22 November, 2024
HomePosts Tagged "William Zonca" (Page 3)

[bing_translator]

«Da oltre un anno i vertici del Terminal Container del Porto Industriale lavorano fuori sede o direttamente da Cagliari per gli altri terminal del Gruppo Contship, portando all’esterno il know-how professionale senza che via sia alcuna ricaduta positiva per il Terminal di Cagliari.»

La denuncia è contenuta in un report della Uiltrasporti Sardegna che sottolinea impietosamente la conclamata crisi del terminal cagliaritano che pare essere stato abbandonato dallo stesso Terminalista. Lo stesso Direttore Generale del terminal – si legge nel report – sta a Cagliari per soli 3 giorni al mese per poi partire alla volta di Tangeri e sviluppare il terminal marocchino. Lo stesso avviene per il Direttore Tecnico, quello amministrativo e per varie altre professionalità che da tempo vanno a spendere la esperienza lontano dalla Sardegna e continuano a favorire la crescita e lo sviluppo di porti concorrenti, ma facenti capo allo stesso azionista di maggioranza.

Il Terminal Container del Porto Industriale di Cagliari continua a vivere un periodo di profonda crisi: il traffico contenitori è in picchiata, con il 2018 chiuso a circa 215.000 Teu: -50% rispetto ai 430.000 contenitori del 2017, anno che aveva già visto un calo del 36% rispetto ai volumi del 2016. Il 2019 non promette nulla di buono, i primi due mesi dell’anno dimostrano una proiezione su base annua di un ulteriore -42% rispetto al 2018. Nel complesso, analizzando il periodo 2016 – proiezione 2019, il tracollo si attesta a -82%.

Al contrario è in netto aumento il traffico negli altri Terminal gestiti dal Gruppo Contship/Eurogatenel Mediterraneo, in particolare quelli di Tangeri e La Spezia. Nel periodo 2016-2018 il Terminal Contship/Eurogate di Tangeri ha visto aumentare i propri traffici di oltre il 23%, passando da circa 1.100.000teu a 1.400.000. Più o meno stesso discorso per La Spezia, con circa +20%. Al contrario Gioia Tauro e soprattutto Cagliari hanno registrato un netto calo dei volumi di lavoro, rispettivamente -15% e -68% nel periodo 2016-2018. Per lo scalo sardo, come detto, il 2019 si profila ancora in negativo, al netto di auspicabili inversioni di rotta, tanto annunciate dai vertici aziendali, ma che a oggi restano vuote di contenuti.

«Sono numeri enormemente negativi che rischiano di decretare il tracollo finale dello scalo sardo, e che non possono vedere il sindacato subire in silenzio – evidenzia William Zonca, segretario della UIL Trasporti Sardegna che nei mesi scorsi aveva chiesto formalmente al ministro dei Trasporti l’apertura di un tavolo per analizzare la situazione del Porto di Cagliari -. Siamo ancora in attesa di risposte, mentre tutta la politica tace. Ogni tanto si leva qualche considerazione isolata, ma la gran parte delle istituzioni pare non curarsi del futuro del Porto

Le maestranze del porto di Cagliari vivono da tempo grazie agli ammortizzatori sociali – denuncia la UilTrasporti -: la Compagnia dei Lavoratori Portuale è fallita, mentre varie imprese dell’indotto hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione e ai Contratti di solidarietà.

«La situazione non è più sostenibile – evidenzia Zonca -. Siamo di fronte a una emergenza sociale che rischia di esplodere da un momento all’altro. Da diverse parti si sostiene che il Terminalista CICT non sia in crisi, e che comunque non sia il caso di parlare di crisi fino a quando gli stipendi dei lavoratori continueranno ad essere pagati. Noi riteniamo che queste siano considerazioni quantomeno miopi, figlie di posizioni inconciliabili con chi ha davvero a cuore, in modo disinteressato e non di parte, il futuro e lo sviluppo del Porto di Cagliari e più in generale dell’economia regionale e nazionale e il futuro dei lavoratori. I porti sono nodi nevralgici per l’economia a più vaste scale.»

La situazione occupazionale del Porto Canale di Cagliari – sottolinea la Uiltrasporti Sardegna – non è molto differente da quanto avvenuto negli ultimi anni nell’altro scalo gestito da Contship Italia, ovvero Gioia Tauro. La crisi è frutto delle stesse scelte: infrastrutture ormai vecchie sulle quali da tempo si è scelto – stando a ciò che vediamo – di non investire, mezzi di lavoro obsoleti e incapaci di accogliere le sempre più numerose mega-navi giramondo. Forti dubbi sul rispetto dei vincoli di Concessione, piano di sviluppo inesistente da ormai troppo tempo. Ma se a Gioia Tauro gli ammortizzatori sociali hanno riguardato il personale diretto del terminalista MCT, a Cagliari il tutto è stato “mascherato” appaltando nel tempo alcuni servizi operativi portuali, motivo per cui attualmente la crisi formale (almeno quella della forza lavoro) non riguarda il terminalista CICT, ma le Aziende dell’indotto.

«Sono scelte che fatichiamo a comprendere, unitamente alla totale assenza di promozione e di marketing dello scalo a livello internazionale da parte del terminalista – afferma William Zonca – tanto più se consideriamo i trend degli ultimi anni relativamente ai traffici nel Mediterraneo, tornato da tempo a essere cuore degli scambi tra Est del pianeta (Cina in primis) e Europa/Stati Uniti Orientali

Ma la cosa che salta agli occhi è che da oltre un anno diverse figure manageriali ed impiegati della CICT lavorano fuori sede o direttamente da Cagliari per gli altri terminal del Gruppo, portando all’esterno il know-how professionale senza che via sia alcuna ricaduta positiva per il Terminal di Cagliari. Il Direttore Generale del terminal presidia Cagliari, infatti, per 3 giorni al mese, per poi partire alla volta di Tangeri e sviluppare il terminal marocchino. Lo stesso dicasi per il Direttore Tecnico, quello amministrativo e per varie altre professionalità che da tempo vanno a spendere la esperienza lontano dalla Sardegna e continuano a favorire la crescita e lo sviluppo di porti concorrenti, ma facenti capo allo stesso azionista di maggioranza.

«Crediamo che il porto di Cagliari abbia perso e stia continuando a perdere numerose occasioni di sviluppo e possibili nuovi clienti o azionisti – evidenzia William Zonca –. Da troppo tempo si tenta di far passare l’assioma secondo cui solamente l’attuale azionista di maggioranza possa dare certezze sul futuro del Terminal. Ci sembra un’affermazione presuntuosa, sia perché i risultati degli ultimi anni (non solo a Cagliari) dicono il contrario, sia perché crediamo che sia un modo sottile di tenere sotto scacco i lavoratori e le istituzioni locali, sotto la nemmeno tanto velata minaccia di licenziamenti e crisi del sistema portuale. Sembrano gli stessi metodi utilizzati a Gioia Tauro, tenuta sotto scacco per troppo tempo e oggi probabilmente al capolinea. Non si può continuare nel far credere che il transhipment sia morto e che gli scali di smistamento delle merci non abbiano futuro: basta guardare ai porti di Barcellona e Valencia (non certo al centro del Mediterraneo) nei quali nel 2018 sono stati movimentati rispettivamente 1,5 milioni e 2,2 milioni di teu di soli volumi transhipment, in contesti non certo votati a questo tipo di traffico, in forte congestione operativa perché al limite delle loro capacità, con navi in attesa per giorni: ovvero l’esatto contrario di ciò che può offrire Cagliari fin da subito. Crediamo che le occasioni ci siano: il mercato è ancora in forte evoluzione e vari grandi gruppi internazionali devono muovere le loro mosse sullo scacchiere del Mediterraneo.»

«In un contesto in cui il Porto Canale di Cagliari ha i migliori requisiti in termini di posizione geografica (perfettamente baricentrica nel Mediterraneo Occidentale), una ridotta distanza dalle grandi rotte di navigazione, enormi spazi di banchina e di stoccaggio dei contenitori – prosegue William Zonca – riteniamo che sia giunto il momento di non attendere oltre. Vorremmo capire dall’azionista di maggioranza Contship Italia quali siano le vere intenzioni del Gruppo e della sua casa madre, la Tedesca EUROKAI, su Cagliari, e dall’azionista di minoranza CACIP se intende continuare a esercitare un ruolo di secondo piano nel terminal o farsi portavoce delle politiche di sviluppo dell’area industriale e dell’intera regione. Non vorremmo che si stesse combattendo una lotta economico/politica in terreno italiano, da chi cerca di avvantaggiare i porti del Nord Europa o alcuni del Mediterraneo a discapito di altri scali come Cagliari o Gioia Tauro”.

La Uiltrasporti, nell’eventualità di un eventuale perdurare della crisi, lancia l’idea di una divisione degli attuali spazi di concessione. «A fronte dei volumi di traffico degli ultimi tre anni – spiega William Zonca – riteniamo che gli spazi attualmente in concessione siano del tutto sottoutilizzati, dato che si tratta di oltre 1.500 metri di banchina nei quali si movimentano appena 200.000 teu. A titolo di esempio, Contship gestisce a Tangeri una concessione con circa 800 metri di banchina, nei quali movimenta 1.400.000teu l’anno. Lo stesso avviene per Maersk, che nello scalo marocchino movimenta oltre 1.700.00teu in 800 metri di banchina. Ne consegue che in uno spazio di ormeggio analogo a quello di Cagliari, due gestori in competizione tra loro movimentano oltre 3 milioni di contenitori l’anno. Ci chiediamo se possa essere vantaggioso per Cagliari rivedere gli spazi in concessione in base ai volumi di traffico lasciando all’attuale gestore 500 metri di banchina e indire un bando internazionale di gara per gli altri 1000, verificando l’eventualità che qualcuno dei grandi player mondiali dello shipping sia interessato a far rotta su Cagliari.»

In termini generali il report della Uiltrasporti Sardegna evidenzia come il Mediterraneo conferma il suo ruolo centrale nei traffici commerciali marittimi mondiali con una crescita complessiva del traffico container del 500% negli ultimi 20 anni. La recente espansione è dovuta, soprattutto, agli investimenti cinesi (4 miliardi) in portualità e logistica, e al raddoppio del Canale di Suez, che hanno consentito di raggiungere nel 2018 le 980 milioni di tonnellate transitate. Il nuovo record è stato stabilito grazie alle merci sulle navi che hanno attraversato il canale sia da nord verso sud (524,6 milioni di tonnellate pari a +9,8%), sia da sud a nord (458,8 milioni di tonnellate, pari a +6,6%): nuovi record che hanno superato entrambi i precedenti registrati nel 2017, quando transitarono 908,6 milioni di tonnellate (con un incremento del +10,9% rispetto a 819,1 milioni di tonnellate del 2016 e con una crescita del +10,4% rispetto al precedente record di 822,9 milioni di tonnellate stabilito nel 2015). L’andamento dei traffici mostra inoltre che il raddoppio del Canale di Suez sta gradualmente cambiando gli assetti mondiali del trasporto marittimo soprattutto lungo la rotta Est-Ovest: negli ultimi 11 anni il traffico dal Sud Est Asiatico verso il Mediterraneo è aumentato del 37%, dato che va letto insieme alla crescita del traffico da e verso il Golfo (+77%) dove molto interscambio commerciale ha come destinazione finale la Cina.

In questo contesto espansivo le portacontainer sono le navi più numerose tra quelle che hanno effettuato transiti completi attraverso il Canale di Suez (5.706, +2,5%): i contenitori da soli contano il 50% di tutte le merci.

«Nel contesto sopra descritto crediamo che questo sia il periodo storico cruciale per cogliere l’opportunità di rilanciare Cagliari e il suo porto, a prescindere da chi lo gestisce – conclude William Zonca -. Attendiamo da Contship un segnale immediato per capire quali siano le intenzioni su Cagliari. Vorremmo comprendere se esistano a oggi, o siano esistiti difficoltà e impedimenti, e quali siano, che hanno ostacolato i piani di crescita e sviluppo nel Terminal. Come Uil Trasporti siamo sempre stati pronti, e ancora lo saremo, a fare la nostra parte per favorire qualsiasi processo che sblocchi definitivamente questa situazione di crisi in favore di una crescita e sviluppo di quello che è sicuramente uno tra i maggiori volani dell’economia regionale e del Sud Italia

[bing_translator]

«Airitaly dimostri di stare dalla parte dei lavoratori presentando un’offerta senza oneri di servizio.»
Lo dichiara in una nota il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca commentando l’annuncio di Airitaly di ricorrere contro l’assegnazione ad Alitalia delle rotte in continuità territoriale per i tre aeroporti sardi. 

«Airitaly non ha partecipato al bando sulla continuità territoriale per vincere – aggiunge William Zonca –. La dimostrazione sta nelle offerte che ha presentato, probabilmente continuando il suo programma di smobilitazione dalla Sardegna. Ne è la conferma la nota diramata dall’amministratore delegato solo dopo l’esito negativo. Non ci sono scusanti.»

«Perché i dubbi relativi alle caratteristiche del bando e alla situazione di Alitalia in amministrazione straordinaria non sono stati palesati prima dell’apertura delle buste? Perché la compagnia considera non profittevoli le rotte da e per la Sardegna, visto che si parla di due scali in crescita continua come Cagliari ed Olbia e uno in ripresa di traffico come Alghero? E con quali criteri Airitaly considera invece profittevole la rotta Malpensa-Lamezia Terme visto che la media dei passeggeri prenotati nei primi 15 giorni di febbraio non arriva neppure a 30 per tratta? Se Airitaly vuole che i dipendenti siano dalla sua parte – conclude William Zonca – inizi a dimostrare le sue reali intenzioni.»

[bing_translator]

«La continuità territoriale è una conquista ma, soprattutto, un diritto dei cittadini sardi: questo non può essere messo in discussione da vettori come Ryanair che continuano a non rispettare i diritti dei lavoratori e i contratti di lavoro facendo dumping sui loro lavoratori e quelli degli aeroporti.»
E’ il commento del segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca alla notizia del ricorso della compagnia Ryanair contro i bandi per l’assegnazione delle rotte in continuità territoriale. 

«È impensabile mettere in discussione l’insularità della Sardegna – evidenzia William Zonca -. Ricordiamo a Ryanair che ha usufruito di contributi pubblici per diversi anni da parte sia delle gestioni aeroportuali che dai territori. Come Uiltrasporti riteniamo pericoloso sia per i lavoratori che per l’economia del territorio continuare nell’incertezza e soprattutto nel caso di una sospensione del bando che non preveda la garanzia di una ulteriore proroga della continuità aerea con le attuali regole.»

Quanto al disimpegno di AirItaly dalle rotte sarde, secondo la Uiltrasporti, la compagnia deve fare tutto il possibile per essere presente sulle rotte da e per lo scalo di Olbia in modo da garantire l’occupazione e creare quello sviluppo che ha sempre sostenuto nelle sue dichiarazioni. 

«E’ giunto il momento che Airitaly dimostri le sue reali intenzioni facendo investimenti e credendo nel mercato dell’isola, se lo ritiene opportuno anche attraverso un ricorso legale – conclude William Zonca -. Questo vuol dire che la vendita dei biglietti può essere iniziata da Alitalia e se i giudici daranno ragione alla compagnia Air Italy, anch’essa dovrà garantire il trasporto dei passeggeri. Per questo chiediamo alla Regione di accelerare l’iter della vendita dei biglietti per scongiurare gravi ricadute sulla stagione turistica e riflessi nell’economia del territorio.»

[bing_translator]

Il segretario regionale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca ha incontrato oggi il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per discutere sulla situazione dei trasporti che – ribadisce il sindacato – rivestono nella nostra isola una importanza fondamentale. 

Durante il vertice di questa mattina il segretario Zonca ha consegnato al ministro Toninelli il dossier sul Porto Canale di Cagliari ribadendo la necessità dell’apertura urgente di un tavolo presso il MIT per analizzare la situazione di Cagliari nello scenario europeo e dare prospettive più chiare sul futuro dei lavoratori. «Il ministro ha confermato il suo impegno e la sua attenzione annunciando che convocherà il gruppo Contship già la prossima settimana», ha spiegato William Zonca al termine del vertice. 

La Uiltrasporti ha espresso soddisfazione per il primo passo sulla continuità territoriale aerea, ma a patto che Alitalia metta immediatamente in vendita i biglietti, chiedendo al ministro Danilo Toninelli di farsi portavoce, con il ministro Luigi Di Maio, delle preoccupazioni esposte in riferimento alla situazione della compagnia aerea Airitaly affinché vi sia una rapida convocazione presso il MISE onde evitare che il vettore si disimpegni dalla base di Olbia.

Oltre che di continuità territoriale aerea durante l’incontro odierno si è parlato anche del trasporto marittimo da e per la Sardegna. In particolare la Uiltrasporti ha chiesto al ministro di intervenire sul sistema della convenzione Tirrenia-Cin che non produce effetti positivi,  né economici né turistici per l’isola.

Tra le criticità evidenziate dal sindacato anche il trasporto merci, che continua a generare un gap commerciale sia in ingresso che uscita dall’isola. Quanto alla mobilità interna la Uiltrasporti auspica un ruolo più incisivo del trasporto pubblico locale nello spostamento dei residenti e come volano turistico per lo sviluppo delle zone interne.

«È di importanza fondamentale investire sulla rete stradale e sulle infrastrutture per il traffico su gomma accelerando sulle grandi opere e sull’utilizzo ottimale dei contributi europei – ha concluso il segretario della Uiltrasporti Sardegna -. Inoltre chiediamo al Governo di continuare il potenziamento del trasporto ferroviario per ridurre i tempi di percorrenza e smaltire il traffico stradale

 

[bing_translator]

«La mancata assegnazione ad AirItaly del collegamento in continuità territoriale con lo scalo di Olbia non può non preoccuparci per il futuro dei lavoratori sardi: l’azienda di trasporti più importante della Sardegna sta gradualmente abbandonando la base gallurese.»
E’ quanto dichiara in una nota il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna, William Zonca, commentando l’aggiudicazione provvisoria delle sei rotte in continuità territoriale per i tre aeroporti sardi da parte di Alitalia. 

«Se l’offerta economica sarà ritenuta adeguata e la documentazione sarà corretta la sola Alitalia dovrà garantire i collegamenti con Roma e Milano dagli scali di Cagliari, Olbia ed Alghero – evidenzia William Zonca –. E’ improcrastinabile che la compagnia di bandiera metta subito in vendita i biglietti aerei da e per la Sardegna per non compromettere la stagione turistica.»

 

[bing_translator]

Venerdì 21 dicembre, alle ore 14.30, presso sala congressi T-Hotel in Via dei Giudicati 66, a Cagliari, si terrà una assemblea aperta a tutti i cittadini organizzata dalle segreterie regionali di Uil Fpl e Uil Trasporti sui temi della funzione pubblica e dei trasporti in Sardegna.

All’evento sono stati invitati i candidati governatori ufficiali Massimo Zedda (centrosinistra), Christian Solinas (centrodestra), Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) ed Andrea Murgia (Autodeterminatzione) che risponderanno alle domande della segretaria generale UIL FPL Sardegna Fulvia Murru e del segretario generale UIL TRASPORTI Sardegna William Zonca.

 

[bing_translator]

E’ estremamente positivo il giudizio espresso dalla UilTrasporti Sardegna dopo l’apertura delle buste sulla partecipazione dei vettori alla Continuità territoriale 1.

«La Uiltrasporti conferma quanto già dichiarato che la continuità territoriale 1 deve essere operata da vettori tradizionali – commenta il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca -. L’interesse di Alitalia e Airitaly sulle tratte da e per la Sardegna era stato da noi auspicato. Adesso riteniamo fondamentale un rapido affidamento delle rotte e, soprattutto, la riapertura al mercato della vendita dei biglietti sulle rotte in continuità territoriale che oggi sono vendibili solo fino a marzo 2019: in caso contrario si rischia di  compromettere seriamente la stagione turistica estiva

[bing_translator]

«Oggi sulla tratta Palermo-Cagliari viaggia una nave greca con equipaggio greco ma con l’enorme scritta Tirrenia

La denuncia arriva dalla Uiltrasporti Sardegna che nei mesi scorsi, in occasione del congresso regionale, aveva chiesto la revisione della convenzione Tirrenia-Cin con un nuovo bando per la continuità territoriale marittima per le persone e per le merci.

«Alla luce di quanto sta succedendo – afferma il segretario regionale della UILTrasporti William Zonca – è sempre più indispensabile revocare quanto prima la convenzione di 72 milioni a favore di Tirrenia-Cin che ormai non solo non garantisce tariffe veramente  agevolate e frequenze certe e costanti, ma non sostiene neanche il naviglio e gli equipaggi che dovrebbero garantire queste tratte.»

[bing_translator]

«L’esito dell’incontro di ieri al Mit non fa altro che aumentare la nostra consapevolezza della mancanza di rispetto che questo Governo ha voluto riservare alla vertenza Airitaly, ai suoi lavoratori e all’intera isola.»

E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca e la segretaria territoriale del Nord Sardegna Elisabetta Manca confermando lo sciopero di 24 ore, proclamato con le altre sigle per il 1 ottobre, di tutto il personale di terra Airitaly. «L’impegno mancato, preso a fine luglio da parte del vice capo di gabinetto Girgis Sorial, di riconvocare parti sociali, Regione ed Azienda nella sede opportuna, ovvero il Mise, faceva già ampiamente presagire il totale disinteresse del Governo verso quella che è l’azienda di trasporti più importante della Sardegna. Non possiamo quindi che restare fortemente critici per il fallimento del Governo nel non aver saputo far cambiare idea all’azienda in merito ai 51 trasferimenti e soprattutto nel non aver capito che l’abbandono dell’attività operativa onoratamente svolta da più di 30 anni dalla base di Olbia è l’ennesimo scippo ai danni di questo territorio che i sardi difficilmente dimenticheranno». 

«Riteniamo il tavolo del MISE e il ministro di Maio responsabili non aver dato prosecuzione a quella vertenza -concludono William Zonca ed Elisabetta Manca –. Creando una vera delocalizzazione di lavoro e professionalità dal sud verso il nord contraddicono quanto da sempre dichiarato per rilanciare il sud e le regioni martoriate dalla disoccupazione come la Sardegna.»   

[bing_translator]

Con una perdita netta di traffico del 72% in soli tre anni il Porto Canale di Cagliari sta colando letteralmente a picco. E’ quanto emerge da un dossier-denuncia reso noto dalla UilTrasporti Sardegna che esamina l’andamento del traffico dello scalo merci cagliaritano e analizza le problematiche che impediscono a Cagliari di decollare, a differenza di quanto avverrebbe a Gioia Tauro (terminal peraltro gestito dalla stessa Contship Italia) e al mondo dello shipping in generale. Se nel 2015 il porto canale del capoluogo sardo ha movimentato 686.000 teu, nel 2017 si è registrata una flessione a 420.000 e le previsioni per l’anno in corso si attestano a soli 190.000 teu: -55% in un anno. Per questo la UilTrasporti – mettendo a disposizione il dossier e denunciando l’incomprensibile atteggiamento della Contship Italia che sembra voler affossare intenzionalmente lo scalo cagliaritano – chiede l’apertura urgente di un tavolo di crisi costituito dalle istituzioni politiche, datoriali e sindacali che possa affrontare radicalmente le problematiche del terminal di Cagliari e auspica che, nelle prossime settimane, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli possa affrontare la drammatica situazione del porto di Cagliari.

«Lo scenario del Terminal di Cagliari non può avere una vita lunga – spiega il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca -. Sicuramente paghiamo 3 anni e mezzo di commissariamento del Porto dovuto all’immobilismo della Regione Sardegna che non riusciva a designare il possibile Presidente dell’Autorità Portuale. Oggi, a distanza di oltre un anno dalla nomina del Presidente dell’ADSP Mare di Sardegna, non riscontriamo però iniziative che riescano a mutare l’attuale situazione, che è sempre più preoccupante. Pertanto auspichiamo che vengano intraprese il prima possibile delle iniziative che facciano cambiare rotta al Terminal di Cagliari in modo da tutelare i lavoratori oggi operano in questa realtà: 220 dipendenti di CICT ed un indotto di circa 300 addetti. Non vorremmo ritrovarci a dover continuare a gestire richieste di nuovi ammortizzatori sociali o, peggio ancora, licenziamenti da tutte le imprese che operano all’interno del Terminal, per colpa di un immobilismo da parte di chi ha l’obbligo di prendere decisioni in merito e gestire il future e lo sviluppo della portualità