Raffaele Paci: «La carta vincente per puntare al mercato cinese è la qualità esclusiva dei nostri prodotti».
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«Negli incontri che abbiamo fatto in ambasciata a Pechino durante la missione della scorsa primavera ci è stato detto molto chiaramente: la sicurezza e la qualità del cibo sono priorità assolute per il governo cinese, tanto da aver varato una nuova legislazione in materia – ricorda Paci. Dunque proprio su questo filone vogliamo rafforzare la collaborazione fra Cina e Sardegna. Noi abbiamo una delle tre ‘Blue zone’ del mondo, le terre dei centenari, non solo per ragioni genetiche ma anche grazie al cibo sano e alla qualità ambientale. Siamo convinti che le nuove regole del governo cinese sulla sicurezza alimentare ci consentiranno di incrementare la presenza dei nostri produttori in Cina: oggi presentiamo i nostri prodotti, le nostre tradizioni, la nostra splendida terra, e sono sicuro che sarà l’inizio di nuovi e proficui rapporti commerciali perché, come ci è stato più volte ripetuto durante la nostra missione, il mercato cinese è grandissimo, aperto, e dà il benvenuto a chi produce alimenti di alta qualità.»
biettivo export, quindi. Al momento, le aziende sarde che esportano in Cina operano in tre settori: lattiero-caseario (3A di Arborea con il latte a lunga conservazione) e Alimenta (latte in polvere ovino per bambini); vinicolo con Sella e Mosca, Argiolas, Cantine Santadi, Mancini; agroalimentare con olio San Giuliano, acqua Smeraldina, pasta Cellino. «Vogliamo spingere le nostre aziende a crescere, rafforzarsi, fare filiera per sfidare i grandi mercati internazionali come quello cinese – spiega Raffaele Paci –. Perciò abbiamo messo a punto una serie di strumenti finanziari dedicati esclusivamente a questo obiettivo, perché siamo sicuri di avere nei nostri prodotti la carta vincente e dobbiamo aiutare gli imprenditori sardi a raccogliere la grande sfida del mercato globale. Pensiamo all’artigianato per esempio, ai nostri legni, alle ceramiche, ai tappeti, a quanto successo avrebbero nel resto del mondo. Oggi il presidente cinese, i suoi ministri, gli ambasciatori possono guardare da vicino quello che la nostra terra offre, dall’ambiente con queste splendido mare ai prodotti dell’agroalimentare e dell’artigianato. Vogliamo che nuove imprese si aprano al mercato cinese ma diciamo anche agli imprenditori stranieri che la Sardegna è una terra che nel suo insieme ha un’offerta assolutamente unica al mondo.»
Altro filone su cui costruire nuovi rapporti è quello dell’ICT e dell’alta tecnologia. A partire da Huawei che, grazie alla definizione dell’accordo con il CRS4, sarà operativo a Pula entro dicembre: il nuovo laboratorio investirà nei progetti di ricerca Smart & Safe City, ovvero città più sicure e intelligenti. «Crediamo moltissimo nelle potenzialità dell’innovazione, della ricerca, dello sviluppo in settori strategici come l’ICT. E il fatto che Huawei abbia scelto proprio la Sardegna per sviluppare un progetto unico in tutta l’Europa dimostra che in questi settori la Sardegna vanta competenze importanti e vere e proprie eccellenze – sottolinea Raffaele Paci -. Noi le rilanciamo anche attraverso la strategia intelligente S3 Sardegna e sostenendo in ogni modo possibile i progetti di innovazione e alta tecnologia più validi, con particolare attenzione all’internazionalizzazione. Dunque, da una parte la tradizione, dall’altra l’innovazione. Che non sono in contrasto, anzi: è proprio l’innovazione che può aiutare la tradizione a resistere nel tempo. Il nostro Porto Canale per esempio, dove è prevista una zona franca doganale, è strategico per gli scambi commerciali, fortemente apprezzato per la sua infrastrutturazione e per la quantità di merci che vengono scambiate. Ma vogliamo andare anche oltre, abbattere ancora le distanze – conclude Raffaele Paci -. Puntiamo a portare i nostri prodotti della tradizione su Alibaba, l’Amazon cinese, per far conoscere in tutto il mondo l’isola della longevità e della qualità della vita.»