E’ stato sottoscritto stamane all’assessorato regionale del Lavoro l’accordo per il rinnovo della cassa integrazione ai lavoratori #Eurallumina nella fase transitoria che precederà il riavvio produttivo.
Su convocazione dell’assessore regionale Virginia Mura, la società Eurallumina, coadiuvata dalla Confindustria meridionale, dalle segreterie dei chimici di CGIL, CISL e UIL e la RSU aziendale, hanno formalizzato un importante passaggio per la tutela delle maestranze dello stabilimento di Portovesme, di proprietà della Rusal.
«L’accordo – si legge in una nota della RSU aziendale – prevede la rimodulazione dell’ammortizzatore sociale che vede i 303 dipendenti uscire dal regime di cassa integrazione in deroga utilizzabile sino al 31 agosto 2014. Dopo questa data, purtroppo, ad oggi, non c’è la certezza della copertura finanziaria necessaria, facendo così diventare emergenziale la situazione di migliaia di lavoratori sardi (circa 65.000, da fonti sindacali), che sono inseriti nelle mobilità e Cig in deroga e che già scontano enormi e vergognosi ritardi nei pagamenti. La riforma complessiva degli ammortizzatori sociali non prevede più questi strumenti e in una fase dove appare lontana la ripresa delle vecchie attività ed il sorgere delle nuove, in particolare in Sardegna, porterà all’aumento esponenziale dei vari drammi sociali.»
Resta in vigore la “CIG straordinaria per crisi aziendale di particolare rilevanza e per ristrutturazione, riconversione o riorganizzazione delle aziende interessate”, che viene concessa dal ministero del Lavoro, solo ed esclusivamente “in presenza di reali, concrete ed accertate possibilità di ripresa produttiva”, e questo è il caso dell’Eurallumina, come confermato dalla presentazione di ieri (22 giugno 2014) a #Palazzo Chigi del “Contratto di Sviluppo” da parte del Governo Italiano, rappresentato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, insieme ad #Invitalia, per la partecipazione agli investimenti per il rilancio della produzione.
La trattativa tra il #ministero dello Sviluppo economico e la #Rusal, condotta dalle organizzazioni sindacali e dalla RSU con i lavoratori dello stabilimento di #Portovesme, protagonisti di una lunga stagione di lotta e che ha portato alla definizione del protocollo d’intesa siglato al Mise il 22 novembre 2012, ha dato la possibilità, in seguito agli sviluppi positivi, di poter sottoscrivere l’ accordo per la CIGS “per crisi aziendale” e consentire una adeguata tutela nel periodo transitorio.
Per dare definitivamente il via al programma degli investimenti per il rilancio dell’#Eurallumina, resta l’ultimo passaggio: la rimessa in esercizio del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazione per cui è in fase di elaborazione un “accordo di programma con il ministero dell’Ambiente”, propedeutico al dissequestro da parte della magistratura. Prosegue, intanto, il lavoro di mantenimento dell’impianto. Uno dei punti di forza della possibilità di ripartenza, è stata la costante manutenzione dello stabilimento, condotta dai tecnici e operatori dell’Eurallumina.
Oltre ai 20 tecnici ed impiegati che sono impegnati a tempo pieno, sono circa 50 gli operatori che a rotazione si alternano tutti i giorni nella manutenzione delle apparecchiature. A loro si sommano un numero variabile a seconda degli interventi manutentivi che vengono programmati, di professionalità provenienti degli appalti. Complessivamente circa 100 lavoratori giornalmente varcano i cancelli, “che rimangono aperti”, smentendo il luogo comune di “fabbrica chiusa”, mentre invece si tratta di fermata produttiva e non di serrata o abbandono.
Dal 1 settembre 2014, per la durata di 12 mesi, l’intesa sottoscritta in sede di assessorato regionale, prevede che venga mantenuta l’anticipazione diretta delle spettanze da parte dell’azienda e la continuità con i precedenti accordi economici.
«L’obiettivo auspicabile – sostiene la RSU aziendale – è di non utilizzare tutti i 12 mesi previsti, ma che possano essere interrotti anticipatamente; per questo continuerà costante l’azione di pressione e di monitoraggio da parte della Rsu, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali a tutti i livelli, questo significherebbe il passaggio ad una CIGS per ristrutturazione, strumento che verrà concesso quando partiranno gli investimenti e materialmente inizieranno i lavori preparatori alla ripresa della produzione, che richiamerebbe al lavoro per primi, i lavoratori dell’indotto, che più di tutti hanno dovuto subire le conseguenze di questi anni di crisi, e che è giusto che per primi possano usufruire degli effetti positivi, di una battaglia che le tute verdi hanno condotto con determinazione, per il lavoro, anche quando tutto sembrava perduto.»