22 November, 2024
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«La risposta della Commissione europea sulla questione peste suina in Sardegna conferma le nostre preoccupazioni, ovvero quelle che le attività di controllo ed eradicazione della patologia africana che colpisce il bestiame isolano, abbiano subito inspiegabilmente una battuta d’arresto. Questo territorio non può permettersi di compromettere gli importanti progressi recentemente compiuti in Sardegna, le istituzioni locali prendano immediati provvedimenti.»

A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito della risposta ottenuta dal commissario europeo Vytenis Andriukaitis all’interrogazione, depositata dallo stesso Ignazio Corrao, circa i mancati piani di eradicazione della peste suina in Sardegna. L’interrogazione era stata depositata lo scorso autunno da Ignazio Corrao dopo una fitta collaborazione con il collega parlamentare nazionale Alberto Manca.

«La Commissione europea – spiega Ignazio Corrao – ha risposto all’interrogazione dichiarando che relazione finale di audit dovrebbe essere pubblicata entro la fine di gennaio 2020, conformemente alle procedure della direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare.»

L’eurodeputato M5S in collaborazione con il deputato della camera Luciano Cadeddu, ha inoltre presentato diverse interrogazioni su istanze provenienti dalla Sardegna, tra le quali quella relativa alla patologia animale “Lentivirosi” nella forma “Visna Maedi” negli ovini e sul comparto ittico relativamente alla infestante specie aliena “Mnemiopsis leidyi” (Noce di Mare) che sta creando innumerevoli problemi sia al comparto Ittico che al sistema ambientale  di S’Ena Arrubia.

«Questo fine settimana sarò in Sardegna – sottolinea Ignazio Corrao – e visiterò con l’on. Luciano Cadeddu la località di S’Ena Arrubia, per verificare la situazione e discutere delle altre azioni in campo che stiamo mettendo in atto. Incontrerò anche l’on. Alberto Manca per discutere di peste suina e non solo. Approfitterò con questa visita in Sardegna, a cui seguiranno altre – conclude Ignazio Corrao -, per attivare un nuovo progetto per il coinvolgimento dei territori attraverso il #PoliticalCanvass che riguarda l’organizzazione del Movimento 5 Stelle.»

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Otto campioni, prelevati dal gruppo dei maiali allo stato brado illegale abbattuti lo scorso 15 novembre nell’agro di Orgosolo in località Pradu, sono risultati sieropositivi per Peste suina africana. Il dato, comunicato oggi all’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della PSA, deriva dalle analisi di laboratorio effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) della Sardegna che, negli anni passati, a ogni controllo effettuato sui maiali bradi abbattuti registrava una presenza di capi infetti cinque o sei volte superiore.

«Il riscontro odierno di otto maiali bradi sieropositivi per Peste suina africana, tra quelli abbattuti ad Orgosolo venerdì scorso, conferma che il pascolo brado è pratica ad altissimo rischio per la trasmissione del virus. Tuttavia, con le attività di depopolamento portate avanti, soprattutto dalla fine del 2017 – ha spiegato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada -, e quindi con meno suini bradi in circolazione che fanno da vero contenitore del virus, abbiamo avuto una forte riduzione della trasmissione della malattia e di fatto un radicale miglioramento della situazione epidemiologica. Con il diradamento dei maiali bradi si ha un quadro sempre più incoraggiante nel processo di eradicazione. Ora, come convenuto con il Commissario europeo della Salute e sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, in visita in Sardegna proprio la settimana scorsa, dobbiamo continuare nelle azioni di depopolamento degli ultimi branchi presenti illegalmente nei territori a cavallo tra Barbagia e Ogliastra. Solo raggiungendo questo importante obiettivo – ha concluso Alberto Laddomada – la Commissione europea, nel giro di breve tempo, potrà rivedere la normativa che impedisce alla Sardegna di vendere oltre mare le proprie carni suine e i suoi derivati, così da ridare slancio a un comparto messo all’angolo e mortificato da oltre 41 anni di restrizioni dovute alla presenza della Peste suina africana.»

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L’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana (PSA) in Sardegna ha comunicato che oggi a Orgosolo, in località Pradu, sono stati catturati e abbattuti dei branchi di suini allo stato brado illegale, di ignota proprietà, non registrati all’anagrafe animale e quindi mai sottoposti ai dovuti controlli sanitari. Le attività di depopolamento rientrano tra gli obiettivi del Piano di eradicazione della PSA in Sardegna che, proprio nei giorni scorsi, è stato oggetto dell’incontro tra il presidente della Regione, Christian Solinas, e il Commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, che hanno condiviso il comune obiettivo di chiudere definitivamente con una malattia che dal 1978 tiene in ostaggio un comparto produttivo e la Sardegna intera. Alle operazioni, coordinate dall’UdP in stretta collaborazione con la Prefettura e la Questura di Nuoro, hanno partecipato i veterinari dell’ATS e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), gli uomini del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale ed il personale dell’Agenzia Forestas.

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«L’Europa troppo spesso è vista dai sardi come un’entità astratta, a volte ostile, oggi la sua visita è un segnale positivo di una fattiva collaborazione nell’ottica di un’Europa dei popoli.»

Così il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha salutato il commissario europeo della Salute e della Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis in visita ufficiale questa sera in Consiglio regionale.

Il commissario, da oggi in Sardegna per partecipare ad alcuni incontri sulla peste suina africana, ha incontrato il presidente Michele Pais per sollecitare una azione comune da parte dell’Assemblea regionale.

«Solo con la volontà unitaria di tutte le forze politiche – ha detto il commissario Vytenis Andriukaitis – riusciremo a raggiungere in brevissimo tempo l’obiettivo dell’eradicazione. La situazione sta decisamente migliorando e possiamo dire con certezza che siamo alla fine di un tunnel.»

Il presidente Pais ha assicurato la massima collaborazione del Consiglio regionale affinché la Sardegna possa uscire dall’isolamento per la commercializzazione delle sue produzioni tipiche legate al territorio.

«La sua visita – ha detto Michele Pais – è importante in una terra in cui la specialità non è di solo di carattere geografico, ma culturale, storico e di identità. Il nostro popolo vuole quel riscatto che ci consenta di essere a pari livello con gli altri cittadini italiani ed europei. Vogliamo in sostanza il riconoscimento di quel diritto di coesione su cui l’Unione europea fonda le sue radici.»

Il commissario Vytenis Andriukaitis ha assicurato che c’è la massima attenzione verso la nostra isola e ha affermato: «I veri Europei siete proprio voi sardi».

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«Con grande impegno siamo riusciti a circoscrivere la diffusione della peste suina e da quattordici mesi non si registra alcun focolaio. A questo punto per la Regione e per il popolo sardo diventa molto importante una risposta positiva da parte delle Istituzioni europee perché consolida l’idea che al sacrificio fatto corrisponde un risultato concreto.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, nel corso dell’incontro con il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, che si è tenuto oggi a Villa Devoto.

«Una visita molto attesa – ha sottolineato il presidente Christian Solinas – perché nell’ultimo anno l’intero sistema ha lavorato per aggredire il virus. Con un obiettivo fondamentale: aprire finalmente i mercati alle nostre produzioni suinicole e alle aziende di trasformazione. Dobbiamo proseguire sul solco tracciato per chiudere definitivamente la partita.»

Per fare il punto sull’eradicazione della peste suina africana nell’Isola, in mattinata Andriukaitis aveva incontrato anche gli assessori regionali della Sanità, Mario Nieddu, e dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

«Non si registrano focolai nei suini domestici da quattordici mesi e nei cinghiali la malattia si è ridotta in modo considerevole – ha commentato Mario Nieddu -. Sono stati raggiunti risultati importanti al costo di grandi sacrifici economici e sociali per la Sardegna. Non abbiamo mai abbassato la guardia. L’Unità di progetto è sempre operativa e l’impegno della Regione è massimo sulla campagna per debellare il virus. Riteniamo che questi aspetti debbano essere presi in considerazione e vengano riviste le attuali restrizioni.»

«Chiediamo con forza – ha spiegato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia – che i nostri allevatori possano riprendere a esportare i prodotti suinicoli. Un mercato che rappresenta un’opportunità per i nostri produttori e per tutto il comparto. Un’occasione che nei prossimi anni, potrebbe costituire un volano per l’economia dell’Isola. Continueremo a sostenere il comparto suinicolo con le misure programmate. Una filiera produttiva – ha concluso Gabriella Murgia – che oltre ad avere grandi potenzialità è anche tradizione della nostra terra.»

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«Le importanti misure adottate dalla Regione in tutti questi anni, col dichiarato obiettivo di sradicare la peste suina africana, hanno dato finalmente i frutti sperati. Chiediamo pertanto la revoca totale delle restrizioni tuttora in atto, che impediscono lo sviluppo di una rilevante e competitiva attività industriale del settore suinicolo, un obiettivo già fatto proprio dal presidente Christian Solinas.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, agli ispettori della commissione Ue in questi giorni nell’Isola per fare il punto sullo stato di attuazione del piano di eradicazione della Psa. Una visita che precede l’arrivo del commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis.

«Il virus – ha spiegato l’assessore Gabriella Murgia – appare totalmente assente da oltre sette mesi nei suini domestici, ma anche nei cinghiali, e pertanto riteniamo avvenuta la totale estinzione del morbo. Naturalmente i controlli non verranno meno, soprattutto con riferimento alle forme di allevamento selvatiche. Mai come oggi l’eradicazione della Psa è evidente, e ciò favorirà certamente una ripresa, se non vera e propria rinascita, di una filiera produttiva dalle enormi potenzialità economiche, che affonda le sue radici nelle tradizioni della Sardegna e alla quale può essere riconosciuto un ruolo rilevante nel nostro settore produttivo ed economico.»

«L’assessorato dell’Agricoltura continuerà a sostenere il comparto suinicolo con l’attuazione delle misure già programmate e attivate, a valere delle risorse del Programma di sviluppo rurale della Sardegna Psr, quali Misura 4.1-investimenti nelle aziende e Misura 14-benessere degli animali, e del bilancio regionale. Si ha fiducia pertanto che le nostre richieste saranno integralmente accolte dai competenti uffici dell’Unione europea»,  ha concluso l’assessore Gabriella Murgia.

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«Sul fronte dell’eradicazione della peste suina la Sardegna ha fatto tutto ciò che le è stato richiesto, per quanto doloroso e invasivo per le comunità locali. Ora è tempo di revocare le restrizioni che non ci consentono di sviluppare una fiorente e competitiva industria suinicola.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, alla vigilia della visita nell’Isola degli ispettori dell’Ue che precedono l’arrivo del commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis.

«La Regione – sottolinea il presidente Solinas – ha applicato una rigida normativa che ha di fatto eliminato il pascolo brado, depopolando in modo drastico e in pochi anni gli animali non censiti e sanzionando chi non si è messo in regola. I Sardi hanno pagato un caro prezzo in termini di impatto sociale ed è giusto che vedano ristorati questi sacrifici con il riconoscimento dell’eradicazione della peste suina dall’Isola e la conseguente apertura delle esportazioni delle produzioni suinicole verso l’esterno. Diversamente – conclude Christian Solinas – sarebbe incomprensibile il dichiarato vantaggio dell’applicazione in questi anni di un piano così radicale, che ha messo a dura prova allevatori e comunità locali.»