A Chernobyl sono trascorsi 31 anni da quel tragico 26 aprile 1986, uno dei più gravi disastri tecnologici dell’umanità.
[bing_translator]
Sono trascorsi trentuno anni da quel tragico giorno del 26 aprile 1986, uno dei più gravi disastri tecnologici dell’umanità, paragonabile all’esplosione simultanea di più di 100 bombe nucleari analoghe a quelle che nel 1945 avevano sterminato Hiroshima e Nagasaki.
In occasione dell’Anniversario di questa immane tragedia i Presidenti della Bielorussia e dell’Ucraina hanno reso omaggio in queste ore alle vittime della tragedia con la posa di corone di fiori nel “Muro del Ricordo” presso il memoriale “Eroi di Chernobyl” che si trova poco distante dagli edifici amministrativi della Centrale Nucleare (che, pur trovandosi in territorio ucraino, è distante solo 16 chilometri dal territorio della Repubblica Belarus). Nel memoriale è stata installata una campana antica di 200 anni che ogni 26 aprile suona in ricordo di tutte le vittime.
In Bielorussia una serie di manifestazioni sono in programma in particolare, ma non solo, nella Regione di Gomel, la regione più colpita dalle conseguenze del disastro (va ricordato che ben il 70% del materiale radioattivo fuoriuscito dalla centrale è ricaduto in territorio bielorusso). Le cerimonie si terranno presso i vari memoriali in granito che ricordano i villaggi e paesi scomparsi a seguito del disastro, basti pensare, ad esempio, che solo nel distretto provinciale di Narovlianskij, dopo la catastrofe di Chernobyl, dei 74 villaggi che ne facevano parte, ben 35 sono scomparsi, poiché la loro popolazione è stata completamente evacuata. Fra le cerimonie da segnalare, inoltre, quella presso il monumento in ricordo di Vasilij Ignatenko nella città di Bragin, vigile del fuoco e liquidatore intervenuto immediatamente dopo l’esplosione della centrale nucleare, e nella Chiesa dell’Arcangelo Gabriele, costruita alla fine del XVIII secolo nel villaggio di Vylevo che a seguito del disastro, rientrò nella zona di evacuazione totale, per cui la chiesa è stata smontata completamente pezzo a pezzo, bonificata dalle radiazioni e installata nella città di Gomel.
L’Italia sin dall’inizio ha assunto una posizione di cruciale importanza nel movimento umanitario internazionale, in primo luogo nell’accoglienza dei bambini di Chernobyl. Nei 25 anni di relazioni diplomatiche tra i nostri paesi (instaurate il 13/04/1992) sono stati ospitati in Italia più di 600mila bambini bielorussi, ma queste relazioni umanitarie sono nate addirittura ancor prima dell’instaurarsi dei rapporti diplomatici formali, una vera e propria diplomazia popolare dal basso che ha creato legami solidi e duraturi.
La Sardegna, il suo popolo, le sue istituzioni, le associazioni di volontariato sono in prima fila in questo splendido movimento di solidarietà, decine di migliaia sono stati di bambini bielorussi che in questi lunghi anni hanno trascorso nell’Isola le loro vacanze estive e natalizie grazie alla solidarietà delle famiglie sarde, l’Isola è fra le regioni italiane più accoglienti in proporzione al numero della popolazione e ai livelli di reddito.
Nonostante i 31 anni trascorsi dalla tragedia le famiglie sarde non hanno dimenticato e continuano a tendere la loro mano all’infanzia bielorussa, anche questa estate i bambini bielorussi trascorreranno le loro vacanze in Sardegna nell’ambito dei progetti Chernobyl.
Ancora una volta a nome delle istituzioni e del popolo bielorusso voglio ringraziare le famiglie e le associazioni di volontariato sarde per l’impegno concreto a favore dell’infanzia bielorussa e l’apprezzamento per il sostegno che la Regione Autonoma della Sardegna, le variate amministrazioni comunali, le università sarde garantiscono, affinché, questa solidarietà continui e si sviluppi in forme sempre più ampie ed efficaci allargandosi in tutti i settori di reciproco interesse.
Foto www.belta.by