La scrittrice sassarese Bianca Pitzorno ieri sera è stata protagonista, a Santa Teresa Gallura, della rassegna letteraria “I monumenti incontrano la lettura”.
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Alla corte di Eleonora: chi era, come viveva e cosa faceva la giudicessa d’Arborea. Un viaggio nel tempo davvero affascinante, un salto di oltre 600 anni reso possibile dall’abilità narrativa di Bianca Pitzorno. La scrittrice sassarese (oltre 2 milioni di copie vendute in tutto il mondo) ieri sera nel sito archeologico di Lu Brandali, a Santa Teresa, è stata protagonista della rassegna letteraria “I monumenti incontrano la lettura”, la manifestazione organizzata dalla cooperativa tutta al femminile Cooltour Gallura. Bianca Pitzorno, intervistata da Pinuccia Sechi, ha trasportato il pubblico (circa un centinaio di presenti) nel Medioevo attraverso il suo libro “La vita di Eleonora d’Arborea” scritto e pubblicato nel 1984 e aggiornato nel 2010 in seguito al ritrovamento di nuovi documenti sulla giudicessa sarda.
«Non so bene perché – ha confidato Bianca Pitzorno – ma molto spesso la figura di Eleonora e della sua corte è stata male interpretata. Il contesto è stato descritto come agropastorale, in cui si muovevano figure – tra cui Eleonora – che sembravano non aver nulla da spartire con l’epoca medievale, ma che vivessero seguendo usi e costumi quasi preistorici. Naturalmente, non è così. La famiglia di Eleonora, lei e i suoi avi, era estremamente ricca. Avevano grandi possedimenti e amavano il lusso. In perfetto stile Trecentesco. Non avevano nulla da invidiare alle maggiori corti europee del tempo, né per ricchezza, né per cultura o per autorevolezza.»
Bianca Pitzorno ha voluto sfrondare la realtà storica da una certa “licenza poetica” che ha spesso ridisegnato e interpretato in maniera abbastanza libera la fantasia di alcuni scrittori sardi. «Non è pensabile che andasse tra il suo popolo per curare la peste, come ha scritto qualcuno – ha detto la scrittrice sassarese – e di certo non andava in giro con la mastruca, come hanno sostenuto altri. Nessuno sa veramente chi sia stata Elenora come persona con sentimenti, passioni, pensieri. Non lo si può sostenere con precisione. Però i documenti che sono arrivati fino a noi, ne definiscono lo stile di vita e diverse usanze. Che non sono differenti da quelle delle altre corti medievali.»
Ciò che ha senz’altro caratterizzato Eleonora d’Arborea è stata anche la sua autorevolezza politica e la sua determinazione nel rivendicare la totale sovranità del Giudicato di Arborea rispetto alle ambizioni del Regno di Aragona. E poi, c’è la “Carta de Logu”: «In tutti i miei romanzi e nei miei scritti – ha sottolineato Bianca Pitzorno – c’è sempre una figura femminile che deve far fronte a delle difficoltà. La particolarità caratteriale che hanno in comune le mie protagoniste è che non si lasciano mai abbattere, ma affrontano i problemi. A volte con successo, altre volte no. La figura di Eleonora d’Arborea è certamente un esempio di questo modello comportamentale. Del resto, ho preso spunto dalle donne sarde, dalle mie antenate, dalle mie amiche». L’incontro con Bianca Pitzorno è durato oltre un’ora.
La rassegna “I monumenti incontrano la lettura” prosegue con gli altri eventi in cartellone: l’11 agosto, alle 19,30, Raul Moretti si esibirà in un concerto d’arpa al tramonto sulla terrazza della torre di Longonsardo. Il 20 agosto, alle 19,30, Vanessa Roggeri presenterà il suo libro “La cercatrice di corallo” alla Torre di Longonsardo. Nel mese di settembre, la rassegna si concluderà con un incontro di poesia a Olbia e un laboratorio di scrittura creativa itinerante.