15 November, 2024
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La commissione Salute del Consiglio regionale, presieduta da Mondo Perra (Upc-Socialisti), a maggioranza (6 a favore e 5 astenuti, tra cui il consigliere del centrosinistra, Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp) ha espresso parere positivo ma con quattro raccomandazioni al regolamento applicativo per l’accreditamento istituzionale dei servizi di diagnostica dei laboratori e dei relativi punti di prelievo esterni, approvato dalla Giunta regionale il 2 agosto del 2016 con la deliberazione n. 45/39. Il via libera del parlamentino della Sanità è arrivato dopo un’ampia discussione alla quale ha partecipato anche l’assessore Luigi Arru che nel corso dell’audizione ha ribadito più volte l’urgenza del pronunciamento della commissione ed anche le finalità del provvedimento che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità non soltanto tra i consiglieri delle opposizioni.

Le principali criticità evidenziate dai consiglieri intervenuti nel corso dei lavori, principalmente Augusto Cherchi ( Pds) e Mariano Contu (Sardegna) hanno riguardato la “soglia minima di attività” di 200.000 esami/anno per il rilascio dell’accreditamento delle strutture, mentre per quelle che non raggiungono tale livello di produttività si prevede l’associazione tra soggetti erogatori accreditati così da  poter produrre il numero delle prestazioni prestabilite. Sul punto è stato particolarmente critico il consigliere della maggioranza, Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) che ha denunciato il rischio di vedere penalizzati i servizi nelle aree periferiche («questo è un progetto sbagliato e insieme con le preoccupazioni per i servizi emergono quelle per un ridimensionamento del numero di occupati nei laboratori dell’Isola»).

L’assessore Luigi Arru ha insistito invece sulle indicazioni della conferenza Stato\Regioni che evidenziano lo stretto rapporto tra il volume delle attività e la qualità dei servizi garantiti al cittadino («prima di ogni cosa abbiamo il compito di tutelare la qualità dei servizi e la sicurezza ai nostri concittadini»).

I consiglieri della maggioranza Fabrizio Anedda (Misto), Rossella Pinna e Gigi Ruggeri (Pd) pur senza nascondere le perplessità sulla soglia minima delle prestazioni hanno sostanzialmente mostrato favore per il documento ed il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha esplicitato la proposta per prevedere il raggiungimento della soglia delle 200.000 prestazioni con gradualità e in un arco temporale  di almeno un triennio.

La commissione ha quindi proceduto con la votazione del parere ed ha inserito quattro raccomandazione che ricalcano i suggerimenti avanzati alla commissione dalle sigle associative di categoria Federlab, Sapmi e Med.Net e che possono essere così sintetizzate:

• consentire ai laboratori appartenenti alla rete lo scambio dei campioni senza limitazioni, in modo tale che anche il laboratorio non dotato tecnologicamente, o di personale specializzato, possa usufruire delle specialità degli altri laboratori;

• per evitare la formazione di trust, prevedere che le aggregazioni di strutture di laboratorio non possono essere costituite da società che possiedono quote in altre strutture di laboratorio presenti nel resto del territorio nazionale;

• introduzione graduale della soglia minima di prestazioni;

• adesione alla rete libera e volontaria.

Conclusa la pratica dei laboratori la commissione ha proceduto con l’audizione congiunta dell’assessore della Salute, Luigi Arru, e dei vertici dell’Aias e della Fondazione Randazzo, per fare il punto sull’annosa vertenza che da tempo vede l’Aias reclamare il pagamento delle prestazioni erogate nel corso dell’ultimo vent’ennio (circa 42 milioni di euro di crediti vantati nei confronti del sistema sanitario sardo, principalmente le ex Asl, e dei Comuni) e i dipendenti dell’Aias protestare per la mancata corresponsione degli stipendi (oltre sei mensilità in arretrato).

Dopo un breve confronto (al quale hanno preso parte i consiglieri Giorgio Oppi, Udc;  Stefano Tunis, Fi; Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp)  il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, l’assessore della Salute, Luigi Arru e il presidente della commissione Mondo Perra hanno convenuto sulla opportunità di esperire ogni tentativo utile per favorire la risoluzione del contenzioso con l’Aias in via transativa, così come stabilito al punto 3 comma b) dell’ordine del giorno approvato l’11 aprile del 2017 dal Consiglio regionale.

Il direttore Vittorio Randazzo ha a questo proposito precisato che l’associazione italiana assistenza spastici compirà ogni sforzo per favorire una soluzione transattiva ma che questa potrà riferirsi solo alle cifre eventualmente dovute a titolo di interessi e spese legali ma non già all’importo dovuto ad Aias (circa 42 milioni di euro) per le prestazioni già erogate. Vittorio Randazzo, su invito dei consiglieri, ha anche dichiarato che con la corresponsione di una cifra vicina ad un terzo del dovuto (circa 12 milioni di euro) «l’Aias garantirebbe il pagamento delle mensilità di stipendio arretrate agli oltre mille dipendenti».

L’assessore Luigi Arru, dal suo canto, ha confermato l’intento di risolvere la vertenza Aias ed ha preannunciato l’attivazione delle strutture dell’assessorato, ad incominciare dalla direzione generale, e dell’Ats nella figura del suo direttore amministrativo.

Il presidente della commissione, Mondo Perra, nel suo intervento di conclusione dei lavori ha quindi annunciato la costituzione di un tavolo tecnico al quale parteciperanno l’Aias, l’Ats e l’assessorato della Salute, «così da valutare dati e cifre e procedere, senza il ricorso alle vie legali, alla definizione delle pendenze con l’Aias ed alla regolarizzazione dei pagamenti con i lavoratori».  

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La commissione Sanità del Consiglio regionale ha sentito in audizione i rappresentanti dei centri riabilitativi operanti nell’Isola.

«Abbiamo liste d’attesa con oltre 2.300 pazienti e non possiamo farvi fronte a causa della drastica riduzione dei tetti di spesa stabiliti in modo unilaterale ed immotivato dalla Giunta regionale e dall’assessorato della Sanità», ha detto il presidente regionale di Acris Salvatore Pani, in rappresentanza della quasi totalità dei Centri di riabilitazione che operano in Sardegna.

Salvatore Pani, che ha esposto i principali contenuti di un documento unitario sottoscritto da tutti i soggetti che operano nel settore, ha ricordato fra l’altro che «il taglio previsto per il triennio 2016-2018 rispetto a quello precedente ammonta a circa 19 milioni, una cifra elevatissima che di fatto impedirà alle aziende ed alla stessa sanità sarda di garantire i livelli essenziali di assistenza». «Inoltre – ha aggiunto – siamo in presenza di un provvedimento privo di motivazione tecnica e giuridica, a conferma della difficoltà dei rapporti istituzionali con la Giunta regionale alla quale chiediamo un confronto, anche in sede tecnica come previsto dalla legge, dalla fine dell’anno scorso».

«Anche dal punto di vista contrattuale – ha aggiunto il presidente di Acris – ci sono molte cose che vanno corrette, perché lavoriamo con tratti-tipo che risalgono al 2012 ed abbiamo ricevuto una proposta di rinnovo unilaterale in piena estate con decorrenza primo gennaio, un fatto che ha determinato ulteriori problemi alle nostre aziende, senza dimenticare che le tariffe che pratichiamo devono essere obbligatoriamente adeguate, come ha stabilito una recente sentenza del Tar Sardegna.»

«Per tutte queste ragioni – ha concluso Pani – chiediamo la sospensione della delibera della Giunta del 12 luglio scorso riguardante i nuovi tetti di spesa e la convocazione del tavolo tecnico sui problemi della riabilitazione che, pur essendo previsto dalla legge, non è mai stato riunito.»

«Se la delibera non cambia la impugneremo – ha annunciato Mariano Girau dell’Anffas – anche perché c’è una contraddizione evidente: il Piano di rientro dal deficit della Regione Sarda non prevede alcun intervento nella riabilitazione mentre la delibera provocherà il calo verticale delle prestazioni al di sotto dei Lea (livelli essenziali di asistenza).»

A nome dell’Aias Vittorio Randazzo ha sottolineato che fra gli effetti della delibera, «oltre alle ripercussioni sul diritto alla salute di moltissimi disabili gravi che non avrebbero alternative di riabilitazione se non a pagamento, ci saranno quelli sul personale delle strutture».

Salvatore Mele infine, del consorzio Consalus, ha ricordato che «la riabilitazione è sempre stata uno strumento molto efficace di riduzione della spesa ospedaliera ed è per questo che nei principali strumenti della programmazione sanitaria regionale non sono previsti tagli; dare esecuzione alla delibera avrebbe quindi come effetto indiretto l’aumento ella spesa sanitario-ospedaliera e, a danno di alcune tipologie di pazienti come gli infartuati, addirittura il possibile incremento della mortalità».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc), Augusto Cherchi (Sdl), Fabrizio Anedda (Misto) e Luigi Ruggeri (Pd).

Il presidente Raimondo Perra, nelle conclusioni, ha assicurato il massimo impegno della commissione sui problemi segnalati annunciando, a breve scadenza, una audizione dell’assessore della Sanità.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Non si sblocca la vertenza dei centri Aias e prosegue la mobilitazione dei lavoratori per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati. Una delegazione di lavoratori presidia la sede di Domusnovas ma la mobilitazione coinvolge tutti i circa 1.000 dipendenti delle 42 sedi operanti complessivamente in Sardegna (circa 300 i dipendenti delle sedi del Sulcis Iglesiente: Domusnovas, Cortoghiana, Iglesias, Sant’Antioco, Giba-Villarios, Carloforte e Fluminimaggiore).

«La situazione è molto grave – dice Roberto Fallo, segretario della CISL FP, in rappresentanza di CGIL, CISL e UIL – i lavoratori hanno ricevuto l’ultima mensilità il 21 marzo, relativa al mese di novembre 2015. E’ stato chiesto l’intervento della Asl 7 per un’anticipazione degli stipendi ma l’AIAS non ha consegnato le buste paga, certificazione del credito, per effettuare i rendiconti corretti.»

Dieci giorni fa il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, nel corso di un’audizione davanti alla sesta commissione (Sanità-Politiche sociali) sulle complesse problematiche della società, legate anche ad un contenzioso con la Regione che ha bloccato i pagamenti, ha riconosciuto «una situazione molto difficile soprattutto a causa della mancanza di liquidità» ed ha chiesto alla commissione «di favorire il dialogo con l’assessorato e le Asl, che per quanto ci riguarda abbiamo sempre cercato».

«Abbiamo un arretrato molto consistente nei pagamenti delle nostre prestazioni – aveva detto in commissione Vittorio Randazzo – che riguarda il saldo del 2015 e la parte corrente di quest’anno e, al momento, sono cinque mesi che operiamo senza una copertura contrattuale ricorrendo ad anticipazioni bancarie per fare fronte ai costi della gestione, ma ci stiamo avviando verso un piano inclinato: l’ultimo stipendio pagato risale allo scorso novembre ed ora anche le banche stanno assumendo un atteggiamento piuttosto rigido che rende ancora più problematica la nostra attività.»

Aias Cortoghiana

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Vittorio Randazzo.

Vittorio Randazzo.

«Ci troviamo in una situazione molto difficile soprattutto a causa della mancanza di liquidità e chiediamo alla commissione di favorire il dialogo con l’assessorato e le Asl, che per quanto ci riguarda abbiamo sempre cercato.»

Lo ha dichiarato il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, nel corso di un’audizione davanti alla sesta commissione (Sanità-Politiche sociali) presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) sulle complesse problematiche della società.

«Abbiamo un arretrato molto consistente nei pagamenti delle nostre prestazioni – ha ricordato Randazzo – che riguarda il saldo del 2015 e la parte corrente di quest’anno e, al momento, sono cinque mesi che operiamo senza una copertura contrattuale ricorrendo ad anticipazioni bancarie per fare fronte ai costi della gestione, ma ci stiamo avviando verso un piano inclinato: l’ultimo stipendio pagato risale allo scorso novembre ed ora anche le banche stanno assumendo un atteggiamento piuttosto rigido che rende ancora più problematica la nostra attività.»

Il direttore dell’Aias (42 strutture sul territorio regionale, circa 1.000 dipendenti), nel ribadire alla commissione la volontà dell’azienda di ripristinare un quadro complessivo di relazioni corrette con la Regione e le Asl, ha manifestato anche la disponibilità a risolvere attraverso una transazione sia un vecchio contenzioso (arrivato a sentenza) con le disciolte Usl con cui è stato riconosciuto un credito di 2.6 milioni oltre gli interessi, che uno più recente e relativo alle Rsa (Residenze sanitarie assistite), ancora aperto e con una udienza fissata per il prossimo 8 giugno.

Quanto alle relazioni sindacali, Vittorio Randazzo ha ricordato che sono solo tre le sigle firmatarie del contratto Aias, quindi abilitate a rappresentare «una posizione comune dei lavoratori», mentre altre componenti esprimono l’orientamento dei propri iscritti.

Dopo la relazione del direttore dell’Aias si è sviluppato all’interno della commissione un dibattito (hanno preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori, Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Sel ed il capogruppo del Pd Pietro Cocco) sull’opportunità o meno di predisporre una risoluzione della stessa commissione sull’argomento. La posizione condivisa, alla fine, è stata quella di acquisire in tempi brevissimi tutti gli elementi conoscitivi necessari, come ha sintetizzato il presidente Perra, «per arrivare ad una soluzione concreta nell’interesse dei lavoratori e dei pazienti».