CGIL: «A questo punto possiamo immaginare che la chiusura delle centrali a carbone in Sardegna non avverrà entro il 2025».
[bing_translator]
«A questo punto possiamo immaginare che la chiusura delle centrali a carbone in Sardegna non avverrà entro il 2025.»
Lo hanno detto Vincenzo Colla e Ilvo Sorrentino, rispettivamente vicesegretario generale della CGIL e segretario nazionale della FILCTEM CGIL, al termine del primo tavolo tecnico sul phase out del carbone in Sardegna, svoltosi lo scorso 30 maggio al MISE.
«Il dato politico emerso da questa riunione tecnica – hanno aggiunto Vincenzo Colla e Ilvo Sorrentino – è che la Sardegna, a differenza di altre regioni, ha bisogno di ulteriori incontri tecnici riguardo alla data prevista per l’uscita dal carbone. Non avendo una produzione al momento alternativa al carbone, per fare fronte alla domanda energetica, la Sardegna ha bisogno comunque di 400 MW da produzione termoelettrica (dichiarazione Terna al tavolo ministeriale). Per questo l’infrastrutturazione del Gas è necessaria per compiere in maniera non traumatica la completa transizione e per difendere e rilanciare lo sviluppo industriale della regione. Senza il gas la Sardegna muore.»
«Nell’incontro abbiamo ribadito – hanno sottolineato Vincenzo Colla e Ilvo Sorrentino – la necessità di un ‘tavolo politico’ che affronti il tema complessivo della transizione energetica e del phase out dal carbone come nella richiesta presentata da CGIL, CISL e UIL al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa. Da ciò che è emerso nell’incontro – hanno concluso Vincenzo Costa e Ilvo Sorrentino -, possiamo immaginare che, per quanto riguarda questo territorio, la chiusura delle centrali a carbone non potrà avvenire entro il 2025 come, con forza, ha sostenuto anche la Regione Sardegna.»