15 November, 2024
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Annunciati i quattro vincitori italiani del Premio Cittadino europeo 2018Sono la Fondazione bresciana Assistenza Psicodisabili ONLUS, la dott.ssa Paola Scagnelli, il sacerdote don Virginio Colmegna e il prof. Antonio Silvio Calò i quattro vincitori italiani del Premio Cittadino europeo 2018.

Per questa undicesima edizione del premio, sono cinquanta gli individui, le associazioni e le organizzazioni dei ventotto Stati membri ad aver ricevuto il riconoscimento a livello dell’intera UE.

I vincitori saranno premiati il 9 ottobre 2018 a Bruxelles, mentre la premiazione nazionale dei quattro italiani prescelti avverrà nel mese di settembre.

La giuria, presieduta dalla cancelliera Sylvie Guillaume (S&D, FR) e composta dai vice presidenti del Parlamento europeo Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL, GR), Lívia Járóka (PPE, HU), Pavel Telička (ALDE, CZ) e Zdzisław Krasnodębski (ECR, PL), nonché dagli ex presidenti dell’Europarlamento Hans Gert Pöettering ed Enrique Baron Crespo, dal presidente del Forum civico europeo Jean Marc Roirant e dal presidente del Forum europeo della gioventù Luis Alvarado Martinez.                                                                                                

Dal 2008, il Premio del Cittadino del Parlamento europeo è assegnato a singoli o a gruppi, organizzazioni e associazioni che si sono distinti per rafforzare l’integrazione europea e il dialogo tra i popoli, mettendo in pratica i valori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Ogni candidato deve essere proposto e presentato da almeno un eurodeputato.

I vincitori italiani

Fondazione B.A.P. ONLUS 

Sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori Francesco Faroni, rivolto a ragazzi e bambini autistici. Oggi in questo centro sono seguiti novanta minori a partire dall’età di due anni, a titolo completamente gratuito. Vengono sperimentati moduli di trattamento intensivi secondo gli standard delle più avanzate ricerche scientifiche internazionali. 

Paola Scagnelli

La dott.ssa Paola Scagnelli è primario di radiologia dell’ospedale di Lodi. Durante i suoi periodi di ferie svolge il suo operato di medico a Tabora (Tanzania) presso una casa famiglia gestita dalle suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata. La casa famiglia si occupa di bambini albini che altrimenti, vivendo al di fuori della struttura, rischierebbero di essere venduti o uccisi per il biancore della loro pelle

Don Virginio Colmegna

Ex direttore della Caritas Lombardia, è attivo sin dagli anni Ottanta come fondatore di comunità di accoglienza nel campo della sofferenza psichica e dei minori. Si è anche contraddistinto per un forte impegno a favore del reinserimento lavorativo dei detenuti, in particolare con progetti nel carcere milanese di Opera.

Nel 2006 è stato nominato dal sindaco di Milano membro dell’Advisory Board del comitato strategico per affiancare l’amministrazione nell’affrontare i problemi della città. Il 4 dicembre 2014, l’Università degli Studi di Milano, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, gli ha conferito una laurea honoris causa in Comunicazione pubblica e d’impresa.

Antonio Silvio Calò

Il prof. Antonio Silvio Calò, insegnante di storia e filosofia al liceo Canova di Treviso, da giugno del 2015 ospita nella sua abitazione sei immigrati africani. In seguito ai tragici eventi di Lampedusa del 2015 in cui centinaia di migranti persero la vita nel disperato tentativo di raggiungere la costa italiana, il prof. Calò, insieme alla sua famiglia, da semplice cittadino, si rese disponibile con la Prefettura ad accogliere presso la sua abitazione alcuni dei sopravvissuti del naufragio.

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Le norme che impongono agli Stati membri UE di informare la Commissione europea della loro intenzione di negoziare accordi di fornitura di energia con Paesi terzi sono state approvate giovedì. Si tratta del primo elemento del pacchetto legislativo “Unione dell’energia” ad essere completato. 

«Questa legge garantirà la sicurezza energetica degli Stati membri, la creazione di meccanismi efficaci ex ante per la Commissione europea per verificare progetti di accordi sulle forniture di gas e petrolio nonché la loro conformità sia con il diritto dell’Unione europea sia con le esigenze di sicurezza energetica», ha affermato il relatore Zdzisław Krasnodębski (ECR, PL), il cui testo è stato approvato con 542 voti in favore, 87 voti contrari e 19 astensioni.

«Una clausola nel testo finale consente l’inserimento di meccanismi di verifica ex ante per gli accordi per l’energia elettrica, quando la legislazione sarà rivista», ha aggiunto. 

Concludendo il suo intervento, Krasnodębski ha chiesto alla Commissione «di essere coerente e di agire con determinazione per quanto riguarda le decisioni sul gasdotto OPAL e il controverso progetto Nord Stream 2».

Un accordo informale, raggiunto da Parlamento e Consiglio nel dicembre 2016, stabilisce che uno Stato membro, quando decide di avviare negoziati con un Paese terzo al fine di modificare o di concludere un accordo intergovernativo sull’energia, debba informarne la Commissione europea per iscritto prima dell’inizio dei colloqui.

Allo stato attuale, gli Stati membri sono tenuti a presentare tali accordi alla Commissione solo dopo la loro firma.

Secondo le nuove norme, la Commissione può rispondere alla comunicazione da parte di uno Stato membro fornendo un parere su come garantire che l’accordo da negoziare sia compatibile con il diritto dell’Unione, comprese le clausole modello opzionali e le linee guida che la Commissione elaborerà, in consultazione con gli Stati membri. 

Su richiesta di un paese, o qualora lo ritenga necessario, la Commissione può partecipare, o chiedere di partecipare, ai negoziati in qualità di osservatore. Tuttavia, la sua partecipazione sarà soggetta al consenso scritto dello Stato membro in questione.

La Commissione disporrà di cinque settimane per informare il paese UE in questione dei dubbi sull’accordo in corso di negoziazione e di dodici ulteriori settimane per esprimere un parere sulla compatibilità del contratto con il diritto comunitario, in particolare per quanto attiene la normativa sul mercato interno dell’energia e sulla concorrenza.

Se uno Stato membro non dovesse tener conto del parere della Commissione nella versione ratificata dell’accordo, dovrà spiegare senza indugi e per iscritto i motivi della propria decisione.