Sabato 16 dicembre, a Sant’Antioco, verrà presentato l’esito del progetto di residenza artistica Giudicesse 2030
Una rivisitazione contemporanea delle giudicesse raccontate attraverso un’installazione audiovisiva e una pubblicazione d’artista. È l’esito del progetto di residenza artistica Giudicesse 2030, che verrà presentato sabato 16 dicembre a Sant’Antioco, a partire dalle 19.00 nella sala mostre della Biblioteca Comunale di piazza de Gasperi.
La residenza è stata condotta dal duo multidisciplinare Studiolandia, composto da Giorgia Cadeddu e Vittoria Soddu, grazie a un progetto promosso dalla Società Umanitaria di Carbonia e realizzato in collaborazione con le associazioni Terras e U-BOOT Lab.
Il lavoro di Studiolandia nasce da una residenza a Sant’Antioco dedicata all’incontro e alla raccolta di testimonianze della comunità locale, che ha intrecciato l’approfondimento sulle fonti bibliografiche, storiche e iconografiche, e la ricerca sui filmati amatoriali in pellicola, digitalizzati attraverso il progetto regionale di raccolta di cinema di famiglia “La Tua Memoria è la Nostra Storia” – e conservati nell’archivio del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria.
«Se siamo partite con l’idea di restituire alla giudicessa, come entità simbolica, un nuovo corpo e una nuova voce per ri-significarla nell’epoca contemporanea, lo scambio sul territorio ha confermato l’esigenza di far emergere un personaggio che fa della trasmissione intergenerazionale un obiettivo da raggiungere, del rapporto con l’ambiente – inteso come habitat e spazio di coabitazione – e la sua tutela una prerogativa delle sue istanze – spiegano Giorgia Cadeddu e Vittoria Soddu –. Abbiamo raccolto le storie di diverse incarnazioni moderne che portano avanti nella loro professione questi intenti – una pescatrice, una biologa, una pedagogista, una cavallerizza, un’archivista – e gli immaginari di un gruppo di bambine e bambini con cui abbiamo ridisegnato una squadra di 14 Giudicesse che dispongono ognuna di un animale guida e di un oggetto attraverso il quale attuare un cambiamento, come uno scettro metereologico o un traduttore simultaneo in tutti i linguaggi del mondo animale. Per la restituzione pubblica di sabato 16 dicembre – concludono le artiste – stiamo lavorando a un’installazione audiovisiva e una pubblicazione d’artista che intreccia le diverse fonti facendone un racconto corale, a partire dall’assenza di immagini dell’epoca giudicale per arrivare al ritratto di una giudicessa multiforme e atemporale, che ha attraversato la storia per arrivare ai giorni nostri come specchio della figura femminile nella società.»
«Con questa restituzione – dice Moreno Pilloni, direttore del CSC Carbonia della Società Umanitaria – chiudiamo un percorso che è stato realizzato attraverso il coinvolgimento attivo della comunità. Crediamo sia un bel modo di fare cultura e rapportarsi a un territorio nell’ottica di una crescita condivisa e partecipata che ha visto l’impegno di numerose figure professionali che in questo territorio abitano.»
E sul rapporto con la comunità si sofferma anche Maria Pina Usai, curatrice del progetto per U-BOOT Lab, che parla di «un coinvolgimento attivo nato da quegli incontri quotidiani informali resi possibili proprio dal vivere un luogo in residenza, che si sono poi formalizzati in una serie di interviste e in un laboratorio con bambine e bambini».
Mentre Marina Fanari, U-BOOT Lab, ha curato gli aspetti del progetto legati ad accessibilità e inclusione: «Fino alla sua conclusione il progetto sosterrà i principi dell’accessibilità ampliata con servizi che consentano la più ampia partecipazione, quali l’interpretariato in Lingua dei Segni Italiana e la sottotitolazione in tempo reale».
Tempo di bilanci anche per Paolo Serra, direttore regionale dei centri di servizi culturali della Società Umanitaria in Sardegna, che ricorda come «questa sesta annualità del progetto cineportuale legato alla figura delle Giudicesse e della donna in Sardegna – ci consegna un’opera visuale che crediamo possa e debba avere una vita ben oltre il territorio del Sulcis Iglesiente, e ci adopereremo quindi insieme ai partner del progetto,U-BOOT Lab e Terras perché possa circuitare in tutta la Sardegna, e, perché no, anche a livello nazionale attraverso la rete della Società Umanitaria di Milano».
Anche la serata di sabato, realizzata in collaborazione con il comune di Sant’Antioco, Ottovolante Sulcis e Museodiffuso.exe, sarà un ulteriore momento di condivisione e scambio con la comunità, con un aperitivo aperto accompagnato dal dj set di Jane & MissMary.