17 July, 2024
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Venerdì 28 giugno 2024, giorno in cui l’Amministrazione comunale di Carbonia ha incontrato i vertici della Soprintendenza Archeologica e i professionisti che stanno valutando l’attuazione del progetto PNRR sull’abbattimento delle barriere architettoniche nel Parco Archeologico di Sirai, unitamente alla prossima riapertura del tophet e della campagna di
scavi al Nuraghe Sirai, è giunta notizia della scomparsa, all’età di 78 anni, dell’archeologo Antonio Zara, colui che nel 1962,  a soli 16 anni di età, scoprì il sito fenicio-punico di Sirai, prima di ricoprire l’incarico di ispettore e assistente agli scavi della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano.
Celebri e intense sono state le collaborazioni di Antonio Zara con Gennaro Pesce, Ferruccio Barreca, Vincenzo Santoni, Piero Bartoloni e Vittorio Pispisa. Oltre alla scoperta di Monte Sirai, a lui attribuita, Antonio Zara partecipò attivamente anche alle campagne di scavi nei siti di Pani Loriga, Santa Cristina e Antas.
Di recente aveva raccolto e raccontato le sue esperienze e il suo amore per l’archeologia in due libri, “Io c’ero: i racconti dell’assistente” e “Racconti del pozzo”.
Antonio Zara era nato a Gairo Taquisara, frazione di Gairo (Nuoro ) nel 1946.
Il sindaco Pietro Morittu e l’intera Amministrazione comunale di Carbonia hanno espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Antonio Zara.

Carbonia darà l’estremo saluto ad Antonio Zara nel corso di una cerimonia civile che si terrà domenica 30 giugno, alle 11.00, nel cimitero cittadino.

Venerdì 18 novembre la sala convegni della Biblioteca comunale di Carbonia, in viale Arsia, ha ospitato un incontro per ricordare Vittorio Pispisa, noto commerciante di Carbonia nonché grande appassionato di archeologia. L’iniziativa, patrocinata dal comune di Carbonia è stata promossa dalla Associazione Amici della Miniera e dal Centro Servizi Culturali Carbonia-Iglesias Società Umanitaria – Ex Dì Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema. Al termine, abbiamo intervistato Piero Bartoloni, archeologo ed accademico, già direttore dell’Istituto per la Civiltà fenicia e punica “Sabatino Moscati” del C.N.R. presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.

Intervista al professor Piero Bartoloni.

 

 

Venerdì 18 novembre, alle ore 17.30, la sala convegni della Biblioteca comunale di Carbonia, in viale Arsia, ospiterà un incontro per ricordare il concittadino Vittorio Pispisa, noto commerciante nonché grande appassionato di archeologia. L’iniziativa, patrocinata dal comune di Carbonia è curata e promossa dall’Associazione Amici della Miniera e dal Csc Carbonia-Iglesias Società Umanitaria – Ex Dì Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema.

Dialogherà con i vari relatori Anna Paola Peddis, coordinatrice dello Sbis, il Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Interverranno: Mario Zara, presidente dell’Associazione Amici della Miniera; Paolo Serra, direttore del Centro servizi culturali della Società Umanitaria Sardegna – Fabbrica del Cinema; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Ugo Virdis, già fotografo della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano; Antonio Zara, già assistente tecnico della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano; Carla Perra, coordinatrice Sistema Museale Carbonia; la dott.ssa Luisanna Marras, già curatrice del Museo Archeologico di Villa Sulcis; Piero Bartoloni, archeologo e accademico italiano, già direttore dell’Istituto per la Civiltà fenicia e punica “Sabatino Moscati” del C.N.R. presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.

 

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E’ stata allestita, a partire dallo scorso mese di dicembre, presso “La Grande Miniera di Serbariu”, una particolare mostra dal titolo “Tesori del sottosuolo, minerali e loro utilizzo”.

Nelle teche si possono ammirare ancora sino alla fine del mese di febbraio, una cinquantina di reperti mineralogici della collezione del Gruppo Ricerche Speleologiche E.A. Martel di Carbonia, costituita da fondi e donazioni delle raccolte Vittorio Pispisa e Domenico Russello, integrati con reperti di una collezione privata.

La caratteristica dell’esposizione è data dall’abbinamento del minerale con il suo prodotto finale… raschietti, lame e punte di freccia in bella mostra vicino all’ossidiana, cavi ed avvolgimenti elettrici e monete vicino al rame, lattine e parti di macchinari a fianco all’alluminio, ma anche oro con vicino monete e gioielli, argento con monili e batterie, antimonio con diodi e sensori infrarossi, stagno con vernici antivegetative e saldature, stronzio con tubi catodici di televisori e telecamere, talco con cosmesi e non solo. Sono tanti altri ancora, infatti, i minerali che si possono ammirare.

Data la particolarità, il suggerimento è quello di andare a visitarla ed aggiungere così un’altra pagina alle già presenti conoscenze.

Nadia Pische