Sicilia e Sardegna unite per combattere il caro energia
territoriali). Al centro del confronto, il punto sulla vicenda che riguarda gli elevati costi dell’energia, situazione che ha portato l’amministratore delegato della Portovesme ad annunciare che, in assenza di un cambio di tendenza del costo energetico, entro ottobre il 90% delle attività aziendali verrà sospeso con il ricorso alla cassa integrazione per oltre mille lavoratori. Nel frattempo Acciaierie di Sicilia, dopo le fermate di giugno e luglio, sono state costrette a programmare la chiusura per tutto il mese di agosto, attivando la solidarietà per 250 lavoratori con conseguenze anche sui circa 250 lavoratori dell’indotto.
«Il Governo nulla ha fatto per dare un aiuto concreto alle aziende energivore insulari i cui costi energetici ricordiamo incidere, rispetto alle aziende concorrenti peninsulari, per oltre 50 milioni nel caso della
Portovesme srl e, nel caso di Alfa Acciai, per più del 40% – scrivono in una nota, le segreterie territoriali Filctem-CGIL Femca-CISL Uiltec-UIL Fiom-Cgil, la Rsu Portovesme srl e la Rsu Acciaierie di Sicilia -. Nello specifico, il fatto che le due aziende si trovino nelle rispettive isole di Sicilia e Sardegna, implica che non possano giovare degli strumenti compensativi come, per esempio, la superinterrompibilità. Per questo motivo si è reso necessario avviare un tavolo di discussione e rilanciare il dibattito su un argomento di particolare ed elevata importanza per lo sviluppo industriale. Oggi più che mai, alla luce di quanto avviene negli scenari internazionali, devono essere create le condizioni perché il gap con le altre regioni d’Italia sia superato e siano garantite alle nostre regioni pari opportunità e dignità. Le due organizzazioni hanno convenuto sulla necessità di mettere in atto azioni comuni per smuovere la politica e trovare soluzioni che permettano il prosieguo delle attività così come per le altre regioni d’Italia che possono utilizzare strumenti di calmierazione dei prezzi. Nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha approvato, in seconda e definitiva lettura, l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, per il quale la Sardegna si batteva da anni al fine di aggiungere all’articolo 119 un nuovo comma: “la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.»
«Ora si tratta di dare piena attuazione a questo principio costituzionale, specie in un tema particolarmente importante come quello del caro energia. Per questo motivo la richiesta è quella di pari condizioni e non condizioni di favore. Non aiuti, ma pari opportunità – concludono i segretari Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai, Perluigi Loi e Nunzio Cinquemani -. La situazione rischia di incancrenirsi e non possiamo permettercelo. Le Isole DEVONO, come da costituzione, avere compensati i differenziali verso il resto d’Italia e, in assenza di risposte, saranno messe in atto azioni congiunte.»