo Stato in settori strategici, ha concluso, «possiamo puntare ad essere l’isola della qualità della vita ma dobbiamo fare in fretta perché non c’è più tempo e i sardi non possono aspettare».

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì, alle ore 10.00, con l’intervento del consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.

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Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

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Questo pomeriggio, alle ore 16,00, presso la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna, in via san Salvatore da Horta, a Cagliari, si terrà l’evento di presentazione del XIII Rapporto dell’“Osservatorio sull’Economia Sociale e Civile in Sardegna”, curato dallo IARES, l’Istituto di ricerca delle Acli della Sardegna.

Si discute molto di interventi finanziari, di sussidi dedicati alla fuoriuscita dalle condizioni di povertà di tanta parte della popolazione priva di reddito e di lavoro, mentre si considerano meno le condizioni di contesto in cui i poveri si trovano a cominciare un percorso per il reinserimento e l’autonomia.

Lo IARES nell’ambito di un progetto di ricerca triennale ha indagato la dotazione di Capitale Sociale della Sardegna mettendola in relazione con le condizioni di svantaggio economico (povertà) dei contesti. L’obiettivo è comprendere quali caratteristiche sussistano per generare nuova ricchezza intesa in senso non monetario ma, anche in considerazione di questa, quali condizioni vi siano per basare la ricchezza sul lavoro, sul senso civico, sulla salute, sulla disponibilità a donare, sull’istruzione.

Il XIII Rapporto da conto del lavoro di ricerca e analisi su Capitale sociale e povertà della Sardegna svolto dallo IARES da cui derivano utili spunti per la definizione di azioni di policy.

Dopo i saluti di Franco Marras (presidente delle ACLI della Sardegna), Antonello Cabras (presidente della Fondazione di Sardegna), Massimo Zedda (sindaco di Cagliari), il gruppo di lavoro dello IARES presenterà i contenuti del rapporto.

Al termine si svolgerà una tavola rotonda sul tema: “Investire sul Capitale Sociale della Sardegna per promuovere autonomia e riscatto sociale” a cui parteciperanno Stefania Gelidi (Portavoce del Forum Terzo settore Sardegna), Stefano Tassinari (della Presidenza nazionale delle ACLI), Franco Manca (direttore regionale Pastorale del lavoro Conferenza Episcopale Sarda), Valter Piscedda (consigliere regionale), Benedetta Iannelli (consigliere comunale).