L’assessore regionale Filippo Spanu è intervenuto a Bruxelles all’incontro promosso dal Comitato delle regioni sull’accoglienza dei richiedenti asilo.
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«È stato un confronto molto utile, uno scambio di informazioni su progetti concreti e attività in grado di arricchire e irrobustire il nostro sistema di accoglienza e integrazione. Dopo aver gestito gravi emergenze legate ai numerosi sbarchi attraverso Frontex, ora vogliamo realizzare un modello di accoglienza che sia diffuso ed equilibrato facendo tesoro delle esperienze di altri territori che si trovano nelle nostre stesse condizioni.»
Così l’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, intervenuto a Bruxelles nella sede del Comitato delle Regioni, alla conferenza sul tema Migrazione e asilo: verso un approccio di governance multilivello che si è svolta nella sede del Comitato delle Regioni.
Filippo Spanu, nella città che ospita le più importanti istituzioni europee, ha sottolineato che «è necessario tenere in grande considerazione e valorizzare il ruolo di Regioni e Comuni che accolgono i richiedenti asilo e offrono un contributo rilevante al sistema di ospitalità affrontando ogni giorno molte difficoltà».
Alla conferenza, organizzata dal Comitato europeo delle Regioni, dalla Conferenza delle Regioni periferiche marittime e dalla Regione greca dell’Attica nell’arco di tre sessioni, hanno preso parte rappresentanti di regioni italiane, spagnole, svedesi e greche e delle istituzioni europee. Tutti convinti che solo con un’azione coordinata, frutto del lavoro comune, a diversi livelli, di enti e istituzioni, si possa gestire in modo efficace il fenomeno migratorio.
L’esponente della Giunta Pigliaru, che ha rappresentato le regioni italiane insieme all’assessore toscano Vittorio Bugli, si è soffermato sui progetti di volontariato sociale rivolti ai migranti, gli accordi sottoscritti con Anci e Prefetture per potenziare la rete degli Sprar, le iniziative di informazione e sensibilizzazione nelle scuole superiori sul tema delle migrazioni, gli eventi sportivi con il coinvolgimento dei migranti che hanno incontrato e dialogato nei campi di calcio e negli impianti che ospitano gare di atletica tanti giovani sardi.
Filippo Spanu ha ricordato il ruolo propulsivo della Sardegna nell’ambito della Conferenza delle Regioni, in cui ha il coordinamento in materia di cooperazione internazionale, e nel programma Eni Cbc Med del quale è Autorità di gestione: «Stiamo lavorando per rafforzare le relazioni con i Paesi dai quali provengono i flussi migratori per contribuire a creare migliori condizioni di sviluppo. Crediamo molto in questa strategia che comincia a produrre risultati. Per questo l’Europa deve essere capace di valorizzare il ruolo delle regioni, valide alleate ed enti attuatori di progettualità che offrono un prezioso contributo nelle complessa realtà africana».
Filippo Spanu ha anche fatto riferimento agli ingressi illegali: «Nel caso della Sardegna la maggiore difficoltà, tanto da un punto di vista politico che operativo, è costituita dalla rotta algerina, da Annaba verso le coste del Sulcis. Un caso simile a quanto avviene nelle coste siciliane con l’arrivo di persone provenienti dalla Tunisia. Su queste due rotte è necessario agire con modalità coordinate per arrestare il flusso, anche con un maggior presidio delle acque territoriali lungo la traversata e con un ulteriore rafforzamento del dialogo con le autorità algerine sulla scia di quanto già avviato dal Governo italiano, in linea con le istanze della Regione Sardegna. Siamo convinti che per arginare questi flussi possa svolgere una fondamentale funzione di deterrenza il Centro di Permanenza per i rimpatri di prossima apertura a Macomer ed esclusivamente destinato a coloro che arrivano nelle coste sarde con gli sbarchi diretti».
Filippo Spanu, nella città che ospita le più importanti istituzioni europee, ha sottolineato che «è necessario tenere in grande considerazione e valorizzare il ruolo di Regioni e Comuni che accolgono i richiedenti asilo e offrono un contributo rilevante al sistema di ospitalità affrontando ogni giorno molte difficoltà».
Alla conferenza, organizzata dal Comitato europeo delle Regioni, dalla Conferenza delle Regioni periferiche marittime e dalla Regione greca dell’Attica nell’arco di tre sessioni, hanno preso parte rappresentanti di regioni italiane, spagnole, svedesi e greche e delle istituzioni europee. Tutti convinti che solo con un’azione coordinata, frutto del lavoro comune, a diversi livelli, di enti e istituzioni, si possa gestire in modo efficace il fenomeno migratorio.
L’esponente della Giunta Pigliaru, che ha rappresentato le regioni italiane insieme all’assessore toscano Vittorio Bugli, si è soffermato sui progetti di volontariato sociale rivolti ai migranti, gli accordi sottoscritti con Anci e Prefetture per potenziare la rete degli Sprar, le iniziative di informazione e sensibilizzazione nelle scuole superiori sul tema delle migrazioni, gli eventi sportivi con il coinvolgimento dei migranti che hanno incontrato e dialogato nei campi di calcio e negli impianti che ospitano gare di atletica tanti giovani sardi.
Filippo Spanu ha ricordato il ruolo propulsivo della Sardegna nell’ambito della Conferenza delle Regioni, in cui ha il coordinamento in materia di cooperazione internazionale, e nel programma Eni Cbc Med del quale è Autorità di gestione: «Stiamo lavorando per rafforzare le relazioni con i Paesi dai quali provengono i flussi migratori per contribuire a creare migliori condizioni di sviluppo. Crediamo molto in questa strategia che comincia a produrre risultati. Per questo l’Europa deve essere capace di valorizzare il ruolo delle regioni, valide alleate ed enti attuatori di progettualità che offrono un prezioso contributo nelle complessa realtà africana».
Filippo Spanu ha anche fatto riferimento agli ingressi illegali: «Nel caso della Sardegna la maggiore difficoltà, tanto da un punto di vista politico che operativo, è costituita dalla rotta algerina, da Annaba verso le coste del Sulcis. Un caso simile a quanto avviene nelle coste siciliane con l’arrivo di persone provenienti dalla Tunisia. Su queste due rotte è necessario agire con modalità coordinate per arrestare il flusso, anche con un maggior presidio delle acque territoriali lungo la traversata e con un ulteriore rafforzamento del dialogo con le autorità algerine sulla scia di quanto già avviato dal Governo italiano, in linea con le istanze della Regione Sardegna. Siamo convinti che per arginare questi flussi possa svolgere una fondamentale funzione di deterrenza il Centro di Permanenza per i rimpatri di prossima apertura a Macomer ed esclusivamente destinato a coloro che arrivano nelle coste sarde con gli sbarchi diretti».