26 December, 2024
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Valter Piscedda 2

Lo scorso 7 luglio il consigliere regionale del Partito Democratico Valter Piscedda ha presentato un’interrogazione, insieme agli altri consiglieri regionali on.li Deriu, Comandini, Pinna, A. Solinas, Forma, Cozzolino, Cocco, Sabatini, G. Manca, Meloni e Lotto, con la quale chiede al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore del Lavoro Virginia Mura quali siano, ad oggi, le misure messe in atto dalla Regione per potenziare l’attuale Ufficio Regionale per il servizio civile, al fine di  cogliere e gestire al meglio le opportunità offerte ai giovani che intendano prestare la loro opera di volontariato a favore del terzo settore. Ciò, soprattutto, alla luce della nuova disciplina sul servizio civile, introdotta  dalla legge 6 giugno 2016, n. 106 “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”, che regola in maniera organica l’attività prestata dai giovani volontari, privilegiando peraltro il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.

«Dato atto che le politiche nazionali e regionali favoriscono la presentazione dei progetti presentati dagli enti accreditati, sia pubblici che privati, vedendo impegnati di fatto e potenzialmente un numero crescente di giovani – sottolinea Valter Piscedda – l’auspicio è quello di vedere potenziato di pari passo l’ufficio regionale, oggi strutturato presso l’assessorato regionale del Lavoro, che si occupa di tali percorsi a partire dall’istruttoria dei progetti stessi. Un invito, pertanto, a investire su strutture regionali efficienti che siano di effettivo supporto agli utenti pubblici e privati interessati ad avviare percorsi di servizio civile e che, al contempo, siano in grado di cogliere e sfruttare al massimo le risorse nazionali e regionali messe in campo a tal fine, per far sì che le opportunità offerte ai giovani abbiano la massima ricaduta sul territorio regionale.»

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È stato pubblicato ieri sul sito istituzionale della Regione l’Avviso Pubblico 2016 dell’azione di sistema finalizzata al reinserimento di “lavoratori svantaggiati” espulsi dal sistema produttivo sardo “Welfare to work 2016”. La misura, con una dotazione finanziaria di poco più di 2,8 milioni di euro, ha come destinatari gli ex dipendenti di una serie di realtà produttive isolane (individuati puntualmente in un elenco nominativo disponibile nei Centri per l’Impiego della Sardegna), che hanno terminato la loro attività in seguito alla crisi economica degli ultimi anni. Per gli imprenditori che li assumeranno con un contratto a tempo indeterminato è previsto un incentivo fino a 17.500 euro lordi composto da un bonus occupazionale e da una dote formativa. La procedura è a sportello: il finanziamento sarà concesso per le domande ritenute ammissibili secondo l’ordine cronologico di invio e fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Le istanze possono essere trasmesse a partire da domani, 20 luglio, fino al 31 dicembre 2016.
«Welfare to Work è una misura che abbiamo già sperimentato in passato con ottimi risultati – spiega l’assessore del Lavoro Virginia Mura –. Siamo fiduciosi e ottimisti sulla risposta dei datori di lavoro, che hanno a loro disposizione un consistente incentivo per assumere questi lavoratori. Siamo di fronte, tra l’altro, a persone che hanno esperienza, competenze e qualità, e che potranno certamente essere utili alle imprese in cui saranno impiegati. E dato che si tratta di un bando a sportello – conclude la titolare del Lavoro -, voglio anche rassicurare fin da oggi sul fatto che, se avremo una risposta tale da esaurire la dotazione finanziaria prevista, saremo disponibili a reperire altre risorse:»
I destinatari di Welfare to Work sono, in particolare, gli ex addetti del settore tessile, e gli ex dipendenti di una serie di società individuate negli Accordi istituzionali stipulati dall’Assessorato del Lavoro con le Organizzazioni sindacali il 23 marzo 2016 e il 15 giugno 2016. L’elenco dei nominativi dei lavoratori destinatari dell’avviso è a disposizione dei datori di lavoro, presso i Centri per l’Impiego (CPI) della Sardegna. Beneficiari della misura sono i datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato questi lavoratori.
Welfare to Work è una misura concepita per dare risposte concrete alla ripresa imprenditoriale della Sardegna, dopo la durissima crisi economica degli anni scorsi (che ancora fa sentire i suoi effetti), sollecitando la domanda di lavoro locale attraverso la promozione di un adeguato sistema di incentivi una tantum, rappresentati – come detto – da un cospicuo bonus assunzionale e da una dote formativa.
In particolare, per ciascuna assunzione a tempo pieno e indeterminato e a tempo pieno dei lavoratori a cui è destinata la misura, è previsto un incentivo una tantum dell’importo massimo erogabile di 12.500 euro lordi. In caso di assunzione a tempo indeterminato part time, tale importo sarà ridotto proporzionalmente al numero delle ore di lavoro.
Se risulta necessario un riallineamento delle competenze del lavoratore assunto, la misura prevede inoltre una dote formativa on the job, una tantum, dell’importo massimo erogabile di 5.000 euro lordi in favore dei datori di lavoro destinato a finanziare azioni formative di adattamento delle competenze (della durata minima di 60 ore e da erogare entro 6 mesi dalla data del contratto) a seguito dell’assunzione del lavoratore.
La domanda, oltre a tutti i documenti richiesti, dovrà essere inviata, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione dell’Avviso ed entro il 31 dicembre 2016 secondo le modalità di invio e la relativa documentazione indicate nell’Avviso. Per qualsiasi informazione gli interessati potranno contattare: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Aspal (in Via Is Mirrionis, 195 a Cagliari, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00; martedì e mercoledì dalle 16.00 alle 17.00, esclusi i festivi; recapito telefonico 070 6067039).

Virginia Mura 4

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THotel 42 copia

Si è svolto stamane, al THotel di  Cagliari, il convegno “Vigilanza e certificazione dei contratti dopo il Jobs Act”, organizzato dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro – Consulta Regionale della Sardegna e ospitato negli spazi del T-Hotel di Cagliari.
«Siamo tra le regioni d’Italia più avanti nell’attuazione del Jobs Act e, in particolare, con la riforma dei Servizi e delle politiche per il lavoro cerchiamo di favorire una piena applicazione dell’articolo 29 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, che stabilisce che ogni individuo ha il diritto di accedere a un servizio di collocamento gratuito – ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura -. Non a caso, nel primo articolo della Riforma, è scritto che la Regione riconosce il diritto al lavoro come diritto della persona e promuove le condizioni per renderlo effettivo attraverso un efficace sistema di servizi per il lavoro e misure di politica attiva.»
L’appuntamento ha approfondito i temi della vigilanza e del contrasto di tutte le “patologie” (giuridiche, contributive, di sicurezza) che riguardano il lavoro: materie oggi interessate da un cambiamento epocale operato dal Jobs Act con la costituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il nuovo soggetto che assorbe e coordina l’attività dei vari organismi ispettivi e di vigilanza, fino a poco tempo fa invece caratterizzata da sovrapposizioni e incertezze anche normative che talvolta ne hanno minato l’efficacia. 

«Nella riforma – ha aggiunto l’assessore Mura -, ci sono alcune norme che hanno attinenza con l’attività di vigilanza sul lavoro, nell’ambito delle competenze della Regione, che su questa materia non sono dirette. La Sardegna, vuole dare il proprio contributo lavorando insieme alle autorità preposte a questa funzione, e non a caso in alcuni commi dell’articolo 1 del testo della Riforma è scritto che la Regione si impegna a mettere in atto programmi mirati alla lotta al lavoro nero, al contrasto del lavoro precario e al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle donne vittime di violenza. Un esempio è stato il bando “Più Turismo, più lavoro”, dedicato a favorire la buona occupazione nel settore turistico. Ebbene, in quella misura abbiamo previsto vantaggi crescenti in funzione della qualità del contratto di lavoro stipulato, incentivando contratti a tempo indeterminato e scoraggiando il ricorso ai voucher, strumento su cui, anche in Sardegna, registriamo un utilizzo abnorme che più volte abbiamo evidenziato e che, seppure senza possibilità di modificare la normativa nazionale, proviamo a contrastare.»

Al convegno hanno preso parte, tra gli altri, Paolo Pennesi (Direttore Generale Ispettorato Nazionale del Lavoro), Danilo Papa (Direttore Generale Attività Ministero del Lavoro) e Pasquale Starapoli (Esperto Fondazione Studi Consulenti del Lavoro), Marco Fenza (Presidente CPO Consulenti del Lavoro di Cagliari), Antonio Zoina (Direttore Direzione Territoriale del Lavoro di Cagliari e Oristano) e Marina Calderone (Presidente Consiglio Nazionale Ordine Consulenti del Lavoro).

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Palazzo della Regione 3 copia

Semplificazione dei procedimenti, certezza dei finanziamenti e drastica riduzione della tempistica grazie a procedure “a sportello”, triennalità di validità dei bandi. Cambia lungo queste direttrici il funzionamento dei contributi regionali alle cooperative ed ai loro consorzi: la Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale Virginia Mura, ha approvato una delibera che innova profondamente i meccanismi di erogazione del sostegno economico che ogni anno la Regione stanzia a favore del settore, ai sensi della legge 5 del 1957. Il nuovo sistema, necessario alla luce della nuova normativa contabile, è il punto d’arrivo di un lungo e proficuo processo di concertazione con il mondo della cooperazione, e prevede significativi vantaggi tanto per l’amministrazione regionale quanto per i beneficiari dei finanziamenti.
Il finanziamento a fondo perduto viene stabilito in percentuale prefissata pari al 50%, con possibilità di variazione nelle successive annualità. Finora, invece, i finanziamenti venivano stabiliti solo dopo l’esame delle domande presentate dalle cooperative, e sulla base di un coefficiente percentuale non determinabile a priori (perché derivante appunto dal rapporto tra la somma dei costi di tutte le domande ammesse a contributo e l’importo totale stanziato dalla Regione). Conoscere a priori la percentuale di finanziamento consente alle cooperative, viceversa, di sapere in anticipo quale percentuale dei propri costi sarà coperto dal contributo regionale e di pianificare meglio il proprio investimento. La percentuale del 50% è stata stimata in sede di Commissione per la Cooperazione.
Il contributo, d’ora in poi, verrà erogato secondo l’ordine di arrivo delle domande, accertato secondo criteri oggettivi (ufficio postale o mediante domanda compilata e inoltrata on line). Questo sistema imprime una fortissima ed effettiva semplificazione amministrativa e un conseguente enorme risparmio di tempo, nell’istruzione delle pratiche. Questo metodo si sposa bene con il principio della percentuale prefissata: d’ora in poi, verranno esaminate solo le pratiche finanziabili in ragione delle risorse residue e non tutte quelle pervenute, come avvenuto finora. Il drastico abbattimento dei tempi di procedura permette inoltre all’amministrazione regionale di concludere il procedimento nell’anno di riferimento, evitando di intaccare lo stanziamento dell’esercizio successivo, nel pieno rispetto della nuova disciplina contabile.
Diversamente dal passato, d’ora in poi il contributo regionale coprirà solamente costi già effettivamente sostenuti dalle cooperative beneficiarie al momento della presentazione delle domande, a partire dal 1 gennaio dell’anno antecedente alla pubblicazione del bando (es.: bando 2016, costi ammissibili dal 1.01.2015; bando 2017, costi ammissibili dal 01.01.2016). Anche questa novità è giustificata dalla necessità di velocizzare le pratiche che devono concludersi – nei termini contabili imposti dalle nuove regole di bilancio – entro il 31 dicembre di ogni annualità. L’ammissione delle sole spese già affrontate e dimostrate produce inoltre evidenti effetti positivi sulla efficacia gestionale della misura, perché di fatto elimina il fenomeno dei disimpegni contabili (che da anni sono in misura pari a circa il 50%).
Il bando di finanziamento ha efficacia triennale, con finestre ad apertura annuale per la presentazione delle domande di finanziamento per ciascuno degli anni del triennio, in armonia con la nuova normativa contabile. Grazie a questa innovazione per la platea dei beneficiari c’è il vantaggio di poter programmare meglio la propria attività, potendo confidare su uno strumento di efficacia pluriennale.
Per consentire la rotazione dei beneficiari, dal 2016, le cooperative beneficiarie per due annualità consecutive, non sono ammesse a partecipare alla terza annualità (2018) e possono presentare la domanda per la successiva annualità relativa al secondo triennio di programmazione (2019).
Per quanto non modificato, la disciplina sostanziale del bando resterà quella introdotta dalle precedenti deliberazioni della Giunta, demandando al Servizio competente l’adeguamento alla nuova disciplina con la facoltà di apportare le migliorie di dettaglio suggerite dalla esperienza acquisita.

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Su proposta dell’assessore della Sanità, Cristiano Erriu, la Giunta regionale ha confermato oggi fino al 31 agosto i commissari delle Aziende sanitarie, delle Aziende ospedaliero-Universitarie e dell’Azienda Brotzu: Agostino Sussarellu alla Asl 1 di Sassari, Paolo Tecleme alla Asl 2 di Olbia, Mario Palermo alla Asl 3 di Nuoro, Federico Argiolas alla Asl 4 di Lanusei, Maria Giovanna Porcu alla Asl 5 di Oristano, Maddalena Giua alla Asl 6 di Sanluri, Antonio Onnis alla Asl 7 di Carbonia, Savina Ortu alla Asl 8 di Cagliari, Graziella Pintus all’Azienda Ospedaliera Brotzu, Giorgio Sorrentino all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, Giuseppe Pintor all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari. Secondo quanto stabilito dall’assemblea di via Roma, i commissari resteranno dunque in carica fino al prossimo 31 agosto.

La Giunta ha dato inoltre il via libera alla ripartizione del fondo per la retribuzione legata al rendimento dei dipendenti regionali per il 2015. L’Esecutivo ha così accolto la proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, di concerto con l’assessore del Personale Gianmario Demuro, stanziando 6 milioni e 442 mila euro. La procedura di ripartizione del fondo è indicata nel contratto collettivo di lavoro: viene previsto il riparto tra le due aree di contrattazione integrativa (Corpo Forestale e Amministrazione regionale) e tra le direzioni generali e le altre strutture amministrative in proporzione al personale in servizio.

E’ stato a approvato definitivamente il Piano di subentro previsto dall’articolo 36 della legge regionale 9 del 2016, che riforma i servizi e le politiche per il lavoro della Sardegna. Il documento, allegato alla delibera, definisce le modalità di trasferimento alla Regione dei servizi per il lavoro e, in particolare, delle funzioni (distinguendo tra quelle di carattere “politico” e programmatorio, che rimangono in capo all’assessorato del Lavoro guidato da Virginia Mura, e quelle più operative che saranno svolte dall’Aspal), del personale, delle risorse finanziarie correlate alle funzioni, delle risorse strumentali (beni mobili e immobili), dei contratti attivi alla data di entrata in vigore della legge, del contenzioso e dei procedimenti in corso. Il documento tornava oggi all’esame dell’Esecutivo, dopo l’approvazione preliminare nella precedente seduta di giunta e con il necessario parere della commissione consiliare competente.

Palazzo della Regione 2 copia

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura, ha approvato il Piano di subentro previsto dall’articolo 36 della legge regionale 9 del 2016, che riforma i servizi e le politiche per il lavoro della Sardegna, recentemente approvata dal Consiglio regionale. Il documento definisce le modalità di passaggio alla Regione dei servizi per il lavoro e, in particolare, delle funzioni – distinguendo tra quelle di carattere “politico” e programmatorio, che rimangono in capo all’assessorato del Lavoro, e quelle più operative, connesse all’erogazione dei servizi per il lavoro, che saranno svolte dall’Aspal, l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro costituita dalla legge -, del personale, delle risorse finanziarie correlate alle funzioni, delle risorse strumentali (beni mobili e immobili), dei contratti attivi alla data di entrata in vigore della legge, del contenzioso e dei procedimenti in corso.
Sarà l’Aspal, che prende il posto dell’Agenzia regionale per il lavoro, a gestire l’erogazione dei servizi per il lavoro attraverso le sue articolazioni territoriali: i Centri per l’impiego. In essi confluiscono i Centri dei servizi per il lavoro (Csl) già istituiti presso le province, i Centri servizi inserimento lavorativo (Cesil) che operavano nei Comuni, e le Agenzie di sviluppo locale. L’Aspal subentra inoltre nelle funzioni relative agli interventi di integrazione salariale straordinaria e a quelle relative ai licenziamenti collettivi, ai servizi per i disabili e a quelli relativi all’avviamento a selezione nelle Pubbliche Amministrazioni e alle procedure di assunzione nei cantieri comunali.
Con il Piano di subentro approvato oggi, l’esecutivo realizza la gestione programmata della delicata fase di passaggio dal vecchio sistema al nuovo, descrivendo la sequenza delle attività, tenendo conto dei tempi tecnici di realizzazione dei vari interventi necessari, nonché dei tempi di trasmissione dei dati da parte delle province, fino a giungere al risultato finale: la completa messa a sistema delle nuova architettura delle politiche attive e dei servizi per il lavoro in Sardegna.
In modo schematico e operativo, dunque, il Piano stabilisce le modalità di subentro in tutti gli ambiti richiamati dalla legge, in modo da garantire ai cittadini la possibilità di fruire dei servizi per il lavoro, senza soluzione di continuità: un atto importante e necessario, se si pensa che dal 1 luglio le funzioni dei vecchi organismi (Csl, Cesil e Agenzie di sviluppo locale) cesseranno anche formalmente, per essere sostituite dai nuovi Centri per l’impiego.
Il Piano, allegato alla delibera, è stato inviato alla Commissione competente del Consiglio regionale, per il necessario parere, dopo il quale tornerà in Giunta per l’approvazione definitiva.

Virginia Mura 4

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L’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, è intervenuta ieri, a Osilo, al convegno regionale delle Acli, , nel corso del quale ha ribadito l’invito a partecipare ai progetti di Servizio Civile, per i quali «ci sono ancora alcuni giorni per i giovani sardi tra i 18 e i 28 anni. Il termine per le domande scade alle 14.00 di giovedì prossimo, 30 giugno. In Sardegna sono stati attivati numerosi progetti, destinati a un migliaio di ragazzi.

Il Servizio Civile ha una durata di 12 mesi e al volontario è riconosciuto un assegno mensile di 433,80 euro. I progetti saranno realizzati in cinque aree differenti: Assistenza; Protezione civile; Ambiente; Patrimonio artistico e culturale; Educazione e promozione culturale. I giovani interessati, dunque, possono consultare l’elenco degli enti che hanno presentato i progetti consultando le banche dati del Dipartimento.

«Non parliamo, naturalmente, di un’occasione di lavoro, ma di un’esperienza che può arricchire il bagaglio di esperienze e competenze dei giovani che la effettuano» ha sottolineato l’assessore Mura.
Nell’evento di Osilo è stato anche fatto il punto sulle iniziative attivate dall’Assessorato e destinate al Terzo settore. In particolare l’assessore del Lavoro ha comunicato alcune novità riguardanti i “Progetti di inclusione sociale” collegati al Prestito previdenziale, che stanno per essere varati dall’Assessorato. «È un’iniziativa a cui lavoriamo da tempo, rimasta a lungo bloccata da impedimenti e incertezze derivanti dal quadro normativo nazionale – ha aggiunto Virginia Mura -. Finalmente posso annunciare che quelle difficoltà sono in via di superamento, e che in tempi molto ravvicinati potremo aggiungere questo strumento al cruscotto di misure che abbiamo messo a disposizione del contesto produttivo sardo, con l’intento di affrontare, aggredendolo da più parti, il problema dell’occupazione. Insieme alle altre politiche attive per il lavoro varate dalla Giunta, e con il sistema dei Centri per l’impiego appena riformato e che in tempi brevi sarà operativo, puntiamo a dare risposte sempre più efficaci ai cittadini sardi che cercano un’occupazione».

Serbizio civile nazionale - Regione Sardegna

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Buone pratiche, ulteriori margini d’intervento, criticità. Si è analizzato ciascuno di questi aspetti nel convegno “Lavoro e Giustizia minorile: percorsi di inclusione”, che si è tenuto oggi al Lazzaretto di Cagliari. L’iniziativa, organizzata dall’assessorato regionale del Lavoro in collaborazione con il Centro di Giustizia minorile di Cagliari, ha messo a confronto rappresentanti istituzionali, esperti e operatori che lavorano a contatto con i ragazzi presi in carico dal circuito della giustizia minorile, per fare il punto sugli interventi messi in campo sul territorio sardo con il contributo della Regione, prendendo spunto dal Protocollo d’intesa stipulato lo scorso 9 maggio a Cagliari proprio tra l’Assessorato e il Centro di Giustizia minorile.
«Da tempo l’assessorato collabora con il Tribunale dei minori e con il Dipartimento della giustizia minorile – ha detto l’assessore Virginia Mura -. Avvertiamo la comune necessità di dare risposte a ragazzi che non dobbiamo lasciare indietro nonostante abbiano un percorso difficile, anzi soprattutto per questo. Parliamo di giovanissimi – aggiunge l’assessore del Lavoro – che hanno incontrato l’ambito penale e la giustizia minorile. L’impegno delle istituzioni deve essere di operare insieme per dar loro una seconda possibilità, ma la giornata di oggi è stata importante anche perché ha iniziato a coinvolgere il mondo imprenditoriale. C’è bisogno di chi dà lavoro per offrire nuove chances a chi vuole riscattarsi. Vogliamo richiamare la responsabilità sociale del tessuto produttivo, in modo da poter offrire percorsi di inclusione a questi giovani.»

Nel corso della mattinata la dirigente del Centro di giustizia minorile per la Sardegna, Isabella Mastropasqua, ha presentato il libro-inchiesta di cui è coautrice “Lavori In-Giusti – Indagine sul lavoro minorile nel circuito della Giustizia penale”. Il volume, realizzato in collaborazione con Save the Children, individua una correlazione piuttosto precisa tra ‘lavoro precoce’, spesso vero e proprio sfruttamento, e devianza minorile. La ricerca dimostra come il 70% dei giovanissimi che finiscono nelle maglie della giustizia hanno incrociato il “lavoro precoce”, il 40% addirittura prima dei quattordici anni di età e l’11% entro gli undici anni. Il lavoro insomma, che è forse la massima forma di inclusione sociale, da questi ragazzi, provenienti da contesti familiari e sociali problematici, spesso viene invece associato a situazioni che hanno già incrociato e da cui sono stati respinti. Nel libro si dà anche conto della buona pratica avviata in Sardegna con la collaborazione tra istituzioni, sfociata nell’estensione del “Tirocinio atipico” e fatta propria, come buona pratica, dalla Conferenza Stato–Regioni.
Nel corso della mattinata sono intervenuti la Presidente del Tribunale per i minorenni di Cagliari Marinella Polo, il senatore Ignazio Angioni (componente della Commissione Lavoro) e Piergiorgio Pirisi, educatore del Centro di Giustizia minorile per la Sardegna. Il convegno ha anche ospitato le storie di realtà che si occupano del reinserimento lavorativo dei ragazzi presi in carico dal sistema della giustizia minorile penale (le cooperative Elan, Lariso ed Eugo Sardegna) e le testimonianze dirette, a tratti toccanti, di alcuni ragazzi che hanno avuto problemi con la giustizia e che ora stanno trovando riscatto attraverso la possibilità di imparare un mestiere.

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Venerdì 24 giugno, al Lazzaretto di Cagliari, è in programma il convegno “Lavoro e Giustizia minorile: percorsi di inclusione”. L’iniziativa, organizzata dall’Assessorato regionale del Lavoro, sarà l’occasione per illustrare i progetti di integrazione socio-lavorativa rivolti a minori e giovani adulti detenuti realizzati dal Centro di giustizia minorile per la Sardegna e gli interventi messi in campo sul territorio sardo con il contributo della Regione.

Tra gli argomenti che animeranno la mattinata di lavori, è in scaletta anche un focus dedicato agli strumenti che facilitano l’inserimento lavorativo dei soggetti sottoposti a misure penali, come ad esempio il “Tirocinio atipico“, rispetto al quale la Regione ha adottato apposite Linee guida, recependo l’Accordo siglato in sede di Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome.

Il programma dei lavori si aprirà alle 9.30, con i saluti dell’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e del capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia Francesco Cascini. A seguire spazio agli interventi della dirigente del Centro di giustizia minorile per la Sardegna Isabella Mastropasqua (che presenta il libro “Lavori In-Giusti – Indagine sul lavoro minorile nel circuito della Giustizia penale”); della Presidente del Tribunale per i minorenni di Cagliari Marinella Polo, dei senatori Ignazio Angioni (componente della commissione Lavoro) e Giuseppe Luigi Cucca (componente della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica), e di Piergiorgio Pirisi, Educatore del Centro di Giustizia minorile per la Sardegna. Intorno alle 12 saranno inoltre presentate alcune testimonianze dirette dell’inserimento lavorativo di soggetti sottoposti a misure penali. Chiuderà i lavori l’assessore del Lavoro, Virginia Mura.
Sono invitati a partecipare i rappresentanti del terzo settore, gli operatori sociali, i soggetti istituzionali, le associazioni di categoria e gli imprenditori sensibili ai temi dell’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti.

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Il prossimo 30 giugno scadono i termini per presentare le domande di partecipazione ai progetti di servizio civile nazionale: a disposizione ci sono 544 posizioni approvate dalla Regione, a cui vanno aggiunti i posti – circa altrettanti – messi a disposizione dagli enti aventi sedi in Sardegna, ma iscritti all’albo nazionale. Lo ricorda con una nota, l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura.

Possono presentare domanda ragazzi e ragazze che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e non superato il ventottesimo anno (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione dell’istanza. Ciascuno di loro può presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di Servizio Civile, pena l’esclusione. Il Servizio Civile ha una durata di 12 mesi e al volontario è riconosciuto un assegno mensile di 433,80 euro. I progetti saranno realizzati in cinque aree differenti: Assistenza; Protezione civile; Ambiente; Patrimonio artistico e culturale; Educazione e promozione culturale.

La domanda di partecipazione dovrà essere presentata entro le ore 14.00 del 30 giugno e indirizzata direttamente all’ente che ha realizzato il progetto per il quale si vuole presentare la candidatura. I giovani interessati, dunque, possono consultare l’elenco degli enti che hanno presentato i progetti consultando le banche dati del Dipartimento, all’indirizzo http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/selezione-volontari/bandoord2016/#ScegliProgetto ed esplorando la sezione “Scegli il tuo progetto in Italia”, che raccoglie tutti i progetti e consente la ricerca di quelli attivati in ogni singola regione, provincia, città. Va ricordato che i ragazzi sardi possono anche partecipare a progetti presentati fuori dalla loro regione, e che allo stesso modo giovani di altre regioni possono candidarsi a progetti attivati in Sardegna. Il servizio civile, infatti, non ha vincolo di residenza.

Tutte le informazioni concernenti i progetti approvati, le relative sedi di attuazione, i posti disponibili, le attività nelle quali i volontari saranno impiegati, gli eventuali particolari requisiti richiesti, i servizi offerti dagli enti, le condizioni di espletamento del servizio, nonché gli aspetti organizzativi e gestionali, possono essere consultati direttamente sui siti internet degli enti che hanno presentato i progetti, oppure essere richieste presso gli enti titolari dei progetti. Avvisi, materiale informativo, faq sono disponibili sul sito ServizioCivile e sul portale nazionale http://www.serviziocivile.gov.it.
Per chiedere informazioni o assistenza si può scrivere una mail all’indirizzo: e-mail: lav.serviziocivile@regione.sardegna.it o contattare gli uffici dell’Assessorato del lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e sicurezza sociale – Direzione Generale – Servizio Coesione Sociale – ai numeri telefonici 070. 6064512 – 070.6065806 – 5516 – 5781.