5 November, 2024
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Sarà l’ex sito minerario di “Sa Marchesa” a Nuxis, venerdì 16 e sabato 17 settembre, protagonista di un nuovo appuntamento con “OPEN YOUR MINE – Miniere Aperte”, iniziativa ideata, promossa e coordinata dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna in collaborazione con le amministrazioni locali, le associazioni e i gestori dei siti per promuovere l’identità dei territori, migliorarne la percezione ed evidenziarne le potenzialità in chiave innovativa e sostenibile.

La due giorni “OYM” è organizzata dal Parco Geominerario in collaborazione con il comune di Nuxis, i gestori di “Sa Marchesa” e l’Associazione Italiana “Giovani per l’Unesco”, con una serie di eventi, trekking e visite guidate gratuite ai numerosi siti di un territorio interessato, per circa un secolo, dall’attività di scavo e concessioni minerarie di piombo e zinco, di rame ed argento, con presenza di formazioni geologiche esclusive, scenari ambientali caratteristici e tracce di insediamenti umani preistorici.

La partecipazione agli eventi è a numero limitato, per cui è necessaria la prenotazione.

Si inizia venerdì alle 18.30, presso il sito geo-speleo-archeologico e minerario di “Sa Marchesa”, con l’incontro avente a tema “Tutela e valorizzazione del patrimonio minerario”, che vedrà gli interventi di Federico Porcedda (archeologo rappresentante dell’Associazione Italiana “Giovani per l’Unesco”), Ciro Pignatelli (direttore del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna), Romeo Ghilleri (sindaco del comune di Nuxis), Riccardo Cicilloni e Marco Cabras (ricercatori dell’Università degli Studi di Cagliari), Samuele Antonio Gaviano (sindaco del comune di Serri), Pietro Laureano (Università di Firenze – esperto Unesco) e Roberto Curreli (geologo di “Sa Marchesa”), a cui seguiranno un momento ricreativo e una visita allo spazio espositivo della struttura. Nel corso dell’incontro, si parlerà dell’importante avvio della terza campagna di scavi archeologici presso la grotta di “Acquacadda”, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti alla nascita della civiltà nuragica, in particolare dall’Età del Rame all’Età del Bronzo.

Sabato mattina, si parte alle 9.30, con visite guidate agli scavi archeologici presso la grotta e alle sale espositive della struttura di “Sa Marchesa”. Sempre alle 9.30, partenza del trekking verso le piscine naturali di “Su Giriadroxiu”, con accompagnamento di guide ambientali escursionistiche e geologo. L’itinerario prevede un percorso ad anello di 5 km e difficoltà E (livello intermedio, escursionistico), con dislivello di 250 metri e durata di circa 4 ore. Al termine, verrà offerto un rinfresco con prodotti locali.

Le visite guidate riprendono alle 17.00, con partenza da “Sa Marchesa”. La prima, con archeologo, è diretta al “Pozzo Sacro” in località “Tattinu”, dove esisteva un villaggio nuragico, e alla chiesa campestre di “Sant’Elia”, edificata in periodo bizantino. La seconda, con geologo, punta a visitare una delle cave del territorio di Nuxis, in cui si estraevano marmo nero e grigio dalle caratteristiche peculiari.

Chiuderà la giornata il concerto serale del cantautore Piero Marras accompagnato da Vittorio Gazale, alle 20.30 presso il piazzale del sito di “Sa Marchesa”.

 

Riprendono sabato 3 settembre, a Masullas, gli appuntamenti con “OPEN YOUR MINE – Miniere Aperte”, l’iniziativa ideata, promossa e coordinata dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna in collaborazione con le amministrazioni locali, le associazioni, i gestori e gli operatori per promuovere l’identità dei territori del Parco ed evidenziarne le potenzialità in chiave innovativa e sostenibile, attraverso eventi gratuiti per cui è obbligatoria la prenotazione.
La giornata in territorio masullese sarà incentrata sulle peculiarità geominerarie ed ambientali, nonché storico-antropologiche e paleontologiche della vasta area del Monte Arci, nota al mondo per la presenza cospicua dell’ossidiana, vetro naturale originatosi milioni di anni fa dal rapido raffreddamento della lava e considerata “l’oro nero” dei popoli preistorici, che ne ricavavano utensili e strumenti destinati al taglio, alla difesa e alla caccia.
A partire dalle 9.30, i partecipanti potranno visitare il GeoMuseo Monte Arci “Stefano Incani”, realizzato in collaborazione col Parco Geominerario presso il seicentesco Convento dei Frati Cappuccini, con 5 sale espositive di particolare impatto visuale, ed il Museo di Storia Naturale “Aquilegia”, con minerali, ricostruzioni e reperti di particolare valore, tra cui uno dei più antichi fossili di anfibio rinvenuti in Italia, appartenente al genere Apateon risalente ad oltre 290 milioni di anni fa.
Nel programma sono previste due escursioni. La prima, a partire dalle 9.30, sarà un trekking al Parco dell’Ossidiana di “Conca ‘e Cannas”, che rappresenta il giacimento di ossidiana più vasto del Mediterraneo, con accompagnamento di guide ambientali escursionistiche e geologi seguendo un percorso ad anello di 6 km e dislivello di 250 metri, di media difficoltà. E’ prevista una degustazione di prodotti locali all’arrivo.
La seconda, a partire dalle 18.30, è una visita guidata al geosito e monumento naturale “Su Carongiu de Fanari”, un cosiddetto mega pillow alto 12 metri tra i più grandi conosciuti al mondo e dalle forme particolari, originatosi da eruzioni vulcaniche sottomarine circa 20 milioni di anni fa.
La visita sarà preceduta, presso il GeoMuseo alle 17.30, dalla proiezione del documentario tematico realizzato dal Parco Geominerario dal titolo: “L’oro nero del Parco Geominerario della Sardegna: l’ossidiana del Monte Arci”.
Chiuderà la giornata, alle 20.30, al Giardino botanico del Monte Arci di Masullas, il concerto del cantautore Piero Marras, accompagnato da Vittorio Gazale.

 

E’ in programma domenica 24 luglio 2022, con un prologo sabato 23, presso il comune di Gadoni, il terzo appuntamento annuale di “Open Your Mine – Miniere Aperte”, iniziativa del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna tesa a sviluppare nuovi modelli di coinvolgimento locale per la rigenerazione e la promozione dei territori minerari del Parco.

L’evento, realizzato in collaborazione con il comune di Gadoni, come i precedenti “OYM” prevede iniziative gratuite, tra visite guidate e trekking (per cui è obbligatoria la prenotazione anticipata), e vedrà protagonisti la miniera di rame dismessa di “Funtana Raminosa”, considerata un pregevole esempio di archeologia industriale in quanto conserva ancora, pressoché intatti, i mezzi e le strutture legate al proprio ciclo produttivo, e il suggestivo territorio circostante, con le sue bellezze naturali.

Sabato 23, alle 18.00, presso il Centro di aggregazione sociale del comune di Gadoni, verrà proiettato il documentario “Conservazione e valorizzazione della miniera di Funtana Raminosa: gioiello intatto del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna”, realizzato dall’ente con suggestive immagini e interviste inedite ai protagonisti dell’epopea mineraria del sito gadonese, insieme ad altri documentari sulle diverse realtà del Parco Geominerario.

Domenica 24 si inizia alle 9.30, con visita alla miniera in sottosuolo e in esterno, dove si potranno ammirare macchinari ancora funzionanti, accompagnati da guide d’eccezione: alcuni dei minatori che hanno lavorato nel sito durante gli anni di attività e ne hanno conservato la memoria storica.

Si potrà inoltre partecipare ad attività di trekking, con l’accompagnamento di guide ambientali escursionistiche professioniste, alla scoperta di boschi, grotte e geositi seguendo un itinerario che attraversa la splendida foresta di Corongia e raggiunge la grotta “Sa Grutta’e Perdu”, con vista panoramica mozzafiato sulla valle del Flumendosa e sul geosito “Su Campanili”. Si compirà un percorso ad anello lungo 7 chilometri, con dislivello di 100 metri e bassa difficoltà.

E’ previsto un ristoro finale per i partecipanti all’arrivo a “Funtana Raminosa”.

Chiuderà la giornata OYM alle 21.00, in piazza Santa Maria, a Gadoni, il concerto del cantautore Piero Marras, con la partecipazione di Vittorio Gazale.

Per dettagli ed aggiornamenti sul programma si rimanda al sito istituzionale www.parcogeominerario.sardegna.it ed ai social Facebook e Instagram dell’Ente.

 

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Cinque videocamere destinate alla videosorveglianza e utili a garantire sicurezza delle persone, dei luoghi, degli edifici e dei mezzi impiegati dal Parco nazionale, dalle forze dell’ordine e dagli operatori. Quattro saranno installate nell’area parcheggio di Fornelli ed un’altra invece, già in uso all’Area marina protetta, sarà convertita a uso videosorveglianza e consentirà di registrare, come le altre, quanto avviene nella zona di copertura. Il Parco, intanto, pensa anche all’attivazione di un servizio di vigilanza notturno.

L’installazione delle videocamere è stata prevista con un atto d’urgenza adottato dal presidente facente funzioni del Parco Antonio Diana, per avviare le «procedure necessarie – si legge nel provvedimento – per l’implementazione del sistema di controllo e sorveglianza sull’isola dell’Asinara».

«Si tratta – afferma il presidente Antonio Diana – di un primo atto che, come Parco, abbiamo voluto adottare per dare immediatamente un segnale di attenzione, sia verso le strutture e l’ambiente dell’isola, sia verso l’attività degli operatori. Ci auguriamo possa dare, davvero, un po’ più di tranquillità dopo quanto avvenuto la scorsa settimana.»

Oltre al sistema di videosorveglianza, il Parco ha previsto venga installato anche un impianto di illuminazione così da assicurare la visibilità dei luoghi e delle persone nelle ore notturne.

«Per garantire la sicurezza – riprende Antonio Diana – ribadiamo la nostra disponibilità a continuare ed implementare il rapporto di collaborazione con le forze dell’ordine e il corpo forestale. Siamo fiduciosi, intanto, sull’esito delle indagini relative all’incendio che ha distrutto un trenino turistico.»

Il provvedimento d’urgenza è stato adottato a conclusione di una riunione svolta nella sede del Parco e alla quale hanno partecipato il direttore del Parco Pier Paolo Congiatu il vicedirettore Vittorio Gazale, il responsabile dell’area tecnica Alessandro Pantaleo, il responsabile del bilancio Gian Luca Idini ed Aldo Angelo Zanello. Durante l’incontro è stato analizzato l’atto delittuoso avvenuto sull’isola ed eventuali misure da porre in essere per migliorare la prevenzione. Tra queste la possibilità di un servizio di vigilanza notturna che potrà essere finanziato, in parte, con i fondi che gli operatori turistici che operano sull’isola versano al Parco nazionale.

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«Siete voi adulti che dovete e potete ancora cambiare le cose e salvare il mondo dalla plastica. Io sono un bambino e ho il diritto di avere un futuro libero dall’inquinamento, e così come me altri milioni di bambini nel mondo. Dobbiamo sentirci in dovere di tutelare l’ambiente e fare qualcosa di concreto. Raccogliamo la plastica, aiutatemi a condividere questo pensiero.»
Si condensa nel breve discorso del piccolo Diego, 9 anni di Stintino, il succo del convegno “Inquinamento da plastica: l’importanza di combatterlo e le strategie per farlo”, organizzato dall’amministrazione comunale stintinese e che si è svolto ieri sera al Museo della tonnara, con la partecipazione dell’assessore regionale della Difesa dell’ambiente Gianni Lampis.

Il piccolo Diego si è presentato al tavolo dei relatori con un secchio colmo di plastica raccolta in 3 metri quadrati di spiaggia. «Voglio lanciare un messaggio importante ha ribadito – perché tutti dobbiamo sentirci in dovere di tutelare l’ambiente e fare qualcosa di concreto».

E la testimonianza del piccolo alunno delle scuole elementari di Stintino ha confermato quanto «una politica di educazione debba partire dai più piccoli, perché ha detto il sindaco di Stintino Antonio Dianasono quelli che vedono il mondo in maniera diversa. Ed è per questo che l’ultima iniziativa, #Stintinoisplasticfree, di pulizia delle spiagge l’abbiamo organizzata proprio con il coinvolgimento e contributo delle scuole».

Il primo cittadino ha ricordato quindi i progetti adottati dal Comune per ridurre l’uso della plastica, a partire dalla fontanelle per l’acqua con la distribuzione di bottiglie di vetro, gli appuntamenti con Spiagge pulite avviate già dal 2016, i progetti sulla Pelosa e il divieto di fumo in spiaggia. Con quest’ultima iniziativa il Comune, a fine stagione turistica 2018, ha raccolto oltre 400mila cicche di sigarette.

«Si deve ragionare per areeha chiuso il sindaco Antonio Diana e per questo ho chiesto la partecipazione del sindaco di Porto Torres. Perché  questo sistema ambientale, con un parco nazionale vicino, un’area marina protetta in ampliamento, le aree Sic e Zps, ci chiede di fare rete.»

Un concetto quest’ultimo ribadito dal primo cittadino di Porto Torres Sean Wheeler che ha anche posto l’accento sul coinvolgimento delle nuove generazioni, rimarcato poi dal direttore dell’Area marina protetta dell’Asinara, Vittorio Gazale, che ha illustrato le azioni adottate dal Parco nella lotta alla plastica. Ancor di più è stato Danilo Pisu, coordinatore del progetto Post Life del comune di Stintino, a sottolineare la strategicità del coinvolgimento delle scuole e il successo del progetto La plastica e il consumo responsabile, realizzato proprio con gli alunni delle scuole di via Lepanto, e al quale ha partecipato anche il piccolo Diego.

«Se oggi abbiamo assunto la consapevolezza della criticità che stiamo ereditando – ha detto l’assessore regionale Gianni Lampis – dobbiamo essere in prima fila per dimostrare che il mondo non cambia con le opinioni ma con i fatti. Quella che abbiamo davanti è una sfida culturale. L’uomo deve essere il principale attore nell’affrontare queste sfide. Partiamo allora da qui e dal ruolo della scuola.»

Il convegno ha messo in evidenza quindi la necessità di fare sistema, di lavorare in maniera coordinata, condivisa e attraverso protocolli tra enti pubblici e operatori locali. «È fondamentale che si prenda coscienza del peso del problema dell’inquinamento da plastica – è stato detto – che è diventato importante e che mette a rischio il pianeta. I vari portatori di interesse, allora, devono agire, anche nel loro piccolo perché messo assieme questo può diventare molto».

Al convegno, coordinato dalla docente dell’Università di Sassari Donatella Carboni, sono intervenuti anche Simonetta Fanni direttrice del Servizio Controlli, monitoraggi e valutazione ambientale dell’Arpa Sardegna, Claudia Salvestrini direttore del Consorzio nazionale Polieco, Andrea De Lucia ricercatore del Cnr di Oristano, Matteo Sanna e Giovanni Conti del gruppo Relicta e Giulio Magni di One Ocean Foundation.

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L’avvio di un percorso che, con il coinvolgimento di istituzioni, cittadini e operatori economici, potrà consentire di individuare la presenza di eventuali presupposti utili all’ampliamento dell’area marina protetta. Una zona regolamentata in maniera adeguata e senza preclusioni per nessun operatore economico, che porti però alla salvaguardia del mare e dell’ambiente. Questo, in sintesi, quanto emerso nei giorni scorsi all’incontro pubblico “Aree marine protette: vincoli e benefici”, organizzato dal comune di Stintino nella sala conferenze del Mut in via Lepanto.

A confrontarsi con gli operatori presenti, pescatori delle varie categorie che operano nel golfo dell’Asinara, c’erano il sindaco Antonio Diana, il direttore dell’Area marina protetta “Isola dell’Asinara” Vittorio Gazale ed il direttore del parco nazionale dell’Asinara Pier Paolo Congiatu.

«In considerazione del fatto che da operatori e cittadini sono arrivate istanze per una estensione dell’Amp, vogliamo capire – ha detto il sindaco in apertura di incontro – se ci sono i presupposti per realizzare un’ampliamento quindi conoscere le vostre opinioni in merito. Soltanto così potremo raggiungere un risultato condiviso. E questa riunione deve essere intesa come un’occasione di confronto. Quello che interessa tutti è garantire la preservazione dell’ambiente e il rispetto del mare che, in tanti, vorremmo tornasse a essere il mare che abbiamo conosciuto 40, 50 anni fa.»

«In un’ipotesi di ampliamento, l’area marina protetta conserverà la sua identità – ha detto Pier Paolo Congiatu – e l’allargamento riguarderà la sua gestione. I vincoli interesseranno gli aspetti relativi alla conservazione del patrimonio naturale e la sua gestione, ma i benefici saranno forti ed evidenti, sia per la vita del mare sia per le persone che abitano sul territorio limitrofo.»

Nel caso di una estensione, comunque, questa dovrà essere studiata in maniera approfondita, anche da un punto di vista socio-economico, soprattutto, in considerazione del fatto che il suo ampliamento si realizzerebbe in un’area con una rilevante presenza antropica.

Alcuni operatori hanno quindi chiesto quale potrebbe essere l’estensione dell’area marina protetta, quali le possibilità di deroghe e hanno rimarcato la necessità di controlli.

La presenza di regole precise quindi potrebbe contribuire a un miglior utilizzo dell’area ma «non si esclude possano essere chieste delle deroghe – ha sottolineato Vittorio Gazale – così come avviene in altre aree marine protette, mentre la creazione di zone cuscinetto potrebbe facilitare il controllo».

Ma a cambiare dovrà anche essere l’approccio culturale dell’uomo verso il mare, inteso come risorsa da tutelare. «Perché – ha concluso il primo cittadino – tutti dobbiamo essere fruitori responsabili che guardano alla salvaguardia dell’ambiente».

L’incontro ha così aperto un percorso che l’Amministrazione ha intenzione di portare avanti anche con la creazione di tavoli tecnici che possano vedere protagonisti anche gli operatori del settore.

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“Aree marine protette: vincoli e benefici”, è il titolo dell’incontro pubblico organizzato in programma per il 24 aprile, dalle ore 18.00, nella sala conferenze del Mut in via Lepanto. L’appuntamento è organizzato dal comune di Stintino in collaborazione con l’Area marina protetta dell’isola dell’Asinara.

L’incontro sarà l’occasione per affrontare il tema già lanciato dal sindaco della località turistica, Antonio Diana, di un’area marina protetta allargata nel mare di Stintino.

L’idea dell’amministrazione comunale sarebbe appunto quella di un’area marina protetta di tipo C, con una riserva parziale che, così come prevede il ministero dell’Ambiente, rappresenti una fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico ed i settori esterni all’area marina protetta. Una zona dove potrebbe essere consentita la pesca sportiva contingentata ma non quella subacquea, se non quella di tipo professionale, quindi con limitazioni agli attrezzi utilizzabili e alla velocità di transito. Potrebbero, inoltre, essere previste limitazioni alla qualità di imbarcazioni, in termini di caratteristiche tecniche contro l’inquinamento, che possono transitare nell’area marina protetta.

Al Museo della tonnara saranno quindi affrontati i temi relativi allo stato delle risorse nell’Amp “Isola dell’Asinara” e nell’area vasta, la distribuzione dello sforzo di pesca e, appunto, la proposta di ampliamento dell’Area marina protetta.

A parlarne con il pubblico e gli operatori, e a Stintino sono già tanti quelli che chiedono un allargamento dell’area marina protetta, saranno il sindaco Antonio Diana, il direttore dell’Area marina protetta “Isola dell’Asinara” Vittorio Gazale ed il direttore del parco nazionale dell’Asinara Pier Paolo Congiatu.

E tra i punti da discutere, i tre relatori non mancheranno di analizzare le modalità di gestione di una nuova possibile area sottoposta a protezione. Questa dovrà essere studiata in maniera approfondita, anche da un punto di vista socio-economico, soprattutto in considerazione del fatto che il suo ampliamento si realizzerebbe in un’area con una rilevante presenza antropica.

La visione di lungo periodo, infine, è quella di un’area marina protetta in grado di offrire un’opportunità di sviluppo e di tutela per il patrimonio ambientale del territorio.

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‘idea è quella di costruire un partenariato che consenta l’avvio, concreto, di una piattaforma di rapporti tra enti e privati, per creare occasioni di sviluppo e lavoro nei settori della pesca, della ristorazione, alberghiero e della gastronomia. È quanto emerso dall’incontro che si è svolto a Stintino giovedì scorso, nella sala riunioni del Comune.

L’incontro è stato promosso per condividere strategie comuni sulle principali problematiche sulla gestione dei parchi e delle aree marine protette, con particolare riferimento alla piccola pesca. L’obiettivo è quello di mettere a punto programmi di lavoro tra i comuni, i parchi e i Flag dell’area mediterranea, con la nascita di un gruppo di lavoro finalizzato alla costruzione di un’azione di rete tecnica e politica, per accedere ad alcuni programmi dell’Unione europea su temi specifici di interesse per l’area mediterranea e per partecipare a bandi comunitari per l’acquisizione di fondi.

Attorno al tavolo si sono seduti rappresentanti locali e una delegazione della Diputació di Barcellona. Da una parte il sindaco di Stintino Antonio Diana, nella duplice veste anche di vicepresidente del Parco nazionale dell’Asinara, il sindaco di Porto Torres Sean Wheeler, il direttore dell’Area marina protetta dell’Asinara Vittorio Gazale, il presidente del Flag Nord Sardegna Benedetto Sechi; dall’altra la delegazione catalana con Jesús Calderer (deputato aggiunto agli Spazi naturali), Jordi Padrós (dirigente coordinatore degli Spazi naturali), Xavier Roget (capo della direzione territoriale occidentale) e la professoressa Laura Borràs (direttrice della Institució de Llettres Catalanes della Generalitat di Catalunya). All’incontro hanno partecipato anche l’assessore della Cultura del comune di Stintino Francesca Demontis, la presidente del Consiglio del Comune stintinese Marilena Gadau e la presidente del Consiglio del Comune di Porto Torres Loredana De Marco.

E la convinzione comune degli intervenuti è quella di sviluppare un lavoro di valorizzazione dell’identità che si fondi su un solido rapporto tra le persone e le istituzioni, i parchi e le marinerie.

Uno sguardo a quella regione spagnola Stintino lo ha già rivolto nel 2013, con la sigla di un gemellaggio con la città di Vilanova i la Geltrú. «Possiamo partire da questa esperienza – ha detto Antonio Diana – per poi rafforzare anche i legami con le altre sponde del Mediterraneo, sfruttare così i bandi comunitari che possono contribuire a fornire risorse per la realizzazione di progetti utili alle nostre comunità».

Durante l’incontro, inoltre, è stata sottolineata la necessità di dialogare su un sistema di valorizzazione dei prodotti quindi, ancora, di avviare progetti di cooperazione tra marinerie e parchi, oltre che della tracciabilità dei prodotti per una ristorazione di qualità. Il sistema del “marchio” può, inoltre, rappresentare uno strumento utile al raggiungimento di questi obiettivi.

Prima dei saluti, il sindaco di Stintino ha donato a Jesús Calderer un libro fotografico sull’isola dell’Asinara mentre il rappresentante della delegazione catalana ha donato al primo cittadino un libro su Lola Anglada, scrittrice e disegnatrice spagnola. 

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L’obiettivo è quello di proteggere le aragoste rosse, in particolare quelle ancora piccole e non commerciabili, marcarle e inserirle all’interno della zona di ripopolamento lungo l’area marina protetta dell’Asinara. Il progetto si chiama “Difendiamo l’aragosta” ed è stato realizzato dal Parco nazionale dell’Asinara mentre vedrà all’opera gli specialisti del Crama e del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari. A essere protagonisti consapevoli saranno i pescatori professionisti che operano nel Golfo dell’Asinara.

«La pesca all’aragosta rossa rappresenta un’importante attività e fonte di reddito per i nostri pescatori – spiega il vicepresidente del Parco nazionale dell’Asinara Antonio Diana – e vorremmo fare in modo di proteggere quelle di piccola taglia, così che diventino pescabili al momento opportuno.» Un’occasione per preservare la biodiversità dell’area che circonda l’ex isola carcere: da una parte difendendo quando ancora è troppo piccolo un crostaceo pescato per la sua bontà oltre che per l’alto valore economico; dall’altra consentendo di stimare la popolazione delle aragoste che si trovano nell’area marina protetta, così da valutare anche il loro stato di salute.

«I pescatori – afferma ancora Antonio Diana – avranno un ruolo importantissimo, perché consegneranno i crostacei sotto taglia pescati agli specialisti del Crama, a Cala Reale. I pescatori avranno un rimborso sul pescato a prezzo di mercato. Uno stimolo a consegnare le aragoste troppo piccole, così da preservare la specie, e dare un sostegno alla loro attività.»

Saranno al Crama a occuparsi della rilevazione dei dati sulle aragoste, cioè il loro peso, la lunghezza del carapace, lunghezza totale, il sesso e la metodologia di pesca. Gli esemplari non commerciabili saranno così marcati e rilasciati dopo tre giorni. Le potenziali ricatture potranno fornire informazioni sui tassi di crescita e di spostamento rispetto alle zone di rilascio. Il dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari si occuperà della supervisione scientifica del progetto e dell’analisi dei dati.

Il progetto, preparato dagli uffici del Parco con il direttore Pierpaolo Congiatu e dell’area marina protetta con il direttore Vittorio Gazale, è stato avviato in questo mese di agosto in via sperimentale e riprenderà la prossima stagione di pesca delle aragoste, nel marzo 2018.