18 July, 2024
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La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, sentita la proposta dello stesso Presidente, ha deciso di rinnovare la delega per l’attuazione del Piano di Rilancio del Nuorese all’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu che ha seguito sin dall’inizio, nel precedente ruolo di capo di Gabinetto della Presidenza, l’iter dell’importante intervento. E’ stato inoltre confermato il gruppo di lavoro che ha operato nel corso di tutto il processo di definizione del Piano. Nei prossimi giorni verranno presentati a Nuoro i primi progetti immediatamente finanziabili. Approvato inoltre un piano speditivo di laminazione statica preventivo dell’invaso della diga di Maccheronis sul rio Posada, nel comune di Torpè.
E’ stata rinnovata la convenzione tra Regione e Agenzia delle Entrate nazionale per la gestione dell’Irap e dell’addizionale Irpef per il 2017. L’assessore Raffaele Paci, che ha presentato la delibera, ha ricordato che dal prossimo anno entrambe le partite dovrebbero essere gestite dall’Ase, l’Agenzia sarda delle entrate, per la quale è già in piedi la manifestazione d’interesse per l’individuazione del direttore generale. La procedura in questa prima fase è interna al personale regionale ma, nel caso in cui andasse deserta, la manifestazione d’interesse sarà portata all’esterno.
Ulteriori risorse, pari a 4,1 milioni di euro per il triennio 2017-2019, saranno destinate all’acquisto di autobus da assegnare alle aziende di trasporto pubblico regionale e locale che non avevano usufruito della prima tranche di finanziamento finalizzata a eliminare i mezzi più vecchi e inquinanti. Lo ha stabilito la Giunta su proposta dell’assessore Massimo Deiana, ripartendo i fondi del Ministero delle Infrastrutture finalizzati al rinnovo e alla riqualificazione del parco macchine per i servizi di TPL. Specificamente saranno previsti nei bus i seguenti equipaggiamenti aggiuntivi: dispositivi per la validazione elettronica a bordo compatibili con lo standard definito dalla Regione; strumenti per il rilevamento della posizione durante la corsa; sistemi motorizzati per sollevamento e trattenuta delle carrozzine a bordo.
Su proposta dell’assessora Donatella Spano è stato approvato l’atto di indirizzo sul calcolo della percentuale di raccolta differenziata in Sardegna in recepimento delle ultime disposizioni del ministero dell’Ambiente. In merito, i Comuni sardi e le loro forme associative hanno ricevuto una specifica formazione per l’utilizzo del Sistema informativo regionale ambientale (SIRA) da parte dei competenti uffici dell’Assessorato e del Catasto dei rifiuti. Accolta inoltre la richiesta di subentro, nell’integrale rispetto delle prescrizioni, della Società Contourglobal Sarda Srl nel progetto di un Impianto fotovoltaico a Uta, per incorporazione della precedente Società Soluxia e subentro nella titolarità dell’impianto.
E’ stato approvato, su proposta dell’assessore Pierluigi Caria, il Piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche del comune di Oniferi.
È stato sostituito, come proposto dall’assessore Paolo Maninchedda, un componente dell’UTR (Unità tecnica regionale per i lavori pubblici), indicando Sergio De Benedictis, responsabile del Genio Civile di Sassari. La Giunta ha poi dichiarato l’assenza dell’interesse pubblico dei due progetti di finanza presentati per la riqualificazione, l’ampliamento e la gestione del porto di Alghero, ribadendo però il permanere dell’interesse dell’amministrazione regionale alla promozione, in particolare nel comparto della nautica diportistica, delle iniziative di finanza di progetto che assicurino, oltre al coinvolgimento di capitali privati nella realizzazione delle infrastrutture pubbliche, l’attivazione di modelli gestionali positivi nei rapporti con il tessuto produttivo, locale e regionale.
Con delibera proposta dall’assessore Virginia Mura, la Giunta ha dato attuazione all’attività di programmazione unitaria sul Fondo Sociale Europeo 2014-2020, svolta dalla Cabina di Regia regionale, aggiornando l’assegnazione delle risorse finanziarie alle diverse azioni del Programma. L’intervento ha l’obiettivo di imprimere una ulteriore accelerazione alla spesa delle risorse, in vista della prima verifica intermedia da parte degli organismi di controllo, prevista per la fine del 2018.
La Giunta ha deliberato il recepimento dell’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome sulle linee guida per il controllo ufficiale sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano, sui mangimi e sul benessere animale. Ciò comporterà una revisione del Piano Regionale dei controlli ufficiali sugli alimenti, la redazione di un manuale e di procedure operative aggiornate. Approvata l’assegnazione alle Aziende sanitarie di risorse a copertura del disavanzo 2015, la ricognizione del patrimonio immobiliare e mobiliare, dei rapporti giuridici attivi e passivi e dei rapporti di lavoro in essere delle ex ASL: le dotazioni organiche rilevate dovranno essere usate come base di riferimento per procedere alla omogeneizzazione dei modelli organizzativi, del trattamento normativo ed economico dei dipendenti e alla rivisitazione dei livelli salariali. A seguito della ridefinizione degli assetti organizzativi, le Aziende potranno procedere alla redazione dei piani di fabbisogno del personale.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura, ha approvato con due distinte delibere il Piano annuale per l’Emigrazione per il 2017 e le Linee guida per il triennio 2017-19. I due documenti, elaborati dall’assessorato del Lavoro, sono stati approvati all’unanimità ai primi di marzo da parte della Consulta regionale per l’Emigrazione.
Il Piano annuale per l’emigrazione ripartisce le risorse – pari complessivamente a due milioni di euro – destinate allo svolgimento delle varie attività, istituzionali e culturali, svolte dalle comunità di sardi in Italia e all’estero. Al funzionamento dei Circoli di emigrati sardi nel mondo sono assegnati complessivamente poco più di 1,4 milioni, di cui 800 mila euro per il funzionamento, 550 mila per le attività e 84.500 euro per contributi una tantum a fondo perduto per l’acquisto di attrezzature ed arredi. Le risorse rimanenti sono invece riservate alle Federazioni, al funzionamento della Consulta e a progetti di promozione della Sardegna ad opera degli emigrati.
La Giunta ha approvato anche le linee guida del Piano triennale per l’emigrazione 2017-2019, che fissa obiettivi specifici e priorità attraverso cui fornire continuità alle linee progettuali già avviate l’anno scorso, in funzione soprattutto della promozione della Sardegna attraverso il mondo dell’emigrazione. Il documento, in particolare, mette a fuoco le regole della partecipazione a progetti di promozione, investimenti, marketing e turismo e individua indicatori di qualità e di risultato, per assicurare la massima corrispondenza tra le iniziative dei Circoli e le linee stabilite dall’amministrazione regionale. Ad esempio verranno favorite le iniziative che promuovono la presenza giovanile nei Circoli, l’imprenditoria sarda fuori dalla Sardegna e l’attrazione di investimenti produttivi dal resto del mondo nell’Isola. Il documento, inoltre, programma una revisione della Legge regionale 7/91, che vada a modernizzare gli aspetti più anacronistici della normativa vigente, in attesa della nuova legge organica che ridisegni globalmente la materia di Emigrazione. Nel Piano triennale vengono infine impostate una razionalizzazione dei Circoli che si trovano in area geograficamente ravvicinate e attività di controllo amministrativo.

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Mercoledì 12 aprile, a partire dalle 10.30, l’hotel La Baja a Santa Caterina di Pittinuri Cuglieri (Oristano), ospiterà l’assemblea regionale di Generazioni Legacoop, alla quale parteciperà, parteciperanno, tra gli altri, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura ed esponenti del mondo imprenditoriale, cooperativo, istituzionale e sindacale. I lavori verranno coordinati da Mauro Steri.

La relazione introduttiva verrà curata da Carla Della Volpe, coordinatrice Generazioni Legacoop Sardegna #Serviziocivile Letizia Cordella #Strumentifinanziari Claudio Vizilio

Il programma

#Generazioni@lavoro in Cooperativa

Alessia Salaris Kairos soc. coop. sociale

Manuela Sciola Legacoop Cagliari

Matteo Longo Smartcoop soc. coop.

Fabio Fresi Recovery System soc. coop.

Ore 11,00

Tavola Rotonda: #Generazioni@Confronto

Coordina Giorgio Mastino Nova Tv

Giuliano Poletti Ministro del Lavoro

Virginia Mura Assessore regionale del Lavoro

Gavino Manca Presidente II Commissione Consiglio regionale Sardegna

Matteo Ragnacci Generazioni Legacoop

Carla Della Volpe Generazioni Legacoop Sardegna

Francesca Casula Associazione Lìberos

Francesca Serra Presidente Is Femmineddas

Alice Soru Open Campus Tiscali

Simone Bussu Direzione commerciale CAO Formaggi

Roberto Cesaraccio Giovani imprenditori Confindustria

Francesco Piludu Anci Giovani

Luca Santus Giovani Cgil

Ore 12,30

Dibattito

Ore 13,15

Conclusioni lavori mattina

Claudio Atzori Presidente Legacoop Sardegna

Ore 13,30

Buffet

Ore 15,00

Adempimenti Congresso Generazioni

Conclusioni

Matteo Ragnacci Coordinatore Generazioni Legacoop.

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I lavoratori dell’indotto dell’Area Industriale di Porto Torres (Area di crisi complessa) potranno contare su un progetto di riconversione da 3 milioni di euro fondato sulle politiche attive del lavoro, che dovrà favorire il loro reinserimento occupazionale. Lo ha deciso la Giunta regionale approvando, nella riunione di oggi, le linee guida del progetto, proposte dell’assessora del Lavoro Virginia Mura. Il progetto approvato dall’Esecutivo va a intercettare il fabbisogno occupazionale che si attiverà, nell’arco dei prossimi 3-5 anni, con il completamento della riconversione industriale dell’area di Sassari, Alghero e Porto Torres, finalizzata a sviluppare un polo per la realizzazione di prodotti chimici eco-compatibili: si tratta di uno degli sviluppi del piano per la “Chimica Verde”, che vede impegnati Governo, Regione Sardegna, Provincia di Sassari, Comuni di Porto Torres, Sassari, Alghero, ENI (e società del suo gruppo) ed organizzazioni sindacali. I lavoratori destinatari del progetto – circa 300 unità – saranno individuati in un accordo tra Regione e organizzazioni sindacali territoriali tra coloro che hanno completato o stanno ultimando la fase di fruizione degli ammortizzatori sociali e potranno usufruire di percorsi di formazione e riqualificazione che permetteranno loro di essere occupabili nei diversi cantieri di cui, a breve, si prevede l’apertura.

Le linee guida approvate oggi dalla Giunta individuano, in particolare, cinque macro progetti che possono costituire un potenziale sbocco occupazionale.
1) Progetto Nuraghe, in fase di attuazione iniziale a cura della Syndial, che prevede un piano integrato di bonifiche dei suoli della zona industriale, usati come deposito di stoccaggio di residui industriali fino al 1982;
2) Messa in sicurezza e smantellamento degli impianti della società Vinyls, produttrice di PVC fallita nel 2015, e la gestione del depuratore consortile delle acque. Questo progetto è finanziato dal Ministero dell’Ambiente per un importo di circa 1,6 milioni di euro;
3) Piattaforma ecologica multifunzionale di riciclaggio rifiuti solidi urbani che il Comune di Porto Torres intende realizzare per la creazione di una filiera di rifiuti differenziata;
4) Parco Nazionale dell’Asinara che offre sicure potenzialità per lo sviluppo di percorsi finalizzati all’autoimprenditorialità, connessi alla conservazione, gestione e valorizzazione tanto a fini turistici che di ricerca di tipo naturalistico/ambientale;
5) Bonifiche dell’amianto in applicazione al Piano regionale (PRA) che la Regione ha adottato a fine 2014.

Per i lavoratori è previsto un percorso che comprende tre azioni: a) Individuazione dei lavoratori, profilazione e bilancio delle competenze; b) Determinazione del fabbisogno professionale espresso dalle aziende; c) Orientamento, adeguamento delle competenze e percorsi per l’autoimpiego. Per l’attuazione del progetto è previsto un mix integrato di politiche attive del lavoro, ossia percorsi formativi (anche mediante l’erogazione di voucher), incentivi per la creazione di impresa e partecipazione a progetti di utilità sociale, con indennità, rivolti a coloro che si trovano in oggettive condizioni di particolare difficoltà di reinserimento lavorativo. Il Piano di politiche attive si avvarrà di parte delle risorse rese disponibili dal Governo per le Aree di Crisi Industriale Complessa, e dovrà essere previamente comunicato al ministero del Lavoro, con l’indicazione dell’ammontare delle risorse richiesto. Il soggetto attuatore del Progetto sarà INSAR, la società in house della Regione Sardegna, che provvederà alla stesura definitiva ed all’attuazione del progetto.

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Dieci consiglieri del Partito democratico, primo firmatario Valter Piscedda, il 23 marzo scorso hanno presentato un’interrogazione (firmata anche dai colleghi, Deriu, Meloni, D. Forma, Tendas, Solinas, Comandini, Collu, Moriconi, R. Pinna), al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale Virginia Mura, con la quale chiedono risposte sulla mancata erogazione, a distanza di ben due anni, delle indennità previste a favore di numerosi giovani che a suo tempo parteciparono ai percorsi di formazione promossi dalla Regione Sardegna nell’ambito del programma “Garanzia Giovani”, finalizzato all’acquisizione di competenze mirate all’inserimento lavorativo.

L’avviso pubblicato dalla Regione aveva previsto, infatti, sin dalle origini (2014) il pagamento, a favore di ogni allievo frequentante, di un’indennità di frequenza pari a 2 euro/ora e di un’indennità di viaggio da erogarsi, a conclusione del percorso, sulla base dei costi effettivamente sostenuti dal giovane.

Nel 2015 però, a corsi già avviati e nonostante le previsioni del Bando e le aspettative generate, spariscono i fondi regionali per coprire il costo delle indennità, previste e quindi dovute. Alla luce di ciò, il 27 gennaio 2015 il Direttore del Servizio della Governance della formazione professionale, nelle more dello stanziamento in bilancio regionale delle risorse necessarie, “sospendeva” l’erogazione delle indennità, lasciando anche le spese di viaggio a carico dei volenterosi giovani disoccupati che ancora oggi attendono risposte. L’Assessorato competente, infatti, non risulta aver successivamente adottato provvedimenti di “revoca” o annullamento delle originarie previsioni sancite dal bando, e pertanto lex specialis.

Insomma, il provvedimento di “sospensione” a distanza di anni lascia ancora sospese le aspettative dei giovani che attendono ancora quanto dovuto e che protestano per l’evoluzione dell’iniziativa “Garanzia giovani”, rivelatasi ben poco garantista nei loro confronti.

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La Pet Therapy diventa una cura ufficiale anche in Sardegna. Riconosciuta dall’Italia nel 2003, a un anno dalla firma dell’accordo fra Governo, Regioni e Province autonome che ha stabilito le linee guida, una delibera approvata dalla Giunta Pigliaru ne sancisce l’attuazione.
Gli assessori della Sanità Luigi Arru e del Lavoro Virginia Mura hanno presentato questa mattina alla stampa le modalità con cui la Regione regolerà lo svolgimento degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), garantendo la formazione degli operatori e la conformità delle strutture pubbliche e private con tutte le norme amministrative, edilizie e sanitarie vigenti.
«È una delibera importante perché offre ai cittadini sardi una nuova opportunità – ha detto l’assessore Luigi Arru – siamo partiti dalla richiesta di una mamma e dalla lettera di Elena, sua figlia, che durante un lungo ricovero aveva espresso il desiderio che gli animali domestici potessero fare compagnia ai bambini in ospedale. Essere riusciti a realizzare il suo sogno è una piccola, grande soddisfazione. Partendo dalla valorizzazione di esperienze già esistenti in Sardegna, come quella sperimentale del Microcitemico o quella dell’ippoterapia di Olbia, abbiamo costruito linee guida immediatamente applicabili. Grazie a questi interventi – ha concluso Luigi Arru – abbiamo oggi uno strumento in più per il recupero del contatto sociale e delle relazioni dei pazienti, con significativi benefici che ricadono anche sulle famiglie.»
L’assessorato del Lavoro avvierà corsi specifici per formare gli operatori professionali, divisi per tipologia in corsi propedeutici, base e avanzati.
«Oltre all’importanza della pet therapy dal punto di vista medico, c’è un ulteriore valore che questo provvedimento attiva: la possibilità di creare occasioni di lavoro – ha detto l’assessore Mura -. Nell’atto approvato in Giunta, infatti, abbiamo previsto le linee guida a cui le agenzie formative attive in Sardegna dovranno attenersi per l’accreditamento e per definire i corsi per gli operatori. I percorsi formativi riconosciuti – ha specificato la titolare del Lavoro – saranno differenziati a seconda dell’animale che viene utilizzato per l’intervento di co-terapia, e permetteranno a chi li frequenta di ottenere una qualifica avente valore legale da spendere sul mercato del lavoro. Il discorso riguarda tanto i professionisti che già lavorano con gli animali in ambiente sanitario, e che magari vogliono allargare il proprio campo di attività, sia coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta a questo settore.» 
Gli Interventi assistiti con gli animali genericamente indicati con il termine di Pet Therapy, comprendono diversi tipi di prestazioni a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, didattica e ricreativa con il coinvolgimento di animali domestici. Si basano su evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia e sono rivolti prevalentemente a persone affette da disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica, ma anche a individui sani, per i benefici che ne derivano.
La corretta applicazione degli IAA richiederà il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare composta da medico di famiglia, medico veterinario, psicologo, educatore professionale, coadiutore dell’animale, animale e educatore dell’animale, che ha il compito di programmare, mettere in atto e monitorare gli interventi.
Gli animali impiegati sono il cane, il cavallo, l’asino, il gatto e il coniglio. Devono essere rispettati i requisiti sanitari, comportamentali e di tutela del benessere animale.

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, questa mattina ha annunciato l’imminente riedizione dell’avviso “Più Turismo più Lavoro”, misura molto attesa dagli operatori del settore ricettivo che punta alla crescita dell’occupazione – nella quantità, ma anche nella qualità – nel settore ricettivo. «La duplice finalità di “Più Turismo, più Lavoro” – ha sottolineato l’assessore del Lavoro – è favorire l’allungamento della stagione turistica in Sardegna e la creazione di nuovo lavoro stabile: due obiettivi strategici della Giunta. Favoriamo migliori condizioni per i lavoratori, promuovendo contratti stagionali più lunghi e incentivando il tempo indeterminato, attraverso un sistema di contributi a disposizione delle imprese del settore che impiegheranno i propri dipendenti oltre il periodo canonico dei quattro mesi di alta stagione (giugno, luglio, agosto e settembre)».
«L’invito agli imprenditori interessati è che si tengano pronti – ha aggiunto Virginia Mura -, cominciando a predisporre la documentazione per le domande di partecipazione a una misura che nel 2016 ha avuto molto successo, tanto da esaurire in poco tempo la dotazione finanziaria di 2,5 milioni di euro. Proprio in riferimento alla passata annualità voglio anche far sapere che, avendo recuperato risorse aggiuntive, proporrò alla Giunta regionale di scorrere la graduatoria 2016, per riuscire a finanziare anche le imprese che erano rimaste fuori dagli incentivi proprio a causa dell’esaurimento dei fondi. È un impegno che ho assunto nei confronti degli operatori del settore e che ho già avuto modo di confermare al presidente regionale di Federalberghi, con cui ho avuto un incontro nei giorni scorsi.» 
«Questa misura – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas -, insieme a quella del mio assessorato sulla destagionalizzazione di prossima apertura, rientra nella strategia generale della Regione per l’allungamento della stagione turistica. Vogliamo agevolare gli investimenti delle strutture ricettive soprattutto sui costi di gestione e sostenere la loro apertura anche quando i tassi di occupazione delle camere sono più bassi. Il nostro è un approccio integrato che punta su quei segmenti di domanda turistica capaci di attrarre i flussi nei mesi di spalla e rafforzare l’offerta di quelle forme di turismo sostenibili sulle quali la Regione sta puntando.»
«In una stagione che si prospetta interessante con molti operatori turistici che stanno valutando se anticipare l’apertura ai primi giorni di maggio o addirittura al mese di aprile, l’importanza del provvedimento Più Turismo, più Lavoro diventa ancora più determinante per favorire e facilitare le assunzioni da parte delle strutture ricettive – ha osservato il presidente regionale di Federalberghi, Paolo Manca -. Il costo della componente lavoro nella bassa stagione spesso è un vincolo insormontabile in particolare per quegli operatori meno strutturati e di medie dimensioni che sono il tessuto del nostro sistema di ospitalità. Oggi sui mercati globali si compete con la qualità, che possiamo creare solo formando i nostri collaboratori, quindi il ripetere e stabilizzare un intervento come il Più Turismo più Lavoro, che a nostro avviso dovrebbe diventare strutturale, dando certezze agli operatori che investono è un passo nella direzione corretta.»

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Oggi è stato compiuto un significativo passo avanti nel percorso di rioccupazione dei lavoratori del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, disegnato dalla Giunta regionale (con la delibera approvata lo scorso 13 gennaio) in attuazione della legge regionale 34 del 2016 e degli impegni assunti con le organizzazioni sindacali territoriali nell’accordo stipulato il 30 dicembre 2016.
Con tre distinte delibere, presentate dagli assessori del Lavoro, dell’Industria e degli Enti Locali e approvate dall’Esecutivo, prende forma l’articolato insieme di attività rivolte all’assunzione a termine dei lavoratori (nella società in house Igea e negli enti locali che hanno manifestato interesse), durante il “periodo ponte” che intercorre fino alla conclusione delle procedure ad evidenza pubblica attraverso cui verrà individuato il soggetto imprenditoriale a cui sarà affidato il nuovo Piano del “Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna”. Tale soggetto dovrà farsi carico degli stessi addetti attualmente parte del bacino occupazionale.
Il percorso prevede anche che – preliminarmente – il bacino occupazionale, attualmente di circa cinquecento unità, sia ridotto numericamente il più possibile, attraverso un programma di accompagnamento alla pensione e all’esodo per i lavoratori che ne fanno richiesta, elaborato dalla società in house Insar per conto della Giunta regionale.
Su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura la Giunta ha approvato le linee guida a cui dovrà adeguarsi Insar nella predisposizione del “Programma di accompagnamento all’esodo” (dotazione finanziaria 6,7 milioni) che dovrà individuare diverse forme di incentivo volontario per la fuoriuscita dei lavoratori dal bacino occupazionale, tenendo conto di condizioni oggettive e delle aspirazioni dei singoli individui. Le linee di incentivi saranno quattro: al pensionamento, all’anticipo pensionistico, “una tantum” alla fuoriuscita dal bacino e all’autoimpiego in forma singola e forma collettiva. Con la stessa delibera vengono anche fornite ad Aspal (dotazione finanziaria di poco più di 3 milioni) le linee guida per realizzare un insieme strutturato di Politiche Attive del Lavoro, volto all’accrescimento delle competenze dei lavoratori che rimangono nel bacino, funzionale al loro reinserimento lavorativo, attraverso cui favorire anche l’obiettivo posto dall’articolo 2, comma 1 della LR n. 34/2016 della “continuità reddituale”.
La delibera presentata dall’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, definisce il quadro di sostenibilità economica, finanziaria e gestionale che, stante il budget 2017, permetterà alla società in house Igea di avvalersi delle professionalità dei lavoratori del Parco Geominerario. Per l’individuazione del soggetto a cui verrà affidata l’esecuzione del Piano per i lavoratori del Parco Geominerario, Igea è stata autorizzata all’assunzione a tempo determinato di massimo 118 lavoratori su base media annuale, attraverso selezione a evidenza pubblica da effettuarsi, in collaborazione con l’agenzia Aspal, al fine di individuare le figure professionali necessarie per eseguire i lavori previsti. Igea assumerà nel quadro delle convenzioni attualmente in essere in modo da accelerare e incrementare i lavori di bonifica inizialmente programmati, in base al budget finanziario. Ad Igea è stato inoltre affidato il compito di censire ed assumere la disponibilità dei mezzi e delle attrezzature di proprietà della Regione, oggi in possesso di Ifras o dei Comuni del Parco Geominerario.
Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu la Giunta oggi ha approvato il catalogo di interventi ritenuti ammissibili e coerenti con i requisiti richiesti dall’Avviso pubblico per la ricezione delle manifestazioni di interesse, che l’assessorato degli Enti locali ha pubblicato di recente. I beneficiari erano Province e Comuni sardi ricompresi nell’ambito territoriale del Parco Geominerario. Sono stati ammessi i progetti di 21 Comuni. Inoltre, è stato dato mandato all’Aspal di procedere alla stipula di un accordo procedimentale con gli enti pubblici interessati per definire le modalità di assunzione dei lavoratori da impiegare nell’esecuzione dei progetti.

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Una delegazione dei lavoratori in utilizzo provenienti da diversi territori della Sardegna, è stata ricevuta dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale.

Al termine dell’incontro il vice presidente dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha detto che «in tempi brevi la commissione Lavoro del Consiglio effettuerà una verifica incrociata, coinvolgendo l’assessore del Lavoro Virginia Mura, i tecnici dell’assessorato, i lavoratori e le organizzazioni sindacali per capire cosa non ha funzionato nell’assegnazione ai Comuni sardi dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” (una platea di circa 400 unità con una retribuzione media di 700 euro, suddivise in 89 Comuni) ed individuare le soluzioni più efficaci».

Eugenio Lai ha ricordato, fra l’altro, che il Consiglio ha assicurato, per l’impiego dei lavoratori, una consistente copertura finanziaria di circa 5.5 milioni, che potrà essere ulteriormente incrementata fino a 6 milioni (in sede di assestamento successivo alla Legge di stabilità 2017), per garantire la continuità del servizio nell’arco dei 12 mesi dell’anno.

I rappresentanti dei lavoratori, tutti provenienti da percorsi professionali molto travagliati, hanno messo l’accento con molta preoccupazione sul fatto che, a fronte della disponibilità delle risorse, solo pochi Comuni hanno formalmente effettuato le assunzioni, segno che «non basta la disponibilità delle risorse se poi mancano indirizzi coerenti e chiari per la loro gestione, probabilmente a causa di interpretazioni differenti della normativa da parte dei tecnici dell’assessorato e della dirigenza delle amministrazioni locali».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo del Pd Pietro Cocco, dell’Udc Gianluigi Rubiu, di Forza Italia Pietro Pittalis e dei Riformatori Attilio Dedoni. Cocco ha assicurato che la commissione Lavoro accerterà «cosa non ha funzionato nell’applicazione di una legge regionale, fermo restando che il Consiglio ha fatto per tempo la sua parte e che i Comuni conoscono certamente la normativa e gli spazi che offre, anche in termini di flessibilità».

«Anche come minoranza – ha garantito Gianluigi Rubiu – noi saremo sempre al fianco dei lavoratori, sottoposti ad una mortificazione continua a causa di problemi burocratici che ormai si verificano sempre più spesso», mentre Pietro Pittalis ha espresso disappunto per la consuetudine del «parlarsi fra sordi che caratterizza in negativo l’azione dell’amministrazione regionale.» Attilio Dedoni, infine, ha rassicurato i lavoratori sulla «volontà comune della commissione, al di là delle appartenenze, di chiudere la partita una volta per tutte e trovare una soluzione definitiva».