25 November, 2024
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«Il congresso del PD sardo si è visto proiettare in un mondo diverso da quello che avevamo immaginato. Le dimissioni del segretario Matteo Renzi e l’indizione anticipata del congresso nazionale hanno creato una coincidenza di tempi e scadenze che stanno mettendo in secondo piano la discussione sulla nostra idea di Sardegna, sulle proposte e la classe dirigente politica e istituzionale che ne rendono possibile la realizzazione.»

A dirlo è il deputato Francesco Sanna, candidato alla segreteria del Partito Democratico, che annuncia la rinuncia alla candidatura e l’abbandono del partito di uno degli altri due candidati, Yuri Marcialis, assessore della Pubblica istruzione, Sport e Politiche giovanili del comune di Cagliari.

«La dolorosa scissione di una parte del PD e la creazione di formazione politica alla sua sinistra provoca oggi l’abbandono di un candidato alla segreteria regionale. Io ringrazio chi ha proposto la candidatura di Yuri Marcialis ma non lo segue nella scelta sbagliata di lasciare il Partito Democratico – aggiunge Francesco Sanna -. Penso che questi amici e compagni debbano avere la possibilità di decidere come intendono partecipare al congresso regionale, nella nuova condizione di non aver un “proprio” candidato alla segreteria. Per quanto può dipendere da me, cercherò di favorire il diritto di tutti ad essere protagonisti nel PD sardo, indipendentemente dal sostegno alla mia persona e alle linee programmatiche che ho proposto.»

«Se non vi fossero le condizioni regolamentari per raggiungere questo obiettivo, mi rendo da subito disponibile a ritirare la mia candidatura, se anche Giuseppe Luigi Cucca fosse della stessa idea. Aggiungo che se il congresso ricominciasse da zero, inviterei  tutti a cercare, nella situazione  politica oggi diversa e più grave di quella di un mese fa, una definizione unitaria della massima responsabilità del Partito Democratico sardo – conclude Francesco Sanna -. All’unica condizione che la discussione sia di idee, pubblica e trasparente.»

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Manca solo l’ufficialità per lo slittamento del congresso del Pd in Sardegna al 30 aprile. Inizialmente il congresso si sarebbe dovuto svolgere il 19 marzo ma la successiva convocazione del congresso nazionale per il 30 aprile, ha portato, com’era nell’aria, alla decisione di far coincidere i due appuntamenti congressuali.

A contendersi la segreteria saranno il senatore Giuseppe Luigi Cucca, indicato dall’ex minoranza congressuale; l’assessore dello Sport del comune di Cagliari, Yuri Marcialis, sostenuto dalla Traversata e da parte della sinistra interna; e il deputato iglesiente Francesco Sanna, indicato dalla componente che si riconosce in Renato Soru.

Non ha espresso un candidato e non ha ancora deciso la posizione da assumere, l’area popolare riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda, che rappresenta la componente più rappresentativa del partito. Il 4 marzo verranno presentate le liste, massimo tre per ogni sfidante.

Giuseppe Luigi Salvatore Cucca è nato a Bosa il 30 luglio 1957, risiede a Nuoro, fa l’avvocato, ex consigliere regionale, senatore in carica.

Yuri Marcialis è nato a Cagliari il 3 novembre 1973, vive a Cagliari, laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, dipendente dell’Amministrazione regionale, è assessore comunale dello Sport e Servizi al cittadino del comune di Cagliari.

Francesco Sanna è nato a Iglesias il 14 aprile 1965, laureato in Giurisprudenza, avvocato patrocinante nelle giurisdizioni superiori, ex consigliere regionale, è deputato in carica.

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Il deputato Francesco Sanna, uno dei tre candidati alla segreteria del Partito Democratico al Congresso in programma il 19 marzo (gli altri due sono il senatore Giuseppe Luigi Cucca e l’assessore dello Sport del comune di Cagliari Yuri Marcalis), ha pubblicato oggi le sue linee programmatiche che pubblichiamo integralmente.

«I Sardi che vivono e amano la Sardegna, nelle città e nei paesi, chiedono buona politica e buone politiche.

Credo che il Partito Democratico Sardo della comunità e delle comunità abbia il dovere di essere uno strumento aperto e disponibile all’ascolto e poi capace di decidere. Credo che il Partito Democratico abbia le risorse, messe in rete e di nuovo in pace e in movimento, per trasformare sogni e bisogni di questa Sardegna migliore, in una realtà concreta.

Il Congresso, con una discussione aperta e la passione che sapremo metterci, deve essere l’occasione per ricreare le condizioni di ottimismo e orgoglio nell’essere e sentirsi democratici sardi, giusti e meritevoli eredi delle grandi forze storiche, politiche e culturali da cui il PD ha preso origine.

Abbiamo bisogno di unità. Ma non penso che l’unità buona per il Partito Democratico sia l’unanimismo senza attenzione ai contenuti delle proposte. Sarebbe sbagliato l’accordo tra gruppi dirigenti che trascuri iscritti ed elettori. L’unità vera la facciamo ascoltando le ragioni di tutti: nella sintesi, ma nella chiarezza sugli intendimenti.

Serve a noi democratici e serve alla Sardegna. Dobbiamo ricreare le condizioni per essa di capirci, per noi democratici di spiegarci: con molta umiltà da parte nostra.

Iniziamo a chiedere scusa per essere apparsi quelli sempre pronti e attivi nella discussione sui “posti” nelle istituzioni e negli enti della Regione. In ritardo, distratti o assenti su questioni importanti. Con alcuni di noi in ruoli di responsabilità, anche se inadeguati a svolgere quei compiti. Con altri più bravi altre volte lasciati ai margini, perché non accasati nella corrente giusta.

C’è stato un momento – il referendum costituzionale – nel quale ci siamo accorti che al di là delle cose che proponevamo, giocava contro di noi una antipatia, dura, cristallizzata; che impediva sia l’ascolto delle nostre ragioni, sia qualsiasi dialogo: che si faceva pregiudizio.

Impariamo dagli errori. Oggi sappiamo che le soluzioni devono passare per una nuova “connessione sentimentale” con il popolo sardo. Al quale ci rivolgiamo, consapevoli del fatto che da soli non andiamo da nessuna parte. “Non aspettarti alcuna risposta oltre la tua“, per dirla con la poesia di Brecht. Le domande di oggi sono più complicate di quelle del passato. E, soprattutto, le risposte nuove pretendono una politica competente, che studi, che abbia la consapevolezza storica del tempo in cui vive, che prenda posizione sugli interessi in gioco, che comprenda la paura degli esclusi dalla globalizzazione e non ne banalizzi l’esito politico riducendola a “populismo”. Una politica capace, cioè, di combattere le diseguaglianze sociali, i rischi della globalizzazione senza regole, che metta al centro della sua azione il valore della persona e il suo diritto di avere opportunità e strumenti per realizzare la piena cittadinanza.

Con la consapevolezza dei miei limiti ma sapendo che tante risposte individuali, tante volontà passioni e intelligenze che vedo disponibili costruiscono l’intellettuale collettivo e la risposta comunitaria e riformista che oggi deve riprovare ad essere il Partito Democratico della Sardegna, propongo la mia candidatura a segretario.

Rivolgo l’invito a fare questo confronto, anche a coloro che per tanti e diversi motivi hanno lasciato militanza, adesione e voto al PD, a volte rinunciando ad esercitare i propri diritti di elettori. Chiedo loro di tornare a riprovarci insieme.

Le loro idee e quelle di chi vorrà contribuire alla vita del Partito Democratico Sardo arricchiranno questo programma sino al voto del 19 marzo.

Il Partito Democratico al servizio della Sardegna

Vorrei che il Partito Democratico in Sardegna fosse capace di riattivare la partecipazione di ciascun cittadino alle decisioni che riguardano la propria vita; in ogni campo: dalla scuola alla salute, dalle politiche di sviluppo economico e del lavoro a quelle dell’ambiente e del paesaggio.

Proveremo a mettere in una rete di ascolto e decisione ogni struttura organizzativa del Partito Democratico in Sardegna, dal più piccolo circolo al blog di un suo simpatizzante. Non solo per “provocare” la discussione pubblica, ma per offrire percorsi di partecipazione dal basso al formarsi della decisione delle politiche della Regione, anche sperimentando e utilizzando piattaforme digitali di dibattito e decisione. Già oggi – e forse siamo gli unici in Italia che diamo questa possibilità – circoli e strutture provinciali del Partito Democratico possono offrire on line le loro proposte ed elaborazioni utilizzando la piattaforma PD Sardegna. Intendo valorizzare questa opportunità, sperimentando la discussione on line di documenti e proposte legislative e aprendo a forme di consultazione su specifici dossier.

Abbattere la disoccupazione, ridurre la povertà, vicini al volontariato per sostenere gli ultimi

I dati Istat del dicembre 2016 ci dicono che il tasso di disoccupazione in Sardegna è vicino al 16% ma se lo rapportiamo ai giovani tra i 16 e i 24 anni tocchiamo punte di senza lavoro oltre la soglia del 50%.

Numeri intollerabili che necessitano di uno scatto della politica a favore di azioni concrete per favorire gli investimenti privati, per snellire le procedure burocratiche, per pulire i bilanci pubblici dalle incrostazioni che generano sprechi e sacche di privilegi e liberare risorse a favore della ricerca, della innovazione che può generare nuovo sviluppo e  lavoro. Il lavoro che non c’è dunque ma anche quello che rischia di non esserci più. Si contano a decine le vertenze industriali aperte: dal Sulcis al Cagliaritano, dall’Oristanese al Nuorese, fino al nord Sardegna dell’area industriale di Porto Torres e Olbia con la crisi Meridiana. Il PD con tutte le sue energie e le sue intelligenze sarà non solo vicino a chi lotta per il suo posto di lavoro ma cercherà con ogni sua responsabilità a soluzioni per il riavvio delle imprese che possono stare sul mercato e la creazione di nuove imprese.

La crisi del mondo del lavoro, l’occupazione precaria e sottopagata, stanno generando nelle persone incertezza e sfiducia verso il futuro. Negli ultimi dieci anni in Italia e in Sardegna gli indici che misurano l’impoverimento delle famiglie ci dicono che la politica di un partito progressista come il PD, che ha casa nel socialismo democratico europeo, non può guardare al raddoppio della povertà assoluta come fatto irreversibile.

Oggi in Sardegna sperimentiamo il reddito di inclusione sociale, che ingloba il sostegno all’inclusione attiva deciso a livello nazionale e finanziato con 1.600 milioni nel 2017. Penso che occorra attuare con efficacia e decisione questa sperimentazione, ma aperti a cambiarne le regole ascoltando gli inviti degli amministratori locali di rendere il meno burocratico il sostegno alle povertà estreme.

Una forte azione in questo senso ci viene chiesta anche dal mondo dell’associazionismo e del volontariato che svolge un ruolo decisivo a favore della solidarietà verso gli ultimi. Una realtà che opera spesso in solitudine, rischiando ogni giorno di non essere più in grado di garantire aiuto a quanti sempre più spesso si rivolgono ad essa, per un pasto, un paio di scarpe, un letto.

La povertà e gli ultimi ci interrogano sul senso del nostro impegno civile, sulla capacità o meno di saper incidere nella realtà; sulla verità e sull’attualità di parole come giustizia, libertà, uguaglianza. Responsabilità da cui come democratici non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo fuggire.

Il Partito Democratico, comunità fra le comunità della Sardegna

I democratici sardi sanno che essi costituiscono la più grande comunità politica dell’isola. Il PD sardo deve impiegare il suo tempo a guardare, interpretare e modificare la realtà fuori da sé, e non a discutere di se stesso con se stesso. Famiglia, scuola, aziende, piccoli comuni, associazioni, volontariato sono i luoghi della vita comunitaria e degli interessi che dobbiamo riprendere a sostenere e tutelare con politiche innovative. Per questo, da subito, ci impegneremo per rinsaldare lo spirito coesivo delle politiche pubbliche a favore di ogni comunità sarda.

La Sardegna è tutta: non solo le coste, non solo le città più grandi. Paesitudine, agricoltura, politiche di sviluppo

Flussi economici, infrastrutture, servizi devono essere un diritto effettivo e ragionevolmente esigibile da ciascun sardo a prescindere da dove abiti. Su questi temi cruciali per il nostro futuro voglio favorire riflessioni e decisioni contro lo spopolamento delle zone interne e l’abbandono dei piccoli paesi da parte di persone e produzioni.

Dobbiamo rivedere a questo fine il modo di scrivere le leggi, la programmazione dei flussi finanziari, il funzionamento della macchina regionale, la sua sinergia con il sistema delle autonomie locali.

Ovviamente non pensiamo che lo spopolamento nell’interno dell’isola si combatta solo migliorando i servizi o sovvenzionando la permanenza nei centri che soffrono il fenomeno. I paesi devono offrire una chance complessiva di vita, e quindi la possibilità di  lavoro per chi vi abita. Oltre le politiche di contrasto, politiche di sviluppo. Rilancio di un’agricoltura moderna e legata al mercato, combattendo sia l’abbandono delle terre sia il land grabbing (l’accaparramento delle terre produttive a favore di usi non agricoli). Aiutare a formare un nuovo patto tra il mondo dell’allevamento e l’industria della trasformazione. Abbattere il digital divide e promuovere nell’amministrazione regionale e nelle amministrazioni dello Stato il telelavoro che può svolgersi operando da casa. Realizzare un welfare regionale a favore della famiglia e soprattutto delle nuove famiglie che scelgono di vivere nei piccoli centri.

Il nuovo sistema delle autonomie locali, l’organizzazione territoriale del Partito, la rappresentanza in Consiglio Regionale, in Parlamento e nella Giunta regionale

La riforma delle autonomie locali va completata e probabilmente anche ridiscussa alla luce del risultato del referendum costituzionale. Soprattutto nella parte meridionale dell’Isola, in molti vedono la “provincia del sud Sardegna” come prodotto artificiale non riuscito bene, ottenuto dal ritaglio della città metropolitana di Cagliari e dalla soppressione delle province del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Occorre inoltre scrivere e proporre al Governo la norma di attuazione dello Statuto speciale che a parità di condizioni di popolazione e territorio equipara Sassari e i comuni del nord ovest, ai fini della utilizzazione di finanziamenti nazionali ed europei, ad un’area metropolitana.

La riforma delle autonomie locali sarde offre l’occasione di ripensare l’organizzazione della Regione alleggerendola di compiti gestionali, portandola a concentrarsi sui grandi compiti di programmazione e lasciando alla capacità di rete dei Comuni l’organizzazione e la gestione dei servizi alle persone e alle comunità.

Il Partito Democratico dovrà reinventare la propria organizzazione guardando a questo nuovo assetto dei poteri e delle responsabilità. I nuovi organismi guardino a quelli concreti della rete delle comunità, dei territori storici e delle aree metropolitane, dove si spende il volontariato politico nei circoli e nei comuni; e poi anche quelli delle nuove circoscrizioni elettorali per le elezioni politiche e regionali, per imprimere il giusto impulso alle rappresentanze in Parlamento ed in Consiglio regionale e riceverne con sistematicità il rendiconto della attività istituzionale.

Chiederò ai consiglieri regionali, ai senatori e ai deputati, al parlamentare europeo, di dar vita ad un unico gruppo del PD sardo delle assemblee legislative, coordinando tra loro ambiti di impegno  e valorizzando il lavoro singolo e collettivo dei rappresentanti del popolo presso l’opinione pubblica dell’Isola tramite la rete capillare della struttura del partito. E chiederò all’Assemblea regionale di registrare questa novità nello Statuto del PD sardo.

Inviterò i componenti della Giunta regionale che si riconoscono nella idealità riformista del Partito Democratico Sardo ad aderire al partito, e a portare il loro contributo alla elaborazione della sua proposta, invitandoli permanentemente ai lavori degli organi regionali.

A questa nuova forma organizzativa del PD in Sardegna intendo aggiungere un modulo del PD sardo fuori dalla Sardegna. Vorrei che nei paesi europei dove è più forte la presenza della emigrazione intellettuale dei giovani sardi, fossimo capaci di costituire – preferibilmente sulla rete internet, ma non solo – circoli e blog che ci aiutino per un verso a ricreare le condizioni per iniziative  che riportino i giovani nell’isola, arricchite dall’esperienza di lavoro e studio all’estero; per un altro verso che ci aiutino ad aprire la Sardegna al mondo, riproponendo adattate alle nostre esigenze le cose nuove che i sardi vedono e fanno fuori dai nostri confini.

E siccome i sardi che vivono e sentono la Sardegna – a differenza dell’emigrazione del passato – hanno molta più occasione di farlo anche risiedendo per lavoro e studio fuori dalla Sardegna, proporrò una modifica dello statuto del PD sardo che preveda per i democratici “espatriati” la partecipazione sia al voto degli organi regionali, sia ai lavori di direzione e assemblea regionale mediante collegamenti in streaming.

Amministratori locali democratici: in rete e in Consulta permanente

La Sardegna delle comunità e del civismo è all’opera quotidiana nelle centinaia di comuni piccoli e piccolissimi, dove sindaci e amministratori sono la frontiera e spesso la trincea nel rapporto dei cittadini, dei loro bisogni, con la pubblica amministrazione. Il PD sardo dovrà rompere la situazione di solitudine nella quale molti amministratori si sentono o si trovano; deve favorire in ogni modo il mettersi in rete continuo delle esperienze.

Ascoltare chi opera nei comuni crea le condizioni per buone politiche a favore degli enti locali. Daremo vita ad una Consulta permanente degli amministratori,  con un coordinamento regionale dei sindaci stabilito all’interno della consulta stessa, che partecipi ai lavori degli organismi di partito e sia tramite continuo di elaborazione di idee e proposte al PD Sardo, ai parlamentari ed al suo gruppo in Consiglio regionale.

Una nuova stagione nei rapporti con lo Stato, una Regione con le carte in regola nei rapporti con i cittadini e le imprese

In questi anni la rivendicazione della Regione nei confronti dello Stato si è focalizzata soprattutto sulla richiesta di maggiori risorse finanziarie da gestire in autonomia. Dopo la piena attuazione del nuovo modello del sistema delle entrate, il Partito democratico sardo promuoverà e darà forza alla azione di recupero degli accantonamenti finanziari, che oggi limitano fortemente la possibilità di intervenire con efficacia sulle politiche di sviluppo. Pensiamo anche che sia necessario aggiornare le quote di partecipazione della Regione alle imposte statali, per coprire la spesa dei nuovi servizi e i nuovi farmaci innovativi, che il centrosinistra ha introdotto a livello nazionale ampliando il diritto alla salute per tutti i malati.

Ma serve anche, nel secondo tempo della legislatura regionale, semplificare e deburocratizzare la Regione, che deve presentarsi con le carte in regola della legalità e della velocità rispetto alle esigenze di cittadini e imprese. Non vogliamo più leggere o sentire che iniziative imprenditoriali, nel rispetto della legge, impieghino anni per avere l’ultimo provvedimento che consenta loro di investire e creare occasioni di impiego per le capacità ed il futuro di giovani sardi preparati e formati.

Non basta scrivere sulla carta delle leggi piani di sviluppo e politiche del lavoro, abbandonandone l’applicazione a stanche logiche burocratiche. Il PD sardo porrà con forza la questione della attuazione tempestiva dei provvedimenti regionali, proponendo una riforma dell’apparato burocratico che introduca misurazione dell’efficacia e del rendimento degli uffici regionali.

Una nuova legge elettorale, un nuovo Statuto che “si accorga” che siamo in Europa

Il Partito Democratico dovrà discutere, non solo al proprio interno ma con le comunità dell’isola la necessaria riforma del modo di rappresentare forze politiche e territori nell’assemblea legislativa. Finita la discussione, il PD saprà far sintesi tra le diverse proposte, elaborando un modello che sappia mettere insieme rappresentanza (di culture politiche, di territori, di genere) e possibilità di governo.

Il PD animerà una fase di discussione dal basso su un nuovo Statuto Sardo, incentrato sul tema dei poteri della Regione e della sua organizzazione in relazione ai tempi nuovi della Repubblica e dell’Europa.

L’Europa ed il Mediterraneo: popoli, spazi geografici, umani economici e culturali che danno forma alle nostre istituzioni ed “entrano” nella vita delle nostre comunità, non solo non sono evocati, ma è come se non esistessero, nello Statuto di Autonomia della Regione. La Sardegna si trova nel cuore di un Mediterraneo diverso da quello di un tempo, oggi cuore dell’Europa, tra la Penisola Iberica e quella Italiana, tra la Francia e il nord Africa. Dobbiamo essere capaci di fare di questa posizione un punto di forza, sfruttandone le potenzialità economiche e culturali. Gestendo al meglio e con l’accoglienza diffusa l’emergenza migranti, ma poi cercando di guardare oltre l’emergenza, al tempo della ricostruzione e della ripresa di rapporti economici che potrebbero vederci terra privilegiata. 

A questo proposito va rilanciata, con la legge per l’elezione del Parlamento Europeo o con una previsione statutaria, l’idea che la Sardegna esprima in una circoscrizione a sé la propria rappresentanza a Strasburgo. Alcuni poteri che caratterizzavano l’autonomia speciale sarda (pensiamo all’agricoltura) si sono trasferiti a Bruxelles, e dunque porremo allo Stato il tema di associare la Regione nei negoziati sui programmi e le azioni comunitarie che impattano sulla vita della Sardegna.

La discussione pubblica su queste riforme nei Partiti, nelle organizzazioni sociali e nell’Università potrebbe essere immediatamente incanalata in una “consulta statutaria”, per la quale esiste uno strumento legislativo pronto alla sua applicazione. E dai testi prodotti in quella sede si potrebbe rapidamente passare alla discussione in Consiglio Regionale di un disegno di legge costituzionale da proporre al Parlamento.

Il Partito Democratico della Sardegna, le altre forze politiche ed il PD nazionale

Lo statuto del PD sardo ha già sviluppato diversi elementi che lo differenziano da quello nazionale. Come ho già detto, la nostra totale libertà organizzativa sui territori è la nuova frontiera per la politica dei democratici in Sardegna.

Abbiamo poi da esercitare bene la nostra libertà politica, che è fatta di idee e visioni della Sardegna, di regole di selezione dei gruppi dirigenti e delle rappresentanze istituzionali, di alleanze con le altre forze politiche. Credo sia d’obbligo dire qualcosa al proposito.

Ho chiarissima la distinzione tra l’elezione diretta del segretario regionale del PD sardo e la selezione del futuro candidato alla carica di Presidente della Regione, che proporrò agli organi del PD sardo avvenga mediante primarie di coalizione. Il 19 marzo eleggiamo solo il segretario regionale del PD.

Se il sistema elettorale per l’elezione del Parlamento Nazionale continuasse a prevedere capilista bloccati, chiederò con forza agli organi nazionali del PD che essi siano definiti da una decisione degli organi regionali del PD sardo.

A differenza di quanto avvenuto in precedenti esperienze, proporrò che – indipendentemente da ciò che deciderà il livello nazionale – eventuali primarie per cariche parlamentari avvengano con un sistema che garantisca la dimensione regionale della consultazione (sia per  garantire il pluralismo interno, sia per riaffermare l’idea che un parlamentare sardo deve essere in grado di interpretare la rappresentanza di tutta la Sardegna, indipendentemente da dove viene eletto), sia tenendo conto della rappresentanza del collegio/circoscrizione effettivamente stabilito dalla legge elettorale. E che non sia limitata la partecipazione al voto degli elettori democratici.

Se verrò eletto segretario del PD sardo e mi venisse riproposta la candidatura al Parlamento Nazionale, rifiuterò che essa avvenga nella posizione di capolista bloccato ad elezione sicura, senza alcuna deroga alla modalità di scelta prevista per gli altri candidati.

Penso che il PD debba riacquistare la forza di un pensiero e di una visione globale della Sardegna, un gruppo dirigente rinnovato ed unito, e su questo basare il primato di prima formazione politica della Sardegna. Senza presunzione ma con tale consapevolezza, con questa identità deve ripresentarsi al confronto prima con la società sarda, con le rappresentanze del mondo del lavoro e dell’impresa, con il mondo della cultura e dell’Università.

Il rapporto con le forze politiche alleate nel sostegno alla Giunta guidata da Francesco Pigliaru va ricostruito a partire dalla nostra visione della Sardegna, più che dalla riallocazione delle responsabilità, pur importanti, negli assessorati della Regione.

Penso ad un centrosinistra sardo molto ampio al quale il Partito Democratico della Sardegna deve sapersi offrire come il luogo naturale della esperienza politica. Mi impegnerò a ricucire gli strappi e le incomprensioni che negli ultimi anni hanno portato alle divisioni che ci hanno fatto perdere la guida di città importanti.

Lavorerò affinché le molte esperienze di impegno civico “naturalmente democratiche” nei paesi della Sardegna possano ritrovare accoglienza e identità nel nuovo PD sardo.

Se eletto segretario saluterò le forze politiche alleate in Regione e le nuove che si formano in queste settimane offrendo rispetto e chiedendo rispetto per il Partito Democratico.

Non chiederemo privilegi nella discussione politica e nella determinazione delle future leadership del centrosinistra sardo, ma non rinunciamo in partenza ad esercitarla, tale leadership. E a riconquistarla, meritandocela per il futuro con il consenso dei cittadini che vorranno sostenerla.

Non rimarranno senza una risposta del Partito Democratico le questioni poste sul piano culturale e politico dalle forze che hanno una diversa visione dei rapporti della Sardegna con lo Stato. Confermiamo la nostra intenzione di far ottenere alla Sardegna forme più moderne, intense ed avanzate di autonomia mediante la revisione dello Statuto speciale. Saremo nuovamente pronti a collaborare, su questo e su altri obiettivi, anche con chi ha deciso di non sostenere più la Giunta regionale.

Collaborazione, anche in prospettiva, nel governo dell’Isola, con le forze che immaginano che l’indipendenza della Sardegna sia la soluzione. Ma anche competizione, perché noi pensiamo che questo sia il tempo della interdipendenza, non della solitudine. Per questo li sfideremo con l’elaborazione e la pratica di una relazione della Sardegna con lo Stato e l’Europa, basate sul massimo della autodeterminazione sul versante dei poteri della regione e sul suo pieno coinvolgimento nelle decisioni di istituzioni nazionali e sovranazionali.

Con il Movimento 5 Stelle – che Grillo & Casaleggio lasciarono alla deriva dei propri conflitti interni non consentendo di presentare liste per il Consiglio regionale nel 2014 – il Partito Democratico della Sardegna non ha nessuna interlocuzione, se non nelle poche realtà locali in cui ha partecipato nelle ultime elezioni amministrative, e nelle quali da dimostrazione della distanza tra la protesta e la capacità di governo. Non al Movimento, dunque, ma a molti suoi elettori dico che il nuovo Partito Democratico della Sardegna saprà offrire il linguaggio della verità, la competenza e concretezza degli amministratori, i valori vissuti, la chiarezza della proposta politica. Li invito in futuro a guardare dalle parti del Partito Democratico senza pregiudizi. Mettendoci alla prova.»

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I mesi seguiti alle dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, ex presidente della Giunta regionale, ed il successivo commissariamento con il presidente della Commissione nazionale di Garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016, non sono bastati al Partito Democratico sardo per arrivare all’individuazione di un candidato unico alla segreteria, condiviso da tutte le anime interne. Pur profondamente scosso dalle durissime sconfitte subite alle ultime elezioni amministrative, il partito resta diviso, come emerge chiaramente dalla presentazione ufficiale, avvenuta ieri a tarda sera, di tre candidati alla successione di Renato Soru.

A contendersi la segreteria saranno il senatore Giuseppe Luigi Cucca, indicato dall’ex minoranza congressuale; l’assessore dello Sport del comune di Cagliari, Yuri Marcialis, sostenuto dalla Traversata e da parte della sinistra interna; e il deputato iglesiente Francesco Sanna, indicato dalla componente che si riconosce in Renato Soru.

Non ha espresso un candidato e non ha ancora deciso la posizione da assumere, l’area popolare riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda, che rappresenta la componente più rappresentativa del partito. Il 4 marzo verranno presentate le liste, massimo tre per ogni sfidante.

Giuseppe Luigi Salvatore Cucca è nato a Bosa il 30 luglio 1957, risiede a Nuoro, fa l’avvocato, ex consigliere regionale, senatore in carica.

Yuri Marcialis è nato a Cagliari il 3 novembre 1973, vive a Cagliari, laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, dipendente dell’Amministrazione regionale, è assessore comunale dello Sport e Servizi al cittadino del comune di Cagliari.

Francesco Sanna è nato a Iglesias il 14 aprile 1965, laureato in Giurisprudenza, avvocato patrocinante nelle giurisdizioni superiori, ex consigliere regionale, è deputato in carica.

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250 giovani hanno risposto all’appello di “Agorà – Energie Democratiche” al Teatro Massimo di Cagliari, da dove hanno chiesto un congresso straordinario del partito, possibilmente prima del referendum costituzionale.

«Questo è un luogo aperto al confronto che da tanto tempo manca in questo partito – ha spiegato in chiusura uno dei promotori, Pietro Morittu, consigliere comunale a Carbonia e segretario particolare dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana – vogliamo richiamare il popolo delle primarie a decidere ed eleggere la nuova classe dirigente. Spero che da qui esca il futuro candidato alla segreteria del Pd.»

Il primo a intervenire è stato Yuri Marcialis, assessore dello Sport del comune di Cagliari: «Sinora come Pd sardo abbiamo parlato tra di noi e su di noi, ma non della Sardegna, le discussioni devono ritornare a farsi negli organismi di partito e non in direttorii». «Sul rinnovamento – ha aggiunto – ce n’è stato uno iniziale dei gruppi dirigenti locali, alcuni di noi sono stati chiamati a ricoprire incarichi di partito, anche importanti, ma è stato reso inaccessibile il Partito regionale, firmamento inarrivabile composto da stelle fisse».

«E’ arrivato il momento – ha sottolineato Mauro Usai, presidente del Consiglio comunale di Iglesias  e segretario regionale dei giovani democratici – di chiedere con forza il congresso, anche prima del referendum: quale migliore occasione per parlare della Riforma costituzionale? Riprendiamo il contatto con la base e gli elettori.»

«L’assemblea del 19 settembre risulta completamente delegittimata – ha detto Alessio Mandis, segretario del Pd provincia di Oristano – chi ha la guida del partito è stanco, noi abbiamo invece la forza e il coraggio.»
«Se il quadro dirigente non ce la fa, allora va cambiato – ha sottolineato Davide Burchi, segretario democratico ogliastrino – per questo occorre far partire la fase congressuale già nei territori.»

I lavori sono stati conclusi da Pietro Morittu: «E’ bello vedere la sala piena, da oggi bisogna costruire una proposta, nelle prossime settimane molti di noi saranno impegnati in iniziative di questo tipo».

Pietro Morittu e Mauro Usai.

Pietro Morittu e Mauro Usai.

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massimo Zedda 2 copia

Si è insediato questo pomeriggio il Consiglio comunale di Cagliari eletto lo scorso 5 giugno. «È un piacere osservare che questa consiliatura, rispetto alla precedente che vedeva tra i banchi soltanto di due donne, presenta invece una loro partecipazione consistente» ha esordito così il rieletto sindaco Massimo Zedda, in una sala gremita da tantissimi cittadini, giornalisti, curiosi ed ex consiglieri.

Massimo Zedda, rieletto al primo turno con il 50,87% dei voti, ha anche annunciato la nuova Giunta, composta da 9 assessori. Come vicesindaco è stata riconfermata Luisa Anna Marras (in passato è stata assessora tecnico del comune di Carbonia, in una delle giunte guidate da Antonangelo Casula), che avrà anche le deleghe alle Politiche della casa e Mobilità. Gli altri sono: Danilo Fadda, assessore al Personale e Affari generali; Paolo Frau, anche lui riconfermato ma con delega alla Cultura e Verde pubblico; Yuri Marcialis allo Sport a cui aggiunge le deleghe alla Pubblica Istruzione e Politiche giovanili; Francesca Ghirra, cede la carica di consigliera per fare l’assessora alla Pianificazione strategica e urbanistica; Claudia Medda sarà assessora alla Innovazione tecnologica, Comunicazione e Politiche per il decoro urbano; Ferdinando Secchi, consigliere fino a poco tempo fa, diventa assessore alle Politiche sociali e Salute; Giovanni Chessa, rinuncia anche lui alla carica di consigliere per la delega ai Lavori pubblici; a Marzia Cillocu è andata la carica di assessora alle Attività produttive, Turismo e Politiche alle pari opportunità. Rimarranno invece in capo al primo cittadino Polizia Municipale, Bilancio, tributi e Società partecipate e Avvocatura.

A seguito dell’ingresso in Giunta di Francesca Ghirra, Giovanni Chessa e Marzia Cillocu, i consiglieri eletti sono quindi:
– per il Partito democratico, Guido Portoghese, Fabrizio Rodin, Fabrizio Salvatore Marcello, Rita Polo, Benedetta Iannelli, Matteo Lecis Cocco Ortu, Davide Carta, Giorgia Melis, Rosanna Mura e Marco Benucci;
– per Sinistra Ecologia e Libertà, Anna Puddu, Matteo Massa, Alessio Alias ed Andrea Dettori;
– per il Partito Sardo D’Azione, Francesco Stara, Gabriella Deidda, Aurelio Lai e Monia Matta;
– per Sardegna Vera – La Base, Raffaele Bistrussi;
– per Rosso Mori, Filippo Petrucci;
– per il Partito dei Sardi, Roberto Tramaloni;
– per il Movimento 5 Stelle, Pino Calledda e Maria Antonietta Martinez;
– per Massidda Sindaco, Pierluigi Mannino e Antonello Floris più il candidato sindaco Piergiorgio Massidda;
– per Riformatori Sardi, Pierpaolo Vargiu e Giorgio Angius;
– per Fratelli D’Italia, Alessio Mereu;
– per Popolari Sardi per Cagliari, Federico Ibba;
– per Forza Cagliari, Stefano Schirru, Loredana Lai e Alessandro Balletto;
– per Nessun Dorma, Alessandro Sorgia.

Oltre al sindaco Massimo Zedda, i 34 nuovi consiglieri sono così suddivisi: 21 alla maggioranza, 11 alle liste collegate al candidato sindaco Piergiorgio Massidda e 2 al Movimento 5 Stelle. All’unanimità il Consiglio comunale ha votato Guido Portoghese come presidente, mentre a maggioranza sono stati eletti Alessandro Balletto (vicepresidente) e Aurelio Lai (vicepresidente vicario).

«Assieme alla Giunta garantirò un rapporto corretto con tutta l’Assemblea e i consiglieri per lo sviluppo della città e di tutta la comunità cagliaritana», ha assicurato in ultimo Massimo Zedda facendo riferimento anche alle nuove prospettive che si sono aperte con l’istituzione della Città Metropolitana di Cagliari.

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Il triathlon internazionale sbarca in Sardegna: domenica 8 maggio Cagliari ospiterà la Coppa del Mondo di specialità, appuntamento per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016 al quale parteciperanno atleti di livello mondiale. É la prima volta che la Fitri, Federazione internazionale di triathlon, assegna una tappa del circuito globale all’Italia. «Non a caso la scelta è ricaduta sull’isola, terra che permette di ospitare gare di livello internazionale in scenari straordinari e che ha mostrato negli ultimi anni di essere destinazione di riferimento per la disciplina, oltre ad aver dato prova di ottima capacità organizzativa», ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandi oggi in conferenza stampa con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, l’assessore cittadino Yuri Marcialis, il presidente della Fitri Luigi Bianchi e l’organizzatore della Island Group, Sandro Salerno. «La Regione supporta questa iniziativa con molta convinzione punto di forza della strategia di valorizzazione di grandi eventi sportivi, veicolo di promozione sui mercati del brand Sardegna Endless island», ha aggiunto Morandi.
«L’assessorato dello Sport dedicherà una grande attenzione a questo evento – ha fatto sapere l’assessore Claudia Firino – che qualifica la Sardegna come luogo ideale per le grandi manifestazioni e che contribuisce autorevolmente anche alla candidatura di Cagliari quale sede olimpica per la multidisciplina, nel caso in cui i Giochi del 2024 fossero assegnati a Roma». Il sindaco Massimo Zedda, quindi, ha sottolineato: «È un appuntamento importante nel momento in cui Cagliari è candidata a Cittá europea dello Sport: siamo pronti a ospitare eventi internazionali, come è successo in questi ultimi anni. Una vetrina anche in chiave turistica perché abbiamo la possibilità di mostrarci come meta per gli sport in tutti i periodi dell’anno».
La gara è sostenuta dall’assessorato del Turismo nell’ambito della sezione sportiva del cartellone di eventi a programmazione triennale 2016-18, ed è organizzata da Asd Island Team e Federazione nazionale di triathlon (Fitri), in collaborazione con il comune di Cagliari. Oltre ad avere un’ampia copertura televisiva nazionale e web internazionale grazie a Rai Sport, sarà seguita dal Coni.
La competizione si svolgerà nel centro della città sulla distanza sprint – 750 metri di nuoto, 18 chilometri in bici e 5 di corsa – e avrà come quartier generale il Terminal Crociere del molo Ichnusa del porto, sede di partenza, arrivo e area di transizione. Nel molo sarà allestita anche una zona con le tribune al pubblico. La frazione di nuoto si svolgerà nelle acque del porto, mentre il suggestivo percorso ciclistico porterà gli atleti nel cuore di Cagliari, lungo un tracciato tecnico e impegnativo, simile a quello di Rio. La frazione podistica si svolgerà infine sul lungomare adiacente allo scalo marittimo.
La gara, storico debutto per la Fitri e l’Italia nel secondo circuito più importante della Federazione Internazionale ITU, ha registrato una grande partecipazione nonostante la concorrenza nella stessa giornata della tappa messicana di Huatulco. La competizione è riservata a un massimo di 150 atleti élite, ultima nel calendario valida per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Rio 2016, a una settimana dalla chiusura delle qualificazioni. La start list definitiva include 77 uomini e 44 donne. Tra essi anche i numeri uno italiani: Alessandro Fabian e Annamaria Mazzetti.

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Il Poetto d'inverno

Cagliari e il Poetto ospitano fino al 31 ottobre il Campionato Mondiale della Classe Techno 293, affidato all’organizzazione del Windsurfing Club Cagliari. Un’impresa che il circolo cagliaritano ha accettato «con una certa dose di incoscienza», come ha spiegato il presidente Giuseppe Marghinotti nella conferenza stampa di presentazione. «Dopo aver dedicato tempo e risorse alla regolarizzazione della concessione sull’area che ospita la nostra sede, eravamo impegnati a ricostruire le  strutture e riorganizzarci. Quando ci hanno proposto il Mondiale Techno 293 (originariamente in calendario in Argentina), abbiamo accettato, per portare a Cagliari un altro importante evento. In fondo quel che determina il successo di Mondiale non è l’abbondanza di strutture a terra ma la qualità e il fascino del campo di regata, assieme all’esperienza, alle capacità e all’impegno di chi gestisce l’evento, a terra e in mare».

«Certo, non siamo Luna Rossa – ha aggiunto Marghinotti – ma il Mondiale Techno 293 garantirà comunque a Cagliari e alla Sardegna un grande ritorno di immagine. Avremo 350 ragazzi impegnati nella regata e siamo certi che – assieme ai loro allenatori e alle famiglie che li accompagnano, in arrivo da tutto il mondo – sapranno raccontare che la nostra città è una sede perfetta per fare vela. Da parte nostra crediamo che con una programmazione intelligente potremmo ospitare ogni anno un grande evento internazionale.»    Un obiettivo ambizioso, in linea con le strategie della Regione Sardegna (che per questi Mondiali mette a disposizione risorse essenziali, attraverso l’Assessorato del Turismo e l’Assessorato dello Sport) e soprattutto del Comune di Cagliari. L’assessore allo Sport Yuri Marcialis ha confermato l’impegno dell’Amministrazione per la promozione delle attività sportive di base e degli eventi capaci di far crescere l’immagine della città: «Cagliari deve inserirsi stabilmente in un circuito di eventi nazionali e internazionali, specie nello sport giovanile, puntando sugli sport legati al mare e alla spiaggia, discipline che valorizzano la nostra vocazione».

Come aveva fatto notare Daniele Ciabatti, coordinatore del comitato organizzatore, i Campionati Techno 293 portano a Cagliari per almeno dieci giorni, in bassa stagione, 6-700 persone, tra atleti in gara (si va verso quota 350 iscritti, da 27 nazioni di cinque continenti), allenatori (una cinquantina quelli già registrati) genitori e accompagnatori. Al di là delle settemila presenze stimate, sarà un grande evento promozionale: ne è convinto anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che ha apprezzato i risultati ottenuti dal Windsurfing Club Cagliari e dagli altri circoli cittadini impegnati assieme alla FIV nella promozione della vela, dalle scuole fino ai campi di regata. «Cagliari sta lavorando per ricostruire un rapporto stretto con il mare e vediamo all’orizzonte obiettivi importanti. Abbiamo già chiesto al presidente del CONI Malagò di poter ospitare gli eventi velici, nel caso le Olimpiadi del 2024 fossero assegnate a Roma. Per meritare d’essere sede olimpica dovremo crescere, dovremo valorizzare l’area di Marina Piccola con la creazione di un grande polo velico – ha aggiunto Zedda -. Un impegno che dovrà continuare a coinvolgere la Federvela e tutti i circoli».

Sulla disponibilità della Federazione nessun dubbio: l’ha ribadito Piero Sacchetto, coordinatore tecnico per la III Zona – Sardegna, che ha insistito anche sull’importanza del lavoro di promozione nella scuola, con il supporto dei circoli. Dopo una breve presentazione dell’attrezzatura Tecno («una tavola adatta ai ragazzini di 6 anni ma anche ai più grandi che a 17 anni vorrebbero inseguire un sogno olimpico»), Sacchetto ha ceduto la parola a Ceri Williams, segretario esecutivo dell’International Windsurfing Association. «Questa sarà la mia quinta regata internazionale a Cagliari – ha detto Williams -. Nel 2011 avevamo portato al Poetto gli Europei Techno 293, e il fatto che dopo quattro anni ritorniamo con i Mondiali conferma l’apprezzamento per la qualità di questo campo di regata e per le capacità organizzative del Windsurfing Club Cagliari. La Techno 293 è la Classe preolimpica, ma la nostra forza è data soprattutto dal numero di praticanti in tutto il mondo e dal numero di paesi in cui siamo presenti».

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Martedì 20 ottobre 2015, alle 10,30, il Windsurfing Club Cagliari presenterà i campionati mondiali della Classe Techno293 di windsurf, in programma al Poetto dal 24 al 31 ottobre.

La conferenza stampa si svolgerà nella sede del Circolo, a Marina Piccola. Saranno presenti anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, l’assessore comunale allo Sport, Yuri Marcialis, il segretario esecutivo dell’International Windsurfing Association, Ceri Williams, e il presidente della III Zona FIV – Sardegna, Pietro Sanna.

Classe preolimpica, la Techno 293 era stata già ospitata con successo a Cagliari in occasione degli Europei 2011 e per questi Mondiali porterà sui campi di regata del Poetto quasi 350 ragazzi e ragazze di 27 paesi e cinque continenti

Gianni Cuperlo, Deputato PD ed ex presidente del Partito, sabato 28 febbraio sarà a Cagliari per incontrare i giornalisti e partecipare al convegno organizzato da “SinistraDem Sardegna”.

Alle 10.00 Cuperlo sarà in via Emilia 39, presso i locali della “Fondazione Berlinguer-Salone Renzo Laconi”, per incontrare i giornalisti e gli organi di informazione.

Successivamente, parteciperà al convegno organizzato da “Sinistra Dem Sardegna”, dal titolo “Un nuovo orizzonte per l’EuropaDalle politiche del rigore a quelle del lavoro e della giustizia sociale”.

All’incontro, introdotto da Yuri Marcialis, coordinatore SinistraDem Sardegna, e coordinato da Pietrina Canu, parteciperanno Renato Soru, segretario regionale PD, Ignazio Angioni, Senatore PD, Michele Carrus, segretario regionale CGIL, e Gianfranco Bottazzi, sociologo.

Previsti gli interventi di Claudio Atzori, Presidente Lega Coop Sardegna, Francesco Berria, Presidente Fondazione Enrico Berlinguer, Davide Burchi, Segretario PD Ogliastra, Salvatore Cherchi, presidente dell’Istituto di studi e programmi per il Mediterraneo, Bruno Concas, Vicesegretario GD Sardegna, Ninni Depau, Presidente Consiglio Comunale di Cagliari, Giampaolo Diana, SinistraDem Sardegna, Carlo Dore jr, Libertà e Giustizia Cagliari, Salvatore Multinu, SinistraDem Sardegna, e Gianluca Scroccu, presidente della Fondazione Luca Raggio.