24 December, 2024
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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura, ha approvato una delibera che interviene sulla lunga vertenza degli Lsu della Sardegna, in vista del definitivo svuotamento del bacino di lavoratori socialmente utili sardi, obiettivo oramai a portata di mano. Attualmente il bacino è composto di 52 lavoratori (a fronte dei circa seimila che ne facevano parte all’inizio) e, grazie al Piano di incentivi varato dalla Giunta con precedenti delibere, e all’atto approvato oggi, che gli dà ulteriore attuazione, si prevede di scendere ulteriormente a circa 35 lavoratori nelle prossime settimane.
La delibera approvata ieri, anzitutto, conferma, anche per il 2017, l’integrazione regionale all’assegno di utilizzo in attività socialmente utili (ASU) versato dall’Inps e pari a 580,14 euro mensili lordi per lavoratore. Grazie all’integrazione regionale (di 419,86 euro), l’ammontare complessivo per lavoratore raggiunge dunque la somma di 1.000 euro lordi.
I lavoratori, inoltre, potranno recuperare le giornate di lavoro perdute (ed i relativi emolumenti) all’inizio del 2017: la convenzione con il ministero del Lavoro, infatti, quest’anno si è potuta sottoscrivere solo il 19 gennaio, per via di un approfondimento, svolto a livello nazionale, dalla Corte dei Conti sulla situazione dei lavoratori socialmente utili. Questo ritardo va a penalizzare fortemente dal punto di vista del reddito i lavoratori che, non per loro volontà, hanno dovuto sospendere le attività dal 1 al 18 gennaio. Per consentire il mantenimento dei livelli economici delle famiglie dei lavoratori interessati, viene dunque riconosciuta una ulteriore integrazione, in misura pari agli importi che sarebbero spettati al lavoratore per il periodo in questione, a condizione che venga anche recuperata la relativa prestazione oraria.
Novità anche per la gestione degli incentivi all’esodo per gli Lsu: a occuparsi delle procedure amministrative sarà d’ora in poi IN.SAR. Spa, la società partecipata dalla Regione e da Italia Lavoro che vanta un’esperienza importante nella materia, essendo il soggetto che storicamente ha seguito l’evolversi della vertenza. Il Piano triennale di incentivi varato dalla Giunta regionale per favorire l’assunzione degli Lsu prevede, per le assunzioni dei lavoratori socialmente utili nel comparto pubblico, la copertura del 100% dei costi degli stipendi per tre anni e del 75% per i successivi due. Gli incentivi in favore delle imprese private che vogliono assumere a tempo indeterminato gli Lsu consistono nella copertura del 50% dei costi stipendiali per cinque anni con un massimale di 12mila euro annui. Viene anche assicurato un bonus forfettario per l’uscita volontaria degli Lsu dal bacino regionale pari a 70mila euro lordi.

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Gli assessori del Lavoro e degli Affari Generali Virginia Mura e Filippo Spanu sono intervenuti, a Cagliari, al convegno “Più istruzione, formazione e lavoro per i disabili e i disagiati” organizzato da Ierfop Onlus.
«Oggi ho illustrato le linee guida della riforma sulla formazione professionale –  ha detto l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Abbiamo già aperto una fase di ascolto da cui ci aspettiamo di ricevere dalle agenzie formative, soprattutto da quelle che si occupano di disabilità, proposte per integrare e migliorare le linee guida che si tradurranno in un disegno di legge. Le misure di sostegno alla disabilità avranno un ruolo molto importante nella riforma: vogliamo introdurre il formatore di sostegno e costruire un sistema della formazione professionale in cui le qualifiche conseguite dai lavoratori disabili siano effettivamente quelle richieste dalle aziende del nostro territorio. Questo obiettivo naturalmente vale verso tutti i lavoratori, ma è ancora più indispensabile raggiungerlo per le categorie più fragili.»
L’assessore Spanu, nel ricordare l’avvio della stagione dei concorsi alla Regione per garantire nuova linfa all’amministrazione, ha sottolineato che «per il bando riservato alle categorie protette sono state presentate 970 domande con una sostanziale differenza rispetto a quanto avvenuto in passato. Dobbiamo coprire posizioni con livelli più alti di responsabilità. Ha avuto inizio una operazione complessa per assicurare a tutti pari opportunità».
«La stagione concorsuale prevede inoltre – ha spiegato Spanu – i bandi per l’assunzione di nuovi dirigenti e, una volta portata a termine la procedura delle stabilizzazioni, di nuovi funzionari. Contemporaneamente abbiamo avviato il percorso per la riorganizzazione della macchina amministrativa. Vogliamo motivare e coinvolgere pienamente tutti i dipendenti del sistema Regione e valorizzare le professionalità presenti. C’è un’altra tappa molto importante: dopo molti anni di blocco vede la luce il nuovo contratto. Siamo tra le prime regioni in Italia a concludere l’iter.»
Al convegno, coordinato dal presidente di Ierfop onlus Raffaele Farigu, è intervenuto anche Andrea Dettori, dello staff dell’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena, che si è soffermato sui progetti Iscol@ e Tutti a Iscol@ promossi dalla Giunta per migliorare l’edilizia scolastica e la qualità dell’offerta formativa.

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Giovedì 29 giugno, nella sala conferenze del CPLF in via Caravaggio a Cagliari, si terranno i lavori del Comitato di sorveglianza del Por Fse 2014-2020. La seduta è pubblica e si svolgerà dalle 9.00 alle 16.30.
Alle sessioni di lavoro partecipano i rappresentanti della Regione Sardegna, dei Ministeri, della Commissione europea e del partenariato economico e sociale. Tra gli altri: il Capo unità della DG Employ della Commissione europea, Denis Genton; l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura; l’Autorità di gestione del Por Fse 2014/2020 e Direttore generale dell’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna, Luca Galassi; il responsabile del Servizio di Supporto all’Autorità di gestione del POR FSE, Roberto Doneddu, oltre ai rappresentanti del ministero del Lavoro e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.
Nel corso del Comitato di sorveglianza verrà presentato lo stato di attuazione del Programma del Fondo sociale europeo in Sardegna che, alla fase attuale, presenta significativi avanzamenti, con l’attivazione di tutti gli Assi prioritari: misure per la politica attiva del lavoro e per le pari opportunità di genere, iniziative di contrasto alla dispersione scolastica e a favore dell’inclusione sociale, azioni di rafforzamento della capacità amministrativa.
Il Comitato di sorveglianza sarà anche l’occasione per presentare nuove iniziative di politica attiva del lavoro, definite sulla base dei risultati delle sperimentazioni dei programmi Flexicurity e CRIS, oltre che delle misure della Garanzia Giovani.
Il Fondo sociale europeo è il principale strumento utilizzato dall’Unione Europea per sostenere l’occupazione e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti, con particolare attenzione ai cittadini con maggiore difficoltà. Il Fse investe nel capitale umano, finanziando progetti e iniziative locali, regionali e nazionali. La Sardegna si è evidenziata come regione virtuosa nella programmazione del Fondo sociale europeo, essendo stata tra le prime in Italia ad avere ricevuto l’approvazione definitiva del Programma operativo Fse 2014-2020 da parte della Commissione europea.

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Verrà pubblicato nei prossimi giorni il nuovo Avviso pubblico destinato a seimila beneficiari, con l’obiettivo di favorire la nascita del maggior numero possibile di rapporti di lavoro. L’avviso, pubblicato a cura dell’Aspal, prevede due tipologie di destinatari. La linea A, la più vasta, è parte del Programma Garanzia Giovani (misura 5A) ed è destinata a giovani Neet (ragazzi che non lavorano e non studiano) di età compresa tra i 18 e i 29 anni. La linea B, che attinge a risorse del Fondo Sociale Europeo, è invece rivolta a disoccupati dai 30 anni in su. Ciascun tirocinio avrà la durata di 6 mesi, con un impegno di 30 ore settimanali. Al tirocinante verrà riconosciuta un’indennità mensile lorda di 450 euro, 300 dei quali a carico del cofinanziamento pubblico e 150 a carico del soggetto ospitante. Le domande, tanto per i disoccupati che per le imprese, potranno essere presentate a partire dal prossimo 1 luglio. Le risorse economiche, al momento di oltre 15 milioni di euro, saranno ulteriormente implementate nelle prossime settimane, grazie a fondi recuperati dall’Assessorato, per arrivare a circa venti milioni.
«Sappiamo bene che si tratta di una misura molto attesa, con il precedente ciclo di tirocini di Garanzia Giovani abbiamo avuto un gran numero di richieste, tanto dai ragazzi quanto dalle imprese – spiega l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Per questo avviso siamo riusciti a reperire fondi ingenti dal Ministero per dare risposta a tanti ragazzi sardi iscritti a Garanzia Giovani, mentre con le risorse recuperate dal Fondo Sociale Europeo riusciamo a includere anche gli over 30 in questo percorso, che ci auguriamo possa davvero essere la porta d’accesso al mondo del lavoro. Vogliamo che vengano attivati tirocini di qualità quelli cioè che assicurano la più alta percentuale di trasformazione in posti di lavoro.»
«Il tirocinio si riconferma, sia a livello nazionale che regionale, la prima vera politica attiva del lavoro, da un lato per la percentuale di riuscita, dall’altro perché si tratta dell’inizio di un percorso di vera attivazione al lavoro – aggiunge il direttore dell’Aspal Massimo Temussi -. Nei confronti di questo strumento si riconferma un elevato appeal delle imprese, noi saremo tempestivi e cercheremo di venire incontro alle richieste e alle esigenze dei soggetti imprenditoriali che intendono utilizzare questi strumenti. Fondamentale – conclude Massimo Temussi – sarà in questo senso il ruolo dei Centri per l’impiego, non solo per quanto riguarda la parte amministrativa, ma anche perché avranno il compito di valutare i progetti e fare in modo che siano coerenti e sviluppino la loro efficacia, tutto questo per evitare le storture che qualche volta in passato sono state riscontrate sia sul fronte dei tirocinanti che delle imprese.»
Nell’Avviso sono contenute una serie di disposizioni che mirano alla costruzione di ‘tirocini di qualità’. Anzitutto, attraverso il cofinanziamento richiesto al soggetto ospitante, si punta a responsabilizzare le imprese che intendono attivare la misura. Sono inoltre previsti, in conformità alle Linee guida nazionali, limiti nel numero di tirocinanti per impresa, connessi al numero di dipendenti: un tirocinio nelle imprese fino a cinque addetti, due in quelle fino a venti dipendenti, massimo il 10% del numero dei dipendenti, per quelle con più di 21 lavoratori. Il ‘matching’ tra tirocinante e impresa sarà gestito direttamente dall’Aspal, attraverso la rete dei Centri per l’Impiego: anche questa mediazione qualificata garantirà contro l’abuso di pratiche scorrette, assicurando invece l’incontro più virtuoso tra il profilo del disoccupato e le esigenze produttive del soggetto ospitante.
Nei prossimi giorni, inoltre, l’assessora Mura firmerà con le sedi territoriali dell’Ispettorato del Lavoro un formale Protocollo d’intesa attraverso il quale i funzionari del Ministero, oltre alla normale attività ispettiva nei casi di violazioni gravi, assicureranno anche una sorta di ‘accompagnamento’ all’utilizzo corretto del tirocinio, attività preziosa, soprattutto, per le tante micro e piccole imprese che potranno più serenamente accedere a questo tipo di strumento, con meno timori di incorrere in infrazioni.

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«Si apre una prospettiva concreta e importante per la risoluzione definitiva della lunga vertenza degli Lsu della Sardegna, con la rimozione del principale ostacolo normativo che fino a oggi ha impedito alle Regioni, compresa la Sardegna, di giungere al completo svuotamento del bacino dei propri lavoratori socialmente utili.»

È il commento dell’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura all’approvazione in commissione Lavoro del Senato dell’ordine del giorno presentato dal senatore Ignazio Angioni e sottoscritto dai colleghi sardi Giuseppe Luigi Cucca, Silvio Lai e Luciano Uras. La proposta, condivisa anche dal vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, impegna il Governo ad «attuare le condizioni per riavviare la stabilizzazione degli Lsu», rimuovendo le sanzioni per il superamento dei limiti assunzionali per gli enti che vi procedano.
«Siamo davanti alla prova che solo la buona politica può risolvere i problemi – aggiunge l’assessore Mura -. Grazie al lavoro svolto in piena sintonia in questi mesi con il senatore Angioni e con i colleghi d’Aula sardi del Partito Democratico da un lato, e con il ministero del Lavoro dall’altro, siamo convinti di avere trovato una possibile soluzione del problema. Da anni infatti le Regioni vengono sollecitate a presentare piani per incentivare la stabilizzazione per i residui lavoratori socialmente utili presso gli enti locali nei quali, ogni anno, vengono impegnati in forza di apposite convenzioni firmate da ciascuna Regione con il ministero del Lavoro. In Giunta – ricorda Virginia Mura – abbiamo già presentato e approvato un pacchetto di misure particolarmente vantaggiose per i Comuni che intendono stabilizzare i lavoratori che già utilizzano, ma in diversi casi la buona volontà di sindaci e amministratori si è dovuta fermare davanti ai limiti assunzionali che le normative attuali impongono e che ora contiamo vengano superati.»

«L’ordine del giorno proposto dal senatore Angioni – aggiunge l’assessore Mura – va proprio a intervenire su questo ostacolo, tenuto conto che il definitivo svuotamento del bacino, almeno per la Sardegna, è un obiettivo a portata di mano: nella regione, su un bacino che in origine era di oltre seimila addetti, restano oramai solo 52 lavoratori socialmente utili, e puntiamo a scendere a meno di quaranta unità entro le prossime due settimane, quando in Giunta presenteremo una rimodulazione ancora più efficace degli incentivi già operanti.»
Il Piano triennale di incentivi varato dalla Giunta regionale prevede, per favorire le stabilizzazioni nel comparto pubblico, la copertura del 100% dei costi degli stipendi per tre anni e del 75% per i successivi due. Previsti anche incentivi in favore delle imprese private che vogliono assumere a tempo indeterminato gli Lsu, che consistono nella copertura del 50% dei costi stipendiali per cinque anni con un massimale di 12mila euro annui. Viene anche assicurato un bonus forfettario per l’uscita volontaria degli Lsu dal bacino regionale pari a 70mila euro lordi.

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È stato presentato questa mattina nella sede della Prefettura a Palazzo Regio a Cagliari, il progetto Diamante Impresa attivato dall’assessorato regionale del Lavoro che prevede otto progetti di iniziativa d’impresa destinati a circa duecento immigrati, finanziati con fondi appositamente dedicati del Fondo Sociale Europeo 2014-2020. L’incontro è stato aperto dal prefetto Tiziana Giovanna Costantino, che ha ricordato i numeri e le problematiche dei fenomeni migratori che riguardano anche la Sardegna, dal vicesindaco della Città metropolitana di Cagliari Fabrizio Rodin e dall’assessora del Lavoro Virginia Mura. I lavori sono poi proseguiti con la presentazione delle iniziative selezionate per il progetto Diamante Impresa.
«Oggi è una giornata importante perché siamo riusciti a finanziare questa iniziativa dedicata a lavoratori immigrati che hanno una propensione imprenditoriale, tenuto conto che in Sardegna sei imprese su cento sono oramai portate avanti da imprenditori immigrati – ha detto l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Ricordo anche che la dotazione economica utilizzata per questa iniziativa proviene da risorse dedicate del Fondo Sociale Europeo. Per i cittadini sardi che vogliono diventare imprenditori, sono attive progetti analoghi a loro riservati, sempre nell’ambito del Programma Imprinting.» 

IFinanziato con poco più di 2 milioni di euro provenienti dal POR FSE 2014-2020 – (Asse prioritario 1 – Occupazione – Obiettivo specifico 8.4 “Accrescere l’occupazione degli immigrati” – Azione 8.4.3 “Percorsi per la creazione d’impresa”), l’avviso Diamante Impresa è parte del più vasto programma IMPR.INT.ING con cui l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna intende offrire un pacchetto di servizi integrati per la promozione di nuova imprenditorialità. Nello specifico i destinatari di Diamante Impresa sono circa 200 immigrati, compresi richiedenti asilo e rifugiati, interessati ad integrarsi nel nostro tessuto economico e sociale attraverso l’avvio di un’iniziativa d’impresa. I destinatari devono essere maggiorenni, disoccupati e residenti o domiciliati in Sardegna da almeno sei mesi e almeno il 49% delle persone selezionate dovranno essere donne. Nella prima fase dell’avviso sono stati selezionati otto progetti di creazione di impresa (presentati da Isogea, Isfor Api, Uniform, Evolvere, Araform, Cospes, Equilibrium, Confartigianato Imprese Sud Sardegna), con una copertura omogenea del territorio regionale. Gli otto progetti andranno ad accogliere circa 200 immigrati, selezionati tra 600 candidati, per guidarli a diventare imprenditori. Alla fine del percorso si stima che saranno una quarantina i progetti di impresa che prenderanno concretamente avvio: essi potranno contare su una serie di supporti, da una linea di Microcredito all’assistenza legale e di marketing per i due anni successivi alla nascita dell’impresa, per accompagnare i primi passi delle nuove iniziative economiche.

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«La chimica verde a Porto Torres va avanti. Dopo un lungo periodo in cui tutto sembrava perduto e dopo oltre un anno di incertezza sulle decisioni di ENI, oggi possiamo dire che la prospettiva è radicalmente cambiata». Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura della riunione con le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl regionali e territoriali, ieri in viale Trento, alla quale hanno partecipato l’assessore del Lavoro Virginia Mura, l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

Il presidente Pigliaru ha rendicontato «il lungo e faticoso lavoro fatto dalla Regione con l’aiuto di tutti» sulla chimica verde a Porto Torres. «Abbiamo affrontato una situazione difficile e portato avanti la partita ai tavoli senza clamore – ha detto Francesco Pigliaru -, ma anche senza cedere di un centimetro le posizioni che avevamo concordato. E abbiamo tenuto la barra dritta senza accettare che il metano diventasse un’alternativa. La nostra posizione è che vogliamo sia il metano, secondo quanto concordato nel Patto con il Governo, che lo sviluppo della chimica verde: siamo convinti che sia una scommessa di grande rilievo strategico non solo per Porto Torres e per la Sardegna, ma per tutta l’Italia, e lo abbiamo ribadito costantemente e con forza. Finalmente da Governo e da ENI abbiamo ottenuto un importante cambiamento del punto di vista: nessun abbandono del progetto ma, al contrario, il rilancio e il mantenimento degli impegni definiti dal protocollo del 2011». 

Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, lo scorso 26 maggio ad Assemini, all’apertura al pubblico delle Saline Conti Vecchi. In quella occasione Descalzi aveva infatti comunicato, insieme al presidente Pigliaru, come in un precedente incontro tra Regione ed ENI si fosse confermato di rilanciare gli investimenti della fase tre di Matrica, da definirsi in un accordo di programma che ENI e Regione sottoporranno al Governo dopo aver affrontato la parte tecnica del lavoro.

La fase tre del progetto comprenderà l’ampliamento ed il completamento degli impianti di Porto Torres per realizzare prodotti innovativi. Francesco Pigliaru, che ha ricordato come l’Ad di ENI abbia ribadito l’impegno su Porto Torres anche a margine del G7 Ambiente di Bologna, ha proseguito rimarcando la necessità «di non perdere il ritmo. Dobbiamo raggiungere molto velocemente il risultato atteso, e vogliamo farlo entro luglio», ha detto il presidente della Regione. «Il prossimo passaggio è un Accordo di Programma Quadro vincolante per tutti, che metta giù con chiarezza cifre, impegni e investimenti per il rilancio del Protocollo del 2011 e soprattutto che lo renda molto più concreto in termini di risorse e di tempi.»

Sui contenuti dell’Accordo di Programma, di cui è stato condiviso il percorso di costruzione, Regione e organizzazioni sindacali lavoreranno a stretto contatto.

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Grande soddisfazione per la positiva conclusione della trattativa per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili del comune di Carbonia, è stata espressa anche dalla Felsa Cisl, l’organizzazione sindacale che ha partecipato all’incontro decisivo con l’Amministrazione comunale di Carbonia, rappresentata dal delegato Antonello Piras e dal rappresentante della segreteria territoriale Daniele Mele, nonché dal segretario generale Fabio Enne.

«Il risultato ottenuto è molto positivo – spiega Daniele Mele – per certi versi addirittura straordinario, un grande segnale in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo sul piano occupazionale. Devo ammettere che abbiamo affrontato questa trattativa con il comune di Carbonia, rappresentato dall’assessore del Personale Paola Argiolas, pensando di riuscire a stabilizzare 3-4 al massimo 6 lavoratori e, invece, siamo qui a parlare della stabilizzazione di ben 10 lavoratori, del bonus regionale di 70.000 euro accettato da altri 4 lavoratori e della prospettiva di riuscire stabilizzare a breve anche i restanti 4 lavoratori, per i quali nei prossimi giorni chiederemo un incontro all’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, per sollecitare il reperimento di ulteriori risorse.»

Daniele Mele ricostruisce il lunghissimo percorso che ha portato a questa stabilizzazione.

«E’ iniziato tutto ben 33 anni fa – rimarca Daniele Mele – e questi lavoratori sono passati attraverso cassa integrazione, mobilità, Insar. lavori socialmente utili. Oggi, finalmente, la maggior parte di loro arrivano ad una posizione decisamente più tranquilla. Mi preme sottolineare – conclude Daniele Mele – che la selezione verrà fatta nel rispetto di quanto prevede l’art. 5 della legge 223/91 che tiene conto delle qualifiche e delle anzianità professionali e del carico familiare.»

 

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La situazione dei lavoratori “ex utilizzo” e la loro prosecuzione con i cosiddetti “cantieri verdi” è stata al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto l’audizione dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ed ha ricevuto una delegazione dei 389 lavoratori, impiegati in 88 Comuni della Sardegna (113 lavoratori in provincia di Nuoro, 104 nel Sulcis, 61 ad Oristano, 63 nel Medio Campidano, 35 a Cagliari, 8 a Sassari, 4 in Ogliastra e 1 in Gallura).

L’assessore Virginia Mura ha confermato lo stanziamento di 4,5 milioni di euro da destinare ai Comuni che ne fanno richiesta ed ha ricordato che con l’approvazione della legge di stabilità oltre agli Enti locali anche le aziende sanitarie potranno predisporre e attuare i progetti per l’impiego dei cosiddetti lavoratori “ex utilizzo” attraverso i cantieri verdi. Virginia Mura ha quindi precisato che sono in corso interlocuzioni con l’assessore della Sanità per procedere in tempi rapidi, in accordo con il manager dell’Ats, all’attivazione dei cantieri verdi in seno all’azienda unica.

Sui fondi a disposizione per l’impiego dei lavoratori “ex utilizzo” nei Comuni il presidente della commissione, Gavino Manca, facendo sintesi anche delle osservazioni avanzate dai consiglieri Pietro Cocco (Pd), Gianmario Tendas (Pd), Rossella Pinna (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc) ed Attilio Dedoni (Riformatori sardi), ha ribadito l’impegno per incrementare di un milione di euro lo stanziamento iniziale di 4.5 milioni destinato ai Comuni («così da assicurare la copertura finanziaria per un anno di impiego dei 389 lavoratori ») ed ha rivolto l’invito all’assessore, che lo ha accolto, perché sia garantito un tempestivo monitoraggio della situazione con l’invio di una comunicazione urgente agli 88 Comuni finalizzata ad avere contezza di quanti, tra gli enti interessati, confermeranno i cantieri verdi e il conseguente impiego dei 389 “ex utilizzo”.

I consiglieri regionali intervenuti e gli stessi rappresentati dei lavoratori non hanno mancato di sottolineare le disparità di trattamento che si registrano tra coloro che sono chiamati al lavoro direttamente dalle amministrazioni comunali e quelli che prestano la loro opera per il tramite delle cooperative. A questi ultimi, la retribuzione verrebbe decurtata, in media, di circa il 30% e verrebbe così meno la soglia minima di reddito prevista, pari a 700 euro al mese per ciascun lavoratore. A ciò si aggiunga che il termine entro il quale i Comuni potranno procedere alla presa in carico diretta degli “ex utilizzo” è fissato per il 23 giugno 2017.

L’altra rilevante criticità è rappresentata dalla non univoca interpretazione delle norme circa l’obbligo di inserire nel bilancio degli enti interessati i costi del personale interamente coperti dagli stanziamenti della Regione (è questo il caso per l’impiego degli “ex utilizzo”).

«La commissione e l’assessore – ha dichiarato a conclusione dei lavori il presidente Gavino Manca – hanno quindi assunto l’ulteriore impegno di predisporre in tempi compatibilmente rapidi nuove norme che regolino la materia e che consentano di definire un chiaro, corretto e trasparente percorso amministrativo e finanziario per l’impiego dei lavoratori “ex utilizzo”.»

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Questa mattina è stato compiuto un passo avanti nella vertenza dei lavoratori ex Ati Ifras. La Giunta, con gli assessori degli Affari Generali Filippo Spanu, del Lavoro Virginia Mura, degli Enti Locali Cristiano Erriu e dell’Industria Maria Grazia Piras ed i rappresentanti di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, UilTucs, Ugl, Fismic, Usb hanno sottoscritto un verbale di accordo che è il primo significativo risultato del lungo lavoro svolto in questi mesi dal Tavolo partenariale. Nel documento vengono indicati tutti i punti oggetto del confronto, le attività svolte, i risultati raggiunti e gli obiettivi ancora da conseguire.
In particolare occorre affrontare e gestire la fase di transizione fino alla conclusione della procedura ad evidenza pubblica attraverso cui verrà individuato il soggetto imprenditoriale al quale sarà affidato il nuovo Piano del “Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna”. L’esecutivo, attraverso quattro distinte delibere, ha individuato le attività rivolte all’assunzione a termine dei lavoratori nella società in house Igea, negli enti locali e negli enti pubblici che hanno manifestato interesse.
La Direzione Generale dell’assessorato del Lavoro ha certificato l’elenco dei lavoratori per i quali, in base alla legge regionale 34 del 2016, si deve procedere all’assunzione a tempo determinato.
La società in house Igea ha pubblicato il bando rivolto agli operai e quello rivolto a ingegneri e amministrativi per l’assunzione a tempo determinato. Con la delibera della Giunta dello scorso 13 gennaio è stato approvato il nuovo budget della società che potrà assumere a tempo determinato fino a 118 persone. I bandi dovranno portare all’individuazione dei lavoratori selezionati entro il 15 giugno 2017. Il Tavolo partenariale ha concordato che il contratto da applicare ai lavoratori sarà quello attualmente previsto per i lavoratori della società Igea.
La Giunta ha definito e successivamente integrato il catalogo dei progetti presentati dagli enti pubblici (comuni, province e consorzi) che dovranno stipulare una convenzione con l’Aspal. A seguito dell’approvazione della legge di Stabilità per l’anno 2017 sono stata stanziate le risorse finanziarie necessarie a garantire la realizzazione degli interventi proposti. L’Aspal procederà alla stipula della convenzione con i primi enti locali, pronti per l’avvio dei progetti, entro il 30 maggio 2017. Il Tavolo partenariale ha concordato che il contratto da applicare ai lavoratori sarà quello applicato per i servizi similari presso i medesimi enti locali.
L’iter prevede anche che, preliminarmente, il bacino occupazionale, attualmente di circa cinquecento unità, sia ridotto numericamente il più possibile, attraverso un piano di accompagnamento alla pensione e all’esodo per i lavoratori che ne fanno richiesta, elaborato dalla società in house Insar per conto della Giunta regionale. Anche in questo caso, in seguito all’approvazione della legge di Stabilità per il 2017, sono state stanziate le risorse necessarie a garantire l’attuazione delle misure indicate. L’Insar ha già pubblicato un preavviso per la manifestazione di interesse dei lavoratori all’esodo e renderà pubblico l’avviso, con procedura a sportello, il prossimo 15 maggio. Lo sportello sarà operativo entro dieci giorni dalla pubblicazione.
Con questa procedura deve essere individuato il soggetto che realizzerà il piano di intervento nell’ambito del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna. L’Aspal ha pubblicato l’avviso di pre-informazione per l’indizione della gara a procedura ristretta. Sono state raccolte le manifestazioni di interesse.
In considerazione della valenza strategica del Parco Geominerario della Sardegna e per rafforzare il progetto Giunta e organizzazioni sindacali hanno concordato di sottoscrivere, entro 90 giorni dal presente accordo, un’intesa generale tra le parti pubbliche e private interessate e in particolare il Consorzio del Parco, i Comuni, le Unioni dei Comuni e le Province, il partenariato economico e sociale.
Il Tavolo partenariale deve formulare proposte per verificare l’applicazione degli interventi finalizzati a garantire, nel corso dell’anno, la continuità reddituale dei lavoratori.
Tali proposte saranno valutate dall’Aspal che fornirà la necessaria assistenza tecnica. Il piano deve essere condiviso dal Tavolo entro il 25 maggio 2017.
Il gruppo di lavoro, che ha operato in questi mesi, si riunirà periodicamente per garantire il monitoraggio dell’accordo per iniziativa della Giunta o su richiesta motivata dei sindacati.